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Autore: Kiki May    14/06/2012    2 recensioni
Post NFA, collocabile in una Ottava Stagione continuata e alternativa, che vede Buffy a capo del suo esercito di slayers. Essenzialmente si tratterà di seguire le vicende della Chosen One, fatte di apocalissi del cuore e del pianeta. La nostra eroina dovrà fronteggiare nemici sempre più temibili e cercare un difficile equilibrio tra missione e vita privata. [Prima e Seconda parte concluse, Terza parte in corso]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Buffy Anne Summers, Nuovo personaggio, William Spike, Willow Rosenberg
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Oh, eccomi!
E con questo si chiude definitivamente la Seconda Parte della fanfic.
Le ho voluto bene (?), sappiatelo, e non credevo che avrei scritto tanti capitoli per terminare questa storia! XDDD
Mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo. >*<
Un grazie particolare a coloro che hanno commentato: mi hanno reso più facile il proseguimento della storia e mi hanno anche bacchettata quando perdevo troppo tempo tra un aggiornamento e l'altro.
Vi amo tutti e sono infinitamente imbizzarrita.
Spero che questa conclusione vi piaccia.












39. The Phantom










Attraversare lo specchio era come immergersi in un mare di energia vorticante: quando la mente pareva cedere, ecco che si ci ritrovava nel Mondo Nuovo, oltre la porta di metallo che conduceva alle stanze della Signora Misteriosa, l’alleata del Mercuriale dal volto ignoto ai più.
Questo pensava Tork, il capo chino a fissare le elegantissime scarpe italiane sporche del sangue appena vomitato.
“Ancora una volta no, dai!” esclamò frastornato, umettando le labbra inaridite, asciugando la fronte gocciolante con un fazzoletto di lino ricamato. “Questi viaggi temporali mi costeranno un occhio della testa, se continuo così!” borbottò ancora, aggiustando la cravatta alla meglio.
I completi di sartoria che tanto amava non avevano più la qualità d’un tempo, il taglio elegante caratteristico degli anni Venti, del periodo precedente alla Grande Depressione.
Oh, la Grande Depressione! Quanti ricordi aveva Tork! Quante anime era riuscito a racimolare nel giro di qualche decennio, tra la crisi economica abbattutasi su un’America impreparata e le guerre che avevano squarciato il cuore dell’Europa.
‘Periodi così rosei non torneranno più’, usava ripetere col broncio insoddisfatto e l’aria del ragioniere meticoloso, capace di calcolare la differenza di profitto tra una stagione e l’altra con un semplice esercizio di memoria.
“Santo cielo!” mormorò ancora Tork, studiando le lancette immobili dell’orologio da polso. “Dovrò sistemarlo con la magia …” rifletté, avviandosi per il corridoio ombroso a passo sostenuto.
Il piede destro si trascinava sul pavimento pesantemente.
Giunto dinanzi alla stanza stabilita, Tork fece per bussare. Si trattenne, poiché la porta già socchiusa: lei l’aveva già preceduto.
“Ti ho sentito arrivare.” Disse la donna, la voce ridotta ad un sussurro mellifluo. “L’andatura ...”
Tork esalò un sospiro rassegnato e chiuse la porta alle sue spalle.
La signora scrutava il cielo oltre le finestre, grigiastro e affollato di veicoli urbani.
“È l’ora di punta.” Spiegò lei, indifferente.
Tork fece un cenno del capo che non voleva dire nulla e avanzò, serrando tra le mani il fazzoletto umido.
“Sono venuto per conto del Mercuriale –“
“Vieni sempre per conto del Mercuriale.”
“… Vuole sapere come procedono i piani di preparazione alla guerra.”
La signora agitò una mano pallida, percorsa da vene sottili e nerastre.
“Come vuoi che procedano?” replicò, atona. “Abbiamo dato il comando del nostro esercito ad un ragazzino saccente, che crede di conoscere la vera natura del potere solo perché è circondato da bestie incoscienti. Ho già avvertito il Mercuriale: un altro insulto alla mia intelligenza e il ragazzino che tutti chiamano Liberatore – solo perché Albert ha deciso di renderlo tale – perderà braccia e lingua. Trovo che la mutilazione fisica abbia un indubbio valore educativo coi pulcini.”
Tork roteò gli occhi, scrutando la stanza candida, pulita.
Una libreria colma di volumi d’alchimia fronteggiava lo scaffale dedicato alle enciclopedie scientifiche, ai libri di fisica. Dinanzi all’enorme portafinestra che dava sulla strada, un tavolo in marmo recava i segni di un incantesimo recente, un mazzo di rose rosse spezzava la monotonia cromatica di bianco e nero.
La signora amava circondarsi di cose belle e fragile, come le ragazze che iniziava alla magia o i vampiri che tentava di addestrare, prima di perdere la pazienza e polverizzarli in favore di nuove leve.
Anche il Liberatore era stato tra i protetti della misteriosa dama nera, con un un’unica, significativa eccezione: non era stato lui a farsi avanti per ricevere la benedizione, ma lei a cercarlo, ad interessarsi a lui.
Il Liberatore era un ragazzo speciale, col dono della parola e della vista.
“Comincia ad annoiarmi quest’atteggiamento irriverente, vanaglorioso …” fece lei, mordendosi le labbra violacee. “Se non faccio a pezzi il ragazzino è solo per rispetto di Albert. Puoi dire questo a lui, Tork? Puoi dirglielo?”
Il demone annuì prontamente, agitandosi.
“Certamente signora, il Mercuriale lo sa! Un alchimista potente ed illuminato come lui sa distinguere gli amici dai nemici.”
“E tu non rientri in nessuna delle due categorie.” Rise lei.
La sua risata leggerissima, quasi infantile, terminava con una nota sinistra.
“Io sono vostro amico.” Si premurò di assicurare Tork, gli occhi spalancati e sinceri.
“Sì, Tork. Sei nostro, come il caos e la morte.”
“A questo proposito …”
“Attaccheremo alla prossima congiunzione.” Annunciò lei, perentoria. “I tempi sono maturi e il Mercuriale potrà avanzare le sue pretese.”
Tork trattenne il fiato, emozionato.
“Davvero?”
“Non scherzo mai, demone. I tempi sono maturi, il ragazzino ha preparato un esercito di mostri, la bambina è cresciuta … è cresciuta, vero?”
“Sissignora.”
“Mi manca. Credo che mi manchi, almeno … non ha più importanza, ormai.” La signora misteriosa si sedette, tendendo il capo oltre i grattaceli che nascondevano il sole. “Hai più di cento anni, Tork. Quando sei nato, nei primi del Novecento?”
“Non precisamente. In realtà io sono –“
“Non so come tu faccia a sopportare il peso di un’esistenza così tediosa.” Interruppe lei, amara.
Il demone si fece coraggio e incrociò le dita grassocce, mimando un’espressione confortante.
“Se posso permettermi: una guerra, una pulizia etnica, anche una crisi economica … sono tutte cose che fanno bene a quelli come noi. Nel 1942 raccolsi così tante anime da riuscire a corrompere i vertici del potere internazionale e cambiare forma un migliaio di volte in un solo anno. La vita non è soltanto monotonia e tedio, bisogna imparare ad apprezzare le piccole cose, a valorizzarle, i grandi momenti arriveranno: voi ne state costruendo uno senza precedenti.”
“L’apocalisse …”
“La più spaventosa che il genere umano abbia mai affrontato.”
La signora si voltò.
“Sei saggio, Tork.” Disse. L’espressione vacua, aliena. “Il tuo momento arriverà. Ora vai da Albert e riferisci i miei ordini. Non è più tempo di attendere.”
Il demone si agitò, grato, e fece per raggiungere l’uscita.
La signora gli fu alle spalle.
“Ricorda, Tork …” sussurrò, il tono dolce, cantilenante. “Sei dirai anche solo una parola sulla mia identità, io ti ucciderò dolorosamente.”
“Starò zitto, zitto come un pesce!” rispose lui, sudando.
“Non vuoi morire.”
“Preferirei evitarlo.”
“Bene.”
“Con permesso.” Sibilò il demone, trascinandosi nel corridoio.
La paura aveva accentuato la sua zoppia e Tork aveva dovuto portare una mano a supporto della gamba destra, paralizzata dai brividi.
“A presto.” Salutò la signora, chiudendosi la porta alle spalle.
La luce funerea del mattino non riusciva ad alimentare a sufficienza le rose, che appassivano lentamente.
Persa tra i volumi di magia, una foto antica, stropicciata dal tempo, ritraeva una giovane donna dai capelli biondi e l’espressione timida, amorevole; accanto a lei, le foto ingiallite di tre adolescenti, il ritratto di una Buffy felice a seguito della disfatta del Primo, stretta alla migliore amica, salvatrice e guida del suo esercito appena nato: fantasmi di un passato mai dimenticato, doloroso e sempre presente, vivo.
“Ma non è vero, non è vero …” mormorò Willow, carezzando le rose che ondeggiavano tra le sue dita. “Rimangono solo caos e morte.”








Noticine sparse ~


[*] Fine Seconda Parte, yay! *C*

[*] Ed ecco rivelata l'identità della misteriosa signora che aiuta il Mercuriale. Ve lo aspettavate? Vi è piaciuto? Spero che sia venuta col botto questa sorpresa.

[*] Salutate Tork, nuovo personaggio random inventato proprio in occasione di questo capitolo. È appena nato ma già mi fa divertire un sacco! XD







A presto con la Terza Parte!
  
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