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Autore: Nancy17    14/06/2012    1 recensioni
Se conosci Gintama, conosci la famosissima Agenzia Tutto-fare, costituita dai suoi grandiosi membri: Gintoki Sakata, Shinpachi Shimura, Kagura e il suo cagnolone spaziale Sadaharu. Ma se...l'agenzia si allargasse improvvisamente?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Allora, voi cosa fate qui? – chiesi timidamente.

- …niente! – Mi rispose accanto a me, la ragazzina dai capelli rossi. Kagura si chiamava. Aveva ricominciato a fissarmi, ma nel frattempo masticava una strana cosa lunghina e verdastra.

L’altro ragazzo, che sembrava più intelligente, si chiamava Shinpachi ed era seduto di fronte a me che sorseggiava del tè. Mentre, da quanto avevo capito, l’altro tizio, che se ne stava seduto dietro la scrivania, con le gambe accavallate sul tavolo a leggere Jump; si chiamava Gintoki. Quel nome mi era famigliare, ma non riuscivo ad associare nulla a riguardo.

- Non capisco perché la signora Otose, ti faccia pagare il debito stando qui. – disse, pensieroso Shinpachi.

- Già. Non capisco nemmeno io il perché. Due settimane sono troppe…-

- Perché? – mi chiese all’improvviso Kagura. Nell’aver sentito la mia ultima frase, si era un po’ rattristata.

- Perché…ho da fare altre cose. Rimanere qui, mi toglie tempo. – tagliai corto.

- Allora, vai. – precisò, all’improvviso, Gintoki, che continuava a leggere Jump.

- Ma se me ne vado, non avrò saldato il mio debito! –

- Allora, perché ti lamenti? –

- Lamentarmi? –

- È quello che stai facendo. – Mentre continuava a leggere. Incominciava a darmi i nervi quel tizio.

Sono sempre stata da sola, anche per evitare le persone come quello lì! – Pensai. – Accidenti! – continuai, prendendo la tazza di tè che mi aveva offerto Shinpachi. – Non posso rimanere qui a lungo, o mi scopriranno.

- Senti… – mi chiese Kagura. – …perché porti la spada? –

- Già! Sei anche tu un samurai? – mi chiese Shinpachi.

- Cosa? Un samurai? –

- Si! Anche Gin lo è! – confermò Kagura.

- …anche se non sembra. – concluse Shinpachi, sorseggiando il thè.

- Da chi hai imparato ha usare la spada? –

- Uhm? Avevo un maestro…ma poi è morto. Ho imparato da sola. –

- Gintoki ha combattuto nella guerra contro barbara. –

- Chi è Barbara? –


No Barbara, idiota. Barbari. La guerra per l’espulsione dei barbari. – precisò Shinpachi.

- È uguale!! Allora? Anche tu c’ hai combattuto? –

- Uhaaa! – Sbadigliò Gintoki. – Ma non è ora di cena? –

- Ah, già! – Shinpachi si alzò per andare in cucina.

- Posso aiutarti? –

- Ma no, non preoccuparti! – Mi rispose sorridendomi, ma ormai ero già in piedi.

- Insisto. – dissi, ricambiando il sorriso.

Volle venire anche Kagura a darci una mano, ma Shinpachi gli disse che se voleva venire, non doveva mangiarsi ciò che dovevamo cucinare. Prima di andare in cucina, vidi Gintoki che aveva posato il suo Jump sulla scrivania e si era sdraiato, mettendosi le mani dietro la nuca, con gli occhi chiusi. Lo guardai per qualche secondo, poi andai in cucina anch’io. Dopo cena, salutammo Shinpachi che doveva tornare a casa e Kagura, che se andò a dormire nell’armadio. Sadaharu gli si distese vicino.

- Bhè, allora vado anch’io…-

- Dove? – m’interruppe Gintoki.

Non sapevo cosa rispondere, ma proprio nel momento in cui stavo per dire qualcosa…

- C’è una stanza, ma è piena di robaccia e polvere. Se ti accontenti, ci sono i divani. – mi disse, mentre riprendeva Jump da sopra la scrivania. – Buona notte. – fece. Poi se ne andò in camera sua e chiuse la porta.

Niente. Non riuscivo a dormire. Ma non perché il divano fosse scomodo, era per via di pensieri che mi gironzolavano nella testa.

- Uff! – sbuffai, tirandomi su. Mi misi seduta, guardano per qualche secondo nel vuoto, poi mi presi la testa tra le mani – Maledizione! –

Sentì aprire la porta di casa.

- Chissà se sono svegli. –

- Buongiorno, Shinpachi! –

- Oh, buongiorno a te! Già in piedi a quest’ora? –

- Si! – sorrisi – Vi ho preparato la colazione. –

- Ma non dovevi disturbarti! Grazie! –

Mi ringraziò, poi si diresse nel salone e svegliò gli amici.

- Kagura! – disse, scorrendo l’anta dell’armadio – Su, sveglia. Il sole è già alto. –

Kagura mormorò qualcosa, poi uscendo incominciò a stiracchiarsi.

- Gintoki! – gli aprì la porta – è mattina. Non vorrai perderti le previsioni del tempo? –

- La colazione è pronta. – riferii, poggiando sul tavolino delle ciotole vuote, una con delle uova sode e una pentola di riso. I ragazzi si sedettero sui divani, ancora mezzi addormentati.

- Shinpachi. Tu svegli male. – gli dichiarò Kagura.

- È vero. – ribadì Gintoki.

- Cosa? E sentiamo, come dovrei svegliarvi? –

- Più dolce. Grazie. – disse Kagura, prendendo la ciotola con il riso.

- Si, con un bel dolce che mi porti a letto. Grazie. – rispose, afferrando anche lui la ciotola, concludendo il suo discorso con... –Un dolce al giorno, leva il medico di torno…-

- Ma tu sei scemo! Non sono mica il tuo schiavo! E poi, non cambiare i detti a tuo piacimento…Grazie, Niha. –

Nel sentire il mio nome, Gintoki e Kagura si girarono verso di me sbalorditi.

- …Che c’è? Riso e uova non vanno bene? –

- Ma allora…non eri un sogno! – esclamò tutta contenta la ragazzina, mentre i suoi occhi si riempivano di felicità. – Aaah! – mi abbracciò – Che bello! Che bello! -. Mi limitai a sorridere, poi mi lasciò e ritorno al suo posto a mangiare.

Mi sedei anch’io a fare colazione, accanto a Kagura. Dopo aver mandato giù il primo boccone, chiesi alla ragazzina…

- Kagura, tu da dove vieni? –

- Gnam…io vengo da pianeta lontano lontano. –

- A si? –

- Già. Tu chiama me: Signore tutto nero, con maschera e asmatico! –

- Non modificare la tua identità!!! – gli urlò Shinpachi. – Lei è del clan Yato. -

- Il clan Yato? È il clan più potente di tutto l’universo. –

- Io combatte con spada laser. Gnam! –

- Ma non è vero!!! -

- E tu, Shinpachi? – gli chiesi.

- Io sono di qui, di Edo. Abito con mia sorella, Otae. –

Gli sorrisi. Poi guardai Gintoki che continuava a mangiare, non curante del discorso che si stava tenendo. Mi decisi a fargli la mia domanda.

- E tu, Gintoki? Di dove sei? –

- Questo riso è davvero buono. Quasi quasi, me ne prendo un altro po’. – disse e si riempì di nuovo la ciotola di riso. – Ehi! Quello è il mio uovo! Lascialo, Kagura! –

- Cooosa? Veramente quello è il mio! Io non l’ho ancora mangiato! –

Cominciarono a discutere tra di loro.


- Gintoki ha sviato la mia domanda. – pensai - L’ha fatto apposta! Il suo nome mi frulla nella testa, da quando l’ho sentito. Infatti non mi è nuovo, ma non riesco a collegarlo con niente e nessuno. Accidenti alla mia memoria!-
   
 
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