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Autore: ValeDowney    14/06/2012    1 recensioni
Primo capitolo di una lunga serie, che vede protagonista Clarice Piton, la figlia di Severus Piton e Lily. In questa serie di storie, Harry Potter é in versione femminile e la giovane Clarice passerà tante meravigliose avventure, insieme ai suoi fedeli amici, nel magico mondo di Hogwards. Prima serie: Clarice Piton e la Pietra Filosofale
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Passò quasi un’ora, ma Severus non aveva ancora finito di correggere le prove d’esame degli studenti: “Te ne mancano ancora tante ?” chiese Clarice, mentre se ne stava seduta in una delle lunghe tavolate, dove sopra, prima degli esami, vi erano i calderoni. “Tranquilla, papà ha quasi finito; perché intanto, non ti metti la giacca: così, dopo, sei già pronta” rispose Severus, alzando lo sguardo dai compiti che stava preparando, per guardare Clarice, la quale disse: “ Va bene” ed andò nella sua camera. Severus riprese a guardare le prove d’esame e, dopo che ebbe messo da parte quello di Neville, prese quello di Clarice ed incominciò a correggerlo e, quando ebbe finito, orgogliosamente vi scrisse sopra una E+ (che significa “Eccellente con la Lode” ), visto che non aveva fatto neanche un errore: “Si vede che ha preso da me: prima è diventata una Cercatrice e, ora, è un genio in pozioni” disse Severus, mentre lo guardava. “Eccomi, papà: sono pronta” disse Clarice, ritornando da lui. “Anche io” disse Severus e si alzò in piedi, nascondendo il compito di Clarice, nel cassetto. “Veramente sei pronto ? E questa pila di compiti ?” domandò Clarice, guardando i tanti compiti davanti a lei e che vi erano sulla scrivania. “Li ho già corretti tutti” rispose Severus. Clarice li guardò meglio, per poi dire: “Bé, allora devono essere diventati tutti dei geni in Pozioni, perché non c’è segnato neanche un errore”. Severus la guardò e le disse: “No, non è vero che li ho corretti: è che ho voglia di passare un po’ di tempo con te”. “Già: ultimamente siamo stati impegnati tutti e due” disse Clarice; poi aggiunse chiedendo: “Di chi è quel compito che hai nascosto nel cassetto ?” mentre Severus si metteva il suo lungo mantello. “Di un Grifondoro” rispose Severus, andando verso la porta ed aprendola. “Un Grifondoro….potrebbe essere quello di Ron; no, di solito i compiti di Ron fanno sempre schifo, quindi non puoi averlo messo da parte: al massimo, lo avresti bruciato, ma non tenuto per ricordo. Quindi, se non è quello di Ron, potrebbe essere quello di Neville, ma non credo che abbia fatto un gran che, anche se, l’ho visto studiare molto negli ultimi giorni. Ecco: potrebbe essere di Hermione. Sì, sicuramente è il suo, visto che l’avrà fatto perfetto come sempre” disse Clarice. “Non è né del Signor Weasley; né del Signor Paciok e nemmeno della Signorina Granger” disse Severus. Clarice passò davanti a lui e, inarcando un sopracciglio, disse: “Se non è di Hermione, allora deve essere un compito molto importante”. “Cammina, piccola ficcanaso” disse Severus, dandole una leggera spinta e, dopo che Clarice fu uscita dall’aula, Severus chiuse la porta e, i due, si diressero verso il “Paiolo Magico”.

Poco dopo, al “Paiolo Magico”: “Sai, papà, qui mi piace un sacco: l’ultima volta che ci sono venuta, è stato con Hagrid, quando mi ha portato a Diagon Alley per comprare la roba per la scuola” disse Clarice. “Ed è quando ci siamo incontrati per la prima volta” disse Severus. Clarice bevve un po’ del suo frullato; poi, disse: “E’ stato un po’ un incontro strano, non trovi ? Sì, insomma, era la prima volta che ci rincontravamo dopo tanto tempo, eppure, già ci fidavamo l’uno dell’altra”. “Come ti ho detto un giorno, un padre sa sempre, dentro di se, chi è la sua bambina” disse Severus e bevve un po’ di Burrobirra. “Quando sarò grande, la proverò anche io la Burrobirra” disse Clarice. “Ma non c’è bisogno di essere grandi, piccola mia: potrai provarla fra due anni, quando potrai andare ad Hogsmeade” spiegò Severus e ne bevve un po’. Clarice finì il suo frullato, così come Severus finì la Burrobirra; poi, si diressero verso il cortile del pub e, dopo che Severus ebbe toccato, con la sua bacchetta, un po’ di mattoni sul muro, esso si spostò ed entrarono a Diagon Alley.

Mentre camminavano, Clarice domandò: “Papà, come mai siamo venuti a Diagon Alley ? Non dobbiamo comprare nulla per la scuola”. “Lo so, ma volevo vedere solo se c’era qualcosa di nuovo da Arthemus” rispose Severus. “Non è che potrei andare al Ghirigoro ? Vorrei vedere se c’è qualche libro interessante” chiese Clarice. Severus si fermò; così come Clarice e le rispose dicendo: “ Va bene: così, mentre tu sei al Ghirigoro, io vado da Arthemus; poi, aspettami qua fuori”. “ Va bene” disse Clarice ed entrò dentro al Ghirigoro, che era lì vicino. Dopo essersi accertato che Clarice fosse dentro al negozio, Severus non andò da Arthemus, ma entrò nel Serraglio Stregato. “Buon pomeriggio, Professor Piton: che cosa possa fare per lei ?” domandò il negoziante.  “Buon pomeriggio, anche a te Clark: sono venuto a vedere se era arrivato quell’animale che ti avevo ordinato la settimana scorsa” rispose Severus. “Ma certamente che è arrivato: glielo vado subito a prendere” disse Clark ed andò nel retro del negozio. Intanto Severus si guardava intorno, ammirando i moltissimi animali che vi erano e dove, proprio una settimana fa, aveva visto l’animale che desiderava. “Ecco il suo animale, Professor Piton” disse Clark, ritornando e depositando la gabbia sopra il bancone. Severus si avvicinò e, al suo interno, vide un piccolo animale bianco: era un furetto. “Era proprio questo. Lo copra con qualcosa e lo spedisca ad Hogwarts: sono già d’accordo con Hagrid, che lo terrà lui, finché non deciderò di darlo a Clarice” spiegò Severus. “Clarice ?! Non mi dica la stessa Clarice Piton che ha sconfitto Colui – Che – Non – Deve – Essere – Nominato ?” chiese stupito Clark. “Quante altre “ Clarice” con il cognome “Piton”, conosce ? E’ mia figlia !” rispose Severus, pagandolo. “Deve essere fortunato ad avere una figlia famosa, no ?” disse Clark. “Non dica sciocchezze !  Adoro mia figlia e non perché è famosa ! Ed, ora, faccia quello che le ho chiesto !” replicò arrabbiato Severus ed uscì dal negozio, sbattendo la porta. “Forse non dovevo dire quella frase” disse Clark e, guardando dentro alla gabbia, aggiunse guardando il furetto: “Sai, devi ritenerti molto fortunato che il Professor Piton abbia voluto comprarti, perché non è uno al quale piacciono molto gli animali” e, prendendo la gabbia, la portò nel retro.

Severus camminò, guardando per terra, quando la voce di sua figlia, gli fece alzare lo sguardo: “ Ehi, papà, ce ne hai messo del tempo: è da parecchio che aspetto” disse Clarice. “Scusami, ma non riuscivo a trovare ciò che cercavo” disse fingendo Severus. “Io, invece, ho trovato un libro molto interessante ma, visto che non avevo i soldi, me lo sono fatto mettere da parte” spiegò Clarice. Severus mise la mano in una tasca e, dopo aver tirato fuori dei Galeoni e dei Falci li diede a Clarice, dicendole: “Ecco, tieni e vai a prendere quel libro”. “Grazie, papà” disse entusiasta Clarice e rientrò nel Ghirigoro, per poi uscirne poco dopo, con in mano un libro: “Potrei sapere che cosa hai acquistato di bello ? Spero non qualcosa da mettere subito nel dimenticatoio” domandò Severus. “ Perché non giudichi tu stesso” rispose Clarice e gli consegnò il libro. Severus sorrise nel vedere il titolo “Pozioni d’altri tempi: mille modi per preparare le pozioni – di Thomas Helm”. “Allora, lo ritieni ancora qualcosa da mettere nel dimenticatoio ?” chiese Clarice. “Devo ammetterlo, piccola mia: hai gusto nel scegliere i libri” rispose Severus, riconsegnando il libro a Clarice, la quale però disse: “No, non è mio, ma tuo: è un regalo che ho voluto farti, perché tu sei sempre così gentile nei miei confronti”. Severus non sapeva che dire; quindi, la sola cosa che fece, fu quella di abbracciarla e dirle: “ “Grazie, bambina mia; grazie ancora; ma, il regalo più bello, sei tu”. Clarice rimase senza parole; quindi, lo abbracciò ancora più forte.

Fu tempo, però, di ritornare ad Hogwarts, visto anche che Severus aveva da far scontare una punizione ai due giocatori di Corvonero, che aveva rimproverato quella mattina durante la partita; però, Severus accompagnò, ugualmente, Clarice al suo dormitorio e, quando arrivarono davanti al dipinto della Signora in Rosa, Clarice si fermò, così come Severus e disse: “Grazie, per la bellissima giornata che mi hai fatto passare”. “E’ il minimo che potevo farti; d’altronde, tu mi hai fatto qualcosa di più” disse Severus e guardò il libro di Pozioni che gli aveva regalato Clarice; poi, aggiunse chiedendo: “Questo libro è introvabile da mesi: come hai fatto ad averlo ?”. “Essere Clarice Piton ha i suoi vantaggi” rispose Clarice. “Hai sfruttato la tua popolarità, per comprarmi questo libro ?” domandò Severus. “Bé… “sfruttato” non è la parola giusta, però diciamo che, in parte, è andata come hai detto tu” rispose un po’ titubante Clarice. “Come sarebbe a dire in parte ?” chiese stupito Severus. “Nel senso che, in parte, mi hanno trovato quel libro perché sono famosa e, in parte, perché ho detto che tu lo volevi a tutti i costi e che, se non lo avessi trovato, saresti andato su tutte le furie” rispose Clarice. Severus la guardò malamente; quindi Clarice aggiunse dicendo: “Scusa, è vero o non è vero ? Spesso, tu ti arrabbi per un nonnulla”. “Faccio finta di non aver sentito, però, per questa volta chiuderò un occhio: non voglio che, in futuro, sfrutti ancora la tua popolarità; tu, devi essere semplicemente te stessa” disse Severus. “E’ questo che non voglio: essere me stessa, vuol dire proprio, essere popolare. Vorrei tanto che tutto questo non fosse mai successo” disse Clarice. Severus si abbassò e, guardandola negli occhi, le disse: “ Nessuno lo avrebbe voluto, ma non si può tornare indietro e rimettere a posto le cose”. “Lo so; e, poi, la mamma sarebbe ancora con noi e, di certo, mi avrebbe sgridato più lei che te, per tutte le volte che mi sono messa nei guai” disse Clarice. “Oh, puoi starne certa: quando eri piccola, diceva che io ero troppo dolce con te: l’unica volta che mi sono arrabbiato con te, è stato quando al mattino, svegliavi sempre prima la mamma, che me” spiegò Severus e le scompigliò i capelli. Clarice rise; poi disse: “ La mamma sarebbe orgogliosa di te; bé, sì, insomma, di come ti stai comportando come genitore”. Severus sorrise; poi, dopo essersi alzata, disse: “Coraggio, leoncino: ritorna nella tua tana” e la voltò verso il dipinto. Clarice voltò lo sguardo verso di lui e gli disse: “ Però, anche il leone deve ritornare nella sua tana”. “Non prima che la sua cuccioletta sia al sicuro tra i suoi simili” disse Severus. Clarice, quindi, rivoltò lo sguardo verso il dipinto e disse: “ Caput Draconis” ed il dipinto si aprì. “Buonanotte, leoncino” disse Severus. “Buona notte, leone che si deve tagliare i capelli” disse Clarice. “Perché non ti piacciono i miei capelli ?” domandò Severus. “Non è che non piacciono: è che sono diventati troppo lunghi e, credo, che dovresti tagliarli un po’” rispose Clarice. “Quando eri piccola ti piaceva sempre tirarli” disse Severus. “Sì, ma ora non sono più piccola” disse Clarice. “Vai dentro, prima che reintegri la tua punizione” disse Severus. “La mia punizione ?! Quale punizione ?!” chiese stupita Clarice. “ Quella per aver ficcato, di nuovo, il naso in affari della scuola, quando mi avevi promesso che non l’avresti più fatto e, soprattutto, per quando te ne sei sgattaiolata da Hagrid, dopo l’orario prestabilito” rispose Severus. “Allora, me ne vado dentro” disse Clarice e, dopo essere entrata nella Sala Comune, il dipinto si chiuse dentro di lei. Severus, però, non se andò, perché gli pareva di aver visto Ron ed Hermione e, sicuramente, quei tre insieme, ne combinavano di più di tutti i maghi cattivi messi insieme; quindi, dopo essersi avvicinato al dipinto della Signora in Rosa, disse: “Mi pare di aver sentito dal dipinto del Cavaliere Solitario, che vorrebbe vederla”. “ E perché mai mi vorrebbe vedere ?” domandò la Signora in Rosa. “Ah, non lo so, ma credo di ricordare, che avesse in mano un bel mazzo di rose” rispose Severus. “Sarà meglio che vada da lui” disse la Signora in Rosa e se ne andò dal dipinto. Severus, quindi, si avvicinò al dipinto vuoto e tese l’orecchio, cercando di sentire che cosa i bambini si stavano dicendo; di fatti, sentì chiedere da Ron: “E come mai Hagrid ti avrebbe regalato il suo flauto ?”. “Mi ha detto che è il suo regalo del Natale passato; di fatti, lui a Natale non mi ha regalato nulla” sentì rispondere Clarice. “Invece, secondo me, te lo ha dato perché così possiamo superare Fuffy” sentì dire da Hermione. “Hagrid non vorrebbe mai che andassimo in pericolo…oh, sì ?” sentì dire da Ron. “Non lo so, ma è molto strana come cosa” sentì dire da Hermione. Seguì un momento di silenzio; poi, sentì dire da Clarice: “Comunque, se Raptor sta cercando di rubare la pietra, lo farà stanotte, visto che Silente non c’è; quindi, anche noi, stanotte scenderemo lungo la botola”. Sentendo queste parole, a Severus venne quasi mancare il fiato; poi, sempre da Clarice sentì dire: “ Andiamo a letto e, quando tutti saranno a dormire, usciremo”. “Sì, ma come faremo senza il Mantello dell’Invisibilità ? Tuo padre te l’ha sequestrato” sentì domandare da Ron. “Ce la faremo anche senza Mantello dell’invisibilità” sentì rispondere Clarice.

Poi, sentì salire le scale, segno che i bambini erano andati a letto. “Quel piccolo diavoletto: ogni volta, mi fa andare via 10 anni della mia vita” disse Severus, mentre camminava lungo il corridoio; poi, aggiunse dicendo: “Non posso permettere che venga uccisa: l’ho promesso a Lily, che l’avrei protetta anche a costo della mia vita; ma cosa posso fare ?” e, quando arrivò nei sotterranei, davanti all’Aula di Pozioni, vi erano già i due ragazzi che dovevano scontare la punizione. “Ritornate, tutti e due, nel vostro dormitorio” disse Severus, raggiungendoli. “Ma Professor Piton, ci ha detto lei di venire, stasera, a scontare la punizione che ci ha dato stamattina durante la partita di Quidditch” disse Doug Krofort. “Non ho tempo da perdere con voi due ! Se non ritornate, immediatamente, nel vostro dormitorio, vi toglierò 50 punti a testa !” replicò arrabbiato Severus. I due ragazzi non se lo fecero, di certo, ripetere due volte e, correndo, ritornarono nel dormitorio dei Corvonero. Dopo che i due se ne furono andati, Severus entrò nell’Aula di Pozioni, per poi sbatterla dietro di se. Clarice, Ron ed Hermione stanno per scendere lungo la botola e recuperare la Pietra Filosofale, prima di Raptor, ma dovranno superare molte prove, prima di arrivare a destinazione. E che cosa avrà in mente Severus, tanto da aver annullato una punizione ?

  
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