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Autore: ValeDowney    15/06/2012    2 recensioni
Seconda avventura per Clarice Piton ed i suoi amici. Un misterioso elfo metterà in guardia Clarice su oscuri presagi che aleggiano su Hogwarts. Eccovi la seconda avventura: Clarice Piton e la Camera dei Segreti
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Venne notte e, tutti erano a dormire o, almeno, così si pensa…di fatti, improvvisamente, nei cieli, comparve una macchina volante, una Ford Anglia vecchio tipo, per la precisione e, si fermò davanti alla finestra della camera da letto di Clarice: all’interno di essa, vi erano Fred, George e Ron Weasley. Sentendo altri rumori, Clarice si svegliò e, dopo essersi messa gli occhiali, si avvicinò alla finestra; Artemisia ringhiò, quindi Clarice le disse: “Sshhh, Artemisia, smettila di ringhiare o sveglierai i Dursley” ed Artemisia fece come le era stato detto. “Ciao, Clarice” disse Ron. “Ron; Fred; George; oh, sapeste come sono felice di rivedervi, amici” disse entusiasta Clarice. “E ci credo: sei imprigionata nella tua camera da letto” disse Ron. “Cosa ci fate qui ?” domandò Clarice. “Ti salviamo, naturalmente. Dai, sbrigati: prendi il baule” rispose Ron e, mentre lui ed i suoi fratelli prendevano il necessario per liberarla, Clarice si vestì in fretta e furia e, nello stesso modo, preparò anche il baule; poi, aprì la gabbia di Artemisia e, le disse: “Dai, vieni sulla mia spalla” e il furetto andò sulla sua spalla sinistra; poi, Ron, attaccò un gancio alle sbarre di ferro e le disse: “ E’ meglio se ti allontani” e Clarice si allontanò di un po’. Fred ingranò la marcia e, la macchina, andò in avanti, trascinandosi le sbarre di ferro, le quali si staccarono dalla finestra e caddero per terra.

Per il forte rumore, i Dursley si svegliarono e corsero subito nella camera da letto di Clarice. Il baule della macchina si aprì e Clarice vi mise dentro il suo baule e la gabbia di Artemisia: “Clarice Piton !” sentirono gridare Vernon. “Va, vai, vai” disse George e Fred girò la macchina, in modo che potesse salirci anche Clarice; quest’ultima, poi, prese la gabbia di Hedwige e l’allungò a Ron, il quale la mise di dietro; poi, Clarice salì sul davanzale della finestra ed era quasi riuscita a salire in macchina, quando Vernon la prese per la gamba e, disse: “Petunia, sta scappando”. “Ti tengo, Clarice” disse Ron, mentre teneva ben stretta Clarice, la quale disse, rivolta a Vernon: “ Lasciami stare !”. “Eh, no ragazza: tu, quel maledetto piccione e quel topo troppo cresciuto, non andrete da nessuna parte !” replicò dicendo Vernon, continuando a tenere la gamba di Clarice, la quale disse: “Lasciami !”. Artemisia, la quale era sulla spalla sinistra della sua padroncina, scese lungo il braccio di Clarice, fino in fondo alla gamba destra e, fu lì, che morsicò la mano di Vernon, il quale, per il forte dolore, gridò, ma non voleva mollare la presa; quindi Ron, rivolto a Fred, disse: “ Parti! Parti !” e Fred, dopo aver messo la marcia, girò il volante e la macchina partì: Vernon mollò la presa e cadde a terra. Artemisia risalì sulla spalla di Clarice che, ridendo, chiuse la sportella della macchina, la quale se ne volò via. “ A proposito, Clarice: buon compleanno” disse Ron e Clarice sorrise.

Mentre volavano, Fred disse: “Ehi, è stato forte il tuo furetto”. “Già: ha dato un bel morso a tuo zio” finì di dire George. Clarice guardò sulla sua spalla e disse: “Ben fatto, Artemisia; vedrai quando glielo racconto a papà: sarà molto fiero di te” ed Artemisia emise i suoi versetti, in segno di vittoria. “A proposito, ragazzi: dove stiamo andando ?” chiese Clarice. “Alla Tana: è lì dove abitiamo” rispose Ron. “Ma, vostra madre sa che siete venuti a prendermi ?” domandò Clarice ma, non ricevendo nessuna risposta dai i tre, capì che non le avevano detto niente. Fu mattina, quando la Ford Anglia atterrò davanti alla tana: si trattava di una casa alquanto bizzarra, in quanto aveva un aspetto contorto, inclinato e possedeva più piani.

Quando la macchina si fermò, tutti scesero e Clarice poté guardarsi intorno, in che posto era capitata: praticamente, si trovava in un’area paludosa e, di fianco alla casa, c’era un recinto con dentro dei maiali e, in piccolo laghetto, vi erano un paio di anatre. “Coraggio, Clarice: entriamo” disse Ron, passandole accanto. Artemisia emise dei versetti, mentre guardava la Tana; quindi Clarice disse: “Hai perfettamente ragione: questa casa è proprio strana” e seguì i fratelli Weasley all’interno dell’abitazione. Se l’esterno era strano; bé, anche l’interno non si differenziava: tutto era magico visto che, la prima cosa che attirò l’attenzione di Clarice, furono un piatto che si stava lavando da solo e un lavoro a maglia che, ovviamente, si faceva da solo; poi, Clarice andò davanti all’orologio e vide che, anche questo oggetto, era magico: di fatti, egli mostra dove si trovano tutti i membri della famiglia Weasley in un qualsiasi dato momento e, in quel momento, le lancette che raffiguravano Fred, George e Ron, si spostarono da “Perduti” a “Casa”. “Non è un gran che, ma è casa” disse Ron, con la bocca piena, visto che stava mangiando un biscotto. “Io la trovo magnifica” disse Clarice e Artemisia emise dei versetti, segno che era d’accordo con lei. In quel momento, dalle scale, scese Molly Weasley, la stessa signora che, un anno fa, Clarice aveva incontrato alla stazione di King’s Cross: “ Dove siete stati ?!” disse con tono arrabbiato Molly; poi, vedendo Clarice, si addolcì e, andando verso di lei, disse: “Clarice, ah che piacere vederti, cara”. Poi, rivolta ai figli, riprese a dire con tono cattivo: “ Letti vuoti ! Nessun biglietto ! Auto sparita ! Potevate morire ! Potevate essere visti !”; poi, guardando Clarice, si addolcì ancora e disse: “Naturalmente non incolpo te, Clarice cara” e riguardò i figli. “La stavano affamando: c’erano le sbarre alla finestra” spiegò Ron e Clarice annuì positivamente la testa. “Bé, tu spera solo che non metta le sbarre alla tua finestra, Ronald Weasley !” replicò dicendo Molly, puntandogli il dito contro. “Vieni, Clarice: è ora di una bella colazione” disse Molly, sorridendo a Clarice.

Poco dopo, erano tutti a mangiare a tavola e, stavano chiacchierando tra di loro, mentre Artemisia era sul pavimento e stava mangiando un po’ di pane da una ciotola, quando, dalle scale, scese una bambina la quale chiese, rivolta a Molly: “ Mamma, hai visto il mio pullover ?”. “Sì, cara: se l’è messo il gatto” rispose Molly. Ginny, che era la bambina, guardò verso la tavola e, solo lì, vide Clarice la quale, guardandola a sua volta, disse: “Ciao”. Ginny rimase senza parole e corse via, mentre Fred e George risero tra loro. “Ma che cosa ho detto di male ?” domandò Clarice. “E’ tutta l’estate che parla di te: una noia da morire” rispose Ron. “Buongiorno, miei Weasley” disse un uomo entrando in casa: si trattava di Arthur Weasley, il capo famiglia. “Buongiorno, papà” dissero insieme i fratelli Weasley. “Buongiorno, Arthur” disse, invece, Molly. “Che nottata: nove ispezioni; nove !” disse Arthur, mentre metteva i libri che aveva in mano da una parte ed il cappello da un’altra. “Ispezioni ?!” disse stupita Clarice guardando Ron, il quale le spiegò dicendo: “ Papà lavora al Ministero della Magia: Ufficio uso improprio dei manufatti dei babbani. Lui adora i babbani: li trova affascinanti”. Dopo aver dato un bacio a Molly, Arthur si sedette proprio accanto a Clarice e, guardandola, le chiese: “ E tu chi sei ?”. “Oh, mi scusi signore: sono Clarice, signore, Clarice Piton” rispose Clarice guardandolo. Arthur rimase senza parole; poi, disse: “ Santo cielo ! Sei proprio tu ! Ron ci ha parlato di te, naturalmente. Allora, ben arrivata Clarice” e mangiò la sua colazione. Molly si avvicinò a lui e gli disse: “ Stamattina, i tuoi figlioli hanno guidato la tua macchina incantata fino al Surrey e ritorno, stanotte”. “Ma davvero ?! E come andava ?” disse Arthur ma, dopo aver ricevuto una pacca da Molly, si corresse dicendo: “Volevo dire…avete fatto molto male, ragazzi; molto, molto male” e Ron e Clarice si guardarono e sorrisero. Artemisia si avvicinò ad Arthur e lo annusò; Arthur, quindi, guardò sotto la tavola e disse: “Oh, ma che carino: non avevo mai visto un animale così” ed Artemisia lo guardò a sua volta. “Si chiama Artemisia ed è un furetto: me lo ha regalato il mio papà” spiegò Clarice. “E’ proprio adorabile, anche se non credevo che il Professor Piton fosse un tipo da regalare animali domestici” disse Arthur ed accarezzò Artemisia sulla testa, la quale scodinzolò allegramente. “Neanche io ci credevo, quando l’ho vista sulla sua spalla e Clarice mi ha detto che era stato un regalo di suo padre” disse Ron. “E’ proprio carina: dovrò fare i complimenti al Professor Piton per l’ottima scelta, quando, ovviamente lo vedrò” disse Arthur; poi, guardando Clarice, aggiunse dicendo:“Dunque, Clarice, tu devi sapere tutto su i babbani; quindi, saprai qual è, con esattezza, la funzione di una papera di gomma ?”. “Oh…ah…ecco…” Clarice non sapeva proprio come spiegarglielo ma, al suo salvataggio, arrivò un gufo: “Questo è Errol con la posta” disse Molly. Tutti, allora, guardarono verso la finestra aperta, per vedere un gufo spennacchiato, che volava verso di loro ma, invece di entrare in casa, andò a sbattere contro il vetro. Arthur scosse negativamente la testa; poi, Molly disse: “Prendila tu Percy, per favore” e Percy, dopo essersi alzato da tavola, andò verso la finestra, dove il gufo saltellò dentro e gli porse le lettere; poi, dopo averle guardate, Percy disse: “Sono le lettere da parte da Hogwarts per noi e c’è anche quella per Clarice” e ne consegnò una ad ogni ragazzo e ragazza, in caso di Clarice. “Albus Silente saprà che sei qui, Clarice: non gli sfugge niente a quello” disse Arthur. “Mio nonno è fatto così” disse Clarice. “Tuo nonno ?! Albus Silente è tuo nonno ?!” disse stupito Arthur. “E’ una lunga storia” disse Clarice. Fred guardò la sua lettera e disse, rivolto a Molly: “Non ce la caveremo con poco, mamma: i soli libri degli Incantesimi costano moltissimo”. “Ci arrangeremo e c’è un solo posto dove trovare tutto questo: Diagon Alley” disse Molly.

Dopo aver finito di fare colazione, tutti si prepararono per andare a Diagon Alley, dove avrebbero trovato tutte le cose per la scuola e, mentre si trovavano in camera, Clarice aprì il suo baule e Ron disse: “Hai visto che faccia ha fatto mio padre, quando gli hai detto che sei la nipote di Albus Silente ? E’ la prima volta che lo vedo così”. “Gli spiegherò tutto con più calma” disse Clarice e, dal baule, tirò fuori il suo mantello. “Ehi, non vorrai mica metterti il Mantello dell’Invisibilità ?! Chissà che cosa diranno chi ti vedrà con quello” disse stupito Ron. “Tranquillo, Ron: questo non è il Mantello dell’Invisibilità, ma il mantello che utilizzava mio padre quando frequentava Hogwarts” spiegò Clarice e se lo mise e Ron stette a guardarla. In quel momento, in corridoio, passò Ginny; quindi Clarice, disse: “Ginny, aspetta !” e Ginny si fermò; poi, Clarice aggiunse dicendo: “Volevo scusarmi per prima: se il mio saluto ti ha “traumatizzata”, non volevo; scusami”. “Non ti preoccupare, Clarice: è solo che…che…”, disse Ginny, ma non fece in tempo a finire la frase che si sentì la voce di Arthur che, dal piano di sotto, disse: “Ragazzi, siete pronti ? Coraggio, venite giù”. “Sarà meglio che ci sbrighiamo o se no, ci penserà mamma a venirci a chiamare” disse Ron e, insieme a Clarice e Ginny, scese le scale.

Quando arrivarono giù, Arthur fermò Clarice e le domandò: “Come fa, Albus Silente, ad essere suo nonno ?”. “Ha adottato, insieme alla Professoressa McGranitt, mio padre quando aveva 15 anni e, così, è diventato, a sua volta, il suo papà e, di conseguenza, mio nonno” rispose Clarice. “Oh, ora ho capito; però, deve essere bello avere un nonno come lui, vero ?” disse Arthur, mentre insieme a Clarice, andò in salotto, dove c’era già il resto della famiglia. “Diciamo che, a differenza del mio papà, il nonno mi da sempre un sacco di dolci” spiegò Clarice. “Allora, il vecchio Albus, non è proprio cambiato” disse Arthur. Molly, prese un barattolino in ferro, il quale era attaccato al muro del camino e, rivolta a Clarice, le disse: “ Ecco qui, Clarice: vai prima tu, cara”. “Clarice non ha mai viaggiato con la Polvere Volante, mamma” disse Ron. “Polvere Volante ?!” disse stupita Clarice. “Allora, vai prima tu Ron, così Clarice vede come si fa” propose Molly. Ron, quindi, si avvicinò a lei e, dopo aver preso un po’ di Polvere Volante dal barattolino che Molly teneva in mano, entrò dentro al camino; si girò e gridò: “Diagon Alley !” e, dopo aver gettato la Polvere Volante a terra, un fuoco verde lo avvolse e scomparve. Per la paura, Artemisia, che era ai piedi di tutti, si andò a mettere sulla spalla di Clarice ed emise i suoi versetti; quindi, Clarice le disse: “Sì, l’ho visto anche io quello che è successo e non credo di poterci riuscire”. “Hai visto ?! E’ facile, cara, stai tranquilla. Vieni” disse Molly e Clarice, piano, piano, andò da lei, dopo aver ricevuto una pacca di conforto da parte di Arthur. “Coraggio: entra” disse Molly e Clarice, con Artemisia sulla sua spalla, entrò dentro al camino e, dopo essersi voltata, Molly aggiunse dicendo: “Benissimo, brava ! Ora, prendi la Polvere Volante” e le porse il barattolino. Clarice ne prese un po’ e Molly disse: “Ecco, così, bravissima; e ricordati di parlare molto, molto chiaramente”. Clarice guardò gli altri e gridò: “Diagon Ally” e, dopo aver gettato a terra la Polvere Volante, un fuoco verde l’avvolse e, lei ed Artemisia, la quale aveva avvinghiato la sua coda intorno al collo di Clarice per tenersi ben stretta, scomparvero. Ci fu un po’ di silenzio; poi Molly chiese rivolta ad Arthur: “Cosa ha detto, caro ?”. “Diano Ally” rispose Arthur. “Come pensavo” disse preoccupata Molly. Come mai, la signora Weasley è così preoccupata ? Dove sarà finita Clarice con la Polvere Volante: veramente a Diagon Alley, oppure in un altro posto ?

  
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