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Autore: dreamsexplorer    14/06/2012    3 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo, completamente incentrata sulla storia di Bulma e Vegeta.
Ho lasciato che la mia immaginazione vagasse liberamente su come siano potute andare le cose fra i due durante la permanenza di Vegeta alla Capsule Corporation e senza rendermene conto, mi sono ritrovata a scrivere questa storia...
Quali sono state le "strade nascoste" che hanno portato questi personaggi così diversi tra loro ad unirsi perfettamente come fossero pezzi di un puzzle? Io l'ho immaginata così.
Proprio perchè è la prima storia di questo genere che scrivo, ci tengo ad avere vostri commenti, giudizi e consigli. Spero vi piaccia.
"[..] e fu in quel momento che, con un bagliore improvviso, due occhi neri come la notte si accesero proprio di fronte a Bulma."
-dreamsexplorer.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, eccomi qui ancora, ad aggiungere un nuovo capitolo! Mi scuso tantissimo per il tempo che ho fatto passare prima di aggiornare la storia ed anche per la lunghezza un po’ insoddisfacente anche di quest’ultimo episodio ma purtroppo sto avendo ancora meno tempo a disposizione che nei giorni passati, scusate tanto :(
Cercherò di fare meglio la prossima volta, per ora, vi auguro una buona lettura!

*Ringrazio molto moretta123, buby91 ed amand118 che hanno recensito il mio ultimo capitolo. Mi gratifica molto sapere che ci sono persone che leggono la mia storia e a cui piace, spero di non deludervi, un grande bacione!



“Hidden Roads”, capitolo 4 : “Riposo a volontà”

Il corso della giornata scivolò lento, silenzioso e tranquillo alla Capsule Corporation.
La madre di Bulma, Bunny, si aggirava eterea per i giardini, curando i suoi numerosi e variopinti fiori finché, fattasi una certa ora, non si spostò in cucina. Qui, si mise d’impegno nella preparazione di una serie di prelibatezze culinarie che avrebbero poi sfamato principalmente Vegeta, a cui rivolgeva complimenti per il fascino e la bellezza anche mentre saltellava da un fornello all’altro con la sua immancabile espressione giuliva.
Il padre della ragazza invece, lavorò per tutto il tempo alla Gravity Room del sayan, visto che, come c’era da aspettarsi, non aspettava altro che poterla ulteriormente migliorare. Il risultato di ciò fu che il caro Principe non ebbe più motivo di lamentarsi: meglio di così non si poteva e per un po’ di tempo avrebbe quindi potuto svolegere i suoi allenamenti senza problemi.
Bulma, ancora innervosita per la partenza storta della sua giornata, passò la maggior parte del tempo fuori casa, a sfogarsi in uno dei modi migliori che ci siano quando si ha un portafogli bello rigonfio; al suo rientro si trascinava dietro una vera caterva di nuovi acquisti, a molti dei quali non riuscì nemmeno a trovare un posto visto quanto il suo armadio fosse già molto molto pieno.
Vegeta intanto, era stato ben contento di poter ritornare ad allenarsi; contento certo quanto gli era possibile dimostrarlo. Non ringraziò lo scienziato che, con così tanto zelo, si stava profondendo giorno e notte in un estenuante lavoro per accontentare le sue impossibili e continue richieste.
L’uomo però, vi non fece caso, un po’ perché si era abituato ai modi di fare del sayan, un po’ perché lo aveva inquadrato dal primo istante, capendo con una certa intuitività subito che non era il tipo da cui si potesse ottenere qualcosa in breve tempo: intuitività che aveva forse ereditato la figlia dagli accesi e setosi capelli azzurri…
Per compensare il tempo di allenamento perduto nella giornata precedente, Vegeta stette nella Gravity Room fino a molto tardi.
Rientrò in casa sudato e, sebbene non volesse darlo a vedere, anche molto stanco, con una tuta provvisoria costruitagli da Bulma che usava appositamente per gli allenamenti. Percorse l’ingresso dai colori chiari di casa Brief e, attirato da un buon odore proveniente dalla cucina, vi si fiondò, individuando immediatamente un piatto lasciatogli in caldo sulla tavolo ancora apparecchiata.
La stanza era vuota, riempita solo ed esclusivamente dall’ombrosa presenza del sayan e dal delizioso profumo che lo aveva condotto fin lì, che ormai si era sparso in tutto l’ambiente. In poco tempo, la fonte di quel buon odore sparì, ingurgitata da Vegeta ad una velocità impensabile.
Fu felice di essere da solo, a potersi godere quel momento post-allenamento che era una delle poche pause che si fosse concesso nell’intera giornata.
Dopo aver finito di mangiare, con la schiena dritta appoggiata allo schienale della sedia, reclinò leggermente la testa chiudendo gli occhi, e si rilassò un pochino. “Se ci fossero stati quegli insulsi terrestri questa calma sarebbe stata interrotta dal loro rimoroso e continuo vociare, tanto per cambiare!” pensò, con le palpebre ancora del tutto abbassate.
Dal piano di sopra provenne un leggero scricchiolio che sarebbe risultato molto difficile da udire per un normale orecchio, che però riscosse Vegeta. “ E poi si meraviglia che io la senta! Tsk.. quella donna impertinente non sta ferma un attimo e non ha ide di muoversi senza fare rumore!” concluse fra sé e sé alzandosi e avviandosi verso le scale.
Bulma, stesa sul suo morbido lettone, si stava godendo la lettura di un libro nuovo, che aveva dovuto scartare dal pacchetto prendendo le forbici che erano sulla piccola scrivania.
Accasciata comodamente, iniziò a sfogliarne le pagine e, parola dopo parola, fu subito dentro alla storia che le veniva raccontata in quelle righe. Vi si immerse come in una vera e propria immersione, in una vita e in un mondo diversi, esattamente l’equivalente di scoprire la bellezza delle meraviglie del mondo marino, nascosto ai nostri occhi fino a quando non ci si tuffa dentro.
Come se un’ombra le si frapponesse lentamente tra l’occhio e la palpebra, Bulma si addormentò a poco a poco senza nemmeno rendersene conto, con il libro ancora in mano e due dita infilata a mò di segna libro alla pagina dove la sua lettura si era interrotta.
“E’ dietro piccoli ed insignificanti gesti che si nascondono le nostre emozioni e i nostri desideri più grandi, che, talvolta, manifestiamo al prossimo senza neppure accorgercene.”
Nel limbo fra coscienza e sonno quasi profondo, era stata quella l’ultima frase che Bulma lesse, e, un attimo prima di addormentarsi, ripensò al piatto che aveva tenuto in caldo e lasciato poi sulla tavola ancora apparecchiata.
Nella sua stanza, a poca distanza da quella della ragazza, Vegeta era sotto la doccia. Un vapore bianco e nuvoloso si era sparso in tutto il bagno appannando il vetro dello specchio. Il sayan, sotto il getto caldo, osservava l’acqua scendere in piccoli rivoletti trasparenti sul suo corpo scolpito, per andarsi poi a riversare nel pozzetto all’angolo della grossa cabina.
Sentiva l’acqua sottile che gli si infilava fra i capelli corvini, che formava piccole goccioline leggere alla punta. Era davvero un aggeggio rilassante quella doccia, non c’era nulla da obbiettare…almeno su quello. Lì sotto, Vegeta continuò imperterrito a riflettere su quale fosse il modo migliore di strutturare i suoi allenamenti per arrivare presto ad un livello più alto, per potersi poi finalmente trasformare in super sayan.
Avvolto nel vortice dei suoi pensieri, il Principe spense il getto caldo dell’acqua ed uscì dalla doccia avvolgendosi in vita un asciugamano. “I terrestri sono davvero una razza inferiore…come fanno a condurre delle vite così vuote ed insulse, crogiolandosi nel più totale e continuo riposo di corpo e mente?” Quell’interrogativo rimase sospeso a lungo nella mente di Vegeta, che dovette aspettare davvero per molto molto tempo prima di essere in grado di darsi una risposta.
  
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