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Autore: franceskik    14/06/2012    11 recensioni
Però lui è Harold Edward Styles, lui ama le donne, lui vive per le donne, lui deve frequentare le donne.
Eppure non si autoconvince, non ci riesce. Non si può negare qualcosa di evidente.
Eppure ci sono quegli occhi, quei muscoli, quel sorriso.
Eppure c'è quel dannato ragazzo di Doncaster che rovina tutto.
ALTO CONTENUTO DI LARRY.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4:

Erano passate due settimane da quel pomeriggio in cui Harry si rese conto di quella che lui definiva una "malattia passeggera".
"Vedrete, me ne scopo tre in una notte e passa tutto.." diceva agli atri ragazzi che in fondo poi, non avevano la minima intenzione di giudicare il loro amico. Era palese quanto il riccio tenesse a Louis, i ragazzi lo avevano capito da così tanto tempo che per loro non c'era alcun tipo di stranezza.
Quel pomeriggio Harry aveva invitato Rebecca a casa sua, era la nuova vicina di casa, italiana, bellissima.
Tipica aria mediterranea, capelli di un nero corvino, il carnato scuro, gli occhi penetranti e un fisico sul quale gli uomini del quarterie immaginvano strani giochi per ore.
La ragazza si presentò puntuale a casa del riccio, anche per lei entrata secondaria, non temeva nulla la morettina, nonostante i suoi soli diciotto anni aveva l'espressione di chi non avesse necessità di alcun tipo di istruzione.
I due iniziarono a guardare un film, lo aveva scelto bene Harry: no, non era un porno, diciamo che alcune scene lasciavano poco spazio all'immaginazione. Una diciotenne in pieno boom ormonale si eccita subito con quei film, infatti la ragazza non ebbe timore a sussurrare nell'orecchio sinistro di lui un provocantissimo "Andiamo di là?!"
Harry non se lo fece ripetere due volte, smorzò un sorisetto soddisfatto, non aspettava altro il bel riccio. Annuì e guido la ragazza nella sua camera lasciando sbattere la porta dietro di sè.
La morettina si lanciò sul letto, come se non lo vedesse da una vita, iniziò con estrema sensualità a sganciarsi il reggiseno, ben poco ciò che sussultava nel ragazzo, quasi niente, forse aveva esaurito l'energie quel pomeriggio giocando di fronte alla foto del migliore amico.
Il ragazzo si lanciò sopra il petto dell'italiana, faceva leva sui gomiti per non gravare troppo su quel corpicino gracile.
Iniziò con astuti baci lei, gli accarezzava il corpo con quella bocca che decine di ragazzi  avevano già sperimentato.
Sapeva di erotismo, niente passione, sapeva di donna, Harry non godeva così tanto.
Sganciò i pantaloni al ragazzo, la sua eccitazione era evidente, faceva quasi male per lui cercare di contenerla.
I due giovani ragazzi iniziarono a giocare come si dovrebbe.
Comandava lei, lo dominava, lo faceva quasi sentire una femmina, ad Harry inconsapevolmente piaceva tanto.
Era come se lui fosse il passivo, proprio ciò che aveva sognato quel pomeriggio in cui la sua mano lavorava da sola, davanti i pettorali di Louis.
Non c'era timore da parte della ragazza, alcune avevano paura della grande star, ma lei era determinata, vivace, attiva.
I gemiti del ragazzo parlavano da soli: si stava divertendo.
Oppure cercava solo di autoconvincersi che quello era meglio, meglio di quella sega, meglio di una qualsiasi notte con lui, megli di un uomo.
Harry entrò in lei quando si accorse che ormai era tardi e doveva mandarla via, era così: uno stupido e odioso dovere scopare quella lì.
La ragazza urlò a causa di un lieve dolore che quasi subito si tramutò in piacere.
Poco divertimento per Harry, banale e classico quel sesso.
La ragazza strappò un ultimo urlo che svegliò il vicino anziano del riccio.
_Ci sai fare piccolo..._ tono malizioso dell'italiana.
Harry annuì disinteressato. Non aveva il diritto di chiamarlo "piccolo".
Non lo conosceva neppure, non sapeva neppure quanti anni avesse, di lui era a conoscenza del fatto che fosse un cantante, inglese ed infinitivamente sexy, niente più.
Non poteva chiamarlo così, perchè... beh, perchè così lo chiamava soltanto Louis.
Il riccio accompagnò la bella siciliana alla porta.
Uscita sul retro ovviamente.
Sospirò appena lei era abbastanza distante da poter sospirare "Che zoccola!"
Harry era stanco di tutte quelle ragazze troppo facili, non c'era nè gusto nè sfida.
Si buttò sul divano il riccio, non era così stremato da non potersene concedere un'altra. Abbassò i boxer lasciandoli cadere sul pavimento.
Ormai non c'era più bisogno di foto, la sua mente era ben capace di viaggiare sul corpo di Tommo.
Iniziò a giocare, era quasi più bello farlo da solo, forse perchè così facendo poteva immaginarsi che fosse con lui.
Tutto d'un tratto la porta alle spalle di Harry si aprì, il riccio si ricompose velocemente, nonostante fosse chiaro dalla pretuberanza che sporgeva dai pantaloncini, cosa stesse facendo.
_Ti stai divertendo amico?_ osservò Louis facendo riferimento al ventre del riccio e smorzando un sorriso.
Non poteva urlargli che si stava immaginando di essere con lui, sul suo letto, non poteva farlo ma preso dagli ormoni lasciò cadere un indizio.
_ Potrei anche divertirmi meglio adesso..._
Si rese conto subito della gravità della sua affermazione.
_Cosa?_ chiese Tommo che fece il finto vago.
_No, ehm..nono niente!_ cambiò discorso Harry, visibilmente imbarazzato.
Louis si sedette sulla poltrona, ormai era la sua da sei lunghi anni.
_Ho lasciato Eleonor!_ lo disse così, in assoluta tranquillità, come si annuncia di voler mangiare o bere o non so... come fosse normale.
Il riccio, il piccolo gay indifeso avrebbe voluto saltare dalla gioia, non sapeva nemmeno lui perchè ma dentrò di sè scoppiavano fuochi d'artificio.
Avrebbe voluto urlare un glorioso "per fortuna" o un acido "te lo avevo detto." Ma era maturo Harry.
_Mi dispiace Boo._ lo abbracciò, l'eccitazione aumenteva ma si nascondeva con quella che Louis aveva visto entrando così non ci fece caso.
_Mi ha tradito. Quella troia mi ha tradito Harry.._ era visibilmente scioccato.
Harry lo strinse forte a sè, non poteva dirgli nulla, non sarebbe servito, scese una lacrima silenziosa, venne cacciata subito via dal padrone.
Come poteva averlo tradito, aveva la fortuna di averlo e.. e aveva mandato tutto a puttane, pensò il riccio.
Altra lacrima, sentiva quel battito di Tommo farsi accellerato, leggeva il suo dolore, era atroce. Non poteva non provarlo anche lui, quando Louis soffriva Harry stava male, decisamente male, altra lacrima del piccolino.
_Harry?_ chiese curioso e raggiante Louis allontanandosi l'amico dal petto.. _Stai piangendo?_
_No, no macchè..._ disse l'amico togliendosi quell'acqua odiosa bagnata dalla guancia.
_Usciamo per favore?_ chiese compiaciuto Louis
_Ovvio!_ gli sorrise l'amico.
Il sorriso più falso del mondo, sapeva dove voleva andare a parare l'amico. Avrebbe dovuto vederlo alle prese con ragazze fin troppo belle, ubriaco marcio, irriconoscibile. Ma se l'amico chiedeva di uscire, Harry esaudiva il desiderio.

Il locale era strapieno quella sera, sapevano dell'ospitata di Louis ed Harry dei One Direction, le ragazzine arrapate erano pronte a tacchi a spillo, e mini gonna, c'era chiunque in quei pochi metri quadrati del Fifty-Fifty.
L'odore di alcool aleggiava nell'aria come fosse ossigeno, soltanto più buono e più proficuo.
Le solite ragazze li circondavano obbligandoli ad un qualsiasi contatto che le avrebbe fatte svenire.
Erano patetiche, così agli occhi di Louis ed Harry.
Il bicchiere sempre pieno, la musica alta, un locale più che rispettabile.
Harry vedeva il tentativo di portarsene una a casa da parte dell'amico, allora ordinava un altro chupito, ed un altro, ed un altro ancora.
Un bacio di Louis con una biondina apparentemente sexy.
"Una tequila" ordinò Harry al cameriere, seduto al bancone con lo sguardo fisso sull'amico che faceva il suo lavoro: rimorchiare donne.
Buttò giù tutto d'un colpo, non c'era tempo per respirare, ne ordinò ancora.
Non si reggeva più in piedi il riccio, era ubriaco come pochi.
_Vieni torniamo a casa..._ Louis lo prese per un braccio, lo portò dentro la sua bella auto e lo accompagnò a casa.
Era il maggiore, doveva educarlo.
_Domani le copertine parleranno solo della tua sbronza..saranno scandali.._ affermò Lou tenendo gli occhi fissi sulla strada.
Harry non rispose, teneva la testa appoggiata al finestrino, gli occhi socchiusi.
Se solo Louis avesse saputo perchè il suo amico si stava riducendo così...
_Eccoci, guarda quanti paparazzi Harry..._ Louis parcheggiò l'auto e scese.
Nessuna risposta.
Il sobrio si caricò l'amico su una spalla, l'aiutava a camminare, lo proteggeva dai flash fastidiosi e insensibili dei paparazzi.
Lo portò dentro, lo stese sul divano.
_ Hai bisogno di qualcosa?_
Gli sussurrò il maggiore, decisamente troppo vicino la bocca.
Harry sussultò si mosse un pochino, forse voleva parlare, teneva gli occhi chiusi. Troppo alcool per un ragazzo.
_Di te.._ sussurrò a voce bassa Harry.
Il maggiore smorzò un sorriso.. _Sei decisamente troppo ubriaco.._
Si alzò dal divano, prese la sua giacca... venne fermato dalle parole quasi mute dell'amico.
_Sai..sai...sai c-c-cosa dice Payne?.._ Fece fatica Harry a finire la frase, l'alcool portva via le parole.
_No_ affermò serio e stranito l'altro.
_Che sono innamorato di te.._ cercò di indicarlo, non sapendo che l'amico lo stesse comunque già guardando.
Louis smorzò un sorriso incredulo, quasi schifato.
_Sei ubriaco.. Liam scherza lo sai che è un coglione.. e adesso dormi su.._ si avvicinò alla porta ma ancora la voce di Hazza interruppe tutto.
_Ma è vero Louis, io sono innamorato di te cazzo.. ttu... _ storpiava ogni parola.. _Io mi sono fatto una sega immaginando di scoparti.._
L'alcool lo stava riducendo a dire tutto ciò che voleva nascondere, non solo a tutti gli altri e a Louis, ma anche a sè stesso.
_Se certo come no..._ disse sempre più incredulo l'amico.
Harry tentò d'alzarsi, si mise a sedere sul divano, gli occhi semi socchiusi riuscivano a intravedere quel fottuto fisico statuario.
_E' la verità.._ affermò conclusivo il riccio.
Il suo tono fermo e la sua serietà irritarono Louis.
Si accorse di aver preso la giacca di Harry, la lanciò addosso all'amico, pronunciando la frase più fredda e meschina di questo mondo.
_Beh, allora mi dispiace per te..._ più incazzato che mai uscì di casa, il rumore dello sbattere del portone fu assordante alle orecchie di un ubriaco come Harry.
Lui smorzò un sorisetto ebete non capendo cosa di più grave stesse succedendo.
Forse solo la mattina seguente avrebbe capito.
Un solo bicchiere in più e la sua amicizia rischiava di decollare, una sola bevuta di troppo e tutto stava andando a puttane.
Eppure In vino veritas.

Ok, visto che alcune di voi mi hanno chiesto di continuare ho scritto il capitolo, spero vi piaccia, adesso vado a studiare per l'esame di matematica di domani ( lo so non vi interessa ahah)
Spero di non avervi deluso, fatemi sapere cosa ne pensate e se soprattutto volete il seguito.
Siccome non l'avevo ancora fatto volevo ringraziare coloro che hanno recensito o messo fra le ricordate, seguite o addirittura preferite questa storia, giuro che mi sento lusingata, in fonfo scrivere mi piace, faccio del mio meglio ma non mi considero molto brava !
Grazie davvero di cuore bellissime/i
Attendo un vostro commento.
Mille baci, davvero mille.
Fra <3

  
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