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Autore: ValeDowney    15/06/2012    2 recensioni
Primo capitolo di una lunga serie, che vede protagonista Clarice Piton, la figlia di Severus Piton e Lily. In questa serie di storie, Harry Potter é in versione femminile e la giovane Clarice passerà tante meravigliose avventure, insieme ai suoi fedeli amici, nel magico mondo di Hogwards. Prima serie: Clarice Piton e la Pietra Filosofale
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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E, così, siamo giunti alla fine di questa prima storia. Grazie a tutti coloro che l' hanno recensita e l'hanno seguita. Alla prossima con Clarice e la Camera dei Segreti

In alto, erano appesi gli stendardi dei Serpeverde, segno che, questa Casa, aveva vinto la Coppa delle Case: “Avevo ragione che non avremmo vinto la Coppa delle Case” disse tristemente Ron, mentre giocherellava con il cibo che aveva nel piatto. “Pensala dal lato positivo, Ron: almeno, abbiamo vinto la Coppa del Quidditch” disse Clarice. “Clarice ha ragione; e, poi, ci rifaremo il prossimo anno” disse Hermione. “Sempre se Silente non assume un altro professore di Difesa contro le Arti Oscure che voglia rubare qualcosa dalla scuola e che, soprattutto, voglia uccidere Clarice” disse Ron. “Grazie tante per l’incoraggiamento” disse con tono ironico Clarice. “Prego” disse Ron e Clarice gli lanciò un’occhiataccia.

Ad un certo punto, la Professoressa McGranitt picchierò, con il cucchiaio, il suo bicchiere ed il Professor Silente si alzò; a quel punto, tutti avevano l’attenzione su di lui, quindi, il Professor Silente iniziò a dire: “ Un altro anno è passato. Ora, se ho ben capito, va assegnata la Coppa delle Case, la classifica è la seguente: al 4° posto Grifondoro con 312 punti” ed i Grifondoro applaudirono miseramente. Clarice guardò suo padre, il quale la guardò a sua volta, facendole uno sguardo di incoraggiamento; poi, Silente continuò col dire: “ Al 3° posto, Tassorosso con 352 punti” ed anche i Tassorosso, come i Grifondoro, applaudirono poco. Silente, quindi, continuò la classifica: “ Al 2° posto, Corvonero con 426 punti” ed i Corvonero applaudirono un po’ di più dei Grifondoro e dei Tassorosso. Quindi, Silente finì dicendo: “ E, al 1° posto, con 472 punti, Serpeverde” ed i Serpeverde esultarono dalla gioia. Anche Severus applaudì calorosamente, perché la sua Casa aveva vinto, per la settima volta consecutiva.

Ma la gioia dei Serpeverde durò ben poco, perché Silente riprese a parlare: “ Sì, sì, complimenti Serpeverde, complimenti…tuttavia, alcuni recenti avvenimenti vanno presi in considerazione ed ho alcuni punti dell’ultimo minuto da assegnare” e Severus voltò lo sguardo verso di lui, come se chiedesse spiegazioni; poi, Silente continuò dicendo: “ Alla Signorina Hermione Granger, per il lucido uso dell’intelletto, mentre altri erano in grave pericolo, 50 punti” ed i Grifondoro esultarono. “Molto bene” disse Clarice e sorrise ad Hermione, la quale le sorrise a sua volta; poi, Silente continuò: “ Secondo: al Signor Ronald Weasley, per la migliore partita a scacchi che ad Hogwarts abbia visto da molti anni: 50 punti” ed i Grifondoro esultarono ancora più di prima. Ron non poteva crederci a quello che aveva sentito e Clarice gli sorrise amichevolmente; poi, Silente aggiunse dicendo: “ E terzo, alla Signorina Clarice Piton, per il suo sangue freddo e l’eccezionale coraggio, attribuisco ai Grifondoro, 60 punti” ed i Grifondoro esultarono tantissimo. Clarice guardò suo padre, il quale le fece l’occhiolino; quando Hermione richiamò la sua attenzione al tavolo, dicendo: “Siamo alla pari con Serpeverde”. “No, non ci credo” disse stupito Ron; infine, Silente disse: “E, infine, occorre notevole ardimento per affrontare i nemici, ma molto di più per affrontare gli amici: attribuisco 10 punti a…Neville Paciock” ed i Grifondoro scoppiarono dalla gioia, anche se Neville non si era ancora reso conto che Grifondoro aveva vinto la Coppa delle Case grazie a lui. “Presumendo che i miei calcoli siano esatti, sono del parere che un cambio di decorazioni, è opportuno” disse Silente e, dopo aver battuto le mani, gli stendardi cambiarono e, al posto di quelli dei Serpeverde, comparvero quelli di Grifondoro; poi, Silente disse: “ Grifondoro vince la Coppa delle Case !” ed i Grifondoro si alzarono in piedi e si abbracciarono l’un con l’altro per la gioia, per poi lanciare in aria, i loro cappelli. Anche le altre Case erano felici per la loro vittoria: solo i Serpeverde non parteciparono, con gioia, ai festeggiamenti. Ron scompigliò i capelli a Clarice, la quale gli diede una leggera pacca sulla spalla, sorridendogli; poi, Clarice voltò lo sguardo verso il tavolo dei Professori e vide che, come tutti gli altri, anche suo padre, seppur la sua Casa aveva perso, applaudiva calorosamente: “Grazie, papà: senza di te, non avremmo mai sconfitto Raptor” disse Clarice e, rivoltando lo sguardo verso i suoi amici, riprese a festeggiare con loro.

I festeggiamenti continuarono anche nella Sala di ritrovo: dolci e bevande erano dappertutto, mentre i bambini ridevano e scherzavano tra di loro: “Ancora non ci credo che abbiamo vinto la Coppa delle Case”. “ E, se l’abbiamo vinta, è stato grazie al mio papà” aggiunse dicendo Clarice. “Bé, se è andata veramente così, allora si è tirato un punto a suo sfavore, perché aiutandoci, ha fatto perdere la Coppa alla sua Casa” disse Ron, mentre mangiava delle Gelatine Tutti i Gusti + 1. “Non credo che lo abbia fatto di proposito, dico bene Clarice ?” chiese Hermione, ma Clarice non pareva neanche che l’avesse ascoltata; quindi disse: “Sì, cosa hai detto ?”. “Clarice, ma va tutto bene ? Sembra che tu stia male” disse preoccupata Hermione. “No, sto bene: è solo che ho voglia di stare un po’ con il mio papà; sai, oggi è l’ultimo giorno che lo vedrò; poi, dovrò passare l’intera estate dai Dursley” spiegò Clarice. “Ti capiamo: vivere con dei Babbani deve essere molto difficile” disse Ron, ma dopo che Hermione gli ebbe dato un’occhiataccia, si corresse dicendo: “Non tutti i Babbani sono male: solo quelli di Clarice fanno schifo”. “In fin dei conti, sono coloro che mi hanno cresciuto per 7 anni e lo faranno ancora, finché non avrò compiuto 17 anni” disse Clarice. “Bé, ti mancano solo 6 anni e, poi, potrai finalmente andare a vivere con tuo padre” disse Ron e mangiò un’altra Gelatina Tutti i Gusti + 1. “Solo 6 anni ?! Tu non sai come sono stati  questi 7 anni: Raptor è stato più gentile di loro” disse Clarice. Ron ed Hermione rimasero senza parole nel sentire ciò; poi Ron disse: “Che fosse difficile non avevo dubbi, ma che fossero davvero così spietati con te, non me lo sarei mai immaginato”. “Dormo nello sgabuzzino del sottoscala: dovresti immaginarlo” disse Clarice. “Bé, ora, che hai imparato la magia e, loro lo sanno, potrai sempre farti dare un’altra camera” disse Ron. “Ron ! Ma dove avevi la testa quando ci dicevano le regole ?! Non possiamo usare la magia fuori dalla scuola, se no rischiamo di rivelare il nostro mondo” spiegò Hermione. “La sapevo questa regola ! Ma sei sicura che gli zii di Clarice la sappiano ?” disse Ron. “Di fatti, ho già in mente di minacciarli parecchie volte, se dovessero ancora trattarmi male” disse Clarice. “Sì, ma vedi di non esagerare troppo o, se no, l’anno prossimo rischiamo di non vederti” disse Hermione. “Mi vedrete, perché il mio papà mi ha promesso che, se i Dursley dovessero ancora trattarmi male, mi viene a prendere immediatamente” spiegò Clarice. “Ma questo non è infrangere ciò che gli ha detto Silente ?” domandò Hermione. “Lui se ne frega quello che gli dice il nonno: lo sapete che gli piace fare di testa sua” rispose Clarice. “E non gli do tutti i torti” disse Ron.

Poco dopo, Clarice, con Artemisia, era nei sotterranei e stava parlando con suo padre, nelle sue stanze: “Spero che non te la sia presa, che Serpeverde abbia perso?” chiese Clarice, mentre era seduta accanto a suo padre, sul suo letto, mentre Artemisia era sul pavimento e davanti a loro. “No, niente affatto, piccola mia: l’importante, è che tu sia contenta; perché lo sei, vero ?” disse Severus, mentre l’accarezzava sulla testa. “Sì, sono contenta” disse Clarice, ma poi, spostò lo sguardo lateralmente. “Che cosa c’è, piccola ?” domandò preoccupato Severus. “Sono contenta che Grifondoro abbia vinto la Coppa delle Case, ma sono triste, perché non ti vedrò per tutta l’estate” rispose Clarice, rivoltando lo sguardo verso di lui, mentre le lacrime incominciarono a rigarle il viso. Capendo che la figlia era molto triste, Severus fece la prima cosa che un padre fa, quando vede il proprio figlio in quelle condizioni: la strinse forte a se, mentre Clarice si sfogava piangendo del tutto. “Non essere così triste, bambina mia: vedrai che l’estate passa alla svelta”. “Ma io non voglio lasciarti: voglio venire con te” disse Clarice, continuando a piangere contro Severus il quale disse: “Lo vorrei anche io, e tanto, ma lo sai che non è possibile: tu devi vivere con i Dursley, perché è solo con loro che sarai al sicuro”. “Anche con te sono al sicuro: qui ad Hogwarts, lo sono sempre stata” disse Clarice, mentre piangeva. “Se provi un po’ a pensarci, capirai che non è così” disse Severus. Sentendo questa frase, Clarice alzò lo sguardo e, guardando suo padre, gli disse: “Non è vero: tu mi hai sempre protetto, soprattutto quando Raptor aveva fatto il malocchio alla scopa”. “Ma non ti ho protetto, quando lo abbiamo affrontato l’ultima volta” disse Severus; poi, vedendo che la figlia non obiettava, continuò dicendo: “ Sei stata tu a sconfiggerlo, non io e, ciò, dimostra il fatto che non ho saputo proteggerti: ti avrei protetta, se Raptor non mi avesse pietrificato”. Clarice capì che suo padre aveva ragione, così come suo nonno, quando le aveva spiegato del perché lei doveva vivere con i Dursley: “ Va bene, papà: ti prometto che farò la brava con i Dursley, ma se mi trattano ancora male, li minaccio di trasformarli in rospi” disse sospirando Clarice. “Ne sono sicuro” disse Severus e, dopo aver preso un fazzoletto da una tasca, asciugò le lacrime della figlia; poi, aggiunse dicendo: “ Se ti trattano come ti hanno trattato negli ultimi 7 anni, mandami subito Hedwige che ti vengo a prendere”. “Come faccio a mandarti Hedwige, se non so neanche dove abiti ?” chiese Clarice. “Oh, già, hai ragione: adesso, ti do subito l’indirizzo” disse Severus e, dopo essersi rimesso il fazzoletto nella tasca, si alzò e si avvicinò al comodino e, dopo averle aperto, ne estrasse un foglietto; poi, rivolto a Clarice, le disse: “Aspettami qua e stai attenta che Artemisia non metta a soqquadro la stanza” ed andò nel suo ufficio. Clarice, quindi, guardò il furetto, il quale la guardò a sua volta; poi, le disse: “Hai sentito che cosa ha detto il papà: devi fare la brava e la dovrai fare anche per tutta l’estate”. “Sì, se non vuole che, quando ritornerete, la usi per una delle mie pozioni” disse Severus, rientrando nella stanza con in mano lo stesso fogliettino di prima che, poi, consegnò a Clarice, la quale se lo mise in tasca. “Mi mancherà questo posto, dico davvero” disse Clarice, guardandosi intorno. “Ti mancheranno i sotterranei ?! No, perché sei la prima che lo dice” domandò stupito Severus. “No, mi mancherà Hogwarts….ed anche un po’ i sotterranei” rispose ridendo Clarice. Severus sorrise: non un sorrisetto e nemmeno un sorriso accennato, ma proprio un sorriso vero e proprio; quindi disse: “E a me, invece, mi mancherai tu e di tutte le volte che sorridi: assomigli così tanto a tua madre”. Clarice scese dal letto e, senza dire niente, lo abbracciò e Severus la strinse forte a se. Artemisia, invece, rimase ad osservarli. “Promettimi di scrivermi sempre” disse Severus. Clarice lo guardò e disse: “Te lo prometto; però, anche tu, di tanto in tanto, mandami qualche lettera”. “Ci proverò, anche se mi azzardo molto a mandare il mio gufo da i Dursley” disse Severus. “Perché ?” chiese Clarice. “Non vorrei che me lo spennassero e lo facessero arrosto” rispose Severus. Clarice rise, così come Severus, finché Artemisia, stanca di non fare niente, incominciò a girovagare per la stanza, senza che i due maghi si accorgessero di ciò che stava facendo. Il furetto uscì dalla camera da letto, dirigendosi nell’Aula di Pozioni e curiosando in giro: “Ora, farai meglio a ritornare nel tuo dormitorio: di sicuro, avrai da fare la valigia” disse Severus. “No, quella l’ho già fatta: quella che devo finire, è una festa” spiegò Clarice. “Una festa ?! A quest’ora ?! Mi sa tanto, che dovrò fare due chiacchiere con tua nonna: permette, ancora, di fare delle feste fino a tardi” disse Severus. “Non stiamo facendo niente di male; e, poi, sono sicura che, se i Serpeverde avessero vinto la Coppa delle Case, l’avrebbero fatta anche loro una festa e, tu, non gli avresti detto niente” disse Clarice. Severus scosse negativamente la testa; poi, disse: “Su, ora è proprio venuto il momento di andare a dormire: prendi Artemisia e ritorna nella tua Torre”. “ Va bene” disse Clarice ma, appena si chinò per prendere il furetto, non c’era: “Oh, no: Artemisia non c’è !” disse Clarice. “Come non c’è ?!” disse stupito Severus e, dopo aver guardato, anche lui, il pavimento, continuò dicendo: “Dove è finito quel sacco di pulci ?! Giuro che, se è andata nella mia aula, la rinchiudo a vita nella sua gabbia” ed andò nell’Aula di Pozioni, seguito da Clarice, la quale gli disse: “Non essere frettoloso, papà: se anche dovesse trovarsi nell’aula, non è detto che debba, per forza, combinare dei disastri”. “Ne sei sicura ?” disse Severus, fermandosi sulla soglia della porta e, quando Clarice si mise accanto a lui, poté constatare il disastro: Artemisia era su uno degli scaffali e, praticamente, stava camminando dietro a tutte le ampolle con dentro gli ingredienti e, per adesso, non ne aveva buttato giù neanche uno. “Oh, no: Artemisia ! Ma che stai facendo ?!” disse Clarice, entrando nell’aula e mettendosi sotto allo scaffale dove stava camminando il furetto. “Lo sapevo che era una cattiva idea comprarti un animale domestico: Hedwige era più che sufficiente” disse Severus, mettendosi accanto a Clarice, la quale disse: “Sì, ma sei stato proprio tu a dirmi che Hedwige non mi faceva tanto compagnia”. “Accidenti a me, che, ultimamente, sono diventato troppo buono: sono arrivato fin a cambiare i voti alle prove d’esame” disse Severus. “Lo hai fatto, perché, l’anno prossimo, non vuoi arrivare con metà della classe” disse Clarice. “Giusto, ma l’ho fatto anche perché a mia figlia stanno a cuore i suoi amici” disse Severus. Clarice lo guardò; poi, rivoltò lo sguardo verso l’alto e disse: “Artemisia, ti prego: scendi o rischierai di rompere qualcosa”. Il furetto li guardò; poi, camminò, ancora, dietro alle ampolle e saltò giù, tra le braccia di Clarice, la quale disse: “Brava, brava: sei stata molto brava”. I due si voltarono e Severus, guardando il furetto, le disse: “Bada di comportarti bene quando sarai da i Dursley, se no, quando ritornerai, passerai un bel guaio”. “Glielo hai già detto” disse Clarice. “Lo so, ma ripeterglielo un’altra volta, fa bene” disse Severus, quando, ad un certo punto, qualcosa cadde dietro di loro. I due, allora, si voltarono e, guardando per terra, videro tutti gli ingredienti, con liquido annesso, sul pavimento: “Occhi di rane” disse Severus. “Che schifo: a me non sono mai piaciute come ingredienti” disse Clarice. “Sai, nemmeno a me” disse Severus; poi, guardando Artemisia, l’accarezzò sulla testa e disse: “Hai buon gusto, piccola: ancora un po’ di anni e diventerai un’esperta in Pozioni quanto me” ed il furetto gli leccò la mano. “Sì, mi mancherai anche tu, Artemisia” disse Severus ed il furetto scodinzolò contenta.

Il giorno dopo, Clarice, mentre spingeva il suo trolley, con sopra la valigia, la gabbia con dentro Hedwige e la gabbia con dentro Artemisia, stava uscendo dal castello con Ron ed Hermione, la quale disse: “Spero che, l’anno prossimo, gli esami siano più difficili”. “Ma l’hai sentita, Clarice ?! E’ appena finita la scuola e già pensa all’anno prossimo” disse stupito Ron. “Do ragione a lei: meglio pensare all’anno prossimo, che a tutta l’estate che dovrò passare da i Dursley” disse Clarice. “Io non so che cosa farò per tutta l’estate, ma sicuramente dovrò sbrigare tutte le faccende che mi dirà di fare mia madre” disse Ron, mentre arrivarono alla stazione di Hogsmeade. “Bé, l’importante, è che vi ricordiate, entrambi, di scrivermi” disse Clarice. “Lo faremo, stanne certa” disse Hermione. “Anche tuo padre ti scriverà ?” domandò Ron. “Certo: me lo ha promesso, ma solo se gli scriverò anche io” rispose Clarice, fermandosi, così come Ron ed Hermione. I tre vennero raggiunti anche da Neville, il quale disse: “Ciao, ragazzi”. “Ciao, Neville” dissero insieme Clarice, Ron ed Hermione. “Clarice, volevo ringraziarti” disse Neville. “Per cosa ?” chiese Clarice. “Per aver convinto tuo padre a cambiarmi il voto nella prosa d’esame di Pozioni” rispose Neville. “Ma io non gli ho detto niente: ha deciso tutto da solo” spiegò Clarice. “Davvero ?!” disse stupito Neville. “Credimi, ho avuto anche io la stessa reazione quando il Professor Piton mi ha detto che mi aveva messo la sufficienza” disse Ron.

Il capotreno si avvicinò a loro e disse: “Clarice Piton, che onore conoscerla”. Clarice si voltò verso di lui e, mentre gli stringeva la mano, disse: “Grazie: è bello conoscere qualcun altro che non ti tratta male”. “E chi la tratterebbe male ? Una come lei che ha sconfitto Colui – Che – Non – Deve – Essere – Nominato” domandò il capotreno. “I mie zii: sono dei babbani e odiano la magia. Purtroppo, tutte le estati, devo ritornare da loro, perché, se vado a vivere con il mio papà, sarei in pericolo” rispose Clarice. “Le auguro che tutto questa finisca presto” disse il capotreno. “Ho ancora 6 anni e, poi, potrò finalmente andare a vivere con il mio papà” disse Clarice. “Intanto, per aiutarla, potrei mettere le sue cose sul vagone” propose il capotreno. “Grazie: è molto gentile e, già che ci sa, potrebbe prendere anche le valigie dei miei amici” disse Clarice. “Per lei questo è altro, Signorina Piton” disse il capotreno e, prendendo la gabbia di Hedwige, la mise sul treno; successivamente, prese la valigia e, infine, la gabbia con dentro Artemisia; poi, incominciò a prendere, anche tutti gli effetti di Hermione, Ron e Neville. “Grazie alla tua popolarità, siamo più serviti della regina” disse Ron. “Ron, piantala di vantarti: Clarice non vuole sfruttare la sua popolarità” disse Hermione. “E’ vero, non la voglio sfruttare, ma è stata proprio grazie ad essa, che ho potuto comprare un libro di pozioni per papà, che era introvabile” spiegò Clarice. “Certo che deve essere bello essere famosi” disse Ron. “Non mi piace essere famosa, perché se lo sono diventata, è solo perché la mia mamma è morta nel proteggermi ed io non sono morta al momento giusto” replicò dicendo Clarice. “Forse non era ancora la tua ora” disse Ron. “Ma certo che non era la sua ora: è solo grazie a Clarice se la Pietra Filosofale è stata salvata” disse Hermione. “No, non è vero: è grazie anche a voi, ed a mio padre, se abbiamo sconfitto Raptor” disse Clarice. “Lo sai che ti avremmo seguito dappertutto ed anche tuo padre non ti avrebbe permesso di andare ad affrontare Raptor da sola” disse Ron. Clarice sorrise ai suoi amici e disse: “Mi mancherete tantissimo e l’estate, senza di voi, sarà noiosa”. “Allora, per non renderla noiosa, penserò sempre a te” disse Ron e Clarice arrossì leggermente. “Ron ! Ma che dici ?! Guarda come l’hai messa in imbarazzo” disse Hermione. “Era solo un complimento” disse Ron, mentre Clarice ritornava del suo colore normale. Clarice stava parlando con i suoi amici, non accorgendosi che, dietro di lei, comparvero due persone; quindi, Hermione le disse: “Guarda chi c’è, Clarice” e, quest’ultima, dopo essersi voltata, vide che, le due persone, erano Hagrid e Severus. “Va da loro, Clarice: noi ti aspettiamo qui” disse Ron e Clarice, quindi, andò da i due. “Pensavo che ti fossi dimenticata di noi” disse Severus. “Come potrei mai dimenticarmi di voi ? Siete state le prime persone, ad esclusione di Ron ed Hermione ed il nonno Albus, ad essere gentili con me” spiegò Clarice.

Sia Severus, che Hagrid sorrisero per il complimento; poi Severus le chiese: “Hai già messo tutti i tuoi effetti sul treno ? Non vorrei che te ne scordassi qualcuno, soprattutto i libri che dovrai studiare durante le vacanze”. “C’è tutto: mi ha aiutato il capotreno” rispose Clarice. “Ti ha aiutato perché glielo hai chiesto, oppure perché ha visto che sei la Bambina Sopravvissuta ?” domandò Severus. “Bé…entrambe le cose” rispose Clarice. “Clarice, te l’ho già detto: non devi sfruttare la tua popolarità; non è bello” disse Severus. “Professor Piton, non sia duro con lei; e, poi, non è mica colpa della piccola, se è diventata famosa” disse Hagrid. “Lo so che non è colpa sua, ma queste cose le deve capire” disse Severus. “Papà, ti prometto che, durante tutta l’estate, non sfrutterò la mia popolarità” disse Clarice. “Non mi freghi, signorinella: i babbani non sanno che qui, nel mondo magico, sei famosa; quindi, anche se dici a qualcuno che sei la Bambina Sopravvissuta, ti prenderanno per pazza” spiegò Severus. “Ed è appunto che i babbani non sanno che sono famosa, che non sfrutterò la mia popolarità; semplice, no ?” disse Clarice. “Furba come il suo papà, la piccola” disse Hagrid. Severus lo guardò, ma non disse nulla; poi, Hagrid, prese fuori qualcosa dalla tasca e lo consegnò a Clarice, dicendogli: “Questo è per te”. Clarice lo aprì e, all’interno, trovò una fotografia dei suoi genitori e di lei molto piccola e, questa foto si muoveva: a Clarice scese qualche lacrima, perché, finalmente, poté rivedere sua madre; poi, guardò Severus, il quale le disse: “Così, penserai a me anche durante l’estate ed avrai la mamma sempre accanto a te”. Senza dire nulla, Clarice lo abbracciò forte e, Severus, senza badare a tutti gli altri studenti, contraccambiò l’abbraccio: Ron e Neville rimasero a bocca aperta nel vedere questo gesto, mentre Hermione sorrise. Finito l’abbraccio, Clarice notò che anche a suo padre era scesa qualche lacrima; quindi, disse: “Non piangere, papà: vedrai che l’estate passa alla svelta”. Severus si asciugò quelle lacrime e, poi, disse: “Stai tranquilla, bambina mia: ti ho promesso che ti scriverò e, vedrai che lo farò” e Clarice sorrise; poi, guardò Hagrid e disse: “Mi mancherai anche tu, Hagrid”. “Mi mancherai anche tu, piccola” disse Hagrid e, i due, si strinsero la mano e, poi, si abbracciarono. “Coraggio, Clarice, è meglio che vai, se non vuoi perdere il treno” disse Severus. “Il Professor Piton ha ragione: non vorrai rimanere qua, vero ?” disse Hagrid. “Non che mi dispiacerebbe” disse Clarice. “Ah e un’altra cosa, Clarice: se quello scemo di tuo cugino Dudley ti da qualche seccatura, puoi sempre minacciarlo di fargli spuntare due orecchie, tipo la sua coda” disse Hagrid. “Ma Hagrid, non ci è permesso fare magie lontano da Hogwarts, lo sai bene” disse Clarice. “Io sì, ma tuo cugino no, giusto, eh ?” disse Hagrid e le fece l’occhiolino. “Non ti preoccupare, leoncino: ti verrò personalmente a prendere, se i Dursley dovessero, ancora, trattarti male, puoi stanne certa” disse Severus e Clarice sorrise e, anche Severus, proprio come Hagrid, le fece l’occhiolino.

Clarice ritornò da i suoi amici, i quali la stavano ad aspettare; poi Hermione disse: “Sembra strano tornare a casa, non ti pare ?”. Clarice si fermò e, mentre guardava suo padre ed Hagrid, disse: “ Quella non è casa mia: non proprio” e, insieme ad Hermione, Ron e Neville, salì sul treno. Clarice si affacciò dal finestrino e, mentre l’Hogwarts Express partiva, salutava suo padre ed Hagrid, i quali la salutarono a loro volta. Il primo anno di scuola è terminato, ma ci sono ancora tante altre avventure che aspettano Clarice ed i suoi amici nel meraviglioso mondo di Hogwarts. Oscure presenze sono in agguato e Clarice scoprirà che, dopotutto, la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non è proprio un luogo sicuro.

  
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