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Autore: Werewolf1991    13/06/2012    1 recensioni
E se nel momento in cui Angewomon stava per uccidere Myotismon, qualcosa fosse accaduto?
E se Myotismon avesse avuto un'insospettabile arma segreta?
La situazione avrebbe preso una piega decisamente più sinistra...
(MyotismonXAngewomon)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Strana giornata

 
Stamattina, mi sembra che ci sia qualcosa che non va.
 
Ieri, appena tornata, sono subito stata mandata a pulire gli scaffali.
 
Stavolta c’era Phantomon con me.
 
Preferisco quando lui mi controlla.
 
DemiDevimon è insopportabile.
 
Non fa altro che parlare in continuazione, per distrarmi. O mi riprende per un nonnulla.
 
Phantomon invece, è più discreto.
 
Di solito, parla poco e cerca di non riprendermi.
 
Non so perché, forse il fatto che anche lui, sia stato costretto per anni a lavorare per Myotismon, lo frena.
 
Quasi tutti quelli che lavorano per lui sono stati costretti.
 
Tranne Demidevimon. Lui no. Lui l’ha deciso di sua spontanea volontà.
 
Comunque, all’alba, sono stata svegliata da lui, invece di ritrovarmelo semplicemente davanti.
 
Ho sentito un sussurro all’orecchio, che mi ha fatto venire i brividi lungo la schiena.
 
-Svegliati, Angioletto… è ora!-
 
Era lui. Ma il suo tono di voce era come…eccitato.
 
Mi ha fatto alzare dal letto, e, incredibilmente, mi ha preparato lui stesso la colazione. Con le sue mani.
 
Credevo di essere impazzita!
 
Poi, mi ha fatto sedere sulle sue gambe e mi ha imboccata.
 
-Devo assicurarmi che tu sia in piena forma, oggi!- Mi ha detto, tra un boccone e l’altro.
 
Cos’ha oggi di così speciale? Mah, davvero non lo so.
 
So solo che, oggi, invece di farmi sorvegliare da Demi o Phantomon, mi ha seguita personalmente.
 
-Hai saltato un punto!- Esclama rabbioso, ed io mi affretto a ripassare lo straccio per l’ennesima volta su un punto del pavimento che, a mio avviso, è così pulito che ci si potrebbe tranquillamente specchiare.
 
Ma per lui, evidentemente, non è ancora abbastanza.
 
-Uhm, accettabile. Adesso la scala!- Ordina, squadrando il pavimento con aria di sufficienza.
 
Ma come si permette di criticare? Come se fosse lui a fare tutto il lavoro, qui!
 
-Smetti di guardare le nuvole! C’è una macchia, lì! Cosa c’è, hai forse bisogno di un paio di occhiali?!-
 
Starnazza peggio di un’oca, sua eccellenza mister pulito e splendente, mentre io ce la metto tutta per non esplodere.
 
E va bene! Vuole la guerra? E l’avrà!
 
E con questa risoluzione, mi metto a sgobbare ancora più alacremente di prima.
 
Adesso voglio proprio vedere!
 
-Adesso cominci ad andare meglio…Haaaaaaaaaaaaaaa! Ferma, che cosa fai!? Non puoi metterlo lì!-
 
Urla come se gli avessero strappato l’anima. Tanto non ce l’ha.
 
Ma cos’ha oggi?
 
Sono davvero confusa. La strana vocina di ieri, insinua che ha in mente qualcosa che potrebbe stupirmi.
 
Certo, come no! Un' altra bella giornata a digiuno, al freddo, proprio come un anno e mezzo fa!
 
-Stai rallentando! Forza, muoviti! Mi stai facendo spuntare le ragnatele dove non batte il sole!-
 
Ricomincia a lamentarsi. Dove non batte il sole? Dappertutto, quindi!
 
Quella giornata mi è rimasta impressa a fuoco, come una delle peggiori.
 
Avevo lavorato svogliatamente, secondo lui, e per questo, aveva deciso di darmi una lezione.
 
Mi ha buttata fuori dal castello, legata e paralizzata, a causa del suo attacco, nel frattempo mostrandomi all’interno della sfera, la mia Kari, alla quale aveva fatto avere un incubo.
 
Dopo di che, aveva chiuso il castello e mi aveva lasciata in quelle condizioni per tutta la notte.
 
Era venuto a prendermi, poco prima dell’alba e mi aveva ripreso, con tono serio:
 
-Visto che ti piace battere la fiacca, adesso ne hai un motivo!-
 
Io, naturalmente, ero furibonda! Ma non potevo dimostrarlo. E così, ancora legata e intirizzita dal freddo, ero stata riportata nella mia stanza, dove lui era rimasto, e aveva fatto una cosa assurda.
 
Dato che per il freddo non mi riusciva di dormire, era andato in cucina, ed era tornato con indosso un grembiulino bianco, come quello che la madre di Kari aveva usato per cucinare e, armato di mortaio, aveva preparato una camomilla.
 
Dopo avermi fatto bere, cosa che mi aiutò a scaldarmi, anche se, la vista di lui affaccendato a pestare i fiori e far bollire l’acqua e subito dopo a lasciare il composto in infusione, mi aveva lasciato sconvolta, mi si sedette accanto e, meraviglia delle meraviglie… mi … mi lesse una favola!
 
Si, lo trovo ancora adesso sconcertante. Soprattutto se ripenso al modo in cui lo fece…
 
Aveva un tono di voce caldo e rilassante, tanto che ad un  certo punto, complice la camomilla, mi ritrovai con gli occhi semi-chiusi.
 
Quando la storia terminò, una cosa mi colpì.
 
L’ultima frase.
 
-Ma, mentre gli altri festeggiavano, felici, il nostro eroe solitario se ne andava rattristato. Per lui, non c’era Happy Ending.-
 
Già. Proprio così.
 
-Angioletto! Ma ti sei incantata! Su, affrettati, che adesso dobbiamo lavare la stanza dei ricevimenti.-
 
Che fastidioso che è! Ed io che mi lamentavo di DemiDevimon!
 
-Domani devi assistermi. Andremo a caccia.- Fu il suo ultimo ordine, poco prima che io chiudessi gli occhi, per sprofondare in un sonno profondo e, incredibilmente, senza incubi.
 
Non come oggi. Chissà perché devo lavare la stanza dei ricevimenti. Non la usa mai.
 
-Forza, forza sbrigati! Abbiamo ancora tanto lavoro da fare!- Esclama, tutto sprint, mentre io vorrei solo strozzarlo.
 
E staccargli gli occhi dalle orbite con le dita.
 
E soprattutto, farlo tacere. Magari staccandogli la lingua.
 
Ma che sto pensando! Non dovrei davvero avere simili idee. Né dovrei desiderare di metterle in pratica.
 
-Allora, ti muovi? Su, che stasera ho un appuntamento! E deve’ essere tutto perfetto!-Cantilena, ghignando.
 
Ha fatto anche la rima, adesso.
 
Beh, e adesso che fa? Mi sta sfiorando la mano… che cosa vuole!
 
Vorrei che si decidesse… così mi rallenta!
 
Ecco, adesso mi bacia. Stranamente, il contatto con le sue labbra non mi disgusta più di tanto.
 
Quella strana sensazione cresce in maniera esponenziale.
 
Sento caldo, all’improvviso. Ma che mi prende?
 
Lui sembra compiaciuto da questo.
 
Adesso si allontana di nuovo. Io continuo  a pulire, facendo attenzione a non far cadere nulla.
 
Ma cosa se ne farà di tutti questi gingilli, poi!
 
Non so perché, ma il non avere più le sue labbra sulla guancia mi…, rattrista in un certo senso…
 
Un momento… mi rattrista?!
 
Ma che cosa sto pensando?
 
Forse sto impazzendo, a causa della continua vicinanza di lui!
 
No, no no, Angewomon. Così non va. Non va assolutamente. Devi rimetterti in sesto. Non devi permettere che lui ti faccia questo.
 
Emetto dei respiri profondi, per schiarirmi le idee e scacciare questa strana sensazione.
 
Purtroppo, per mia grandissima sfortuna, lui la prende male.
 
-Era uno sbuffo, quello che ho appena sentito?- Domanda sospettoso.
 
-No, Maestro! Era solo un respiro profondo, credetemi!- Replico, sperando che si convinca. Oggi è talmente strano, che se dovesse punirmi non so se sopravvivrei.
 
-Mhhh.- Mugugna, pensieroso, guardandomi con circospezione. Io trattengo il respiro. Ti prego, Goddramon, fa che si calmi, fa che si calmi… non voglio che si arrabbi con me…
 
Ancora questi pensieri assurdi! Oggi decisamente non è la mia giornata!
 
-Fingerò di crederti, per stavolta.- Pronuncia serio. Poi, con tono altezzoso ordina: –E adesso, muoviti! Dobbiamo ancora preparare la tavola. Voglio che sia assolutamente impeccabile!-
 
Voglio che sia impeccabile! Gli faccio il verso mentalmente. Quasi quasi dovrei fare qualcosa per rovinare tutto.
 
Continuo a pulire e sistemare, sotto istruzioni precise di sua eccellenza.
 
Dopo lunghe ore sembra finalmente soddisfatto.
 
Io sono a pezzi, mi reggo a malapena sulle gambe.
 
Sono distrutta, e spero vivamente di aver terminato, per oggi.
 
Prima di congedarmi, finalmente, mi abbraccia e ghigna, con voce dolce:
 
-Brava, Angioletto! Vedi, che se ti sforzi sai essere impeccabile?-
 
Se mi sforzo!? SE MI SFORZO!
 
Questa è l’ultima goccia!
 
Come osa quel…quel…
 
Adesso gliela faccio vedere io!
 
Vuole che sia impeccabile? E allora lo sarò!
 
-Grazie, Maestro!- Replico, cercando di suonare servile.
 
Sembra che funzioni, lui sembra compiaciuto.
 
Adesso gliela darò io, impeccabile!
 
Mi stringo un po’ di più a lui, e, esitante, allungo un braccio, per poggiarlo dietro la sua schiena. Lui mi prende il polso e lo accompagna dolcemente.
 
Sorrido, e faccio lo stesso con l’altro. Ancora una volta, lui sta al gioco.
 
Poi, lentamente, avvicino le mie labbra alla sua bocca.
 
Lui mi guarda, un’espressione sempre più seducente e sorpresa in volto, con quel pizzico di compiacimento e superiorità che lo contraddistinguono.
 
Sarà l’atmosfera, il caldo o la stanchezza, ma mi sembra che sia molto più bello del solito…
 
Oh, no! Ancora? Ma che diavolo mi prende? Sto davvero impazzendo!
 
Dunque, sfioro le sue labbra con le mie, dapprima incerta, poi, più decisa, complice il fatto che lui mi ha stretta più forte a sé.
 
E, con mia grande sorpresa, lui mi lascia fare. Anzi, risponde al bacio.
 
Finalmente sto per fargliela vedere!
 
Ma, un attimo prima che io sollevi la gamba per piazzare una ginocchiata ben assestata lì dove non batte il sole, la sua espressione cambia.
 
Sembra… arrabbiato?
 
Che mi abbia scoperta?
 
Subito dopo, mi blocca i polsi, stringendo fino a farli sanguinare.
 
-Angioletto…- Comincia con tono finto dolce.
 
Mi ha scoperta, allora.
 
-Non starai pensando di darmela, quella ginocchiata, vero?-
 
Oh, no! Mi ha scoperta davvero!
 
A questo punto, sudo freddo e il cuore mi batte all’impazzata. Che mi succederà?
 
Stupida, stupida che non sono altro!
 
Ma perché l’ho fatto?
 
Credevo davvero di poterla fare franca?
 
Adesso che faccio?
 
-Angioletto… credevo che ormai avessi imparato…- Sospirà lui, in tono sconsolato.
 
Adesso mi sento fischiare le orecchie. È la prima volta che ho così tanta paura di lui.
 
Non l’avevo mai sfidato così apertamente, in tutto questo tempo.
 
-Suppongo che…dovrò rimediare!- Prosegue, in tono asciutto.
 
Mi lascia i polsi, ed io cado in ginocchio, davanti a lui.
 
Ho paura. Comincio a tremare, violentemente.
 
Non oso neanche immaginare cosa farà a Kari. Sono certa che sarà terribile.
 
-Bene. Devo darti una punizione esemplare. Così forse imparerai.- Continua , guardandomi con quei suoi occhi penetranti. Sento freddo.
 
Subito dopo, mi sento strana. Non è doloroso. Lui mi sembra sempre più grande, ma non ne capisco il motivo.
 
-Bene. Ha funzionato!- Esclama, compiaciuto. Mi sembra davvero enorme, adesso. Che cosa mi ha fatto?
 
Mi guardo. Mi sento diversa. Ma, un momento.
 
Non è lui ad essersi ingigantito…
 
Sono io ad essermi rimpicciolita!
 
E adesso?
 
Si china verso di me, ed io, ancora spaventata, quasi non ho la forza di sostenere il suo sguardo.
 
-Angioletto… questa volta, sarà diverso.- Asserisce serio.
 
Che cosa intende dire? Non saperlo mi terrorizza.
 
Subito dopo, lo vedo allontanarsi. Quando torna, ha in mano qualcosa di trasparente. Un barattolo di vetro, a quanto pare.
 
Che abbia intenzione di rinchiudermi li dentro?
 
Sembra di si.
 
Mi prende in mano, in maniera stranamente delicata.
 
Dopo, mi infila nel barattolo e lo richiude, ermeticamente.
 
-Non tentare di uscirne. Sei troppo debole per farlo!- Mi intima, freddo.
 
Poi, mi porta nella sua stanza.
 
Prende in mano la sfera, e visualizza nuovamente la casa di Kari.
 
Stavolta cos’ha in mente? Un altro terremoto? Un altro incubo?
 
Lui si volta, verso di me e chiede:
 
-Stavolta sarà diverso. Sai perché?-
 
Io nego, stordita. La tensione è insopportabile.
 
-Bene. Te lo dico io, allora!- Comincia con fare eclatante
 
-Perché sarai tu, a scegliere come punirti! E punirla!- Proclama.
 
A queste parole sbianco in viso. Ma non è ancora tutto.
 
-Non solo, mia cara! Voglio che tu, anziché assistere passivamente alla punizione, ne diventi l’artefice!-
 
No. Non può dire sul serio!
 
Vuole costringermi a fare del male a Kari!
 
No, non voglio! Non voglio!
 
-Beh, allora? Sto aspettando!-
 
Sibila impaziente.
 
Io non so cosa fare. Non voglio fare del male a Kari!
 
-Se non decidi in fretta, lo farò io per te.- Minaccia, freddamente.
 
A quel punto, non posso fare altro che decidermi.
 
Implorarlo di perdonarmi non servirebbe a nulla.
 
La prima volta che ci provai, mi rispose:
 
-Per quanto io sia tentato di farlo, mi sembra più efficace punirti!-
 
-Io… ho deciso…- Mormoro, in tono sconfitto.
 
-Bene. Di che si tratta?- Domanda, curioso.
 
-Io… andrò da lei e… le dirò che non la voglio più come partner… la minaccerò, se necessario…- Replico, con un filo di voce.
 
Lui rimane in silenzio, poi replica a sua volta con tono serio:
 
-Mi sembra una buona idea. Devi farlo mentre dorme, però!-
 
Non capisco. Credevo che avrebbe fatto i salti di gioia, alla possibilità di rimuovere l’ultima cosa che mi lega ai suoi nemici. E invece, mi sono sbagliata.
 
-Vai. Tra poche ore, ho un appuntamento importante, come ti ho già detto, e tu dovrai essere sempre disponibile!- Mi ordina, come se mi stesse mandando a fare una commissione.
 
Subito dopo, mi ritrovo in uno strano posto. È pieno di luce, ma sembra irreale, in qualche modo.
 
-Ma certo!- Realizzo poi –Sono nei sogni di Kari!- Ed eccola li, che mi corre incontro, inconsapevole di quello che sto per fare.
 
-Stammi lontana!- Le intimo, col tono più freddo che mi riesca di usare.
 
Lei sembra sconcertata.
 
-Ma che ti prende, Angewomon?- Domanda, confusa.
 
   -Che mi prende?- Le faccio eco io, cercando di suonare rabbiosa. –Una mocciosa che pretende di essere il fulcro della mia esistenza, ecco che mi prende!-
 
Lei, sembra davvero triste, adesso. Ho dovuto fingere di essere furiosa.
 
-Ma che stai dicendo? Lo sai che ti voglio bene, no?- Insiste, speranzosa.
 
-Certo, come no!- Replicò, ghignando. Lei si spaventa a quella vista.
 
-Angewomon?- Chiede di nuovo, mentre io mi avvicino, con aria furibonda. In realtà, dentro sto malissimo.
 
-Ti ho detto di starmi lontana, mocciosa!- Ripeto mentre lei indietreggia, sempre più spaventata.
 
Ad un tratto, si avvicina e mi abbraccia le gambe, piangendo.
 
-Perché? Perché fai così?- Insiste.
 
Speravo proprio che si convincesse, a questo punto.
 
Posso vedere chiaramente Lui che ghigna divertito, dalla sua stanza.
 
Allora io, prendo per il collo Kari, con forza.
 
E comincio a stringere.
 
-A-Ange-wo-mon!- Balbetta debolmente, con voce strozzata, scalciando leggermente e tentando di togliere le mie mani dal suo collo.
 
Dopo un paio di secondi, la lascio cadere.
 
Lei cerca di riprendere fiato, e trema, spaventata.
 
Poi si volta verso di me.
 
Io ho incoccato una delle mie frecce.
 
I suoi occhi si spalancano dal terrore.
 
-Comincia a correre!- Intimo.
 
Lei si rialza e si allontana. Io aspetto ancora qualche secondo, poi lancio la mia freccia.
 
Lei viene colpita e svanisce, urlando disperatamente il mio nome, avvolta da un fascio di luce.
 
Pochi secondi ancora e sono di nuovo nella sua stanza.
 
Di nuovo nel barattolo.
 
Mi tira fuori e mi fa ritornare alle mie dimensioni.
 
-Ben fatto, Angioletto!- Si complimenta languido e crudele.
 
-Adesso va a riposare. Ti chiamerò io, quando sarà ora.- Mi congeda poi mi da le spalle.
 
Io arrivo nella mia stanza e mi lascio cadere sul letto.
 
Mi sento vuota, dentro.
 
Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?
 
Ho paura, di ripensarci.
 
Però, mi sorprendo a pensare, me la sono meritata.
 
Non avrei dovuto insistere, dato che sapevo benissimo cosa rischiavo.
 
E la strana voce nella mia testa, mi sgrida, tanto per concludere in bellezza:
-Complimenti genio! L’hai deluso!-
 
Passa qualche ora, non so esattamente quanto tempo.
 
-Angioletto, vieni subito nella sala ricevimenti!-
 
Io mi precipito da lui, senza curarmi di quello che potrebbe fare.
 
E quando arrivo, mi blocco completamente.
 
Ma che significa?
 
Quello che sto guardando non ha alcun senso.
 
Lui è seduto al tavolo che mi ha fatto preparare. Ci sono le candele, il servizio di piatti migliore che ha, e luci soffuse. La tavola è apparecchiata per due. Ma dell’ospite nemmeno l’ombra.
 
Lui mi guarda, con un sorriso strano. Poi mi fa la linguaccia.
 
Ma cos’ha oggi? È lunatico?
 
Certo, che, vestito in quel modo, senza mantello e con quell’abito da cerimonia fa davvero la sua figura…
 
 Ma che diamine mi prende oggi? Non riesco a pensare che a sciocchezze simili!
 
-Su, avvicinati! Non essere timida!-
 
M’invita cordialmente.
 
Sono molto confusa.
 
Lui mi guarda ancora per qualche attimo, poi io mi avvicino, lentamente.
 
Arrivata a metà strada, lui si avvicina a me e mi prende una mano.
 
Si inchina leggermente e la bacia.
 
Poi, mi dice, in tono che potrei definire scherzoso:
 
-Permetta che l’accompagni al tavolo, signorina!-
 
Poi mi prende a braccetto, come un gentiluomo.
 
Mi sento sempre più confusa.
 
Una volta arrivati davanti alla sedia vuota, la scosta e mi fa accomodare, poi torna al suo posto.
 
Io non ci capisco più niente…
 
Ma, quella voce che mi tormenta, torna all’attacco
 
-Visto? Te l’avevo detto!-
 
Nel frattempo, si presenta davanti a noi, un Bakemon, vestito da cameriere, con tanto di cravattino e tovagliolo al braccio.
 
-Buonasera, signori!- Pronuncia, cercando di suonare cordiale – Questa sera, mi occuperò di voi!- Prosegue, solennemente.
 
A quel punto, Myotismon esclama – Spero che la serata sarà di suo gradimento, signorina!- E mi fa l’occhiolino.
 
Lo guardo. A giudicare dalla sua espressione sembra piuttosto rilassato.
 
Mi schiarisco la voce e dico, timidamente -Maestro…-
 
Lui m’interrompe allora e mormora:
 
-No, niente formalismi, stasera!- Con tono allegro. O così sembra.
 
Io non so che fare.
 
-Chiamami per nome! E dammi del tu!- Prosegue poi, sorridendo.
 
Noto uno strano luccichio nei suoi occhi.
 
-V-va bene…- Ricomincio , titubante –Myotismon…- Cerco di riprendere il discorso di prima.
 
-Si?- M'invita a continuare, con tono interessato.
 
-Io… ecco… volevo…- Biascico , incerta, spostando lo sguardo dal tavolo a lui, nervosamente.
 
-Si, mia cara?- Incalza lui, allungando una mano fino a metà del tavolo.
 
A quel punto volto lo sguardo sul Bakemon che ancora ci fissa.
 
Lui sembra intuire il mio disagio e gli dice di allontanarsi e di portare quello che aveva stabilito. L’altro annuisce e si allontana, in fretta.
 
-Dicevi?- Mi domanda, tornando a fissarmi.
 
--V-volevo… scusarmi con te… per quello che è successo oggi!- Concludo imbarazzata.
 
Non so nemmeno io perché lo sto facendo. Credo di essere completamente impazzita.
 
Lui sembra riflettere sulle mie parole. Poi, mi domanda, serio:
 
-Perché?-
 
Io allora gli rispondo, insicura:
 
-L’ho fatto perché… ecco… insomma…- Non so come dirglielo senza che si offenda. Non ho ancora ben capito cosa sta succedendo, ma sembra che questa cena sia stata fatta appositamente per noi due. Non voglio rovinare tutto, dicendo la cosa sbagliata.
 
-Insomma… ero esausta… e non riuscivo più a reggermi in piedi…- Comincio, leggermente impacciata. Lui annuisce, concentrato.
 
-E allora… non lo so… ho perso il controllo… non era colpa tua.-
 
Qui mi blocca maliziosamente e mi chide:
 
-Ne sei assolutamente certa?-
 
So che è un trabocchetto. Devo fare molta attenzione a quello che dico.
 
-Ecco… non era colpa tua, direttamente. Solo che, io ero stanca e il modo in cui mi parlavi… anche se so che l’hai fatto per spronarmi… mi ha…innervosita e… e…-
 
Mi fermo e lo osservo. Ha di nuovo una faccia arrabbiata.
 
E adesso che altro farà?
 
Rimango in attesa e lui si passa una mano davanti alla faccia. Poi la rimuove.
 
Ora sorride.
 
Ripete questa cosa un paio di volte.
 
Arrabbiato. Sorridente. Di nuovo arrabbiato. Poi di nuovo sorridente.
 
Poi, dopo aver rimesso giù la mano… fa la linguaccia. Di nuovo.
 
-Effettivamente…- Comincia in tono pensoso, - Forse, e dico forse… potrei aver… esagerato…un tantino.-
 
Solo un tantino! Se non fossi incredibilmente sorpresa dalla sua ammissione, glielo direi. Ma preferisco non rischiare.
 
Poco dopo, torna il Bakemon-cameriere e porta del pesce a tavola. Ha un aspetto invitante.
 
-Buon appetito, signori.- Pronuncia. –Spero che la cena sarà di vostro gradimento.-
 
Noto che, oltre al pesce, ha portato anche un calice di vino, a Myotismon.
 
-Suppongo che tu voglia sapere…- Comincia lui, dopo aver preso un sorso
 
-Perché questa cena?- Conclude, sorridendo.
 
Io annuisco, ancora confusa.
 
-Assaggia, prima che si raffreddi!- Mi invita poi, vedendo che ancora non ho cominciato a mangiare.
 
Io allora, comincio a tagliare il pesce, nel frattempo attendendo una risposta.
 
Lui aspetta pazientemente che io assaggi.
 
Lo faccio.
 
Non avevo mai assaggiato niente di così buono, in tutta la mia vita.
 
Non so quale sia la mia espressione adesso, ma, a giudicare dal suo sorriso, sembra soddisfatto.
 
-Sono lieto che ti piaccia!- Esclama, apparentemente soddisfatto di sé poi aggiunge – Ho impiegato parecchio tempo a preparalo!-
 
Prepararlo? L’ha fatto lui?
 
Adesso si che sono sorpresa.
 
-Chef Myotismon al suo servizio, signorina!- Sorride, facendo un occhiolino.
 
Io davvero non riesco ad immaginarlo in cucina!
 
Lui così freddo, così altero e così superiore, che si abbassa ad un tale livello!
 
-Angewomon!- Mi chiama, poi.
 
Io lo guardo, con attenzione.
 
-Sai che giorno è, oggi?-
 
Ci rifletto. Non mi viene in mente nulla di che.
 
-Non ti ricordi?- Insiste lui, suonando un po’ deluso.
 
Non so perché, ma mi sento quasi…in colpa, per questo.
 
Ormai ho rinunciato a capire perché provo queste sensazioni.
 
-Oggi, è il nostro anniversario!- Annuncia, cercando di farmi ricordare.
 
  Anniversario di che? Aspetta un secondo!
 
No, non ci credo!
 
Oggi sono due anni esatti che sono tornata al suo servizio.
 
E lui ha fatto questo, per ricordarlo!
 
Era ovvio. Come ho fatto a non pensarci?
 
Ogni giorno che ha visto un suo trionfo, non importa di che genere, è per lui un giorno da ricordare.
 
Tipico di lui. Vuole sottolineare la sua posizione nei miei confronti.
 
-Vedo che ti sei ricordata!- Ghigna compiaciuto.
 
-Lo so cosa stai pensando.- Prosegue, dopo avermi visto imbronciata.
 
-Ma non è come credi!- Continua, in tono strano. Come se cercasse di giustificarsi.
 
-Per te, quel giorno, ha significato la fine.- Insiste, in tono serio.
 
Splendido. Me lo ricorda anche. Ovvio. Per farmi sentire ancora peggio.
 
-Per me, invece, ha significato un nuovo inizio.- Che? 
 
Ma che sta dicendo?
 
-Si.- Prosegue, tentando ci convincermi.
 
-Un nuovo inizio… con te!-
 
Sussurra, abbassando lo sguardo, come se si vergognasse.
 
Non riesco a capire.
 
-Adesso non ci pensare! Più avanti ti sarà tutto più chiaro.- Conclude, tornando serio.
 
Io ancora non riesco a  capire.
 
Poi, quella strana vocina ritorna e dice:
 
-Abbi pazienza… non è ancora il momento…-
 
Ma il momento di cosa?
 
Dopo questo, tra noi scende il silenzio.
 
Terminata la cena, Myotismon allunga una mano e la poggia sul tavolo, invitandomi a fare lo stesso.
 
Io lo faccio e lui intreccia le mie dita con le sue.
 
Ci guardiamo in silenzio.
 
Poi parte una strana musica.
 
Non me ne ero accorta, ma ha fatto venire altri Bakemon che ora stanno suonando.
 
Si alza dalla sedia e viene verso di me, senza smettere di tenere le dita intrecciate alle mie.
 
-Ti va di ballare?- mi chiede.
 
Questa proprio non me l’aspettavo!
 
Annuisco, un po’ incerta.
 
Lui allora, mi cinge le spalle con un braccio e mi prende la mano.
 
All’inizio siamo entrambi un po’ impacciati.
 
Dopo poco, però, cominciamo a scioglierci, lentamente.
 
Non avrei mai creduto che mi sarei trovata in una situazione simile con lui.
 
È così intimo.
 
Sono abbastanza vicino da poter sentire il suo profumo.
 
È incredibile. Forte, ma allo stesso tempo dolce.
 
Mi sento inebriata a tal punto da desiderare di essergli più vicino, per poterlo sentire ancora.
 
Non so come sia possibile, ma il mio strano desiderio si avvera. Lui mi stringe più forte a sé.
 
Sento il suo calore, oltre al suo profumo adesso.
 
È così strano. Fino a poco tempo fa, l’idea di trovarmi in una situazione simile, mi atterriva e disgustava.
 
Adesso invece, mi sento… non lo so, è strano, ma non negativo.
 
Non diciamo una sola parola, mentre continuiamo a volteggiare, per diverso tempo.
Lui, finita la musica, mi guarda con aria strana.
 
-Permettimi!- Esclama, poggiando un dito sotto il mio elmo.
 
Io m’irrigidisco, a quel punto.
 
Se si arrabbiasse di nuovo?
 
Lui lo solleva, mentre io trattengo il respiro. Anche lui sembra in attesa. Lo so, perché, quando qualcosa lo innervosisce, si tormenta le dita.
 
Fissa i miei occhi, ora scoperti, per qualche secondo.
 
Poi sorride, soddisfatto.
 
Io riprendo a respirare in quel momento.
 
-Ci sei quasi, Angioletto!- sorride, incoraggiante, dandomi un leggero buffetto sulla guancia.
 
-Va a dormire, adesso!- Aggiunge poi, serio.
 
Mi accompagna fino alla mia stanza.
 
Solo adesso mi ricordo di quello che ho fatto a Kari.
 
Mi volto verso di lui, poco prima che se ne vada.
 
-Kari…- Mormoro, incerta.
 
Lui fa una faccia scocciata, poi mi risponde:
 
-Sta bene! Dormi!-
 
Io insisto. Non sono convinta.
 
-Ti ho detto che sta bene!- Adesso sembra leggermente spazientito.
 
Io non demordo. Alla fine, lui cede.
 
-Ahh, e va bene!- Sbotta, andando nella sua stanza a prendere la sfera.
 
-Ecco, sei contenta adesso?- Mi chiede, esasperato, mentre io osservo la mia Kari che sta parlando con suo fratello
 
-Non ti preoccupare.- Sento dire a Tai
 
-Lei non ti farebbe mai una cosa simile!- Sorride, abbracciandola.
 
Allora lei si convince e va a  dormire.
 
Soddisfatta di quello che ho visto, mi avvicino a lui e dico:
 
-Grazie, Maestro!-
 
-Adesso va a letto!- Mi intima, con tono che non ammette repliche.
 
Allora io, scherzosamente, mi metto sull’attenti e replico: – Si, Maestro!-
 
Una volta andata nella mia stanza, mi sdraio sul letto.
 
Ma il sonno non accenna a voler arrivare.
 
-Conosco un’amica di una certa persona che farà una gran brutta fine, se la persona in questione non si metterà a dormire immediatamente!-
 
A queste parole, non so perché, mi sento avvolgere da una cappa di stanchezza.
 
È stata davvero una giornata strana, penso, prima di chiudere gli occhi, e addormentarmi.    
 

  
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