Capitolo
4: Il
Santuario del Mare
“Vi
prego, fermiamoci un attimo.
Sono stanca” implorò Hanon che oramai non sentiva
più le pinne. La piccola
Mizuko, che nuotava più veloce delle sirene, si
fermò un attimo e disse “Uffa.
Sei proprio una piagnucolona. Stiamo nuotando da non più di
14 ore. Insomma sei
o non sei una sirena” “In effetti anch’io
sono un po’ stanca. Possiamo
riposarci solo cinque minuti?” disse Lucia appoggiandosi ad
una roccia sul
fondale marino. “E va bene, ma solo cinque minuti”
disse lo spiritello
concedendo alle principesse una pausa. Non appena sentì che
poteva riposarsi,
Hanon si accasciò sullo stesso scoglio sul quale si era
appoggiata Lucia. Dopo
aver ripreso un po’
di fiato, la
principessa blu si rialzò e chiese “Si
può sapere quanto manca? Ormai sono tre
giorni che nuotiamo”. Mizuko si guardò un
po’ intorno, ci pensò un po’ su poi
rispose “Non dovrebbe mancare molto. Il Santuario dovrebbe
essere a non più di sessanta
kilometri di distanza”. Hanon sgranò
gl’occhi. “Cosa!? Ancora sessanta
kilometri!?!? Ma tu sei matta!!” sbottò la sirena
dai capelli blu. “Cosa vuoi
che siano sessanta kilometri dopo che ne hai fatti più di
diecimila?”. Hanon
guardò la piccola sorpresa e disse “Cosa? Abbiamo
fatto tutta questa strada?” “Certo”
gli rispose lo spiritello.
Mentre
quelle due battibeccavano,
Rina guardava divertita la scena. Anche se non lo dava a vedere anche
lei era
stanca. Si era appoggiata su uno scoglio leggermente staccato da quello
su cui
si erano poggiate le amiche. “Chissà che tipi
saranno i nostri compagni?” disse
tra se e se ripensando al discorso di tre giorni prima.
“La
nostra prima meta è il
Santuario del Mare!” annunciò la piccola Mizuko
“Il Santuario del Mare?”
domandò la principessa verde “E’ un
luogo mistico che in passato veniva
utilizzato per fare cerimonie e rituali su ampia scala”
spiegò Madame Takie.
“Precisamente” disse Mizuko facendo cenno con la
testa. “E le persone che
stiamo cercando si trovano lì?” chiese Lucia.
“Non esattamente” rispose la
piccina. “Cosa intendi dire?” domandò
Nikora. “Vedete, alcune delle persone che
stiamo cercando non si trovano più in questo
mondo” spiegò lo spiritello. “Vuoi
dire che sono morte?” chiese Rina “No, altrimenti
sarebbe impossibile
riportarle in vita. In realtà si trovano in uno stadio
compreso tra la vita e
la morte, e per farle tornare nel nostro mondo dobbiamo eseguire un
rituale al
Santuario del Mare” “E tu sai dove si trova questo
Santuario?” domandò la
ragazza dai capelli blu “Certo che lo so, per chi mi hai
preso”. Per qualche
strano motivo Hanon si sentì estremamente irritata.
“Si trova più o meno 100
kilometri a sud di Gavdos, un isola vicino a Creta”
spiegò Mizuko. Lucia la
guardò confusa e le chiese “Creta? E dove
sarebbe?”. Nikora, che sapeva dove si
trovava, sbatté le mani sul tavolo e disse
“Aspetta, vuoi dire che...” “Esattamente!
Domattina partiremo per il Mar Mediterraneo!!!”.
Una vocina
irruppe nei pensieri
di Rina. “Fine della pausa! Abbiamo perso già
troppo tempo” disse la piccola
Mizuko battendo le mani incoraggiando le compagne ad alzarsi. Le tre
sirene e
lo spiritello ripresero il cammino. Gli ci vollero più o
meno un ora per raggiungere
la loro meta.
Arrivate a
destinazione le
ragazze si trovarono di fronte ad un immensa costruzione in stile
greco. Era un
grande palazzo completamente bianco. Davanti all’entrata
c’era un porticato
retto da dieci colonne. “E’ immenso”
disse sbalordita Lucia che non sapeva dove
guardare tanto era grande. “E’ quasi grande come il
palazzo reale” disse Rina
anche lei guardandosi attorno. “Questo luogo era molto
importante per le
sirene, quasi come il palazzo reale di Atlantide”
spiegò Mizuko. All’interno si
potevano trovare diverse statue raffiguranti fate incappucciate, tutte
ai lati
del lungo corridoio. Alla fine di esso c’era una grande
stanza circolare, al
centro della quale era situato un piccolo tempio circolare retto da
diverse
colonne, ma, a differenza del tempio più grande,
completamente aperto e senza
mura. In mezzo al tempietto c’era una grande conca fatta di
marmo bianco. “Eccoci
arrivate” annunciò lo spiritello. Le tre sirene
continuavano a guardarsi
attorno. Mizuko si voltò verso di loro per poi dire
“Bene. Se volete potete
farvi un giro qui attorno” “Non dobbiamo eseguire
il rituale?” domandò Hanon. “Il
rito durerà un bel po’ e potreste
annoiarvi” spiegò lo spiritello. “Quanto
durerà esattamente?” chiese Lucia “Non
saprei. Di solito per un incantesimo di
teletrasporto forzato ci vogliono cinque minuti, ma dato che i diretti
interessati non si trovano in questo mondo potrebbe volerci si e no una
quindicina di minuti se non di più” “Non
so voi ragazze, ma io mi voglio
riposare” disse Hanon stiracchiandosi un po’ per
poi sedersi per terra. “Penso
che mi riposerò anch’io. Te cosa fai
Rina?” chiese Lucia. “Resterò qui a
tenervi
compagnia” rispose. Detto ciò le due sirene si
sedettero vicino all’amica.
Mizuko le guardò un attimo poi fece un sorriso.
“Molto bene allora” disse
voltandosi verso il tempietto. Alzò il suo piccolo braccio
destro fino
all’altezza del petto. Dell’acqua
cominciò a vorticare pochi
centimetri sopra la sua mano fino a che
non apparve una luminosa sfera bianca. Si avvicinò al centro
della conca dove
poggiò ciò che aveva appena fatto apparire dal
nulla. La principessa dalla
perla blu, che guardava la piccina incuriosita, chiese “Che
cos’è quella
sfera?”. Mizuko restò un attimo in silenzio, poi
disse “Non posso dirvelo. Non
ancora” “E perché no?”
domandò Lucia. “Perché devo rispettare
le volontà di una
certa persona” rispose.
Situata la
sfera al centro preciso
della conca, la piccola si allontanò fino ad uscire dal
piccolo tempio. Poi chiuse
gl’occhi e lentamente alzò le braccia
all’altezza delle spalle. Ad un tratto l’acqua
al centro del tempietto cominciò a vorticare aumentando
lentamente d’intensità.
Alla fine divenne un vero e proprio mulinello d’acqua che
fece alzare la sfera
per circa un metro. Mizuko se ne stette immobile a recitare delle
parole
incomprensibili, probabilmente di una lingua antica. Passò
più di mezzora, ma
non successe niente. “Ma siamo sicure che questo rituale
funzioni davvero?”
domandò Hanon cominciando a perdere le speranze.
“In effetti è passata più di mezzora
da quando ha cominciato” disse Rina. Lucia si rivolse alla
piccola e le chiese “Senti
Mizuko, per caso ci sono dei problemi?”. Lo spiritello non
rispose. Non poteva
rispondere. Se avesse parlato avrebbe interrotto il rituale e avrebbe
dovuto
ricominciare tutto da capo.
Passarono
diversi minuti, finché
d’un tratto qualcosa non cambiò. La sfera
cominciò a diventare sempre più grande
e luminosa. “Finalmente!” pensò Mizuko.
La luce diventò talmente accecante da
costringere le tre sirene a chiudere gl’occhi. “Che
cosa sta succedendo?”
chiese Lucia. “Forse il rito sta per concludersi”
disse Rina. La sfera continuò
ad ingrandirsi fino a toccare le colonne che reggevano il tempietto.
Passarono
una decina di secondi e alla fine quella sfera cominciò a
rimpicciolirsi e a
perdere luce. Al centro di quella luce si intravedevano due ombre.
“Che cosa
sta succedendo!?” esclamò una voce femminile
provenire dal centro della luce. “Non
ne ho idea, ma questa luce è accecante” disse
un’altra voce decisamente più
adulta della prima. La luce scomparve ridando così a tutti
la possibilità di vedere.
Le tre sirene aprirono lentamente gl’occhi per vedere chi
sarebbero stati i
loro compagni. Appena videro chi c’era al centro del tempio
non credettero ai
loro occhi.
“Non
ci posso credere” disse Lucia
rimanendo a bocca aperta. “Non è
possibile” continuò Rina anche lei senza
parole. “Non può essere. Le nostre compagne non
possono essere loro!” esclamò
Hanon. Poi tutte e tre in coro dissero “Le Black Beauty
Sisters!!”. Ebbene si,
erano proprio loro. Sheshe e Mimi, le loro acerrime nemiche. Appena si
accorsero delle tre ragazze si voltarono verso di loro. “Che
cosa!? Le
principesse sirene!?” esclamò la sorella maggiore.
Mizuko guardò confusa le
cinque ragazze. “Ma come vi conoscete?”
domandò ingenuamente. “Sfortunatamente
si” rispose la principessa dalla perla blu quasi con
disgusto. A quel punto lo
spiritello fece un sorriso e disse “Allora questo
renderà tutto più facile”
“CERTO
CHE NO!!!” sbottarono le tre principesse facendo
indietreggiare la piccola di
qualche metro. Ripresasi da quell’urlo chiese “E
perché no?” “Perché sono
nostre nemiche e lo sono sempre state” rispose Rina. Mizuko
le guardò un attimo,
soffermandosi soprattutto sulle loro lunghe code nere. “Chi
sarebbe quella
specie di giocattolo? La vostra nuova mascotte forse”
domandò Sheshe volendo
essere volontariamente offensiva. La ‘mascotte’
sentitasi chiamare in quel modo
si alterò leggermente “Maleducata! Io sono Mizuko
un antico spirito elementare!”.
La donna dai capelli rossi disse “Tu un antico spirito? Ma
non farmi ridere.
Sei solo un pupazzetto venuto mal...”. Nemmeno
finì la frase che una fortissima
corrente d’acqua la sbatté contro il muro in
marmo. Mimi, che fino a quel
momento non aveva detto niente, corse subito dalla sorella gridando
“Sorellina!
Come stai, va tutto bene!?”. La maggiore si rimise in piedi e
senza pensarci
due volte disse alla sorellina “Vediamo di sbarazzarci di
queste
fastidiosissime principesse sirene e poi andiamocene”. Mimi
di tutta risposta
abbassò lo sguardo visibilmente triste. “Che hai
sorellina?” domandò Sheshe. La
minore se ne stette un attimo in silenzio poi disse. “No,
niente”. “Allora
preparati!” disse la maggiore. Mimi sussurrò
qualcosa “Non voglio”. Sheshe, per
quanto fosse vicina, non riuscì a comprendere bene quelle
parole, così gli chiese
“Cos’hai detto?”. A quel punto la
ragazzina dai capelli azzurri scoppiò a
piangere gridando “NON VOGLIO FARGLI DEL MALE!!!!”.
Quella frase riecheggiò
nell’ampio tempio portando con se il silenzio, un silenzio
rotto solo dai suoi singhiozzi.
Sheshe si morse il labbro con una forza tale da farlo sanguinare. Dopo
un
attimo di silenzio disse “Allora andiamocene”. La
sorellina alzò lo sguardo
verso la maggiore. Era sorpresa che non avesse chiesto spiegazioni. Che
abbia
capito tutto?
“Invece
di andarvene perché non
vi unite a noi?” domandò una vocina provenire di
fronte a loro. Si voltarono verso
la fonte di quella voce e videro il pupazzo di poco prima.
“Cosa stai dicendo?”
chiese Sheshe già alterata di suo. “Vi abbiamo
richiamato dall’altro mondo
perché abbiamo bisogno del vostro aiuto”
spiegò la piccola Mizuko. “Non ci
interessa. Di qualunque cosa abbiate bisogno non siamo disposte a darvi
una
mano” disse la donna dai capelli rossi in maniera risoluta.
Mimi non disse
niente. Si limitò a guardare la sorella. Poi si accorse che
le tre sirene la
stavano guardando e si nascose dietro la sorella. Lei, accortasi di
ciò, lanciò
un occhiata feroce alle tre ragazze le quali, intimorite,
indietreggiarono. “Dimmi
una cosa, tu sei una tipa vendicativa?” domandò lo
spiritello riportando su di
se lo sguardo della rossa. Senza pensarci su, Sheshe disse
“Certo, perché?” “Allora
perché non ti unisci a noi. In questo modo potresti avere la
tua vendetta”. La
maggiore la guardò con un misto di confusione e rabbia.
“Cosa vorresti dire?”
chiese. Mizuko si limitò ad indicare la sua coda.
“Tu sai cosa significa quella
coda?” domandò la piccina. La rossa non seppe cosa
rispondere. Che significato
potesse avere una cosa naturale come la coda?
Senza
attendere una risposta,
Mizuko disse “Te lo spiego io. Tu sei una delle poche fate
appartenenti al clan
Fukari!”. Sheshe, che non capiva niente di ciò che
diceva, disse “M-Ma cosa
stai dicendo? Cosa sarebbe questo clan Fukari?”. “I
membri del clan Fukari,
conosciute anche come Streghe degli Abissi, erano uno dei clan
più potenti e
rispettati di tutti e quattro i Grandi Regni. Il potere magico di una
Strega
degli Abissi era equiparabile a quello di un’Arpia o di un
Vampiro. In pratica
facevano parte dell’élite
della
magia. Appartenere a quella famiglia era uno dei più grandi
privilegi che in
passato si potessero avere” spiegò Mizuko stupendo
tutte e cinque le ragazze. “COSA!?!?!?”
esclamarono le tre sirene irrompendo nella conversazione.
“Stai scherzando
vero! Non è possibile che loro siano così
potenti!” disse Lucia. Hanon, che
voleva dimostrare di non aver minimamente creduto a quella storia,
disse “E’ ovvio
che sta scherzando. E poi anche se fosse vero vuol dire che questo clan
Fukari
è composto da vere e proprie schiappe, con tutte le volte
che le abbiamo
battute”. “Ehi, bada a come parli
mocciosa!!” urlò Sheshe sentitasi offesa.
“Questo
perché i loro poteri si sono assopiti. Ti assicuro che se
avessero utilizzato
anche solo la metà dei loro veri poteri non sareste riuscite
nemmeno a fargli
un graffio” spiegò la piccola. Poi si rivolse alle
due davanti a lei dicendogli
“Continuando il discorso di prima, Elizabét
è tornata e abbiamo bisogno del
vostro aiuto per sconfiggerla. In passato il vostro clan ha combattuto
fino
allo stremo per cercare di sconfiggere l’Apostolo del Male.
Come ultime Streghe
degli Abissi rimaste in vita avete il dovere di continuare la lotta che
i
vostri antenati avevano cominciato”. La rossa, senza nemmeno
pensare a quello
che aveva detto la piccola qualche secondo prima, disse “Non
so chi sia questa
Elizabét, comunque non me ne frega niente di un passato di
cui non so...”. Si
accorse di una cosa. Mizuko gli stava facendo segno con
gl’occhi di guardare
vicino a lei. Abbassò lo sguardo e vide la sorellina triste
e abbattuta.
Strinse i pugni e poi, rassegnata, disse “Va bene,
accetto”. La piccina fece un
sorriso e disse “Saggia decisione”. Le tre sirene
erano rimaste a bocca aperta
dall’improvviso cambio di idea della rossa.
“Bene!
Adesso che siamo tutti d’accordo
torniamo a casa!” annunciò la piccola Mizuko
alzando il pugno in segno di
vittoria.