Filippo e Perla si diedero appuntamento per il pomeriggio. Avevano deciso di incontrarsi nella stalla poiché la tanto aspettata sorpresa di Filippo sarebbe arrivata proprio lì. La ragazza dagli enormi occhi azzurri non poteva permettersi di ritardare a un vento che le avrebbe sconvolto la vita, così arrivò nei pressi della stalla con largo anticipo. Aveva in mano dei libri che dopo l’ incontro avrebbe dovuto consegnare alla sua cara padrona. Finalmente il messaggero tanto atteso arrivò e i due cari amici si incamminarono sorridenti nella stalla. Perla non smetteva di fissare Filippo. Quel ragazzo aveva fatto troppo per lei. Lo conosceva sin dall’ infanzia e da allora erano amici inseparabili. Erano amici inseparabili e l’ attaccamento che la ragazza provava nei suoi confronti era soprattutto dovuto alla vicinanza di Filippo durante un buio avvenimento della sua vita. Bastarono solo alcune parole per far sì che la ragazza si gettasse nelle braccia dell’ amico.
Perla era così felice che in quel momento per la prima volta la sua vita le appariva piena di luce. Non avrebbe desiderato altro. Finalmente sarebbe stata in grado di raggiungere lo scopo che si era prefissa da bambina: vendicare suo padre. Quella luce che rendeva i suoi occhi azzurri così vitali le era stata violentemente strappata da bambina. I nobili del paese avevano ucciso suo padre, ingiustamente accusato di furto. La sua famiglia non era mai riuscita a capire cosa il loro amato uomo avesse rubato di così prezioso tanto da meritare di morire. Le era stato strappato alla sua tenera età la cosa a cui teneva di più al mondo. Chiuse gli occhi. Riusciva sentire per un attimo le forti e ruvide mani di suo padre stringerla dolcemente attorno a sé. Il dolore aveva reso più limpidi i suoi ricordi e alla ragazza parve anche di sentire l’ intenso profumo del padre. La mano di Filippo sulla sua spalla la distolse dai suoi dolci pensieri.
<< Perla, mi ascolti? Non ti ho ancora detto chi ci darà lezioni di scherma. >>
<< Non è importante! Filippo con questa notizia mi hai reso la donna più felice del mondo. >>
<< Credo che dovresti saperlo. Non so dopo quest’ ultima notizia conserverai il tuo splendente sorriso. >>
<< Cosa vuoi dire? >> chiese Perla ingenuamente, ancora persa nei suoi sinistri pensieri e totalmente noncurante di ciò che accadeva intorno a lei
< Un brivido percorse interamente il corpo della ragazza che
lasciò cadere a terra tutti i libri che doveva consegnare alla sua padrona. Il
conte entrò nella stalla strisciando rumorosamente i suoi grandi stivali e
sorrise a Filippo che fece un inchino di riverenza. Perla rimase immobile. Il
conte dopo aver fatto intendere a Filippo con un gesto di ritornare composto si
avvicinò a lei e raccolse i libri. Filippo, rimasto a pochi passi dietro Perla
la incitava ad inchinarsi ed aiutare il conte, ma era tutto inutile. Sicuramente il caro Filippo avrebbe ottenuto
risultati migliori parlando con la statua del giardino. << Questi devono essere vostri. >> disse il
conte porgendo i libri alla dama con i capelli color rame. Perla protese le mani per prendere i libri, sfiorando la
mano del conte e per un attimo la felicità che aveva colmato il suo cuore pochi
minuti prima si trasformò in rabbia. Allora con un gesto veloce e violento
strappò quelle pagine piene di emozioni dalle mani del conte. Lui la guardò con
aria contrita. << Grazie mille, ma non sono miei. Sono della vostra
carissima madre e mi accingevo proprioad andarle a farle visita. >> << Quindi siete voi Perla? La tanto amata Perla della
mia adorata madre? Credevo che avesse scelto una ragazza più posata e educata
come sua dama di compagnia. >> << E io credevo che il suo amato figlio fosse meno
impertinente. >> Detto questo Perla si avviò a testa bassa verso lì uscita,
ma Filippo la prese per un braccio e Perla fu costretta a fermarsi. << Filippo, lascia che vada a compiere le mie
mansioni. >> << Quello che cercavo di dirti prima…>> balbettò
il giovane. Il conte infastidito dall’ atteggiamento di Perla esclamò:
<< Filippo non ho tutto il giorno da perdere in cose inutili. Parliamo
quindi delle lezioni di scherma perché ho i miei impegni che mi aspettano. Chi
è il tuo amico che parteciperà con te alla mie lezioni? >> Perla sgranò gli occhi e guardò amaramente la persona che
continuava a stringerle il braccio. << Ecco vede signor conte, non le ho detto nulla prima
perché era in dolce compagnia e non volevo rubarle del tempo prezioso. Si sa
che quando si è innamorati non c’ è nulla di più bello che i minuti passati
vicino alla donna amata. >> Un sorriso si dipinse sulle labbra del conte. <<
Continua pure. >> esclamò il conte divertito. << Vede in realtà il compagno che assisterà alle
lezioni di scherma da lei caritatevolmente concesse è una donna. E’ Perla.
>> Il conte, già da prima divertito,scoppiò in una rumorosa
risata. << Caro Filippo mi deludi. Dovresti saperlo che le
donne non sanno maneggiare alcun arma. Loro sono state create per fare altro.
Accontentano gli uomini, ma non divertendoli con duelli. >> Perla non potè più sopportare l’ arroganza del conte ed
urlò: << Certo, le donne non sono fatte per questo, nemmeno per quello,
sono solo poveri esseri destinati a subire i sopprusi degli uomini. Si sbaglia
caro conte, non siamo tutte come le bamboline di porcellana che si porta a
spasso ogni giorno in giardino. >> << Io vado Filippo, ci vediamo dopo. Riferisci all’
arrogante signor conte che non ho nessuna intenzione di prendere lezioni da
scherma da un uomo come lui. >> Il conte guardava la scena divertito. << Chissà cosa
penserebbe mia madre riguardo alla minuziosa descrizione di suo figlio da te
gentilmente fornitaci. >> Perla ormai quasi vicino alla porta, si girò di scatto e
disse: << Chissà cosa penserebbe vostra madre delle vostra concezione
delle donne. >> E così dicendo Perla uscì dalla stalla. Non poteva prendere
lezioni di scherma da un nobile. Non poteva di certo imparare quell’ arte così
nobile dall’ uomo che aveva sempre amato nel profondo del suo cuore, ma verso
il quale provava un tetro rancore.