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Autore: Escapist96    13/06/2012    7 recensioni
Tuomas sogna una donna che lui conosce, una donna molto importante per lui. Una donna che al mattino gli si presenta alla porta.
E poco dopo tutti i Nightwish sono chiamati a raccolta per incontrarla.
Chi è questa donna? E perchè Anette sembra così sconvolta all'idea di conoscerla? Leggere per scoprirlo!
"Running for her life
The dark rain from her eyes still falls
Breathtaking butterfly"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anette Olzon, Quasi tutti, Tarja Turunen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Perché?”
Tarja sussultò. Si era aspettata la rabbia e la distanza del marito, ma non credeva che avrebbe messo a nudo i suoi sentimenti feriti con quella domanda limpida e chiara. Non, soprattutto, di fronte alle cinque persone che odiava di più. Ma lo aveva fatto e in ogni caso meritava una risposta.
Riuscì a trovare dentro di sé la forza e la voce per esprimere a parole ciò che era successo, ciò che l’aveva spinta ad abbandonare la sua casa.
“Hai tradito la mia fiducia”
La voce della donna suonò sicura e ferma, nonostante il tumulto nel suo petto e nella sua mente.
“Non… non dire nulla!” lo interruppe, prima che potesse protestare. “Lasciami finire… o potrei non trovare più il coraggio di dirti tutto questo ad alta voce…”
Lui annuì, esitante.
“Hai tradito la mia fiducia…” ripetè. “… dopo che per anni avevo fatto totalmente affidamento sul nostro rapporto, che credevo sincero e incrollabile. Ho cambiato la mia vita, mi sono allontanata dal mio passato per seguire te. Non avevo mai dubitato del fatto che mi saresti bastato tu per vivere ed essere felice, lo sai. Perché ti amavo, Marcelo, io ti amavo con tutta me stessa!”
Lacrime trasparenti le rigavano le guance, ma la voce non cominciò a tremarle come temeva sarebbe successo. Rimase calma, anche se la sua espressione non riusciva più a nascondere i sentimenti che si agitavano dentro di lei.
“Ti ho dato tutto ciò che ero e così facendo ho quasi perso me stessa. Ma ero felice, Marcelo. Ero felice, te lo posso giurare. Non ho mai messo in dubbio niente, tu eri la mia unica certezza ormai. Ho perso i miei amici e la band che avevo contribuito a fondare, la band a cui mi ero dedicata anima e corpo prima che arrivassi tu. Ma non m’importava. Perché ero sicura di quello che c’era tra noi due. E questo bastava a farmi andare avanti con il sorriso sulle labbra…”
 

We live in every moment but this one
Why don't we recognize the faces loving us

 
S’interruppe e costrinse l’uomo a guardarla negli occhi, sollevandogli la testa abbassata.
“Hai tradito la mia fiducia” ripetè per la terza volta, perché quella era la verità. L’unica cosa importante per lei in quelmomento. “Perché?”
Usò la stessa domanda e lo stesso tono con cui lui le aveva parlato precedentemente.
Intorno a loro era sceso il silenzio. Le parole di Tarja erano state sincere, sature di delusione e avevano fatto cadere ogni muro di difesa che lei si fosse creata.
Anette vide mille emozioni turbinare sul volto della donna. La vide resistere a quelle più deboli e cedere con le lacrime a quelle troppo forti per essere fermate. Dentro di sé, provava compassione per Tarja.  Il giorno in cui Tuomas le aveva annunciato del suo ritorno, aveva sentito solo odio e gelosia per quella donna che l’aveva oscurata per anni. Ci era voluto poco, poi, perché l’odio cominciasse a sfumare, mentre cominciava a conoscerla per la persona che era e non per la figura irraggiungibile e altera che aveva sempre immaginato. In quel momento, infine, sapeva solo che Tarja aveva sofferto e che non aveva intenzione di ferire lei. Quindi non le importava di non essere più l’unica. Avrebbe voluto poterla aiutare, ma sapeva che avrebbe dovuto uscirne da sola, o sarebbe stato ancora più difficile.
-O con l’aiuto di Tuom- si disse.
La voce bassa di Marcelo, che raccontava esitante del suo tradimento, la riscosse dai suoi pensieri. Sai sussulti trattenuti a stento di Tarja, la cantante si rese conto che anche per lei era la prima volta. Probabilmente nemmeno Tarja stessa aveva mai sentito la storia intera.
Ad Anette questa idea fece uno strano effetto. Certo, era curiosa di sapere cosa avesse spinto la donna ad allontanarsi dal marito. Ma dall’altra parte… quel dialogo sarebbe dovuto avvenire in privato, secondo lei, non sotto gli occhi di altre cinque persone.
“Hai fatto una cazzata” gli disse Tuomas, senza inutili giri di parole. “E non puoi tornare indietro!” rimarcò. “Puoi lasciarla stare adesso”
“No” replciò Marcelo. “Tar… vieni con me!” esclamò, prendendole un polso.
Lei scosse la testa e cercò di liberarsi.
“Marcelo, lasciami! Non tornerò da te!”
“Sei mia moglie!” insistette l’uomo. “Ti amo, Tar…”
“Lo so…” rispose lei, cercando di simulare indifferenza. “Ma adesso non mi importa più”
Marcelo non la lasciò e cercò di portarla via con sé.
“Tu vieni con me!”
Odiava essere contraddetto, odiava quella band e odiava ancora di più la combinazione dei due elementi.
Tirò Tarja in piedi e si avviò verso la porta, trascinandosela dietro.
Jukka, improvvisamente, scattò in piedi e si parò davanti all’uomo, prendendolo per un braccio.
“Lasciala andare!”
L’uomo si voltò, sorpreso, e fulminò con uno sguardo pieno di odio il batterista, che però non si ritrasse né lo lasciò andare.
“Non sono affari tuoi!” gli disse Marcelo. “Quello che succede tra me e mia moglie riguarda solo noi due”
Il suo tono era ostile, ogni traccia di debolezza nuovamente cancellata.
I due uomini rimasero a fronteggiarsi per secondi che sembrarono infiniti, poi fu Tarja a decidersi a fare qualcosa.
Socchiuse gli occhi, spostandosi tra Marcelo e Jukka. Poi sollevò il braccio libero e colpì il marito con uno schiaffo a mano aperta. Lo schiocco del palmo sulla guancia dell’uomo ruppe il silenzio carico di tensione che si era creato.
“Lasciami andare subito!” ordinò, seria, guardandolo negli occhi. “Ti amo, Marcelo, non lo nego. Ma non tornerò con te. Mai più”
Ancora troppo scioccato per opporsi a quelle parole, lui le lasciò il polso lentamente, staccando un dito per volta, e guardò ancora una volta quegli occhi verdi che amava.
“Ho capito” mormorò, cambiando atteggiamento ancora una volta.
Salutò rapidamente, come quando era entrato, soffermandosi qualche istante in più ad accarezzare con lo sguardo il volto della moglie.
Poi chiuse la porta dietro di sé e se ne andò.
E in quello stesso momento Tarja si sciolse da tutta la sua sicurezza e calma di facciata, scoppiando a piangere come una bambina.
Esitando solo un istante, con le parole di Tarja che gli risuonavano nella mente -Ti amo, Marcelo, non lo nego-, Tuomas si avvicinò a lei e la strinse tra le braccia, per confortarla. Non gli importava, in quel momento, di quello che avrebbero potuto pensare gli altri e per le spiegazioni ci sarebbe stato tempo. Non riusciva a togliersi quella frase dalla testa, ma non la lasciò e continuò a cullarla, con dolcezza, finchè lei non si rilassò, lentamente, con la testa appoggiata al suo petto. Il tastierista continuò ad accarezzarle i capelli quasi senza accorgersene, mentre sentiva i suoi singhiozzi che si spegnevano pian piano. Gli appariva così fragile in quel momento che un colpo di vento avrebbe potuto portarla via…
 

Casa Holopainen, sera

 
I ragazzi erano andati via e Anette era tornata a casa con Marco, dal quale era ancora ospite. Alla villa erano rimasti solo Tuomas e Tarja, che sedevano uno di fronte all’altra nel giardino sul retro della casa, in silenzio.
La donna era in imbarazzo e giocava con il bordo del vestito. Si era resa conto da poco di ciò che aveva detto appena prima che il marito uscisse. Sentiva davvero quelle parole, sapeva che erano vere, ma non avrebbe voluto pronunciarle davanti a Tuomas. Davanti a tutti, ma non lui.
-Ho rovinato tutto?- si chiese, prendendosela con se stessa.
Cercò la mano del tastierista, esitante, e la trovò. Lui non si ritrasse, ma per qualche istante non restituì la stretta.
“Era la verità?” domandò lui.
La donna si limitò ad annuire. “Ma passerà… sta già passando…”
“Ne sei sicura?”
Tuomas non aveva voglia di discutere né di insistere. L’unica cosa che gli interessava era poter riavere Tarja fra le braccia. Voleva fidarsi delle sue parole, perché aveva paura di fare del male a se stesso, più che a lei, se avesse chiesto altro.
 

I know my dreams are made of you
Of you and only for you
Your ocean pulls me under
Your voice tears me asunder
Love me before the last petal falls

 
“Sicura” confermò lei, accennando un sorriso. “Perché ci sei tu…”
E si avvicinò a lui, incontrando le sue labbra dolci e calde in un muto ringraziamento per la sua presenza.
 
NOTE DELL’AUTRICE
 
Eccoci giunti al nono capitolo *-* sono contenta di riuscire a portare avanti questa fic con abbastanza regolarità, ma soprattutto per un buon numero di episodi xD
Bhe, ormai la parte su Marcelo si è definitivamente conclusa direi! Se n’è andato, Tarja ha detto la verità, quindi non tornerà più (credo!) :D
E che dire… dal prossimo capitolo… TOUR *-* non vedevo l’ora di raggiungere questo primo concerto ^^ Spero che continuerete a seguirmi e a commentare!!
A proposito, grazie alle mie fedeli recensitrici: petitecherie, prudence_78, Infected Heart, vinythaira, Leyla e PerfectConcert_ ^^
 
DISCLAIMER
 
I Nightwish non mi appartengono, e nemmeno Marcelo. I comportamenti, i pensieri e le azioni dei personaggi sono del tutto inventati. Le canzoni citate sono Last ride of the day e Beauty and the beast dei Nightwish.
 
 
  
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