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Autore: a bard    14/06/2012    3 recensioni
Trovare un nome a questa storia è stato difficile, mi fu raccontata molto tempo fa, da uno di nome non mi disse neanche il suo
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio di fine estate, il Sole, alto nel cielo illuminava caldamente i rami di un faggio e di tutta la foresta. Ma su quel faggio festeggiava un pettirosso, e sotto quel faggio, moriva una donna, Ma moriva felice, perchè la gioia e la speranza erano cresciute in lei, e adesso cominciavano a vivere in quel bambino che nacque davanti allo sguardo commosso di quella foresta.
Tra gli alberi, la Quercia lo allevò in quella che fu la casa di suo padre -morto di una terribile malattia prima della sua nascita- e in quella casa crebbe. Divenne un bel giovane, dai riccioli d'oro,  spensierato e pieno di amici: amava giocare con gli alberi della foresta, che ormai si confondeva con il giardino di casa sua. La Qurcia gli insegnava le arti e le scienze, gli raccontava le storie degli dei, degli eroi e dei grandi amori, ma le storie che il ragazzo preferiva erano quelle su suo padre, che solo la Quercia conosceva. E in fondo era l'unico che la Quercia conosceva, quindi diede al ragazzo, fin da quando era bambino, il suo nome: lo chiamava Autunno.
L'Abete, il Pino, il Larice, i Frassino molti altri crebbero con lui e furono per lui uno dei tesori più grandi che possano risplendere nella vita di un uomo. Ma come un albero, da lui tanto amati, l'amicizia era per lui le belle fronde e le foglie verdissime, ma quando ottobre prese la sua parte nel gran ballo dei mesi, le foglie cominciarono a ingiallire e a cadere morbidamente per terra. E su queste foglie un bel giorno il giovane vide seduta una donna bellissima. Fu amore a prima vista, e se l'amicizia per lui era come foglie, quell'amore cresceva sempre più, profondo in lui come lo erano gli occhi di lei, come lo erano le radici degli alberi. Passavano i giorni, i suoi amici ingiallivano e perdevano le loro foglie, lui splendeva ancora della sua gioia, ma passando il tempo, sentiva che doveva dirglielo, come quel bisogno di far uscire i fiori. Ma non poteva far nascere i suoi fiori quel giorno di novembre, in cui si dichiarò a quella meravigliosa fanciulla. Il vento fi fece più gelido, voleva proteggerlo dal più dolce e doloroso "no" che avesse mai sentito.



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Cercherò di pubblicare gli altri capitoli il prima possibile
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Dedicato alla quercia che mi ha raccontato questa storia e alla donna di cui l'Autunno si innamorò
  
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