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Autore: LostinStereo3    15/06/2012    2 recensioni
Non sapevo da quanto tempo camminavo, non mi importava, il tempo era solo un numero, uno scorrere di numeri in successione che si accavallavano, uno dietro l’altro, in una continua gara verso un misterioso traguardo. Che senso aveva questo? Perché il mondo era così crudele? Se era vero che Dio esisteva, perché aveva permesso tutto ciò?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia madre tempo fa mi chiese perché non volessi mai andare in vacanza con loro in estate.
Io le rispondevo con sguardo furbo che volevo che passassero del tempo da soli, lei e mio padre. Come se non capissero che mi scartavetravo i coglioni in vacanza con loro.
Quell’ anno avevano deciso di andare in ‘non so quale’ località di mare perché, e cito mio padre “Ci vogliamo rilassare e goderci gli unici giorni di riposo in tutto l’anno”.
“Contenti voi” avevo risposto, con un’alzata di spalle.

E invece nel giro di 2 secondi tutte le nostre certezze se n’erano andate a quel paese.
Neanche la settimana di vacanze estive, la stessa da sempre, era più una certezza.

L’estate si avvicinava, ormai era aprile e, sebbene il nostro giardino fosse incolto ormai da mesi, si vedevano i segni della primavera anche lì.
Ma non in casa nostra. Quella era inquietantemente uguale.

Un sabato mattina me ne stavo tranquillamente gironzolando per casa, aprendo il frigorifero regolarmente ogni due minuti e richiudendolo regolarmente 3 secondi dopo sconsolata, quando sentii bussare alla porta.
Me la presi comoda per andare ad aprire, pensando fosse mia madre che mi ricordavo essere uscita qualche ora prima diretta non so dove. Arrivata alla porta la spalancai e incurante mi incamminai verso la cucina per un’altra sbirciata al frigorifero.

“Sei maleducata. Non mi inviti ad entrare?”

Una voce profonda e graffiante parlò. Quella non era mia madre.

Mi girai e un paio di occhi verdi infiammati mi colpirono l’anima.

“Che ci fai tu qui?” chiesi sorpresa.

Entrò senza aspettare che glielo dicessi e si chiuse la porta alle spalle.

“A scuola erano preoccupati che sparissi di nuovo. Perché ieri non sei venuta?”

“Come se te ne importasse qualcosa, di me e della scuola” ribattei, scettica.

“Hai ragione, ma mi hanno chiesto tue notizie.”

“E che hai detto tu?”

“Che avevi la diarrea” scoppiò a ridere, tanto che gli occhi cominciarono a lacrimargli.

“Ma sei idiota o cosa? Una balla migliore non te la potevi inventare? Ho la cacarella, che grande cazzata.”

Riemerse a fatica dal conato di risate.

“È la prima cosa che mi è venuta in mente, scusa” altre risate.

“Sì certo, come no.”


Salii le scale fregandomene di Billie Joe nel mio ingresso e me ne andai in camera mia.
Mi buttai di peso sul letto con tutte le scarpe e con grande disappunto notai che lui mi aveva seguita e adesso se ne stava impalato sulla porta a fissare l’enorme caos in cui doveva apparire la mia camera.


“Si può sapere che cazzo vuoi?”

“Siamo nervosette stamattina”

Lo ignorai.

“Insomma?”

Mosse qualche passo e cominciò a studiare la mia lunga fila di cd sulla libreria.
“Devo dire che ti avevo sottovalutato, hai dei buoni gusti musicali.”

“La smetti di ignorarmi?”

Mi guardò improvvisamente con interesse prima di tornare a studiare la mia collezione.

“Guarda che neanche tu hai risposto alla mia domanda” precisò lui.

“E quale domanda scusa?”

“Ti ho chiesto perché ieri non sei venuta a scuola. Hanno tutti sentito la tua mancanza, soprattutto Jane, lei era veramente preoccupata.”

“Sì certo, non ci credo neanche se lo vedo. Non mi si è inculata per mesi e adesso vuole farsi i cazzi miei. Comunque non sono venuta ieri perché non avevo voglia, ti basta come risposta?”

“Mi è più che sufficiente” rispose.

Lo osservai. Era non troppo più alto di me, con quei vestiti trasandati e la tinta blu/celeste fatta male. Dava l’idea di uno che aveva vissuto così tante disgrazie in appena 17 anni di vita, sembrava che non gli fregasse un cazzo di tutto quello che lo circondava e arrivai alla conclusione che era proprio così.
 
“Perché sei qui?” chiesi.

“Te l’ho detto, per vedere che fine avevi fatto”

“E perché tutto quest’interesse? A scuola non mi degni mai di uno sguardo. Abbiamo praticamente tutti i corsi insieme e io mi siedo ormai sempre vicino a te, ma tu non dai segni di vita, non ti frega niente di me e poi ti presenti a casa mia di sabato mattina per sapere perché il giorno prima non sono venuta. Sei strano, sei lunatico” conclusi.

“Se ti da’ così fastidio che sia venuto allora me ne vado.”

Ecco aveva cambiato umore di nuovo.

“Non ho detto questo. Mi chiedevo solo il perché.”

“L’ho fatto, non ti basta questo?”
Si era stranito, questo era chiaro, così decisi di lasciar perdere.

Mi accomodai meglio sul letto e iniziai a sonnecchiare lasciandolo sbirciare liberamente nella mia camera.

“È strana la tua camera.”

“Perché scusa?” cosa aveva di strano proprio non lo sapevo.

“A parte il fatto che sia rossa, il che è già abbastanza inquietante, poi boh, è strana. Non ci sono foto né poster o cose di altro genere, tipiche di qualsiasi adolescente, solo tanti cd e libri” rispose lui alternando lo sguardo da me alla camera, dalla camera a me.
Era sveglio il ragazzo, aveva colto proprio nel segno, al primo tentativo poi.

“Primo. Io amo questo rosso e il fatto che la mia camera sia rossa.
Secondo. La musica e i libri sono la mia vita.
Terzo..” presi fiato “Prima avevo moltissime foto attaccate in giro, di ogni tipo, poi ho tolto tutto. Mi opprimevano.”

Billie mi guardò fissa, con un’intensità sconvolgente. Sembrava che mi stesse scavando dentro.
Poi con molta tranquillità e naturalezza prese la macchina fotografica che mi aveva regalato mio padre l’anno prima,buttata alla bell’ e meglio sulla scrivania, si avvicinò, si sedette sul letto, puntò uno di quei pozzi smeraldo nell’obiettivo e mi scattò una foto.







Ebbene sì, non sono morta. Sto resistendo all'estate e al caldo asfissiante. Tralasciando il fatto che qui fa un freddo boia.
Mi ero ripromessa di postare più spesso adesso che la scuola fosse finita, ma è una settimana che sono ferma su questo capitolo e fa pure abbastanza/TANTO schifo.
Però è lungo, tanto lungo.

Perchè tanta gente legge la storia, ma nessuno recensisce? Io voglio sapere che ne pensate.
  
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