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Autore: Miss_Nothing    14/06/2012    1 recensioni
Non vi sono veri e propri capitoli in questa storia. Sono pensieri, pensieri di una ragazza che ha visto troppo della vita.
Ciao a tutti il mio nome è Sarah Walsh, sono nata il 5 Maggio del 1995 e sono morta il 3 Marzo 2007.
Posso parlare, scrivere e fare tutto quello che vi viene in mente. Il mio corpo è ancora qui, cerca di sopravvivere ma la mia anima ha già attraversato il ponte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivata a casa di Sophie mi appoggiai al muro aspettando che lei arrivasse. Nella mia mente si proponevano diverse situazioni di litigio e lei vinceva, quasi sempre. Il problema era che è quasi impossibile arrabbiarsi con lei.
“Sarah” mi chiamò con una freddezza che non le apparteneva per poi inchiodarmi al muro con un gelido sguardo fulminante.
La guardai un attimo, era vestita come sempre, alla moda. Io invece ero vestita con una canotta e una camicia di Lanny annodata sopra la vita e un paio di vecchi jeans. Non avevo neanch’ora i miei vestiti quindi mi ero accontentata di quello che avevo trovato.
“Sophie” commentai stiracchiando un sorriso sulle labbra per poi staccarmi dal muro lentamente e raggiungerla. “Non so se ti piacerà la musica che suonerà Marco” le dissi conoscendo i suoi gusti musicali.
Lei non rispose e mi fece cenno di salire in macchina. Il viaggio passò silenzioso. Solo una cosa interrompeva quello stressante silenzio, il mio cellulare che vibrava mentre Lanny mi faceva virtualmente compagnia.
I suoi messaggi erano tutti un: La vipera ti ha già mangiato la testa? La principessina è rimasta senza lingua? Oh, che ha detto quando ha visto la mia camicia? Pensa forse che io abbia la lebra e che te l’abbia trasmessa attraverso i miei vestiti?
 
Entrate nel locale Sophie scomparì per andare da carotino. Lo salutò con un bacio. Oh carotino ora era il suo fidanzatino? Che schifo. Odiavo vedere la gente baciarsi davanti a me e Sophie lo sapeva. I miei occhi si dovevano essere ridotti a due piccole fessure perché Marco mi si avvicinò e mi sussurrò“Piccola che succede? Sembri turbata”
“Tu non devi suonare?” gli chiesi mentre fissavo le persone intorno a noi. Sophie era una nota stridula posta a confronto delle altre persone. Lei così perfettina e gli altri vestiti, beh con il mio stile.
“Tra mezz’ora, vuoi venire dietro le quinte a vedere gli strumenti?” mi chiese con una strana luce negli occhi.
“Di certo meglio che stare qui” affermai per poi lanciare un'altra occhiata a Sophie.
Lo seguii tra la massa di gente che parlava di musica fino ad arrivare dietro alle quinte.
Guardai gli strumenti.
“Con cosa aprite?” gli chiesi mentre accarezzavo la chitarra elettrica.
“Con una canzone dei The pretty reckless, Zombie, me l’hai fatta ascoltare tu” mi disse avvicinandosi a me. “mi piaci, ma non so come fare a piace a te” mi disse con voce calda all’orecchio.
Deglutii “te l’ho detto le persone non mi piacciono”
“Ma ti piace quel Lanny, che cosa ha lui che io non ho?”
“prima di tutto non mi piace, è solo un amico e secondo non tenta di usare i tuoi stupidi trucchetti”
“Trucchetti?” chiese non capendo che cosa intendessi.
“Si, la voce, la musica, la canzone”
Lui rise. “allora almeno un po’ ti faccio effetto” mi disse soddisfatto per poi farmi voltare verso di lui.
“No, affatto” commentai.
Si avvicinò ancora finchè il suo corpo non aderì al mio ormai addossato alla parete a forza di indietreggiare.
Il suo viso si avvicinava al mio mentre i miei occhi guizzavano in cerca di una via di uscita. Chiusi gli occhi aspettando che quel momento finisse. Odiavo quando qualcuno mi prendeva in quel modo, sentivo il mio viso scottare di lacrime.
 
|| “Un bacio piccola mia, un bacio” mi disse la voce di mia zio mentre mi teneva addossata alla parete. Mia zia mi guardava ridendo mentre con una videocamera riprendeva il mio viso.Sentivo le lacrime colare come lava sulle mie guancie mi sentivo in trappola.
“Un bacio” sussurrò ancora lui per poi posare le labbra sulle mie e cominciare a baciarmi||
 
Mi ritrovai ancora addosso alla parete solo che questa volta non c’era Marco che tentava di rubarmi un bacio. Non sentivo più il suo corpo. Aprii gli occhi e vidi Marco coperto da un ragazzo che lo stava prendendo a pugni con tutta la forza che poteva. Sferrava colpi rabbiosi, decisi. Mi asciugai gli occhi parecchie volte prima di riconoscere Lanny.
Non avevo mai visto violento e ora vederlo in quel modo mi faceva quasi paura.
“Lanny” gridai mentre mi avvicinavo a lui e gli sfioravo un braccio facendolo fermare.
Si alzò da Marco che giaceva a terra con la faccia gonfia e violacea.
“Non toccarla, mai più” Gli disse Lanny a denti stretti per poi sputare saliva insanguinata sul suo viso. Aveva il labbro inferiore gonfio.
Sentivo le mie gambe tremare mentre ricordi sepolti si impossessavano di me.
Lanny mi trascinò fuori, in una stanza che non riuscivo a riconoscere.
“Sarah non ti ha fatto nulla sono arrivato in tempo”  mi sussurrò mentre mi attirava al suo petto. I miei singhiozzi si facevano sempre più forti.
“Come mai eri qui?” gli chiesi.
“Ero venuto a vedere come te la cavavi e ho sentito dei ragazzi ridere mentre questo ragazzo scommeteva che ti avrebbe portata a letto” mi spiegò mentre mi accarezzava i capelli.
“Perché non hai reagito Sarah?” mi chiese ma io non risposi, rimasi muta. Mi sentivo inerme come quella volta dai miei zii dopo la morte di mia madre, mi sentivo debole inghiottita dal mondo. Ma almeno c’era Lanny, lui era la mia ancora di salvataggio, lui mi stava salvando.
  
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