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Autore: ValeDowney    13/06/2012    1 recensioni
Primo capitolo di una lunga serie, che vede protagonista Clarice Piton, la figlia di Severus Piton e Lily. In questa serie di storie, Harry Potter é in versione femminile e la giovane Clarice passerà tante meravigliose avventure, insieme ai suoi fedeli amici, nel magico mondo di Hogwards. Prima serie: Clarice Piton e la Pietra Filosofale
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mentre camminavano,  la nebbia si faceva sempre di più fitta: c’era freddo e, per di più, si sentivano degli strani rumori. Camminarono ancora un po’, finché Hagrid non si fermò: appoggiò la lampada ad olio a terra e, con due dita, toccò qualcosa di argentato. “Hagrid, che cosa è ?” chiese Clarice. “Perciò siamo qui; vedi questo: è sangue di Unicorno, ragazzi. Ne ho trovato uno morto qualche settimana fa. Ora, questo è stato ferito gravemente da qualcosa” rispose Hagrid. Clarice voltò lo sguardo e vide, in lontananza, qualcuno, incappucciato, camminare; poi Hagrid, continuò dicendo: “Perciò, è nostro compito cercare quella povera bestia. Ron ed Hermione voi venite con me”. “Va bene” disse Ron. “Clarice, tu andrai con Malfoy” disse Hagrid e Clarice annuì positivamente, non avendo altra scelta. “Va bene: allora, prendo Thor” disse Malfoy. “D’accordo; ma ti avverto: è un gran vigliacco” disse Hagrid e, sentendo queste parole, Malfoy ci rimase male.

Dopo che i gruppi si furono divisi, Malfoy stava camminando davanti a Clarice, visto anche che lui aveva la lampada ad olio per farsi luce; poi, disse: “Aspetta che lo venga a sapere mio padre: questa è roba da domestici !”. “Se non ti conoscessi bene, Draco, direi cha hai un gran fifa” disse Clarice, mentre si affiancò a lui. “Fifa, Piton ?!” disse stupito Malfoy. Si sentì un rumore; i due si fermarono e, voltando lo sguardo all’indietro, Malfoy domandò: “Hai sentito ?” e Clarice annuì positivamente; poi, ripresero a camminare. “Non sei poi così male: a non renderti del tutto antipatica, è il sangue di tuo padre che ti scorre nelle vene” disse Malfoy. “Anche tu non sei così male: basta solo che ti rendi meno antipatico e, forse, potremmo anche diventare amici” disse Clarice. “Amici ?! No, non se ne parla ! E’ ancora troppo presto” disse Malfoy. “Come vuoi” disse Clarice.

I due camminarono ancora, finché non arrivarono nel luogo più scuro della Foresta Proibita e ciò lo si poteva capire, anche perché Thor incominciò a ringhiare; quindi Clarice chiese: “Cosa c’è Thor ?” ed il cane continuò a ringhiare. Davanti a loro, la stessa cosa incappucciata che aveva visto prima Clarice, stava bevendo il sangue di un unicorno morto davanti ad essa: Clarice e Draco erano immobilizzati dalla paura e non osavano fiatare, finché la creatura si accorse di loro e ringhiò, mostrando denti affilati sporchi di sangue di unicorno. Draco urlò e scappò via insieme a Thor, lasciando da sola la povera Clarice e, proprio in quel momento, la cicatrice le fece molto male. La creatura si spostò dall’unicorno, andando di fronte a Clarice, la quale indietreggiava per la paura, finché non inciampò e cadde a terra. La creatura stava per attaccarlo, quando si sentì il rumore di zoccoli e, tra essa e Clarice, comparve un centauro il quale, spaventò la creatura, riuscendo a mandarla via. Dopo essersi ripresa dallo spavento, Clarice si rimise in piedi e il centauro, si avvicinò a lei, dicendole: “ Clarice Piton, devi andare via: molte creature ti conoscono. La foresta non è un luogo sicuro a quest’ora, specialmente per te”. “Ma cos’era quell’essere da cui mi hai salvata ?” domandò Clarice. “Una creatura mostruosa. È un crimine orribile uccidere un unicorno: bere il sangue di un unicorno ti tiene in vita anche se sei un passo dalla morte, ma ad un prezzo spaventoso. Hai ucciso una cosa purissima e dal momento che il suo sangue tocca le tue labbra, vivrai una vita a metà: una vita dannata” spiegò il centauro. “Ma chi sceglierebbe una vita così ?” chiese Clarice. “Non ti viene in mente nessuno ?” domandò il centauro. “Intendi dire.. che quell’essere che ha ucciso l’unicorno e che beveva il suo sangue… quello era Voldemort” rispose stupita Clarice. “Sai cos’è nascosto nella scuola in questo preciso momento, signorina Piton ?” domandò il centauro, avvicinando la testa a Clarice, la quale rispose dicendo: “ La Pietra Filosofale”. In quel momento, Malfoy ritornò con tutti gli altri e, quando Hagrid vide con chi Clarice era, tirò un sospiro di sollievo e disse: “ Salve, Fiorenzo: hai conosciuto la nostra signorina Piton”; poi, aggiunse chiedendo: “Tutto a posto, Clarice ?”. “Sì, tutto a posto” rispose Clarice. “Clarice Piton, qui io ti lascio: sei al sicuro, ora. Buona fortuna” disse Fiorenzo e se ne andò. “Grazie ancora per avermi salvato la vita” disse Clarice, quando ormai il centauro era solo un po’ visibile. “Oh, no: l’unicorno è morto” disse Hermione. “Era già morto quando siamo arrivati qua” disse Malfoy. “Comunque, non possiamo più fare niente; quindi, sarà meglio che ritorniamo al castello” disse Hagrid e, dopo che Clarice li ebbe raggiunti, rientrarono nel castello.

Mentre erano seduti nella Sala Comune dei Grifondoro a rimettere a posto i fatti, Hermione disse stupita: “Vuoi dire Che – Tu -Sai – Chi, in questo momento, è là fuori nella foresta ?!”. “Ma è debole: deve bere il sangue degli unicorni. Non capite: c’eravamo sbagliati. Raptor non vuole la pietra per se: la vuole rubare per Voldemort. Con l’Elisir di lunga vita, Voldemort ridiventerà forte e…e tornerà” spiegò Clarice e si sedette sulla poltrona. “Ma…se torna…tu non credi che cercherà di…ucciderti, vero ?” domandò preoccupato Ron. “Se avesse potuto, avrebbe cercato di uccidermi stanotte” rispose Clarice. Ron deglutì; poi disse: “E pensare che ero tutto preoccupato per l’esame di pozioni: questo è mille volte peggio !”. “Fermi un momento ! Ci stiamo dimenticando di una cosa: chi è l’unico mago che Voldemort ha sempre temuto ?” chiese Hermione; poi, vedendo che gli altri due non rispondevano, disse: “Silente. Finché Silente sarà qui, Clarice, tu sei salva; finché sarà pronto ad aiutarti, tu non puoi essere toccata”. Clarice sembrò un po’ più rassicurata da queste parole; finché sentirono il dipinto aprirsi ed entrare la Professoressa McGranitt la quale disse: “Dovrete già essere a letto, visto quello che avete combinato stanotte”. “Ci dispiace” disse Ron. “Oh, ne sono convinta, Signor Weasley; ed è un bene che non abbia scritto anche alle vostre famiglie” disse la Professoressa McGranitt; poi, guardando Clarice, aggiunse dicendo: “Tuo padre è molto arrabbiato, signorinella e vuole vederti immediatamente”. Hermione e Ron guardarono Clarice, cercando di farle capire che sarebbe andato tutto bene; ma poi, la Professoressa McGranitt li guardò e disse: “Vi consiglio di andarvene a letto, anche perché sono sicura che sareste sicuramente capaci di scappare nuovamente” e, mentre usciva dal dipinto, aspettando fuori da esso, Ron, Hermione e Clarice si alzarono e Ron disse: “Bé, allora buona fortuna, Clarice”. “E cerca di ritornare tutta intera: ricordati che domani hai la partita di Quidditch da affrontare” aggiunse dicendo Hermione. “L’unica cosa che devo affrontare, ora, è l’ira di mio padre” disse Clarice ed uscì dalla Sala Comune, raggiungendo la Professoressa McGranitt. Mentre camminavano in direzione dei sotterranei, Clarice guardava di tanto, in tanto la Professoressa McGranitt ma, quest’ultima, non la degnava neanche di uno sguardo; finché non disse: “ Clarice, non ho altra scelta e lo sai che tuo padre non vuole che ti cacci in qualche guaio”. Clarice la guardò e le disse: “Ma io non mi sono cacciata in nessun guaio: ero andata con Ron ed Hermione a trovare Hagrid”. La Professoressa McGranitt si fermò, così come Clarice e domandò: “E perché lo sareste andati a trovare ? Non potevate andare da lui, domani mattina ? Oppure era una cosa molto importante che non poteva proprio aspettare ?”, ma Clarice non rispose, perché non poteva di certo dire, che avevano scoperto della Pietra Filosofale. “Bene; se non vuoi rispondermi, vorrà dire che farai una lunga chiacchierata con tuo padre. Coraggio, andiamo” disse la Professoressa McGranitt e riprese a camminare, seguita da Clarice.

Arrivarono nei sotterranei dove, davanti all’Aula di Pozioni, trovarono Severus il quale, mentre teneva le braccia incrociate, disse: “ Vedo che i tuoi leoncini, al contrario dei miei piccoli serpenti, ad eccezione di Malfoy, si cacciano spesso nei guai”. “Già, specialmente la tua figlioletta ed i suoi amici” disse la Professoressa McGranitt. “Mi rincresce molto che Clarice non abbia ereditato, da me, il rispetto per le regole: a quest’ora, sarebbe un modello da seguire per tutti” disse Severus. “Purtroppo, non possiamo cambiarla” disse la Professoressa McGranitt. “Anche perché, se cambierebbe, sarei mille volte meno preoccupato, di come non lo sia da quando ha affrontato quel Troll” disse Severus e guardò minacciosamente Clarice la quale, per evitare il suo sguardo, guardò per terra. “Scommetto che avrai molte cose da dirle e, per ciò, ti chiederei di tenerla qui, almeno per stasera, almeno così, sono anche sicura che non se ne vada, di nuovo, in giro per la scuola” disse la Professoressa McGranitt. “La trovo un’ottima idea” disse Severus e, mentre Clarice gli andò accanto, la Professoressa McGranitt disse: “ Spero che, con la ramanzina che le farai, capisca finalmente che, mettersi nei guai, non è un gioco”. “Sarà dura: credo che mi ci vorrà tutta la notte” disse Severus. “Buona notte Severus” disse la Professoressa McGranitt. “Buona notte, Minerva” disse Severus. “E, buona notte anche a lei, Signorina Piton” aggiunse dicendo la Professoressa McGranitt. Clarice alzò lo sguardo verso la professoressa di Trasfigurazione e disse: “Buona notte, Professoressa McGranitt” e, quest’ultima, se ne andò. Clarice alzò lo sguardo, per incontrare quello minaccioso di Severus, il quale disse: “Va dentro e siediti  sul divano !” e Clarice, senza farselo ripetere due volte, fece come le era stato ordinato. Dopo che ebbe chiuso la porta e insonorizzato la stanza con un potente incantesimo, Severus andò di fronte a Clarice e, con voce fremente di rabbia, le disse: “Ti rendi conto di ciò che hai fatto ?! Non solo tu ed i tuoi amichetti, ve ne siete andati in giro di notte, ma mi hai anche disubbidito ! Lo sai benissimo in che situazione ti trovi ma, evidentemente, non te ne sei ancora resa conto ! Là fuori non vieni protetta come qua: è solo tra queste mura che sei al sicuro da qualsiasi pericolo”. Clarice lo guardò e tristemente disse: “Scusami, papà: non volevo fare niente di male andando a trovare Hagrid”. “E perché sareste andati da lui ? Voglio la verità, mi raccomando !” chiese arrabbiato Severus. “Bé…ecco…noi siamo andati da lui, per dirgli delle cose” rispose Clarice. “Quali cose ?” domandò Severus e, non ricevendo nessuna risposta, ripeté la domanda, ma questa volta con tono molto arrabbiato: “ Quali cose, ti ho chiesto ?!”. Clarice sobbalzò dalla paura e corse subito in camera sua, sbattendo la porta. “Clarice !” gridò Severus ed andò davanti alla camera della figlia, ma l’unica cosa che sentì fu il chiudersi della serratura; Severus tentò di aprire la porta ma, essa, era chiusa a chiave; quindi disse: “Clarice, apri immediatamente questa porta ! E’ un ordine !”. “Io non ricevo ordini da te !” sentì dall’interno, replicare Clarice. “Sono tuo padre e, in quanto tale, devi ubbidirmi ! Coraggio, apri questa porta !” replicò Severus. “No !” disse Clarice. “Perché non vuoi dirmi di che cosa avete parlato con Hagrid ? Clarice, ascoltami, può diventare una cosa pericolosa” disse Severus. “Non credo che quel cucciolo di drago fosse pericoloso” disse Clarice. “Cucciolo di drago ?! Non voglio assolutamente che stai accanto a simile creature: potresti farti male” disse Severus. “Bé, si dia il caso, che io ci sia già stata accanto a quel drago e non mi è successo niente” disse Clarice. “Signorinella, hai superato te stessa: per punizione, te ne starai chiusa qua dentro a riflettere su ciò che hai fatto nelle ultime ore ed uscirai solo quando lo riterrò più opportuno !” replicò Severus e se ne andò.

All’interno della sua stanza, Clarice se ne era stata seduta sul suo letto e, alcune lacrime, le avevano rigato il viso: alla fin fine, lei non voleva litigare con suo padre, ma lui non poteva capire che, ciò che avevano parlato con Hagrid, doveva rimanere segreto; quindi, si distese a pancia in giù, sul letto, ripensando a quella creatura incappucciata che aveva visto nella Foresta Proibita. Passarono i minuti, ma Clarice non era ancora riuscita a prendere sonno; finché, non guardò la piccola finestra che c’era e, solo lì, le venne in mente un’idea. Si mise, quindi, il mantello che le aveva regalato suo padre e, dopo preso una sedia, la mise sotto la finestra e, dopo esserci salita su, puntò la bacchetta e disse: “Alohomora” e la finestra si aprì: sgattaiolò fuori e corse verso la capanna di Hagrid. Quando vi arrivò, bussò; Hagrid aprì e, sorpreso nel rivedere Clarice, chiese: “Oh, ciao Clarice: che cosa c’è ?”. “Potrei dormire qui, per stanotte, ti prego” rispose Clarice. “ Va bene: entra pure” disse Hagrid e, dopo essersi fatto da parte, Clarice entrò e, poi, richiuse la porta: “Che cosa è successo ? Sembra che tu abbia pianto” domandò preoccupato Hagrid. “Io ed il mio papà abbiamo litigato: lui, poi, mi ha detto che dovevo rimanere in camera mia ma, io, sono scappata e…ed eccomi qui” rispose Clarice. “Oh, santo cielo” disse semplicemente Hagrid e mise dell’altra legna nel fuoco. “Credimi Hagrid: non avevo mai visto il mio papà così arrabbiato prima d’ora” disse Clarice, mentre si toglieva il mantello. “Sapevo che il Professor Piton è un uomo di poca pazienza, ma non mi sarei mai immaginato che si arrabbiasse così tanto con te, a tal punto da farti scappare” disse Hagrid. “Lo so che lui vuole proteggermi, ma non c’è motivo di arrabbiarsi come ha fatto poco fa” disse Clarice e si sedette sull’enorme poltrona. “Senti, Clarice, a me non dispiace se rimani qua, ma non ho un altro letto a disposizione” disse Hagrid. “Oh, non c’è problema: questa poltrona andrà benissimo” disse Clarice e, dopo essersi messa più comoda, aggiunse dicendo: “Grazie mille, Hagrid: sei un amico” e chiuse gli occhi. Hagrid la guardò per un po’; poi, si mise la sua giacca ed aprì la porta ma, prima di uscire, guardò Thor e gli disse: “Mi raccomando, Thor: fai la guardia e proteggila, nel caso dovesse succedere qualcosa” ed uscì dalla capanna, dirigendosi nel castello, dove vi era gran fermento perché Severus, nell’aprire la porta della camera da letto della figlia, aveva visto che Clarice non c’era e, per ciò, aveva mobilitato tutti gli altri professori per cercarla: “Nelle serre non c’è: abbiamo guardato dappertutto” disse la Professoressa Sprite, arrivando dagli altri, insieme a Madama Boom, la quale aggiunse dicendo: “E non c’è nemmeno al campo da Quidditch”. “Avevo una vana speranza per quel posto, pensando che avesse deciso di allenarsi un po’, per la partita di domani” disse Silente. “Non ci sarà nessuna partita, per lei, domani ! E’ ancora sotto punizione !” replicò dicendo Severus. “In infermeria non c’è” disse Madama Chips, arrivando insieme al Professor Viltious, il quale disse: “E nemmeno nell’Aula di Incantesimi e nella Torre di Astronomia”. “Meno male: mi sarebbe venuto un colpo, se avesse deciso di buttarsi” disse la Professoressa McGranitt. “ Magari potrebbe essere ritornata nel dormitorio dei Grifondoro” disse la Professoressa Sprite. “No, mia figlia non è stupida: avrà, sicuramente, pensato che, quello, sarebbe stato il primo posto dove l’avremmo cercata” disse Severus. “Ma, allora, dove è ? L’abbiamo cercata dappertutto” disse la Professoressa McGranitt. “Calmati, Minerva: vedrai che la troveremo” disse Silente, cercando di rassicurarla. “Albus, il castello è immenso e potrebbe essere andata ovunque, anche al corridoio del terzo piano” disse la Professoressa McGranitt. “Un momento, non vi sembra che manchi qualcuno” disse Severus. “Certo, manca il Professor Raptor” disse il Professor Viltious. “Se quel pazzo ha messo le mani su mia figlia, lo ucciderò con le mie mani !” disse arrabbiato Severus. “Suvvia, Severus: non credo che il Professor Raptor possa aver rapito Clarice” disse Silente. “Ho molti motivi, per credere che possa essere stato benissimo lui, a partire da quella volta che ha tentato di ucciderla durante la sua prima partita di Quidditch” disse Severus. “Allora, era stato Raptor a manomettere la scopa di Clarice !” disse stupita la Professoressa McGranitt. “Non a manometterla, ma a farle il Malocchio” la corresse Severus. “Vorrà dire, che dovremmo tenerlo d’occhio di quanto non stiamo facendo adesso: se veramente ha cercato di uccidere Clarice, allora la vita della piccola è in pericolo” disse Silente. In quel momento, arrivò Hagrid il quale, vedendo tutti i professori insieme, chiese: “Buona sera, professori: qualcosa non va ?”. I professori si voltarono verso di lui e Silente rispose: “Oh, buona sera Hagrid; sì, purtroppo è successa una cosa molto spiacevole”. “Spero non qualcosa di grave” disse preoccupato Hagrid. “Clarice è scappata e noi non riusciamo a trovarla da nessuna parte” disse la Professoressa McGranitt. “Oh” disse semplicemente Hagrid. “Forse, potresti darci una mano nel cercarla” propose Silente. “Un’ottima idea, anche se io so dove si trova Clarice” disse Hagrid. “Sai dove si trova la mia bambina ?!” disse stupito Severus. “Sì: è nella mia capanna” disse Hagrid. “E che cosa ci sarebbe venuta a fare nella tua capanna ?” domandò la Professoressa McGranitt. “Bé, al momento sta dormendo sulla mia poltrona e, poi, è venuta, perché mi ha detto che ha litigato con il Professor Piton: dovevate vedere che sguardo impaurito aveva, povera creatura. Stanotte, quella piccola, ne ha passate di tutti i colori” rispose Hagrid. “E’ colpa mia: non dovevo gridarle in quel modo” disse Severus. “Suvvia, Severus, vedrai che tutto si sistemerà: basta che parlerete e risolverete questa faccenda” disse la Professoressa McGranitt. “La mia piccola ha già subito troppo in passato e, ora, ci mancava solo che avesse paura di me” disse Severus; poi, guardando Hagrid, aggiunse dicendo: “Portami da lei, Hagrid”.

Hagrid e gli altri professori sorrisero; poi, Severus, Silente e la Professoressa McGranitt seguirono il mezzo gigante fino alla sua capanna dove, sulla poltrona, videro Clarice addormentata, coperta dal suo mantello; mentre al suo fianco, vi era Thor, sempre vigile su di lei. “Meno male: è sana e salva” disse la Professoressa McGranitt, mentre Severus si avvicinava alla figlia e, cercando di non svegliarla, la prese tra le sue braccia. “Clarice è una bambina molto sveglia: l’ho capito fin dal primo momento che l’ho incontrata” disse Hagrid. “Bé, ha preso tutto dal papà” disse Silente e, tutti, guardarono Severus, il quale disse: “Non dire stupidaggini: mia figlia ha più di Lily, che di me”. “Col passare del tempo, capirai che tu e Clarice, avete molte cose in comune” disse Silente, mentre passava di fronte a Severus e verso la porta; poi, si voltò verso Hagrid ed aggiunse dicendo: “Grazie mille, Hagrid: senza di te, non avremmo mai ritrovato Clarice”. “Non è che ho fatto, poi, quel gran che” disse Hagrid. “Buona notte, Hagrid” disse Silente, aprendo la porta e uscendo dalla capanna, seguito dalla Professoressa McGranitt. “Buona notte, professori” disse Hagrid. Prima di uscire, Severus si fermò e disse: “Credo che, quando Clarice si sveglierà, dovrà farle capire che non sono più arrabbiato con lei”. “Ehhhhhh, la piccolina, stanotte, crede di aver persino visto il suo peggior incubo” disse Hagrid. “Il suo peggior incubo ?! Questo non me lo aveva detto; anzi, a dire la verità, non è che ci siamo parlati molto” disse Severus. “Le do un consiglio: per stanotte la lasci dormire e, domani mattina, potrete parlare come si deve” disse Hagrid. “Domani mattina, il mio leoncino, ha una partita di Quidditch da affrontare” disse Severus; poi, aggiunse dicendo: “Ora, sarà meglio che vada…Buona notte, Hagrid”. “Buona notte, Professor Piton” disse Hagrid e Severus uscì dalla capanna, dirigendosi verso il castello.

Poco dopo, Clarice riaprì gli occhi e si guardò intorno, perché quella stanza non sembrava proprio la capanna di Hagrid; quindi, spostò lo sguardo, per vedere suo padre seduto su una sedia, mentre leggeva un libro. “Ciao, papà” disse Clarice. Sentendo la voce della figlia, Severus alzò gli occhi dal libro e, chiudendolo, chiese: “Ciao, piccola mia: hai dormito bene ?”. “Oh, sì, molto bene; anche se non ricordo di come sono ritornata qua” rispose Clarice, mentre Severus, dopo aver appoggiato il libro sul comodino, si alzò dalla sedia, per poi sedersi sul letto e dire: “ Ora non ha importanza di come sei ritornata qui: voglio solo che mi racconti che cosa hai visto esattamente nella Foresta Proibita stanotte”. “Una cosa orribile” disse Clarice e si voltò verso la finestra, cercando di evitare lo sguardo di Severus che, però, le disse: “ Non c’è motivo che entri nei particolari: ho già la mia idea di chi poteva essere”. Clarice, quindi, si rivoltò verso di lui e domandò: “Come fai ad esserne così sicuro ?”. “Ci sono molti motivi che spingono a pensare che, quell’orribile creatura che hai visto stanotte, sia stato Tu – Sai – Chi e, uno di questi, è perché un padre è come se fosse collegato con ciò che vive la propria figlia” rispose Severus, mentre accarezzava Clarice sulla testa. “Ma tu, sì, insomma, tu lo hai mai visto di persona Tu – Sai – Chi ?” chiese Clarice. “Nessuno sa come sia fatto veramente, nemmeno i suoi seguaci” rispose Severus. “Seguaci ?! Vuoi dire che, qualcuno, ha avuto persino il coraggio di seguirlo ?!” domandò stupita Clarice. “Vedi, piccola mia, sicuramente saprai che, al mondo, esistono due tipi di maghi: buoni e cattivi. Quest’ultimi, sono diventati dei Mangiamorte, ovvero i seguaci di Tu – Sai – Chi e fanno tutto quello che lui ordina” spiegò Severus. “Quindi, anche uccidere ?” domandò Clarice, mettendosi seduta. “Sì, anche uccidere” rispose Severus, mentre le accarezzava una guancia. “Ma è spregevole ! Io non ucciderai mai qualcuno, solo per fare un piacere al mio Signore” disse Clarice. “Ma loro non sono te e non lo è nemmeno Tu – Sai – Chi” disse Severus. Ci fu un po’ di silenzio; poi, Clarice sentì, improvvisamente, bruciare la cicatrice, quindi, mentre se la toccava, Severus preoccupato chiese: “Che cosa c’è, piccola mia ?”. “La cicatrice: è da un po’ che mi fa male” rispose Clarice. “Da quanto ?” domandò Severus. “Da quando sono arrivata a scuola; ma, stanotte, mi ha fatto male più del solito” rispose Clarice. Severus non disse nulla e, alzandosi dal letto, andò nel suo laboratorio, per poi ritornare con in mano un’ampolla: “Ecco: bevi questa e vedrai che ti sentirai meglio” e consegnò l’ampolla a Clarice, la quale la bevve, anche se era amarissima; poi, dopo averla appoggiata sul comodino, disse: “Grazie, papà: sai, credo che il dolore stia già diminuendo”. “Quella che ti ho dato era la Pozione Calmante: normalmente, la insegno a quelli del secondo anno, quindi vedi, l’anno prossimo, di fare bella figura” disse Severus. Clarice sorrise; poi Severus le disse: “Ed ora, dormi, mio piccolo leoncino: domani hai una partita di Quidditch da affrontare” e, mentre le aggiustava meglio le coperte, Clarice stupita chiese: “Mi fai giocare, anche se sono in punizione ?”. “La punizione la devi scontare qui e non al campo di Quidditch; e, poi, a Grifondoro, serve la sua bravissima Cercatrice” rispose Severus e le diede un bacio sulla fronte. “Papà, ma non sei preoccupato che mi possa succedere come l’ultima volta ?” domandò Clarice. “Tranquilla: questa volta andrà tutto bene” rispose Severus e le spostò una ciocca di capelli dalla fronte, rivelando la cicatrice a forma di saetta; poi, si spostò verso la porta e, stava per uscire, quando Clarice lo fermò, dicendogli: “Papà, ti prego, potresti rimanere qui, finché non mi addormento ?”. Severus sorrise; poi, si sedette sulla sedia di prima e, prendendo in mano il libro, riprese a leggerlo. Clarice, piano, piano, chiudeva gli occhi, finché non si addormentò del tutto, ma Severus non se ne andò: rimase accanto alla figlia tutta la notte, a vegliare su di lei e, intanto, ripensava a quello che le aveva detto e, quando le avrebbe raccontato tutta la verità sul suo passato. Clarice ha avuto il suo prima incontro contro Colui – Che – Non – Deve – Essere – Nominato, anche se la dura battaglia contro il male, deve ancora arrivare.

  
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