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Autore: ValeDowney    14/06/2012    1 recensioni
Primo capitolo di una lunga serie, che vede protagonista Clarice Piton, la figlia di Severus Piton e Lily. In questa serie di storie, Harry Potter é in versione femminile e la giovane Clarice passerà tante meravigliose avventure, insieme ai suoi fedeli amici, nel magico mondo di Hogwards. Prima serie: Clarice Piton e la Pietra Filosofale
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Dopo che tutti se ne furono andati a dormire, Clarice, Ron ed Hermione, vestiti normalmente e senza la loro tunica, scesero lungo le scale, arrivando nella Sala Comune. “Ok, il più è fatto: ora non ci resta che uscire ed arrivare al Corridoio del Terzo Piano” spiegò Clarice. “Il problema è come faremo a non farci vedere, senza Mantello dell’Invisibilità ?” domandò preoccupato Ron. “Non è quello il nostro principale problema: il nostro obiettivo è fermare Raptor prima che si impossessi della pietra” rispose Clarice. “Se tu ti fossi ricordata di chiedere a tuo padre se ti poteva dare il Mantello, potremmo girare indisturbati senza che qualcuno ci veda” disse Ron. “Non mi sono dimenticata di chiederglielo: è che gli ho promesso che non mi sarai cacciata nei guai, visto che lui tiene molto a me e, non mi sembra giusto, farlo sempre preoccupare così tanto; così, ho preferito non rivelargli niente, anche perché mi avrebbe rinchiuso nei sotterranei” spiegò Clarice. “Suvvia, finitela tutti e due: prima scenderemo nella botola e prima potremmo fermare Raptor” disse Hermione. “Sì, ma come potremmo far addormentare Fuffy ? Non solamente fischiettando” chiese Ron. “Ed ecco perché mi sono portata questo” rispose Clarice e mostrò il flauto che le aveva regalato Hagrid. “Ma certo, il flauto di Hagrid: suoneremo quello per far addormentare Fuffy” disse Hermione. “Suoneremo ?! No, non se ne parla ! Il flauto è di Clarice, quindi lo suonerà solo lei” disse Ron e, guardandola, aggiunse domandando: “Vero ?”. “Già, vero” rispose sorridendo e titubante Clarice. “Bene, allora se abbiamo tutto, possiamo anche andare” disse Hermione ma, appena si voltarono, sul poggiolo della poltrona, videro un rospo e Clarice disse: “Oscar”. “Oscar, sshhh, via, non dovresti stare qui !” disse Ron. Da dietro la poltrona, comparve Neville, il quale, mettendosi davanti a loro, disse: “ Neanche voi dovreste ! Uscite di nuovo di nascosto, vero ?”. “No, Neville, ascolta: noi dobb…” iniziò a dire Clarice, ma Neville la fermò, dicendo: “ No ! Io non ve lo permetto ! Metterete Grifondoro nei guai un’altra volta e…e…e io vi prendo a pugni !” e mise i pungi davanti se. “Neville, scusami, scusami tanto, ti prego: Pietrificus Totalis !” disse Hermione, puntando la bacchetta contro Neville il quale si irrigidì e cadde per terra. “Proprio come aveva fatto il mio papà contro il giocatore di Corvonero” disse Clarice. Mentre Hermione metteva via la bacchetta, Ron le disse: “Qualche volta sei un po’ terrificante. Lo sai, sei bravissima…ma terrificante”. “Mi dispiace, ma non avevo altra scelta” disse Hermione. “Andiamo” disse Clarice e, mentre passavano accanto al corpo immobile di Neville, gli dissero “Scusa” e, quando passò Ron, egli si fermò, dicendogli: “ E’ per il tuo bene” e raggiunse i due, fuori dal dipinto.

Riuscirono a superare tutti i Prefetti che sorvegliavano i corridoi ma, quando voltarono l’angolo, si trovarono di fronte Severus il quale disse: “Buona sera, ragazzi: ancora con le vostre scappatelle notturne, vero ?”; poi, guardando Clarice, aggiunse dicendo: “Piccola mia, almeno da te e dalla signorina Granger mi sarei aspettato un po’ di sale in zucca ma, vedo, che stare con il Signor Weasley vi ha ridotte come lui”. “Papà, lo so che ti ho disubbidito ancora, ma non ti ho detto nulla, perché non ti volevo fare preoccupare” disse Clarice. “E non mi fai, lo stesso, preoccupare non dicendomi che tu ed i tuoi amici state andando ad affrontare un mago psicopatico ?” chiese Severus. “Come fai a saperlo ?” domandò stupita Clarice. “Prima di ritornarmene nei sotterranei, ho avuto la brillante idea di fermarmi ad ascoltare che cosa avevate in mente e, guarda caso, ho fatto bene. Ma dove avete la testa ?! Non sapete che cosa state andando in contro !” rispose Severus. “Perché lei lo sa ?” chiese Hermione. “Se è vero che Tu – Sai – Chi è ritornato, allora, penso che Raptor si sia alleato con lui per rubare la pietra; quindi, è molto pericoloso affrontarlo da soli” rispose Severus. “Però, ci possiamo sempre provare: se non lo fermiamo in tempo, lui prenderà la pietra e Voldemort diventerà immortale” disse Clarice. “Clarice, ti prego di non nominare mai più quel nome !” disse Severus. “Non ho paura di lui ! L’ho già affrontato una volta, anche se c’era la mamma a proteggermi, ma prometto che non mi tirerò indietro” disse Clarice. “Noi saremo con te, Clarice” disse Hermione guardandola. “Sì…saremo con te” disse titubante Ron. “E con me, siamo in quattro” disse Severus. Clarice, Ron ed Hermione lo guardarono stupiti, perché non si sarebbero mai aspettati che Severus si fosse offerto per aiutarli: “Però, rimane sempre il problema di non farci vedere: sicuramente Gazza ed il suo gatto, sarà in prossimità del Corridoio del Terzo Piano” disse Ron. “Useremo il Mantello dell’Invisibilità” disse Severus. “Papà, me lo hai sequestrato o te lo sei dimenticato ?” disse Clarice. “E, allora, questo che cosa è ?” disse Severus e le lanciò qualcosa di soffice. Clarice lo guardò e, dopo che se lo fu messo, il suo corpo scomparì; i tre, allora, guardarono Severus il quale disse: “E, ora, andiamo a fermare Raptor” e, tutti e quattro, andarono sotto il Mantello dell’Invisibilità.

Mentre camminavano con i tre bambini davanti e Severus dietro di loro, il quale teneva il Mantello, visto anche che era il più alto, arrivarono al Corridoio del Terzo Piano: “ Ahia, Ron, mi hai pestato un piede !” disse Hermione. “Scusa” gli disse sottovoce Ron.  Clarice voltò lo sguardo verso l’alto, guardando Severus il quale, la guardò a sua volta, dicendole: “Non ti preoccupare, piccola mia: ci sono io a proteggerti” e Clarice, rassicurata dalle sue parole, riguardò in avanti. Camminarono lungo il corridoio, finché non arrivarono alla porta; Hermione puntò la sua bacchetta contro la serratura e disse: “ Alohomora !” e, dopo che la porta si fu aperta, la spinsero, per poi entrare nella stanza. Al suo interno, si poteva sentire il dolce suono di un’arpa: “Un momento, sta…” iniziò a dire Ron, ma fu interrotto, quando una folata di vento, fece volare il Mantello dell’Invisibilità, da sopra le loro teste: “….russando” finì di dire Clarice. “Raptor è già stato qui: ha fatto un incantesimo all’arpa” disse Severus. “Che schifo: ha un alito spaventoso” disse disgustato Ron, mentre i tre si avvicinarono a Fuffy; Severus, invece, guardava l’arpa; poi, notando che i tre bambini si erano avvicinati all’enorme bestia, domandò loro: “Ehi, che cosa pensate di fare ?!”. Clarice lo guardò e rispose: “Dobbiamo spostare la zampa dalla botola”. “Cosa ?!” disse stupito Ron. “Oh, Ron, ora non ti ci mettere anche tu ! Dobbiamo muoverci !” disse Clarice e, insieme ad Hermione, incominciò a sollevare la zampa, anche se questa non si spostava. “Sono tutte e due matte” disse Ron. “Volete venirci a dare una mano, oppure volete stare lì a non fare niente ?!” disse Clarice. “Coraggio: le femmine non sanno fare nulla senza i maschi” disse Severus e, insieme a Ron, andò ad aiutare Clarice ed Hermione e, tutti e quattro, riuscirono, finalmente, a spostare l’enorme zampa del cane. “Fiuu, ce l’abbiamo fatta ! Cavoli, però, quanto è stata dura” disse Ron. “E, questo, è solo l’inizio” disse Hermione. “Smettila di mettermi paura” disse Ron. Severus aprì la botola, ma ciò che si poteva vedere in fondo, era solo il buio: “Vado prima io” disse Clarice. “Non se ne parla: scenderò io, prima di te e, quando sarà tutto a posto, cosa che non ne sono certo, vi avvertirò. Se dovesse succedere qualcosa di brutto, datevela subito a gambe” disse Severus.

Mentre parlavano, non si accorsero che l’arpa aveva smesso di suonare e che una delle tre teste, aveva aperto un occhio. Improvvisamente, sopra di loro, videro un’enorme ombra; quindi Clarice disse: “Non vi sembra troppo silenzioso ?”. “L’arpa: ha smesso di suonare” disse Hermione e, mentre tutti e quattro guardarono lo strumento immobile, sopra di loro vi erano le tre teste di Fuffy e, da una di loro, colò della bava, la quale finì addosso al mantello di Severus; quest’ultimo, la guardò e disgustato disse: “Che schifo: è tutta appiccicosa. Adesso mi ci vorrà un sacco di tempo per toglierla”. “Che strano: non sta piovendo” disse Clarice. “Non piove, anche perché siamo al coperto” disse Hermione e, tutti e quattro, alzarono lo sguardo, per incrociare quelli rabbiosi delle tre teste. “Oh, oh” disse Clarice. “ Clarice, suona il flauto” disse Hermione. “Il flauto ?!” disse stupita Clarice. “Il flauto che ti ha regalato Hagrid: coraggio, suonalo !” disse Ron. Clarice lo prese fuori, ma, quando lo mise in bocca, tutto ciò che ne uscì, furono dei suoni striduli. “Ma che roba era ?!” disse stupito Ron. Il cane era furioso, quindi Severus disse: “Dammi quel flauto che, a questo coso, ci penso io: mentre lo distraggo, scendete lungo la botola” e prese il flauto dalle mani di Clarice. “Ma papà, io…” iniziò a dire Clarice, ma Severus la fermò dicendo con tono arrabbiato: “Non farmelo ripetere un’altra volta ! Non voglio avere la tua morte sulla mia coscienza ! Ed ora, giù” e, alzandosi in piedi, incominciò a suonarlo. Fuffy sembrava un po’ intontito da questa musica, ma non bastava per farlo addormentare del tutto, perché una delle tre teste, tentò di azzannare i bambini. “Andiamo !” disse Clarice e saltò nella botola; dopo di lei, saltarono Hermione e Ron. Dopo che i bambini furono in salvo, Severus lanciò il flauto da una parte e saltò, anche lui, nella botola, ma appena in tempo, perché una delle teste, azzannò la porta della botola, rompendola in mille pezzi. I quattro, scivolarono lungo una specie di scivolo, finendo sopra qualcosa di morbido.

Quando si furono ripresi dall’incontro con Fuffy, Ron guardò Clarice e le disse: “Potevi anche dircelo che non sapevi suonare quel flauto ! Se non fosse stato per tuo padre, che a differenza di te lo sa suonare, a quest’ora saremmo stati sbranati vivi da quella bestia”. “Non c’è motivo di arrabbiarsi tanto, Signor Weasley; non è colpa di mia figlia, se non ha ancora imparato a suonare il flauto: dovevo insegnarglielo prima che avesse avuto la brillante idea di venire qui” disse Severus. “Bé, l’importante è che siamo vivi, no ?” disse Clarice. “E per fortuna che c’è questa specie di pianta che ha attutito la caduta” aggiunse dicendo Ron, quando ad un certo punto, la pianta incominciò ad avvinghiarsi contro di loro: “Fortuna ?!” disse stupita Clarice. I quattro vennero tutti immobilizzati, quando Hermione disse: “State fermi tutti e tre: questo è il Tranello del Diavolo”. “Ma certo, perché non ci ho pensato prima: Silente, aveva chiesto alla Professoressa Sprite, una pianta abbastanza forte e resistente” disse Severus, mentre si divincolava. “Dovete stare calmi, altrimenti vi ucciderà più in fretta” spiegò Hermione, ma gli altri erano molto agitati e, non riuscivano a stare calmi, soprattutto Ron, il quale disse: “Ucciderci più in fretta ?! Ora sì che posso stare calmo !”. “Clarice, cerca di stare calma per l’amor del cielo !” disse Severus, mentre si divincolava. “Sì, però, anche tu devi stare calmo” replicò dicendo Clarice. Hermione, la quale sembrava essere l’unica ad avere la situazione sotto controllo, stette calma e, tutto ad un tratto, svanì sotto la pianta. “Hermione !” gridarono Clarice e Ron. “E ora che facciamo ?!” disse preoccupato Ron. “State calmi” disse la voce di Hermione. “Hermione, dove sei ?” chiese Clarice. “Fate come vi dico e lo faccia anche lei, Professor Piton: fidatevi tutti” rispose Hermione. Clarice, allora, si calmò e, proprio come era successo prima con Hermione, svanì sotto la pianta, raggiungendo Hermione. Successivamente, anche Severus si calmò e, come le due bambine, svanì sotto la pianta, cadendo accanto a loro. “Ben arrivato, papà” disse Clarice, mentre Severus, dopo essersi rialzato, disse: “ Ricordami, di non comprare mai una pianta del genere”. “No ! Clarice ! Professor Piton !” disse ancora più agitato di prima Ron. “Non sta calmo, o sbaglio ?” disse Hermione. “A quanto pare no” disse Clarice. “Cerchi di stare calmo, Signor Weasley: andrà tutto bene” disse Severus, ma ciò che ricevette, fu il grido di aiuto ancora più forte da parte di Ron; quindi Severus disse: “Quella zucca vuota, un giorno, mi farà perdere la capacità dell’udito”. “Devo fare qualcosa” disse Hermione, incominciando a pensare ad un’idea. “Sì, ma che cosa ?” disse Clarice. “Ricordo di aver letto una formula in un libro di Erbologia” disse Hermione e, mentre la pronunciava, Severus disse: “Quando ritorno a casa, devo ricordarmi di mettere le pianticelle che mi ha dato la Professoressa Sprite, nella serra, perché se no, la luce del Sole potrebbe ucciderle”. “La luce del Sole, ma certo ! Il Tranello del Diavolo odia la luce del Sole !” disse Hermione e, dopo aver puntato la bacchetta contro la pianta, gridò: “ Lumos Solem !” e un forte raggio di luce illuminò il Tranello del Diavolo, il quale, per la troppa luce, rilasciò Ron, facendolo cadere accanto agli altri. “Ron stai bene ?” domandò Clarice. Ron si riprese e rispose dicendo, mentre alzava: “Sì, credo di sì”; poi, aggiunse dicendo: “Per fortuna eravamo calmi”. “Per fortuna, il mio papà ha dato una bella mano ad Hermione, a ricordare l’incantesimo di Erbologia” disse Clarice. “Oh, ha fatto tutto la Signorina Granger: io stavo solo pensando alle mie pianticelle” disse Severus. Improvvisamente sentirono dei rumori; quindi, si voltarono ed Hermione chiese: “Che cosa è ?”. “Non lo so, però sembra un battito d’ali” rispose Clarice. “Non credo che Hagrid abbia messo un altro dei suoi strani animali: la prima prova era la sua” disse Severus. “La prima prova ?! Vuoi dire che Fuffy era una prova ?!” domandò stupita Clarice. “Certo; perché non lo avete capito ? Tutto quello che viene prima della pietra, è una prova” rispose Severus. “Te lo avevo detto che era solo l’inizio” disse Hermione, guardando Ron il quale disse: “Ed io, ti avevo detto che non mi avevi messo paura, anche se, ora, un po’ me ne è venuta” e rivoltarono lo sguardo in avanti. Clarice camminò piano, piano, verso la porta, seguita da Severus, Hermione e, infine, da Ron: l’aprì e, guardando in alto, vide un sacco di chiavi con le ali. “Ecco, risolto, il rumore di ali che sentivamo” disse Ron. “Sono molto strane, non trovate ?” disse Severus. “Bè, non più strane di Fuffy” disse Clarice. “Curioso; non ho mai visto uccelli così” disse Hermione. “Perché non sono uccelli, ma chiavi e, scommetto, che una apre quella porta” disse Clarice e si fermarono davanti ad una scopa. “C’è qualcosa che non va” disse Severus. “Che cosa significa ?” chiese Hermione. “Che non è del tutto sicuro” rispose Severus. “Non intendevo questo: volevo sapere del perché c’è una scopa” disse Hermione. “Non ne ho idea del perché sia qui” disse Clarice. Ron prese fuori la sua bacchetta e, mentre si avvicinava alla porta, Severus disse: “Ecco, bravo Signor Weasley: si renda utile, almeno, in qualcosa”. Anche Hermione andò da lui e Ron disse: “ Alohomora !”, ma il lucchetto non si apriva. I due, quindi, si rivoltarono verso Clarice e Severus e Ron disse: “ Bé, almeno ci ho provato”. “E ora che facciamo ? Ci saranno migliaia di chiavi lassù” disse Hermione. “A noi serve una grossa: vecchio tipo. Forse arrugginita come la maniglia” spiegò Ron e, mentre parlava, Clarice e Severus guardarono in alto; finché Clarice, trovando la chiave, indicandola disse: “ Eccola, la vedo ! Quella con l’ala spezzata” e riguardò la scopa con sguardo preoccupato; quindi Hermione le domandò: “Che cosa hai Clarice ?”. “E’ troppo semplice” rispose Clarice. “Oh, avanti, Clarice: se Raptor l’ha presa con quella vecchia scopa, puoi farlo anche tu. Sei la più giovane Cercatrice del secolo” disse Ron. Clarice, quindi, riguardò la scopa, ma Severus le disse: “Clarice, non farlo: questa scopa potrebbe essere maledetta ed io non voglio che ti accada qualcosa” disse Severus. “Non credo che sia maledetta: se anche questa è una prova, allora, vuole essere cavalcata” disse Clarice. “Già, ora che mi ci fai pensare, tu sei già passata in una situazione simile” disse Severus. “Papà, ti prometto che non mi accadrà nulla: tu vai da Hermione e Ron e, appena prendo la chiave, aprite quella porta ed andate nell’altra stanza. Questa prova tocca a me” disse Clarice ma, appena toccò la scopa, si sentì un rumore strano e tutte le chiavi, si diressero, in picchiata verso di lei e, di conseguenza, anche verso Severus e, come tante zanzare, provocarono loro dei tagli. “Questo complica un po’ le cose” disse Ron. “Clarice, è troppo pericoloso” disse Severus, mentre cercava di proteggersi. “Mentre io prendo la chiave, tu vattene” disse Clarice e spostandosi, prese il volo, mentre Severus raggiunse Ron ed Hermione; quest’ultima, gli chiese: “Sta bene, Professor Piton ?”. “Sì, tutto a posto: ho solo qualche graffio. Ma chi mi preoccupa, ora, è Clarice” rispose Severus e, tutti e tre, guardarono Clarice, la quale volava tra le chiavi, rincorrendo quella con l’ala spezzata. Era come una partita di Quidditch solo che, al posto del Boccino, vi era una chiave. Clarice volava velocissima, mentre le altre chiavi continuavano a graffiarla da tutte le parti, persino in viso e sulle mani. “La mia piccolina” disse preoccupato Severus. Finalmente, Clarice riuscì a prendere la chiave dall’ala spezzata e la lanciò ad Hermione, che la mise nella serratura e la porta si aprì: “Andate, tutti e due: io devo aspettare Clarice” disse Severus, spingendo Hermione e Ron nell’altra stanza; poi, aggiunse dicendo: “Sbrigati, Clarice; da questa parte !” e quando Clarice passò, a gran velocità, accanto a lui, entrò nella porta e la chiusero appena in tempo, perché tutte le chiavi si conficcarono in essa. Severus corse da Clarice, la quale stava prendendo fiato, per il volo che aveva appena fatto e le disse, mentre la stringeva forte a se: “Oh, la mia bambina ! La mia bambina coraggiosa !”. “Papà, sto soffocando ! Lasciami respirare, ti prego” disse Clarice e Severus la lasciò andare; per poi, dirle: “Oh, Clarice, non sai che paura mi hai fatto venire: con tutte quelle chiavi che ti graffiavano”. “Però, hanno fatto in tempo a graffiare anche te” disse Clarice, vedendo i graffi sul mantello e, un po’ sul volto e sulle mani di Severus il quale disse: “Passeranno; ma l’importante, e che tu sia sana e salva” e, rimettendosi in posizione eretta, la baciò sulla fronte. “Sei stata mitica, Clarice ! Bé, d’altronde, sei la migliore Cercatrice che ci sia” disse Ron. “Non é per l’essere Cercatrice che ha recuperato quella chiave: è perché ha talento” disse Hermione. “No, perché ha preso dal migliore e, cioè, da me. E, ora, andiamo: abbiamo un’altra prova che ci attende” disse Severus e si incamminò. I tre bambini si guardarono; poi, lo seguirono.

Mentre camminavano, guardarono ad entrambi i lati, per vedere tanti pezzi rotti, ma non sapevano di che cosa, visto che la stanza era molto scura e, a malapena, vedevano dove andavano. “La cosa non mi piace…non mi piace affatto” disse Hermione. “Dove siamo ? In un cimitero” domandò Clarice, mentre continuavano a camminare, superando dei grossi oggetti. “Non è lugubre come un cimitero: deve essere un altro posto” disse Severus. “Questo non è un cimitero” iniziò a rispondere Ron e, camminando un po’ più avanti degli altri tre, si fermò davanti ad alcuni oggetti e terminò dicendo: “…è una scacchiera” e tutte le luci ai lati, si accesero, rivelando proprio una scacchiera e, i grossi oggetti, i pezzi di essa. “Uao ! Silente ha fatto proprio un bel lavoro” disse Severus. “Silente ?! Vuoi dire che, questa prova, è opera sua ?!” disse stupita Clarice. “Ma certo: tuo nonno è sempre stato un abile giocatore negli Scacchi dei Maghi ed è stato proprio lui ad insegnarmi tutte le strategie” disse Severus; poi, insieme ad Hermione e Clarice, raggiunsero Ron e, i quattro, camminarono verso la porta, che era dall’altra parte, ma i pedoni bianchi, bloccarono loro la strada, con le spade. I quattro indietreggiavano impauriti ed i pedoni rimisero via le loro spade: “Mi sa tanto che non possiamo proseguire” disse Severus. “Adesso che cosa facciamo ?” chiese Hermione. “E’ ovvio, no: dobbiamo attraversare la sala giocando” rispose Ron, camminando in avanti e, poi, si voltò per guardarli. “Ma io sono una frana in questo gioco” disse Clarice. “Tu hai già fatto molto prima, piccola mia, come la Signorina Granger con il tranello del diavolo: ora tocca al Signor Weasley” disse Severus. “Ma certo, abbiamo fatto una prova a testa: tu con Fuffy; Hermione con il Tranello del Diavolo; io con la scopa e, ora, Ron con gli scacchi” disse Clarice. “Allora, faremo così: Clarice, tu prendi il posto vuoto dell’Alfiere; Hermione, tu, invece, dovrai essere la Torre; quanto a me, io farò il Cavallo” spiegò Ron. “Ed io con lei, Signor Weasley” disse Severus. “Va bene” disse Ron e tutti si misero alle loro postazioni, tranne Severus e Ron che salirono sul Cavallo Nero. “Che succede adesso ?” domandò preoccupata Hermione. “Bé, i Bianchi muovono per primi e, poi, giochiamo” rispose Ron, mentre si teneva stretto alle briglie e Severus era seduto dietro di lui. Appena ebbe finito la frase, uno dei pedoni bianchi si mosse, in avanti, di due caselle, per poi, fermarsi. Mentre Ron guardava che pezzo muovere, Ron gli chiese: “Ron, non vorrai dirci che sarà come giocare veramente agli scacchi dei maghi, oh sì ?”; quindi Ron, indicò uno dei loro pedoni e disse: “ Tu, laggiù: D5” ed il pedone si mosse di due ma, appena arrivò, in diagonale dell’altro, il pedone bianco prese fuori le sue spade e lo distrusse in mille pezzi. “Per tutte le pozioni !” disse Severus, rimanendo a bocca aperta. “Sì, Hermione: credo che, questo, sarà esattamente come gli Scacchi dei Maghi” rispose Ron, alla domanda che gli aveva posto prima Hermione.  “Qui si mette male; proprio male” disse Clarice; poi, guardando verso il cavallo, aggiunse dicendo: “Come vorrei averti ascoltato prima, papà”. Severus la guardò e le disse: “ Ogni bambino dice così ai propri genitori, quando c’è qualcosa di pericoloso; ma, ora come ora, non posso sculacciarti: ti metterò in punizione, quando saremo usciti da qui” ed entrambi rivoltarono lo sguardo verso i pezzi bianchi. La partita continuò e, mossa dopo mossa, i pezzi rotti, ai lati della scacchiera, aumentavano sempre di più, finché non si arrivò, che Clarice finì dietro la Torre e, davanti ad essa, vi era la Regina dell’altra squadra. Questa Regina si voltò verso la Torre e, con la sua spada, la distrusse in mille pezzi: Clarice si dovette abbassare, per evitare che tutti i pezzi le finissero addosso, anche se alcuni, riuscirono lo stesso a colpirla. Severus tirò un sospiro di sollievo, perché alla sua bambina non era successo, fortunatamente, nulla. Quando ebbe finito la mossa, la Regina si girò verso la squadra nera. Ron guardò, preoccupato, la scacchiera e, dopo che la ebbe guardata anche Clarice, quest’ultima disse: “ Aspetta un momento”. “Hai capito, vero Clarice ? Una volta fatta la mia mossa, la Regina ci mangerà. Così, darete scacco matto al Re” disse Ron. “Che cosa ?! No, non è possibile ! Perché proprio a noi, tocca una mossa del genere ?!” disse stupito Severus. “No ! Ron, no ! Non potete rischiare la vostra vita !” disse Clarice. “Mi dispiace, piccola mia: non si può tornare indietro” disse Severus. “Papà, io non voglio perderti” disse Clarice. “Mi rattrista che non potrò vederti crescere e diventare una bellissima e potente strega; ma, sappilo, che ti resterò sempre accanto” disse Severus. “Cosa c’è ?” domandò Hermione, la quale non aveva ancora capito la mossa che intendeva fare Ron. “Hanno deciso di sacrificarsi” rispose Clarice. Hermione, allora, guardò Ron e Severus e disse loro: “ No, non potete ! Deve esserci un altro modo ? C’è sempre”. “Non c’è, Signorina Granger” disse Severus. “Insomma, volete evitare che Raptor prenda la pietra o no ? Clarice, sei tu quella che deve continuare, lo so: non io; non Hermione e nemmeno tuo padre, ma tu !” spiegò Ron e Clarice annuì positivamente con la testa; poi, Ron, si tenne ben stretto alle briglie e Severus disse: “Ci siamo, Signor Weasley: se dobbiamo vincere, allora, chiuderemo questa partita con dignità”. “Non poteva dirlo meglio” disse Ron; poi, aggiunse dicendo: “ Cavallo in H3” ed il cavallo si mosse nella casella detta. Quando vi arrivò, era proprio accanto alla Regina e Ron disse: “Scacco”. La Regina, quindi, si voltò e, mentre avanzava verso di loro, Ron e, persino Severus, stavano tremando di paura. “Ti voglio bene, papà” disse Clarice. La Regina si fermò e, prendendo fuori la sua spada, la conficcò nel cavallo, facendo cadere Ron e Severus a terra. “Ron ! Papà !” gridò Clarice. Hermione stava per muoversi, nell’intento di andare da loro, ma Clarice la fermò, dicendole: “ No ! Non ti muovere ! Non dimenticare: stiamo ancora giocando” ed Hermione ritornò al suo posto. Clarice, quindi, si spostò nelle varie caselle, mentre Hermione guardava Ron privo di sensi, e Severus che, piano, piano, con i gomiti a terra, cercava di rialzarsi, per poi, guardare Clarice, che arrivò di fronte al Re e gridare: “SCACCO MATTO !” ed il Re lasciò andare la sua spada, la quale cadde ai piedi di Clarice. Dopo essersi accertata che la partita fosse finita, Clarice corse da Ron e Severus il quale, era riuscito a sedersi, anche se, ora, oltre ai graffi provocategli prima dalle chiavi, era anche pieno di polvere. Anche Hermione li raggiunse e Clarice disse, rivolta a lei e a suo padre: “Occupatevi di Ron; poi, andate alla Voliera dei Gufi: mandate un messaggio a Silente. Ron ha ragione: devo continuare”. “Andrà tutto bene, Clarice: sei una grande strega. Dico davvero” disse Hermione. “Non quanto te” disse Clarice. “Io ?! Furbizia e tanti libri: ci sono cose più importanti, come l’amicizia ed il coraggio. Clarice, fa attenzione” disse Hermione e Clarice si alzò in piedi, ma venne fermata da Severus il quale, dopo essersi alzato in piedi anche lui, le disse: “Se devi fare una cosa del genere, allora, vorrà dire che l’affronteremo insieme”. “Non voglio che ti accada qualcosa ! Solo io devo affrontare Raptor !” disse Clarice. “Per una buona volta, piccola mia, metti da parte l’eroismo e fatti aiutare” replicò dicendo Severus. “Clarice, lascia che tuo padre venga con te: potrà darti una gran mano” disse Hermione. “Abbiamo iniziato queste prove insieme e le finiremo insieme. Non permetterò a Raptor di farti del male” disse Severus. “Buona fortuna” disse loro Hermione e, i due, si diressero verso l’ultima e più pericolosa prova.

  
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