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Autore: ValeDowney    15/06/2012    1 recensioni
Primo capitolo di una lunga serie, che vede protagonista Clarice Piton, la figlia di Severus Piton e Lily. In questa serie di storie, Harry Potter é in versione femminile e la giovane Clarice passerà tante meravigliose avventure, insieme ai suoi fedeli amici, nel magico mondo di Hogwards. Prima serie: Clarice Piton e la Pietra Filosofale
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ed eccoci giunti alla fine di questa prima parte. Ma non preoccupatevi: Clarice ed i suoi amici torneranno nella Camera dei Segreti

Venne la mattina di un nuovo giorno e già tutti gli studenti, ed i professori, a parte Severus e Silente, erano a conoscenza di ciò che era successo al Professor Raptor: “Ancora non ci credo che il Professor Raptor e Tu – Sai – Chi erano la stessa persona” disse stupito Ron, mentre insieme ad Hermione e ad altri studenti, era nella Sala Comune dei Grifondoro. “Dovevamo immaginarlo, fin da quando il Professor Raptor ha fatto il Malocchio alla scopa di Clarice: ma perché non ci abbiamo pensato prima ?!” disse Hermione. “Per la verità, lo avevamo immaginato, solo che il Professor Piton non ci permetteva di ficcare il naso in faccende che riguardano la scuola e, se lo facevamo, poi ci andava di mezzo anche Clarice” spiegò Ron. “Era Clarice che metteva in mezzo noi e non il contrario; comunque, sono contenta, che si sia risolto tutto per il meglio” disse Hermione. “A proposito: ho sentito dire da Fred e George, che lo hanno sentito dire da Baston, che Grifondoro é riuscita a vincere la Coppa di Quidditch: la consegneranno oggi pomeriggio alla squadra” disse Ron. “E ti meraviglia ?! Quest’anno, Grifondoro ha avuto una bravissima Cercatrice” disse Hermione; poi, aggiunse dicendo: “Ho chiesto alla Professoressa McGranitt come sono andati gli esami e, ovviamente, ho preso il massimo dei voti”. “Fortunata te; scommetto che, anche a Clarice, saranno andati bene. Sono io, invece, che non so se verrò promosso al prossimo anno” disse Ron. “Prendila dal lato positivo, Ron: almeno abbiamo aiutato Clarice a sconfiggere il mago più potente che ci sia” disse Hermione. “E con questo ?! Non credo che promuoveranno uno che non ha ubbidito a chissà quante regole” disse Ron. “Però, è anche vero che abbiamo fatto un’azione a fin di bene; insomma, per proteggere qualcosa che appartiene alla scuola” disse Hermione. In quel momento, si avvicinò a loro Neville e Ron gli domandò: “Ehi, ciao Neville: non te la sarai presa per quello che Hermione ti ha fatto ieri sera, vero ?”. “No, anche perché la Professoressa McGranitt non ci ha impiegato molto a sprietificarmi; però, non dovevate, lo stesso, uscire: potevate far perdere altri punti a Grifondoro” rispose Neville. “Bé, se vuoi saperlo, non ci avrebbero tirato via dei punti, perché con noi è venuto il Professor Piton” disse Ron. “Davvero ?! Non è che mi state raccontando una bugia ?” chiese stupito Neville. “E’ la verità: è stato proprio il Professor Piton a consegnarci il Mantello dell’Invisibilità e, poi, ovviamente a venire con noi” rispose Hermione. “Bé, il Mantello dell’Invisibilità era suo” disse Ron. “Cosa ?!” disse stupita Hermione guardandola. “Cavolo, non dovevo dirtelo: avevo promesso al Professor Piton che sarebbe stato un segreto solo tra me e lui” disse Ron. “Clarice lo sa ?” domandò Hermione. “No, anche se non mi sarebbe corretto non dirglielo” rispose Ron. “Allora, glielo potremo dire quando la dimetteranno dall’Infermeria: oggi dovrebbe uscire” disse Hermione. “Preferirei dirglielo quando non c’è il Professor Piton e, conoscendolo, sicuramente ci sarà anche lui oggi pomeriggio, quando verrà consegnata la Coppa di Quidditch” disse Ron. “Bé, glielo dirai quando lui non ci sarà, è ovvio” disse Hermione. “Il che mi sembra difficile che possa accadere: ultimamente, non ha mai perso d’occhio Clarice. Anzi, scommetto che, in questo momento, si trova nell’Infermeria con lei” disse Ron.

Di fatti, nell’Infermeria, Severus era appena arrivato di fianco al letto di Clarice e, in braccio, teneva l’animaletto che le aveva comprato a Diagon Alley: “Se non fai il bravo, giuro che ti rinchiudo nella tua gabbia ! So che la odi !” disse Severus ed il furetto tra le sue braccia se ne stette fermo, per poi essere messo sul letto. Il furetto camminò sulle lenzuola e, quando arrivò alla faccia di Clarice, gliela leccò. “ No, papà, non ho bisogno di un bagno; smettila” disse Clarice. “Forse, se apri gli occhi, ti accorgerai che non ti sto affatto costringendo a farti un bagno” disse Severus. Clarice aprì gli occhi per trovarsi di fronte un musetto rosa: “ Ma…ma….questo…” disse titubante Clarice, sedendosi e prendendo in mano l’animale. “…questo sarà il tuo nuovo animale da compagnia: ho notato che Hedwige non sta molto con te ed ho pensato che un furetto sarebbe stato ideale” disse Severus, sedendosi sul letto. Clarice non sapeva che dire, era praticamente rimasta senza parole: non si sarebbe mai immaginata che, prima o poi, suo padre le avrebbe regalato un animale domestico; quindi, disse: “Grazie, papà: è bellissimo”. “Bé, secondo Hagrid, si tratta di una femmina” la corresse Severus. “Ah, ma sei una femminuccia ? Allora, ti ci vuole un nome speciale” disse Clarice, guardando il furetto il quale cercava di leccarle, di nuovo, la faccia. “Che nome pensi di darle ?” chiese Severus. “Artemisia” rispose Clarice. “Artemisia ?!” disse stupito Severus. “Sì: è stata la prima domanda che mi hai fatto il primo giorno di scuola e, alla quale, io non ho risposto” spiegò Clarice. “Già, quella domanda: che cosa ottengo se verso della Radice di Asfodelo in polvere in un infuso di Artemisia” disse Severus, ripetendo la domanda che le aveva fatto durante la prima lezione di Pozioni. “Ma è ovvio, Professore: ottengo una pozione soporifera potentissima, ovvero il Distillato della Morte Vivente” disse Clarice. “10 punti a Grifondoro per la prestazione ottima della vostra compagna” disse Severus e, i due, si misero a ridere. Artemisia li guardò con curiosità, non capendo del perché stessero ridendo.

In quel momento, entrò Silente il quale, avvicinandosi al letto, disse: “Oh, vedo che sei già sveglia e noto anche, con piacere, che il tuo papà ti ha regalato un animaletto”. “E’ un furetto e si chiama Artemisia” spiegò Clarice. “Artemisia…è uno degli ingredienti per preparare il Distillato della Morte Vivete, vero ? Direi che è proprio appropriato come nome” disse Silente. “L’ha scelto Clarice” disse Severus. “Sei brava a scegliere i nomi: complimenti” disse Silente. “Grazie, Signore” disse Clarice. “Ma perché non mi chiami “nonno” ? Lo sono o non lo sono ?” domandò Silente. “Perché mi sembra corretto rivolgersi così ad una persona adulta” rispose Clarice. “Che brava bambina, che sei” disse sorridendo Silente; poi, vedendo i tanti doni che vi erano davanti a lei, aggiunse dicendo: “Ah, doni, dai tuoi ammiratori”. “Ammiratori ?!” disse stupita Clarice. “Quello che è accaduto ieri sera tra te ed il Professor Raptor, è segretissimo, per ciò naturalmente, tutta la scuola lo sa” spiegò Silente. Clarice, quindi, guardò Severus, il quale disse: “Non guardare me: non sono stato io a spifferare tutto” ed entrambi rivoltarono lo sguardo verso Silente il quale, mentre prendeva una Cioccorana aperta, disse: “Vedo che il tuo amico Ron ti ha risparmiato la fatica di scartare le tue Cioccorane”. “Ron era qui ?! Sta bene ? E Hermione ?” chiese preoccupata Clarice. “ Bene: stanno bene tutti e due” rispose Silente e Clarice si sentì più rassicurata; poi, aggiunse domandando: “Ma dove è finita la pietra ?”. “Clarice, per favore: ancora con questa storia. Pensavo che, con tutto quello che abbiamo passato ieri sera, non avresti più chiesto della pietra” disse Severus. “E’ tutto a posto, Severus; e, poi, la piccola ha diritto di sapere che fine ha fatto, no ?” disse Silente, ma Severus, non pensandola alla sua maniera, incrociò le braccia in segno di disapprovo. “La pietra è stata distrutta: il mio amico Nicholas ed io abbiamo fatto una chiacchierata ed abbiamo deciso che era meglio per tutti” rispose Silente. “Ma così Flamel morirà, vero ?” disse Clarice. Silente si sedette dall’altra parte del letto e le disse: “Ha sufficiente Elisir per sistemare i suoi affari. Però, sì, morirà”. “Come ho fatto ad avere la pietra ? Mi stavo fissando nello specchio e, tutto ad un tratto…” chiese Clarice, ma Silente la fermò, rispondendole: “ Solo una persona che avesse voluto trovare la pietra, trovarla ma non usarla, avrebbe potuto prenderla. È stata una delle mie idee più brillanti”. “Le altre non erano idee brillanti, ma solo ricatti” disse Severus, guardandolo. Silente lo guardò a sua volta e gli domandò: “ Cosa ti fa pensare che non fossero brillanti ?”. “Bé, la prima è che hai assunto un professore psicopatico per la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure; la, seconda è che hai permesso di far giocare Clarice nella squadra di Quidditch durante il suo primo anno; e, terzo, mi hai convinto a regalarle il mio Mantello dell’Invisibilità” rispose Severus. Clarice lo guardò e stupita disse: “Il Mantello dell’Invisibilità era tuo ?!”. Severus la guardò e le disse: “Ma certo che era mio: lo usavo, di notte, per andare a trovare tua madre nel dormitorio dei Grifondoro. Però, io te l’ho regalato non per andare da Hagrid di sera e soprattutto non per andare a vedere lo Specchio delle Brame”. “Ma sul biglietto c’era scritto di farne buon uso ed io ne ho fatto buon uso” disse Clarice. “Non ha tutti i torti” disse Silente. Severus lo guardò e replicò dicendo: “Smettila di darle sempre ragione: così, la conduci sulla cattiva strada”. “Usare quel Mantello per recuperare la pietra, non era andare sulla cattiva strada, ma essere diventato un Mangiamorte lo è stata” replicò dicendo Clarice. “Te l’ho spiegato del perché sono diventato un Mangiamorte e, per giunta, non avevo altra scelta. Credimi, piccola: tua madre non aveva mai approvato questa mia decisione, ma era l’unico modo per scoprire che cosa tramava Tu – Sai - Chi” disse Severus. “Io non ce l’ho con te, papà, anche perché, in passato, hai dovuto subire troppe cose brutte: prima la morte della mamma e, poi, il nonno che mi ha portato via da te e mandarmi a vivere dai Dursley. Però ora non voglio vederti soffrire, perché ci sono io qua con te” disse Clarice e lo abbracciò. “Clarice, c’è una ragione del perché, ogni estate, devi ritornare dai Dursley” disse Silente. Clarice si staccò dall’abbraccio con Severus e, guardandolo, gli chiese: “E quale sarebbe ?” e Silente le raccontò tutto quello che aveva detto a Severus la sera prima. Quando ebbe finito la spiegazione, Clarice disse: “ Quindi, quando avrò compiuto 17 anni, potrò finalmente vivere con papà, vero ?”. “Esattamente; e, poi, ricordati: finché non avrai compiuto la maggior età, non potrai usare la magia al di fuori del mondo magico” spiegò Silente. “Lo so; però, posso sempre minacciare i Dursley se mi maltratteranno ancora” disse Clarice. “Se ti maltratteranno, giuro che ti vengo a prendere immediatamente” disse Severus. Clarice lo guardò e domandò: “Davvero lo faresti ?!”. Severus l’accarezzò sulla guancia e le rispose dicendo: “Ma certo, mio piccolo leoncino” e Clarice sorrise. “Scusatemi, ma ora devo proprio andare: oggi pomeriggio, c’è un’importante premiazione” disse Silente, alzandosi dal letto ed andando dietro i dolci, mentre Artemisia lo guardava con curiosità. “Quale premiazione ?” chiese Clarice. “Grazie a te, piccola, Grifondoro ha vinto la Coppa di Quidditch; quindi, oggi pomeriggio, la tua squadra, insieme a tutte le altre case ed ai professori, ti aspetta nel giardino del castello per ricevere questa coppa” rispose Silente. “Uao ! Abbiamo vinto la Coppa del Quidditch” disse entusiasta Clarice; poi, guardando Severus, aggiunse dicendo: “Non è meraviglioso, papà ?! Grifondoro ha vinto la Coppa del Quidditch !”. “Sono orgoglioso di come hai giocato in tutte le partite: è grazie a te se avete vinto la coppa” disse Severus. “Non è tutto merito mio: è grazie a tutta la squadra, se l’abbiamo vinta” disse Clarice. “Clarice è molto generosa e pura di cuore: non mi meraviglia affatto che, quando hai toccato Raptor, si è sgretolato” disse Silente. “Però, ora che la pietra è sparita, Voldemort non tornerà mai più ?” domandò Clarice. Severus la guardò malamente, perché le aveva già detto che non voleva più sentire nominare quel nome; ma Silente le rispose dicendo: “ Ho paura che ci siano altri modi con cui può tornare. Clarice, lo sai perché il Professor Raptor non sopportava che tu lo toccassi ?” e Clarice scosse negativamente la testa; quindi, Silente continuò dicendo: “ A causa di tua madre: lei si è sacrificata per te e, un atto come questo, lascia il segno”. Clarice, allora, si toccò la cicatrice, ma Silente le disse: “No, no , non è un segno visibile: ti resta dentro, nella pelle”. “Che cosa è ?” chiese Clarice. “L’amore, Clarice. L’amore” rispose Silente e, dopo averla accarezzata sulla testa,  prese un pacchetto di Gelatine Tutti i Gusti + 1 ed aggiunse dicendo: “Ah, gelatine Tutti i Gusti + 1: sono stato molto sfortunato da giovane, perché ne ho trovata una al gusto di vomito e da allora, per me, hanno perso ogni attrattiva” e Clarice fece una faccia disgustata, mentre Severus rideva sotto i baffi. “Ma credo che andrei tranquillo con una Caramella Muu” disse Silente e, mentre la prendeva, Severus gli disse: “Stai attento che, troppe caramelle, non fanno bene”. “Oh, Severus non stare sempre a dire ciò che non si deve fare: bisogna viverla la vita” disse Silente, mentre mangiava la caramella. “Il nonno ha ragione, papà: bisogna divertirsi finché si ha ancora tempo” disse Clarice. “Lui ha detto “viverla la vita” e non “divertirsi”: sono due cose completamente diverse” disse Severus; poi, guardando Silente, aggiunse domando: “Allora, questa volta che gusto hai trovato ?”. “Ahimè: cerume” rispose Silente e Clarice sorrise, mentre Severus scosse negativamente la testa. “Ora vi devo veramente lasciare, ma ci vedremo oggi pomeriggio per la premiazione” disse Silente ed uscì dall’Infermeria. “Il nonno è proprio simpatico: credo che sentirò molto la sua mancanza durante l’estate” disse Clarice. “E, la mia, la sentirai ?” chiese Severus. Clarice lo guardò e rispose: “Tantissimo, papà” e lo abbracciò.

Nel pomeriggio, Clarice era stata dimessa dall’Infermeria e stava camminando per i corridoi del Castello a fianco di Severus, mentre sulla spalla sinistra vi era Artemisia: “Sai, credo che il tuo furetto, ormai, si stia abituando a vivere qui” disse Severus. “Vivere qui ?! Vuoi dire che non potrò tenerla con me durante l’estate ?” domandò stupita Clarice, voltando lo sguardo verso Severus il quale, guardandola a sua volta, le rispose dicendo: “Non credo che i Dursley la apprezzeranno, quindi è meglio per lei stare lontano da persone che le possano far del male”. “Non le faranno del male: ci devono solo provare che li minaccio di trasformarli in rospi” replicò dicendo Clarice. “Lo sai che non si può usare la magia al di fuori delle mura di Hogwarts” disse Severus. “Lo so: di fatti, ho detto che li minaccio e non che faccio loro una magia” disse sorridendo Clarice. “A volte, mi chiedo del perché tu non sia stata messa in Serpeverde: quando ti comporti così, sei meno Grifondoro e più Serpeverde” disse Severus; poi, aggiunse dicendo: “Va bene, Artemisia starà con te, ma mi devi promettere che non la farai mai uscire dalla sua gabbia”. “Ma si annoierà” disse Clarice. “Non mi interessa: se vuoi che il tuo animaletto non venga messo in qualche pentola, allora, è meglio che la tieni in gabbia” disse Severus. “Chi mai mangerebbe un furetto ?” disse disgustata Clarice. “Bé, secondo quanto mi hai raccontato, tuo cugino Dudley si mangia di tutto, quindi…” disse Severus. “Ti prego non andare oltre: ho già capito. Artemisia non lascerà mai la sua gabbia” disse Clarice. “E, la stessa cosa, vale anche per Hedwige” disse Severus. “E perché ?” chiese Clarice. “Non vorrai che venga spennata e messa arrosto, vero ?” rispose Severus. “Perché devi essere sempre così macabro: a volte, sei peggio del Barone Sanguinario” disse Clarice. “Voglio solo il meglio per i tuoi animali: Hedwige perché deve consegnare la posta e Artemisia, perché, quando frequenterai il secondo anno, tua nonna ti insegnerà un incantesimo che trasformerà gli animali in calici” spiegò Severus. “Davvero potrò trasformare Artemisia in un calice ?! Uao !” disse stupita Clarice. Severus la guardò e, rivolto al furetto, disse, puntandogli contro il dito: “ E tu, prova a rigare dritto: se vengo a scoprire che sei scappata, anche solo una volta, dalla tua gabbia, giuro che, quando ritornerai ad Hogwarts, ti uso come ingrediente per una delle mie pozioni” ed il furetto gli leccò il dito. Clarice rise e, mentre Severus si puliva il dito con un fazzoletto, disse: “Sembra proprio che Artemisia non abbia paura di te; anzi: le stai già simpatico”. “Avrà paura quando, sotto di lei, ci sarà un bel calderone bollente” disse Severus e rimise via il fazzoletto. Clarice guardò il furetto sulla sua spalla e disse: “Non ti preoccupare, Artemisia; il papà dice così solo per metterti paura: mica ti usa veramente come uno dei suoi ingredienti”. “Lo vedremo” disse Severus. Nel frattempo, Ron ed Hermione avevano finito di fare colazione e, ora, si trovavano in cima ad una scala: “Sai, Hermione: Clarice mi manca” disse Ron. “Già, manca anche a me, ma vedrai che fra poco la rivedremo” disse Hermione. “Non vedo l’ora di dire a Clarice che abbiamo vinto la Coppa di Quidditch, anche se andrà sicuramente diversamente per la Coppa delle Case” disse Ron. Hermione guardò davanti a se e, stupita disse: “Ehi, quella sembra Clarice e, di fianco, c’è anche il Professor Piton”; quindi, anche Ron guardò davanti a se e disse: “E’ vero: è Clarice con suo padre e…ehi, ma che cosa è qell’animale che ha sulla spalla ?!”. Clarice e Severus si fermarono di fronte a loro e Clarice, guardando Ron, gli domandò: “Tutto bene, Ron ?”. “Tutto bene; e tu ?” rispose Ron. “Tutto bene” disse Clarice; poi, guardando Hermione, continuò chiedendo: “ E Hermione ?”. “Mai stata meglio” rispose sorridendo Hermione. Clarice sorrise, sapendo che i suoi due migliori amici stavano bene e, persino Severus, accennò ad un piccolo sorriso. “Ehi, Clarice, vuoi sapere una super notizia ?” disse Ron. “Se si tratta della Coppa che Grifondoro ha vinto a Quidditch, allora la so già, perché me l’ha riferita questa mattina mio nonno” spiegò Clarice. “Ahhhhh” disse tristemente Ron; poi, ritornò di buon umore e disse: “E’ grazie a te se abbiamo vinto la Coppa di Quidditch: su quella scopa eri bravissima”. “Grazie, Ron” disse Clarice. “Ma sì, certo, il Quidditch è molto più importante delle condizioni di una persona, no ?” disse Severus. “Ci scusi, Professor Piton; comunque, sta bene ?” domandò Hermione. “Tutto bene e sono contento che, anche voi, vi siate ripresi” rispose Severus. Ron ed Hermione scesero le scale e, mettendosi di fronte a Clarice e Severus, Ron chiese, indicando il furetto che c’era sulla spalla di Clarice: “Che cosa è questo animale ?”. “Oh, si chiama Artemisia ed è un furetto: me l’ha regalato il mio papà” rispose Clarice e guardò Severus, il quale disse: “ Te l’ho regalato, ma solo perché l’anno prossimo dovrai utilizzarlo per alcune lezioni di Trasfigurazione”. “Allora, sono stata promossa ?!” disse stupita Clarice. “Sì, è con tutti pieni voti” disse Severus. “Lo sapevo ! Lo sapevo che avevo fatto dei bellissimi esami” disse entusiasta Clarice, saltando per la gioia. Nel saltare, però, fece spaventare Artemisia la quale, scese velocemente da lei, per andarsi a mettere sulla spalla sinistra di Severus, il quale disse: “Clarice, un po’ di contegno: non vedi che hai messo paura al tuo furetto ?!”. Clarice si calmò e, guardando il furetto sulla spalla di suo padre, disse: “Scusami, Artemisia: non volevo metterti paura” ed il furetto la leccò sulla faccia. “Devo fare i complimenti alla Signorina Granger, anche se mi sarei aspettato un risultato migliore in Pozioni” disse Severus, guardando Hermione, la quale stupita disse: “ Vuol dire che ho preso meno di Clarice ?”. “Proprio così: Clarice ha fatto un compito perfetto, mentre lei ha fatto un paio di errori; ma, ciò, non toglie che voi due siete state le migliori di tutta la classe” spiegò Severus. Clarice ed Hermione si guardarono e sorrisero compiaciute, mentre Ron disse: “Scommetto, però, che io avrò fatto un compito terribile, vero ?”. “L’aveva fatto ma…ecco…dopo ciò che è successo ieri notte, l’ho voluta premiare e, così, questa mattina, ho corretto il suo voto, mettendole la sufficienza” spiegò Severus. Sul volto di Ron comparve un sorriso e, guardò Hermione e Clarice; quest’ultima gli disse: “Così ti avevo detto Ron: il mio papà non è, poi, così cattivo come sembra”. “E, poi, se ti comporti bene e fai una cosa a fin di bene per la scuola, verrai premiato e, così, è stato” aggiunse dicendo Hermione. “Se non ci foste voi…” disse Ron. “Saresti sempre nei guai” finirono di dire Clarice ed Hermione.

  
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