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Autore: bestcloud    13/06/2012    1 recensioni
L'ultimo giorno di scuola, Nikora avverte le ragazze che devono tornare nei loro regni. Dopo una serata all'insegna delle lacrime, il mattino seguente partono per tornare a casa, ma vengono fermate da una forza misteriosa che...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mimi, Nuovo personaggio, Seira
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Il Santuario del Mare

 

 

“Vi prego, fermiamoci un attimo. Sono stanca” implorò Hanon che oramai non sentiva più le pinne. La piccola Mizuko, che nuotava più veloce delle sirene, si fermò un attimo e disse “Uffa. Sei proprio una piagnucolona. Stiamo nuotando da non più di 14 ore. Insomma sei o non sei una sirena” “In effetti anch’io sono un po’ stanca. Possiamo riposarci solo cinque minuti?” disse Lucia appoggiandosi ad una roccia sul fondale marino. “E va bene, ma solo cinque minuti” disse lo spiritello concedendo alle principesse una pausa. Non appena sentì che poteva riposarsi, Hanon si accasciò sullo stesso scoglio sul quale si era appoggiata Lucia. Dopo aver ripreso un  po’ di fiato, la principessa blu si rialzò e chiese “Si può sapere quanto manca? Ormai sono tre giorni che nuotiamo”. Mizuko si guardò un po’ intorno, ci pensò un po’ su poi rispose “Non dovrebbe mancare molto. Il Santuario dovrebbe essere a non più di sessanta kilometri di distanza”. Hanon sgranò gl’occhi. “Cosa!? Ancora sessanta kilometri!?!? Ma tu sei matta!!” sbottò la sirena dai capelli blu. “Cosa vuoi che siano sessanta kilometri dopo che ne hai fatti più di diecimila?”. Hanon guardò la piccola sorpresa e disse “Cosa? Abbiamo fatto tutta questa strada?” “Certo” gli rispose lo spiritello.

Mentre quelle due battibeccavano, Rina guardava divertita la scena. Anche se non lo dava a vedere anche lei era stanca. Si era appoggiata su uno scoglio leggermente staccato da quello su cui si erano poggiate le amiche. “Chissà che tipi saranno i nostri compagni?” disse tra se e se ripensando al discorso di tre giorni prima.

 

 

“La nostra prima meta è il Santuario del Mare!” annunciò la piccola Mizuko “Il Santuario del Mare?” domandò la principessa verde “E’ un luogo mistico che in passato veniva utilizzato per fare cerimonie e rituali su ampia scala” spiegò Madame Takie. “Precisamente” disse Mizuko facendo cenno con la testa. “E le persone che stiamo cercando si trovano lì?” chiese Lucia. “Non esattamente” rispose la piccina. “Cosa intendi dire?” domandò Nikora. “Vedete, alcune delle persone che stiamo cercando non si trovano più in questo mondo” spiegò lo spiritello. “Vuoi dire che sono morte?” chiese Rina “No, altrimenti sarebbe impossibile riportarle in vita. In realtà si trovano in uno stadio compreso tra la vita e la morte, e per farle tornare nel nostro mondo dobbiamo eseguire un rituale al Santuario del Mare” “E tu sai dove si trova questo Santuario?” domandò la ragazza dai capelli blu “Certo che lo so, per chi mi hai preso”. Per qualche strano motivo Hanon si sentì estremamente irritata. “Si trova più o meno 100 kilometri a sud di Gavdos, un isola vicino a Creta” spiegò Mizuko. Lucia la guardò confusa e le chiese “Creta? E dove sarebbe?”. Nikora, che sapeva dove si trovava, sbatté le mani sul tavolo e disse “Aspetta, vuoi dire che...” “Esattamente! Domattina partiremo per il Mar Mediterraneo!!!”.

 

 

Una vocina irruppe nei pensieri di Rina. “Fine della pausa! Abbiamo perso già troppo tempo” disse la piccola Mizuko battendo le mani incoraggiando le compagne ad alzarsi. Le tre sirene e lo spiritello ripresero il cammino. Gli ci vollero più o meno un ora per raggiungere la loro meta.

Arrivate a destinazione le ragazze si trovarono di fronte ad un immensa costruzione in stile greco. Era un grande palazzo completamente bianco. Davanti all’entrata c’era un porticato retto da dieci colonne. “E’ immenso” disse sbalordita Lucia che non sapeva dove guardare tanto era grande. “E’ quasi grande come il palazzo reale” disse Rina anche lei guardandosi attorno. “Questo luogo era molto importante per le sirene, quasi come il palazzo reale di Atlantide” spiegò Mizuko. All’interno si potevano trovare diverse statue raffiguranti fate incappucciate, tutte ai lati del lungo corridoio. Alla fine di esso c’era una grande stanza circolare, al centro della quale era situato un piccolo tempio circolare retto da diverse colonne, ma, a differenza del tempio più grande, completamente aperto e senza mura. In mezzo al tempietto c’era una grande conca fatta di marmo bianco. “Eccoci arrivate” annunciò lo spiritello. Le tre sirene continuavano a guardarsi attorno. Mizuko si voltò verso di loro per poi dire “Bene. Se volete potete farvi un giro qui attorno” “Non dobbiamo eseguire il rituale?” domandò Hanon. “Il rito durerà un bel po’ e potreste annoiarvi” spiegò lo spiritello. “Quanto durerà esattamente?” chiese Lucia “Non saprei. Di solito per un incantesimo di teletrasporto forzato ci vogliono cinque minuti, ma dato che i diretti interessati non si trovano in questo mondo potrebbe volerci si e no una quindicina di minuti se non di più” “Non so voi ragazze, ma io mi voglio riposare” disse Hanon stiracchiandosi un po’ per poi sedersi per terra. “Penso che mi riposerò anch’io. Te cosa fai Rina?” chiese Lucia. “Resterò qui a tenervi compagnia” rispose. Detto ciò le due sirene si sedettero vicino all’amica. Mizuko le guardò un attimo poi fece un sorriso. “Molto bene allora” disse voltandosi verso il tempietto. Alzò il suo piccolo braccio destro fino all’altezza del petto. Dell’acqua cominciò a vorticare  pochi centimetri sopra la sua mano fino a che non apparve una luminosa sfera bianca. Si avvicinò al centro della conca dove poggiò ciò che aveva appena fatto apparire dal nulla. La principessa dalla perla blu, che guardava la piccina incuriosita, chiese “Che cos’è quella sfera?”. Mizuko restò un attimo in silenzio, poi disse “Non posso dirvelo. Non ancora” “E perché no?” domandò Lucia. “Perché devo rispettare le volontà di una certa persona” rispose.

Situata la sfera al centro preciso della conca, la piccola si allontanò fino ad uscire dal piccolo tempio. Poi chiuse gl’occhi e lentamente alzò le braccia all’altezza delle spalle. Ad un tratto l’acqua al centro del tempietto cominciò a vorticare aumentando lentamente d’intensità. Alla fine divenne un vero e proprio mulinello d’acqua che fece alzare la sfera per circa un metro. Mizuko se ne stette immobile a recitare delle parole incomprensibili, probabilmente di una lingua antica. Passò più di mezzora, ma non successe niente. “Ma siamo sicure che questo rituale funzioni davvero?” domandò Hanon cominciando a perdere le speranze. “In effetti è passata più di mezzora da quando ha cominciato” disse Rina. Lucia si rivolse alla piccola e le chiese “Senti Mizuko, per caso ci sono dei problemi?”. Lo spiritello non rispose. Non poteva rispondere. Se avesse parlato avrebbe interrotto il rituale e avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo.

Passarono diversi minuti, finché d’un tratto qualcosa non cambiò. La sfera cominciò a diventare sempre più grande e luminosa. “Finalmente!” pensò Mizuko. La luce diventò talmente accecante da costringere le tre sirene a chiudere gl’occhi. “Che cosa sta succedendo?” chiese Lucia. “Forse il rito sta per concludersi” disse Rina. La sfera continuò ad ingrandirsi fino a toccare le colonne che reggevano il tempietto. Passarono una decina di secondi e alla fine quella sfera cominciò a rimpicciolirsi e a perdere luce. Al centro di quella luce si intravedevano due ombre. “Che cosa sta succedendo!?” esclamò una voce femminile provenire dal centro della luce. “Non ne ho idea, ma questa luce è accecante” disse un’altra voce decisamente più adulta della prima. La luce scomparve ridando così a tutti la possibilità di vedere. Le tre sirene aprirono lentamente gl’occhi per vedere chi sarebbero stati i loro compagni. Appena videro chi c’era al centro del tempio non credettero ai loro occhi.

“Non ci posso credere” disse Lucia rimanendo a bocca aperta. “Non è possibile” continuò Rina anche lei senza parole. “Non può essere. Le nostre compagne non possono essere loro!” esclamò Hanon. Poi tutte e tre in coro dissero “Le Black Beauty Sisters!!”. Ebbene si, erano proprio loro. Sheshe e Mimi, le loro acerrime nemiche. Appena si accorsero delle tre ragazze si voltarono verso di loro. “Che cosa!? Le principesse sirene!?” esclamò la sorella maggiore. Mizuko guardò confusa le cinque ragazze. “Ma come vi conoscete?” domandò ingenuamente. “Sfortunatamente si” rispose la principessa dalla perla blu quasi con disgusto. A quel punto lo spiritello fece un sorriso e disse “Allora questo renderà tutto più facile” “CERTO CHE NO!!!” sbottarono le tre principesse facendo indietreggiare la piccola di qualche metro. Ripresasi da quell’urlo chiese “E perché no?” “Perché sono nostre nemiche e lo sono sempre state” rispose Rina. Mizuko le guardò un attimo, soffermandosi soprattutto sulle loro lunghe code nere. “Chi sarebbe quella specie di giocattolo? La vostra nuova mascotte forse” domandò Sheshe volendo essere volontariamente offensiva. La ‘mascotte’ sentitasi chiamare in quel modo si alterò leggermente “Maleducata! Io sono Mizuko un antico spirito elementare!”. La donna dai capelli rossi disse “Tu un antico spirito? Ma non farmi ridere. Sei solo un pupazzetto venuto mal...”. Nemmeno finì la frase che una fortissima corrente d’acqua la sbatté contro il muro in marmo. Mimi, che fino a quel momento non aveva detto niente, corse subito dalla sorella gridando “Sorellina! Come stai, va tutto bene!?”. La maggiore si rimise in piedi e senza pensarci due volte disse alla sorellina “Vediamo di sbarazzarci di queste fastidiosissime principesse sirene e poi andiamocene”. Mimi di tutta risposta abbassò lo sguardo visibilmente triste. “Che hai sorellina?” domandò Sheshe. La minore se ne stette un attimo in silenzio poi disse. “No, niente”. “Allora preparati!” disse la maggiore. Mimi sussurrò qualcosa “Non voglio”. Sheshe, per quanto fosse vicina, non riuscì a comprendere bene quelle parole, così gli chiese “Cos’hai detto?”. A quel punto la ragazzina dai capelli azzurri scoppiò a piangere gridando “NON VOGLIO FARGLI DEL MALE!!!!”. Quella frase riecheggiò nell’ampio tempio portando con se il silenzio, un silenzio rotto solo dai suoi singhiozzi. Sheshe si morse il labbro con una forza tale da farlo sanguinare. Dopo un attimo di silenzio disse “Allora andiamocene”. La sorellina alzò lo sguardo verso la maggiore. Era sorpresa che non avesse chiesto spiegazioni. Che abbia capito tutto?

“Invece di andarvene perché non vi unite a noi?” domandò una vocina provenire di fronte a loro. Si voltarono verso la fonte di quella voce e videro il pupazzo di poco prima. “Cosa stai dicendo?” chiese Sheshe già alterata di suo. “Vi abbiamo richiamato dall’altro mondo perché abbiamo bisogno del vostro aiuto” spiegò la piccola Mizuko. “Non ci interessa. Di qualunque cosa abbiate bisogno non siamo disposte a darvi una mano” disse la donna dai capelli rossi in maniera risoluta. Mimi non disse niente. Si limitò a guardare la sorella. Poi si accorse che le tre sirene la stavano guardando e si nascose dietro la sorella. Lei, accortasi di ciò, lanciò un occhiata feroce alle tre ragazze le quali, intimorite, indietreggiarono. “Dimmi una cosa, tu sei una tipa vendicativa?” domandò lo spiritello riportando su di se lo sguardo della rossa. Senza pensarci su, Sheshe disse “Certo, perché?” “Allora perché non ti unisci a noi. In questo modo potresti avere la tua vendetta”. La maggiore la guardò con un misto di confusione e rabbia. “Cosa vorresti dire?” chiese. Mizuko si limitò ad indicare la sua coda. “Tu sai cosa significa quella coda?” domandò la piccina. La rossa non seppe cosa rispondere. Che significato potesse avere una cosa naturale come la coda?

Senza attendere una risposta, Mizuko disse “Te lo spiego io. Tu sei una delle poche fate appartenenti al clan Fukari!”. Sheshe, che non capiva niente di ciò che diceva, disse “M-Ma cosa stai dicendo? Cosa sarebbe questo clan Fukari?”. “I membri del clan Fukari, conosciute anche come Streghe degli Abissi, erano uno dei clan più potenti e rispettati di tutti e quattro i Grandi Regni. Il potere magico di una Strega degli Abissi era equiparabile a quello di un’Arpia o di un Vampiro. In pratica facevano parte dell’élite della magia. Appartenere a quella famiglia era uno dei più grandi privilegi che in passato si potessero avere” spiegò Mizuko stupendo tutte e cinque le ragazze. “COSA!?!?!?” esclamarono le tre sirene irrompendo nella conversazione. “Stai scherzando vero! Non è possibile che loro siano così potenti!” disse Lucia. Hanon, che voleva dimostrare di non aver minimamente creduto a quella storia, disse “E’ ovvio che sta scherzando. E poi anche se fosse vero vuol dire che questo clan Fukari è composto da vere e proprie schiappe, con tutte le volte che le abbiamo battute”. “Ehi, bada a come parli mocciosa!!” urlò Sheshe sentitasi offesa. “Questo perché i loro poteri si sono assopiti. Ti assicuro che se avessero utilizzato anche solo la metà dei loro veri poteri non sareste riuscite nemmeno a fargli un graffio” spiegò la piccola. Poi si rivolse alle due davanti a lei dicendogli “Continuando il discorso di prima, Elizabét è tornata e abbiamo bisogno del vostro aiuto per sconfiggerla. In passato il vostro clan ha combattuto fino allo stremo per cercare di sconfiggere l’Apostolo del Male. Come ultime Streghe degli Abissi rimaste in vita avete il dovere di continuare la lotta che i vostri antenati avevano cominciato”. La rossa, senza nemmeno pensare a quello che aveva detto la piccola qualche secondo prima, disse “Non so chi sia questa Elizabét, comunque non me ne frega niente di un passato di cui non so...”. Si accorse di una cosa. Mizuko gli stava facendo segno con gl’occhi di guardare vicino a lei. Abbassò lo sguardo e vide la sorellina triste e abbattuta. Strinse i pugni e poi, rassegnata, disse “Va bene, accetto”. La piccina fece un sorriso e disse “Saggia decisione”. Le tre sirene erano rimaste a bocca aperta dall’improvviso cambio di idea della rossa.

“Bene! Adesso che siamo tutti d’accordo torniamo a casa!” annunciò la piccola Mizuko alzando il pugno in segno di vittoria.

  
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