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Autore: Aven90    14/06/2012    1 recensioni
Salve! Dopo il successo (?) di ''The Darkness'' continuiamo la nostra passeggiata nell'orrore descrivendo una notte molto, ma molto particolare. Non sapevo se mettere giallo o arancione, nel caso ditemelo e correggo!
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un primo momento eravamo tutti convinti che ci avrebbe portato dritti al manicomio, ma successivamente cambiammo strada.

Paul così gli chiese “Ehi! Non dovevamo andare a casa tua?”

L’uomo non gli rispose.

Paul si stizzì “Che palle, quando non ti cacano!”

Fred gli ricordò “E allora tu, che fai finta di ascoltare?”, ma il battibecco venne interrotto dalla voce dell’uomo, che si confondeva benissimo col vento che ancora imperversava “Un attimo solo, signore, devo fare in modo che ricordiate tutti degli eventi di questa notte. Sappiate solo che l’abbiamo deciso di comune accordo” e proseguì la marcia.

Io chiesi “Abbiamo chi? Non volevi mostrarci una cosa tu?”

L’uomo fece spallucce, e facendolo una spalla gli rimase in alto; comunque rispose “Dobbiamo farti tornare sobrio: come ho detto, dovete ricordavi tutti di questa sera”

Io sgranai gli occhi: come faceva a sapere che ero troppo ubriaco per ricordare alcunché? Era vero che barcollavo, ma poteva essere per qualunque cosa. Ad accorrere in aiuto alle mie seghe mentali, come preferisco chiamarle io, fu Owen, che disse “Questo qua ci ha spiato fin dall’inizio”

Fred intervenne nel discorso “Figuriamoci. Ai fantasmi non piace essere spiati, come sempre”

Passati un paio di minuti, arrivammo in quello che sembrava una casetta adibita a deposito, dove scoprimmo che appunto si tenevano strumenti di lavoro e pezzi di ricambio.

Mark chiese all’uomo che ancora ci dava le spalle mentre stava contemplando il disordine che si era rivelato a noi “Ehi, come hai aperto la porta non avendo chiave?”

L’uomo si girò e cominciò il suo discorso come se nessuno ha parlato “Benvenuti. Steven, ti prego di accomodarti sul Cerchio, se non vuoi guai peggiori”

Io vidi il Cerchio di cui stava parlando, ma vidi anche che su quattro punti c’erano affissi dei polsini.

“A che serve? Mi devi fare girare in modo da farmi passare la sbornia?”

Paul consigliò agli altri “Cavolo ragazzi, allora questo vomita!”

Owen gli diede una gomitata “Taci Paul, a nessuno importa dei tuoi vestiti firmati!”

L’uomo rispose alla mia domanda, ma sembrava infastidito “Sei molto perspicace per essere poco sobrio”, così, prendendomi per la gola dimostrando una forza non comune tra i fantasmi, mi fissò per bene al cerchio e lo fece girare in una macabra parodia della Ruota della Fortuna. Durante tutto il tempo non mi faceva che girare la testa, e vomitavo ovunque, e un po’ del mio vomito andò sopra all’uomo che mi guardava strabico e divertito, con le dita delle mani unite in un gesto tipico di un personaggio dei Simpson. Ma magicamente il vomito sparì dall’uomo, facendo tornare la sua tunica bianca com’era in precedenza.

Poi disse “Bene ragazzo. Ritengo che adesso puoi entrare nella nostra umile dimora”

Così mi fece scendere ed entrammo tutti nella sua “umile” dimora.

Owen disse “E adesso che faremo?”

Mark cercò di essere il più razionale possibile “Non possiamo morire, voglio dire, deve essere un brutto sogno”

Io mi permisi di correggerlo “No stronzo, a me è girata veramente la testa”

Fred mi disse “E non oso pensare in compagnia dei suoi amichetti che cosa ci farà”

Paul “Cosa vuoi che faccia? È un pazzo, non sarà difficile sopraffarlo”, detto questo, varcammo la porta aperta allo stesso modo del capanno ed entrammo in un’altra sala, dove ad attenderci c’era un altro gruppo di persone.

L’uomo aveva l’aria di conoscerli “Benvenuti assistenti. Oggi assisterete… ALLA MORTE DI UN VIVENTE!”, e si girò verso di noi allargando la testa in una maniera a noi sconosciuta.

Noi sicuramente non ci aspettavamo questo urlo, e quindi urlammo, ma l’uomo che tanto ci era parso gentile adesso non lo era più, prese delle pinze dal cassetto, chiuse la porta a chiave con un solo gesto di dita e mise Fred sul freddo tavolo bianco.

Fred urlò “AIUTO! CHE CAZZO MI SATI FACENDO!”

Paul disse “Oh no Fred! Che cazzo gli vuoi fare, stronzo?”

L’uomo guardò il volto bianco di Fred e sorrise “Voglio fargli capire che ci sono molte cose più importanti dei pantaloni firmati. Questa una volta era la sala operaia dell’istituto, ma noi…uhuhuhuhu”

Mark si intromise nella risata “Che cazzo ridi stronzo?”

L’uomo lo guardò male “Non interrompermi, troietta agnostica. Dicevo, una volta questa era la sala operaia dell’istituto, ma noi siamo stati espulsi, diglielo Frank!”

Frank si alzò in piedi e lesse dagli appunti vuoti “… per i nostri esperimenti brutali. PER I NOSTRI ESPERIMENTI BRUTALI CI HANNO FATTO L’ELETTROSHOCK E STUPRATIO CASSANDRA!”

Cassandra accavallò le gambe “È vero, il dottore non era uno che ci andava piano!”

L’uomo disse a Fred “Capito ora?”, e li piazzò le pinze, riscaldate per bene, sui pollici del nostro amico, che urlò all’istante.

Tutti urlammo il nome di Fred, e Owen si avvicinò per aiutarlo e magari dare un gancio destro all’uomo, ma i suoi tre assistenti ci legarono, e l’unico che ancora non aveva detto niente mi sussurrò all’orecchio “E non è finita. Il nostro prof ha in mente qualcosa per tutti voi”

Io cominciai a tremare, e non erano gli effetti del Cerchio, poi trovai il coraggio di bisbigliare a Mark “Ci credi ora?”

Mark scosse la testa “È solo un brutto sogno, l’alcool e la stanchezza ci hanno fatto svenire tutti e ci sta facendo fare un sogno in comunella”

Owen lo schernì “Ma vàààà! Non dire cretinate, Mark!”

Nel frattempo che parlavamo, Fred si vide inserire altre pinze, e non solo ai pollici, ma anche agli alluci, ai fianchi, al naso, alle orecchie, ed infine al pene.

L’uomo concluse “E per finire anche al pene, così potrai soffrire per bene, e imparare la tua Lezione di stasera”

Fred non ce la faceva più, era anche giunto al punto di chiamare Dio, lui che credente non c’era mai stato.

Ma forse in quel momento era occupato, fatto sta che ad un certo punto Cassandra disse “Bene professore, abbiamo preso abbastanza appunti”

L’uomo annuì e, prese due pinze elettriche attaccate ad un generatore miracolosamente funzionante (giuro che entrando mi sembrava tutto spento e inutilizzato da anni) e lo attaccò ai capezzoli, dopo avergli debitamente tolto la maglietta.

Non potevamo fare niente per lui, e l’unica cosa lucida la disse Mark “Ora! Salviamoci il culo, ora che non ci vedono!”, e saltammo fuori dalla porta, sperando prima o poi di trovare qualcosa che ci liberi. 

   
 
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