Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Seel22    13/06/2012    3 recensioni
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
(Pablo Neruda)
Raccolta di Finnick/Annie compulsive e divaganti. Spero non siano troppo folli. Le recensioni sono ben accolte :)
Potrebbe contenere SPOILER di Mockingjay, comunque metterò un avvertimento all'inizio di ogni capitolo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTE DELL'AUTRICE: Onestamente, non so perchè continui a scrivere queste follie che di realistico non hanno nulla...Boh, buona lettura ;)
                                            * L'equiseto è una pianta che si trova nelle mie zone, sappiate solo che il suo profumo è simile alla liquirizia :)

 



Blood



“E’ Caterine Murphy la nuova fiamma di Finnick Odair, il bel giovane che ha conquistato tutta Capitol City dopo la sua vittoria ai 65esimi Hunger Games. Sembra che da quel giorno Odair non abbia fatto altro che rubare il cuore a tutta la buona società della città e….”


La giornalista era una trentenne con la pelle dai riflessi rossastri e gli occhi strabici pesantemente truccati che parlava con una voce pendante che avrebbe infastidito chiunque. Evidentemente, il bel Odair di cui parlava tanto non si sarebbe mai minimamente interessato a lei.
Annie abbassò a zero il volume della TV e guardò fuori dalla finestra, innervosita. Gli Hunger Games erano finiti da pochi giorni ed era finalmente arrivato il momento che i Mentori tornassero a casa. Solo per questo motivo la ragazza aveva rinunciato alla gita al mare che aveva programmato e si era rinchiusa a casa di Finnick.

 Finnick.

“Sembra che il signor Odair non abbia fatto altro che rubare il cuore a tutta la buona società della città”.
 

Annie scalciò via con un gesto rabbioso il cuscino che stringeva fra le braccia fino a pochi secondi prima.-Che muoiano tutti- pensò mentre si girava nuovamente verso la TV.

Trasmettevano un video fatto dai paparazzi che riprendeva una bella villetta circondata da una piscina e da cespugli fioriti. Annie alzò il volume, curiosa. C’era Finnick, il SUO Finnick, che abbracciava una bella biondina dai riccioli fluenti e l’aria antipatica. O forse era solo Annie che la trovava così? A Finnick piaceva. O almeno, così pareva dal suo bacio colmo di passione feroce e dal modo in cui la toccava, indugiando sulla parecchia pelle scoperta della biondina. Annie spalancò gli occhi, mentre una rabbia strisciante montava dentro di lei.

“Che Finnick Odair, lo splendido ragazzo venuto dal mare, abbia finalmente trovato il vero amore?”

Era troppo anche per lei.

Annie tirò un pugno violento contro il televisore, fracassando il vetro. La voce si interruppe di colpo con un sibilo acuto. La ragazza fissò le sue mani, stupita. Erano coperte di frammenti di vetro ed alcuni erano penetrati nella sua pelle formando rivoletti di sangue che bagnavano il vestito. Annie tentò stupidamente di spazzar via i vetri, ferendosi ancora di più. Il sangue caldo e appiccioso aveva ora coperto completamente la sua mano destra e gran parte dell’avambraccio. Emise un gemito, ma non riuscì a tirarsi su per medicarsi. Rimase lì, seduta sul pavimento, a guardare con fissità lo schermo rotto, il sangue che scorreva via assieme alla sua energia.
Era ormai accasciata per terra quando sentì in lontananza il rumore della serratura che scattava e qualcuno che apriva la porta. La scarica di adrenalina riuscì a rimetterla in piedi: era Finnick! E non doveva assolutamente vederla così!

Annie si pulì le mani sulla coperta e la appallotolò lanciandola in un angolo della stanza. Tirò fuori velocemente dall’armadio una giacca lunga e la indosso per coprire le ferite, indifferente al caldo afoso della giornata.
“Annie! Sei in casa?” la ragazza sospirò sentendo quella voce. Quante volte l’aveva sognata? Quante volte aveva immaginato di sentirla? Nonostante la rabbia accecante, sentì per un istante il cuore battere con più forza contro il petto.

Fece per scendere le scale, ma un giramento di testa la costrinse ad aggrapparsi al corrimano nonostante il dolore fortissimo al palmo della mano.
Stringendo i denti, Annie si puntellò in piedi e scese cercando di non farsi prendere dalla nausea violenta che la aveva colpita. Arrivata in fondo alle scale, era stremata. Vedeva tutto nero e sentiva un fischio assordante nelle orecchie. Solo la forza di volontà le permise di entrare nel salotto, dove la attendeva lui.

“Annie! Che ti succede? Sei bianca come un lenzuolo! Che hai fatto?”
“No…non è niente. Solo u..un capogiro” Annie sentì di star per svenire: non distingueva più il sopra dal sotto e tutto era diventata un’unica macchia scura. Finnick la afferrò per le braccia prima che cadesse, strappandole un urlo di dolore che, incredibilmente, riuscì a schiarirle la mente. Purtroppo per lei, non riuscì a mascherare il suo urlo e Finnick capì immediatamente che qualcosa non andava.
“Annie…cosa…” velocemente Finnick le afferrò il braccio e le tirò su la manica. Rimase per qualche secondo immobile guardando la ferita. Poi alzò gli occhi su di lei con una domanda muta che aleggiava nell’aria: che hai fatto?
Annie non riuscì a sostenere lo sguardo di lui e abbassò gli occhi, arrossendo: si vergognava della sua reazione rabbiosa e non voleva che lui sapesse che tutto questo era a causa sua.

Finnick rimase in silenzio per un po’ guardando la ragazza che evitava il suo sguardo puntandolo dritto sulle sue scarpe.
Non ottenendo risposta alla sua muta domanda, il ragazzo decise di cambiare approcio.
“Ok, nessun problema. Un incidente? Vieni, ti devo togliere le schegge di vetro dalle braccia prima di medicarle”.
Annie annuì con una certa convinzione ma alle parole “togliere le schegge dalle braccia” impallidì ancora di più e faticò a nascondere il suo sguardo spaventato.




Pochi minuti dopo era seduta al tavolo della cucina, il braccio destro con il palmo rivolto verso l’alto appoggiato sul legno. Finnick era seduto davanti a lei e stringeva nella mano una pinzetta dall’aria inquietante.
“Va bene, Annie, ora ascoltami. Ti fidi di me?
Lo sguardo di lei gli fece capire che no, non si fidava affatto di lui. Non al momento.
“Ok, va bene. Stai calma, sì? Potrebbe fare un po’ male: il vetro è finito ben in profondità. Non guardare cosa fanno le mie mani, ok? Guarda il soffitto.”
Questa volta la ragazza rispose con un sorriso nervoso: “ E se invece guardassi la tu faccia?”

“Ma certo, piccola, se questo ti fa stare meglio…”

Questa volta il sorriso fu più rilassato: “Sì, mi fa sentire meglio. Molto meglio, se mi capisci.”

Finnick le diede una spintarella e ridacchiò: “Aspetta che abbia finito di fare il dottore qua, e poi ti sistemo io!”

“E come mi sistemeresti, signor Odair?” fece Annie con una scherzosa voce provocante.

Il ragazzo puntò i suoi splendidi occhi acquamarina su di lei e sorrise:“Immagino che ti intrappolerei con me in camera da letto. Ah, e brucerei tutti i tuoi vestiti.”

“Mmh…ma  che bello…AHI!!!” Finncik aveva appena tolto una scheggia dalla sua mano sanguinante.

“Sai a cosa stavo pensando?” domandò Finnick mentre le toglieva un altro vetro, strappandole un altro urletto di dolore. “Dovremo insonorizzare la camera da letto se non vogliamo svegliare tutto il Distretto 4, che ne dici?”

Continuarono così per un bel pezzo, con Finnick che faceva battutacce per distrarre la ragazza e con lei che, sempre più sanguinante e pallida, cercava di rispondere a tono.
 



“Allora, ti va di spiegarmi cos’è successo?” finalmente Finncik era riuscito ad estrarre tutti i pezzi di vetro e ora i due sedevano sul divano, abbracciati.
Annie si scostò un po’ da lui.

“Chi è Caterine Murphy?”

Finnick la guardò, e nel suo sguardo lei vi lesse senso di colpa e dolore come non ne aveva mai visti. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

“Chi è? CHI E’???E’ una bella ragazza con cui ti diverti a Capitol? E’ una delle tue sgualdrinelle???”
sputò l’ultima parola con disprezzo.

“Io…no, Annie, tu non capisci. Non sono io a volere tutto questo. Io ti amo, lo sai.”
Lo schiaffo, il secondo che riceveva da lei, lo colpì in pieno. Quando Annie parlò, la sua voce vibrava di rabbia. “Io. Non. Sono. Una. Tua. Puttana.”

“Non ho mai pensato che lo fossi!” era una vena di disperazione quella che sentiva in lui?

“Bene! Ma la gente di qua lo pensa. Insomma Finnick, io vivo praticamente qua!”

“Vattene allora!”

Lo frase ebbe l’effetto di  un pugno nello stomaco per Annie. Mai Finnick aveva alzato la voce con lei, mai l’aveva mandata via!
La ragazza si voltò prima che lui potesse vedere gli effetti della sua frase e uscì dalla casa sbattendo la porta. Piangendo.



 
 
-Che ho fatto?- Finnick vagava per la casa ormai vuota stringendosi la testa fra le mani: aveva urlato contro la persona che più amava al mondo, l’aveva cacciata via dal posto dove l’aveva invitata a rimanere ancora anni prima. L’unico posto dove lei si sentisse al sicuro.
Finnick salì le scale ed entrò nella camera da letto. La televisione era a pezzi, sul pavimento erano sparse macchie di sangue ormai raggrumato e dappertutto, dovunque, si poteva sentire il profumo di lei: quel misto di aghi di pino marittimo, sale ed equiseto.*
Finnick si rannicciò sul letto ancora caldo dopo che lei ci aveva dormito. Sarebbe dovuto andare da lei e consolarla, chiederle scusa e riportarla lì a forza. Eppure il suo cuore gli diceva che non era il momento giusto: sarebbero finiti ad urlarsi in faccia.

Così si limitò a stringere il cuscino più forte, sognando di poter stringere lei così tanto da farle male.
 
 
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Seel22