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Autore: FCq    15/06/2012    3 recensioni
"Non posso"... "Dimmelo"... "Qual è il problema. Il ritorno a Volterra?"... "Bella?", mi chiamò, la voce fredda come il ghiaccio. E fu in quel momento che la sentì arrivare: la consapevolezza di ciò che sarebbe stato. Lacrime calde iniziarono a rigarmi il volo e capì che non avrei più mentito. Edward doveva sapere.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon pomeriggio! Il capitolo sarà più breve del solito, ma è in terzultimo senza contare l'epilogo. Prometto che l'ultimo sarà più lungo. Comparirà un nuovo personaggio e se non capirete qualcosa, non preoccupatevi perché sarà tutto più chiaro nel prossimo. Ringrazio le persone fantastiche che continuano a recensire e chi legge in silenzio. Mi avete resa orgogliosa della mia prima fanfiction, perciò non potrò dimenticare nessuno di voi. Siete nickname e non conosco quasi nessuno personalmente, ma abbiamo almeno un paio di passioni in comune tra scrittura, lettura, Twilight e il vostro sostegno è stato importante. Vi lascio alla lettura, un bacio, Francesca<3

17 Origini

Una strana inquietudine mi afferrò il torace e angosciò l’umore, come se sentissi che qualcosa era vicino, qualcosa d’importante. Fin dal momento in cui l’aereo aveva toccato terra, nel principale aeroporto di Mosca, Russia, il mio stato d’animo era peggiorato. Mi sentivo esausta e non per il lungo viaggio. Mentre raggiungevamo il nostro albergo, il peso di un intero anno era ricaduto sulle mie spalle come un fardello di emozioni contrastanti. Osservando la mia fede e il meraviglioso anello al mio dito, avevo realizzato pienamente quanto i mesi precedenti fossero stati intensi, colmi di novità, sconvolgimenti, scoperte alcune niente affatto piacevoli...

Sbuffai, sedendo sul letto e lasciandomi cadere la testa tra le mani.

Era davvero tanto chiedere un po’ di tranquillità? Quanto altro dolore ci attendeva? Non avevamo idea di ciò che sarebbe successo d’oggi in avanti, durante tutto il viaggio in aereo, Alice aveva cercato di individuare una possibile conclusione del nostro viaggio nell’Europa dell’est, provando a superare i buchi neri creati dalla presenza dei mutaforma e dei Licantropi, senza riuscirvi.

Aveva tentato, per quanto poteva, di creare un percorso preciso. Alice era fiduciosa ed io confidavo nel suo giudizio.

Cosciente della fiducia che riponevo in lei, non riuscivo a comprendere l’origine del mio turbamento. Avevo scoperto da qualche tempo, però, che le mie percezioni erano precise quanto le sue...

Le braccia di Edward mi avvolsero e mi sentì immediatamente più tranquilla.

≪Come stai?≫, chiese, posando un bacio sulla mia fronte, per poi aggiungere, ≪signora Cullen≫.

Sorrisi mentre le sue braccia mi adagiavano dolcemente sulle lenzuola. Eravamo soli nella stanza che condividevamo, ma avevamo soltanto pochi minuti a disposizione prima di ripartire. Edward sfiorò il mio volto con le dita.

≪Mi sembri inquieta, cosa ti preoccupa di preciso?≫.

≪Non sopporto l’idea di non sapere cosa ci attende. Ho paura di poter perdere chiunque di loro. Ho paura per te. Sai che non riuscirei a vivere... se tu non ci fossi. I Volturi non sono riusciti a separarci, neanche la morte potrà farlo≫, dissi, baciando la fede che portava al dito. Le sue labbra furono immediatamente sulle mie, le sue mani tra i miei capelli.

≪Non succederà nulla di tutto questo≫, sussurrò sulle mie labbra.

≪Non lo permetterò. Torneremo a casa, tutti quanti≫.

≪Ricorda che mi devi una notte di nozze≫, sussurrai al suo orecchio.

Edward sghignazzò.

≪Non lo dimenticherò. Non preoccuparti≫, rispose.

Le sue labbra presero a carezzare il mio collo fin quando una voce femminile non irruppe nella stanza, cancellando l’atmosfera che si era venuta a creare.

≪Non voglio vedere quello che state facendo, per amor del cielo, ma dobbiamo andare, subito≫.

Leah, col capo voltato nella direzione opposta alla nostra, esordì con questa frase, per poi richiudere immediatamente la porta della camera. Edward ed io sbuffammo. A malincuore mi scostai da lui, trascinandolo con me via dal nostro letto.

********

 ≪Alice, sei certa che sia la direzione giusta?≫, chiese Carlisle.

Alice non aprì gli occhi per rispondere alla sua domanda: non aveva alcun bisogno di guardare la strada che stava percorrendo.

≪Non perdetevi d’animo, siamo sulla via giusta≫, rispose la ragazza.

Stavamo correndo nella foresta innevata, ormai vicinissimi alla Siberia. Lungo il tragitto avevamo fatto alcune pause, in diverse città. Avevo trascorso la notte tra le braccia di Edward, instancabile nella corsa come qualsiasi altro vampiro. Per quel che ne sapevo, avevamo oltrepassato ormai da qualche ora l’Altopiano della Siberia e non eravamo ancora giunti a destinazione. Un lupo alle nostre spalle mugolò.

≪Sam chiede se manca ancora molto≫, disse Edward, parlando per il lupo.

≪No, ci siamo quasi≫, informò Alice.

Edward mi strinse tra le sue braccia, coprendomi meglio con il giaccone pesante e mi posò un bacio in fronte. Alzai gli occhi alla luna piena sopra le nostre teste. Lo spettacolo era inquietante ma meraviglioso. I fiocchi di neve gravitavano sopra di noi  come polvere.

≪Sono vicini≫, urlò Alice.

≪Al limitare del bosco, sotto la montagna≫.

Trattenni il respiro, ansiosa. D’un tratto i vampiri in prima fila si arrestarono. Edward mi aiutò a scendere e mi prese per mano, stringendomi tra le braccia. L’espressione sul suo volto era molto concentrata.

≪Sanno della nostra presenza≫, sussurrò.

≪Sono ostili al nostro odore, ai vampiri≫, continuò.

I lupi ci circondarono e Jacob fu immediatamente al mio fianco. Mi sporsi per accarezzarlo sulla testa pelosa. Rabbrividì e lui premette la sua pelliccia contro di me. Feci un mezzo sorriso. Dopodiché si sporse oltre e lanciò un’occhiata a Edward.

≪Tre≫, rispose lui all’ovvia domanda del ragazzo.

Questo annuì, consapevole che, in caso di scontro, avremmo certamente vinto.

≪Avanziamo≫, mormorò Alice che, insieme a Jasper e Carlisle, si era avvicinata a noi.

Edward e Jacob sì irrigidirono. D’istinto affilai lo sguardo e li vidi anch’io, gli esseri che a lungo avevo combattuto. Due di loro erano curvi, i loro corpi lunghi e snelli si protendevano nella nostra direzione. Il terzo ci osservava da una strana posizione eretta. I loro denti a sciabola erano scoperti e puntavano i nostri volti. Avevano un’espressione feroce e furiosa sul volto peloso. Edward mi coprì interamente con il suo corpo, nascondendomi alle spalle di Jacob. E poi comparvero dall’oscurità. La loro espressione era spaventosa. Tremai e Edward mi carezzò un braccio. Gli strinsi forte la mano, terrorizzata all’idea che uno qualsiasi di quei tre potesse avventarsi sulla sua gola. I licantropi, nonostante fossimo chiaramente in maggioranza, non arretrarono. I due curvi lanciarono uno sguardo al Licantropo in posizione eretta. Molte cose successero contemporaneamente.

≪Jacob≫, urlò Edward ed io mi sentì trascinare lontana da lui. Prima che chiunque di noi potesse muovere un muscolo, il lupo che evidentemente doveva essere il capo si avventò su Edward.

Ognuno di noi rimase impietrito al proprio posto, immobili come statue. Il mio cuore si frantumò con un suono quasi udibile, tanto era il dolore e la disperazione. La mia rabbia, che rese vana la mia vista e annullò la mia ragione, accese qualcosa dentro di me: un fuoco nuovo, una scintilla che mi percorse da capo a piedi. Vidi ogni cosa con assoluta lucidità, per la prima volta nella mia vita, compresi realmente la simmetria nascosta del tempo e dello spazio. E poi tutto divenne confuso e indefinito persino alla mia vista migliore. Un istante prima stavo osservando l’espressione stupita di Edward, mentre il lupo ancora gli si fiondava addosso, un istante dopo ero di fronte a lui, le braccia spalancate, come a voler coprire la sua figura con il mio corpo. E il lupo, il mostro che minacciava di portarmi via la cosa più bella che avevo, si bloccò davanti allo sguardo fiero e furente dei miei occhi. I suoi occhi neri come la notte si spalancarono e arretrò, barcollando all’indietro.

Nessuno di noi osò emettere alcun suono, persino un respiro, in quel momento, sarebbe parso rumoroso. L’espressione sui volti dei miei familiari, dei miei amici e, all’apparenza, dei miei nemici era identica. Stupore e incertezza li caratterizzavano. Soltanto negli occhi del lupo che aveva tentato di attaccare Edward, c’era qualcosa di diverso: consapevolezza, gioia anche, in quel momento di assoluta tensione. L’animale arretrò fino a ritornare dai propri compagni. Mi fissava come se avesse appena visto un fantasma, non avrei saputo spiegare la sua espressione altrimenti. La posa rigida di Edward alle mie spalle si sciolse e udì un ≪Ah≫, provenire dalle sue labbra.  Edward si fece avanti, mi lanciò un veloce sguardo e mi strinse una mano, nello stesso istante il Licantropo che lo aveva attaccato si piegò in avanti nella sua posizione eretta e in un battito di ciglia la sua forma mutò. Divenne un uomo, dai capelli biondi e il volto di un giovane. A differenza dei mutaformi, gli abiti non lo avevano abbandonato.

≪Seguitemi≫, disse e, insieme ai suoi compagni scomparve nella foresta.

Edward mi strinse tra le braccia e mosse i primi passi in avanti. Carlisle lo bloccò posandogli una mano sulla spalla.

≪Capirete≫, fu l’unica cosa che disse prima di iniziare a correre.

Durante la nostra corsa un ululato si levò nel cielo e squarciò la quiete della notte. Il viaggio fu breve. Edward si arrestò a qualche metro di distanza dai tre Licantropi e noi ci ritrovammo a fissare uno spettacolo straordinario. In uno spiazzo immenso e sterrato centinai di licantropi, differenti per dimensioni, posizioni e colore del pelo ci osservavano. Alle nostre spalle iniziarono ad affiorare altri lupi e capì che ci trovavamo nel bel mezzo di un cerchio, circondati da un esercito la cui forza non avremmo mai potuto contrastare. Alcuni mostravano i denti, in tensione, altri, la maggior parte, mi fissavano. Il giovane biondo e muscoloso parlò. La sua voce si levò poderosa come l’ululato di qualche istante fa e risuonò nella radura. I suoi occhi scuri fissarono il mio volto.

≪Se non fossi dotato di una vista acuta come quella del lupo crederei che i miei occhi mi stiano ingannando. Mentre vi guardo in volta signorina Williams, non posso che credere alla vostra esistenza. A lungo abbiamo combattuto, ma ogni vita caduta in battaglia non è stata persa. Abbiamo ingannato i Volturi, coloro che a loro volta hanno ingannato il vostro cuore con falsità che nulla possono contro la verità di ciò che siete e di ciò che siamo. Il nostro intento è sempre e solo stato quello di salvarla. Io conosco vostro padre, il mio caro amico Sebastian, da un tempo ormai immemorabile. Lui ha salvato la mia vita e da allora siamo fratelli. Vostro padre ci ha chiesto di prenderci cura di voi, perdonateci perché abbiamo fallito per diciotto anni. A lungo abbiamo atteso il vostro ritorno, mia signora. La vostra presenza è un regalo. La vostra forza pari soltanto alla bontà del vostro cuore, che è la caratteristica della vostra specie. Adesso sappiate che noi siamo dalla vostra parte, che nessuno qui oserebbe farvi del male o mentirvi≫, un ululato si levò da ognuno dei lupi presenti.

≪Voi ci rappresentate, siete la legittima erede del nostro mondo. Troppo a lungo il regno dei mostri, dei miti e rimasto in governato. Nessuno ha più diritto di voi qui. Siamo pronti a qualsiasi cosa per la nostra principessa, la creatura più bella e luminosa nel nostro mondo pieno di crudeltà e buio≫.

A quelle parole i lupi che ci circondavano si curvarono, stendendo i loro lungi corpi in un inchino pieno di riverenza. Il giovane chinò il capo e cadde in ginocchio e al mio fianco, la mia famiglia e i miei amici li imitarono. Persino Edward, mio marito, s’inchinò alle sue parole, stringendo la mia mano tra le sue, un sorriso pieno d’adorazione sul suo volto. Mi guardai intorno, emozionata da ciò che mi circondava e dalle parole del giovane. Tutti loro credevano in me come nella loro salvezza, la loro guida. Ero la loro principessa, adesso comprendevo il mio ruolo in questo mondo. Al fianco di chi aveva bisogno del mio aiuto. La dové c’erano ingiustizie e massacri. Osservando i loro corpi e i loro volti chini di fronte a me, capì di essere tornata, finalmente, nel posto che da sempre mi apparteneva di diritto.

Quella stessa sera, Lionel( così si chiamava il giovane) ci scortò all’interno di un enorme casa bianca e antica, sia nella costruzione che nel mobilio. Era talmente grande che non avrei saputo ritrovare l’uscita, tante erano le stanze. Quella in cui fummo condotti era ampia ma accogliente. Un lungo tavolo troneggiava nella sala. Dall’esterno provenivano gli schiamazzi dei lupi, accampati in numerosi cottage o tende. Ci disponemmo sui posti, tutti disponibili, Lionel ed io sedevamo a capotavola, uno di fronte all’altro. Mi guardai intorno, curiosa di tutto ciò che mi circondava. Sentì Edward stringermi una mano, nell’istante esatto in cui Lionel cominciò a parlare.

≪Prima di tutto, vorrei ringraziarvi≫, disse rivolto alla mia famiglia, vampiri e mutaforma, ≪mi pare di capire che Isabella vi sia molto affezionata e da ciò che brevemente mi avete raccontato lungo il tragitto, è solo merito vostro se oggi e qui con noi e non in mano ai Volturi. Ovviamente non sarà fatto alcun male a nessuno di voi, siete diversi dalle sanguisughe che hanno rapito la nostra Bella e questo non può che farvi onore. Devo anche chiedervi perdono≫ e questa volta si rivolse in particolare a Edward, alle nostre mani intrecciate e alla fede che portavamo al dito.

≪Non vi avrei mai attaccati se avessi saputo...≫.

Edward annuì.

≪Ne sono certo≫, rispose.

Lionel gli rivolse uno sguardo indagatore.

≪Sembri consapevole di ciò che sto per dire, mi sbaglio?≫. Tutti i nostri occhi puntarono il volto di Edward.

≪Ne sono consapevole. Ho il dono di leggere nella mente, so già ogni cosa. E questo non allevia affatto il mio tormento≫.

Lionel annuì e tornò a rivolgersi a me, in particolar modo.

≪Il vostro volto è un caro ricordo del mio amico Sebastian, Isabella. Gli somigliate moltissimo≫.

Il mio cuore sussultò e strinsi la mano di Edward.

≪Cosa sapete di mio padre, Lionel?≫.

≪Come vi ho già detto mi ha salvato la vita, tempo fa. Vedete, vostro padre aveva un’ottima concezione del mondo e di ciò che è bene e male. I vostri avi rifiutavano di strappare qualsiasi vita, anche la più ignobile. E vostro padre era consapevole che questa loro indecisione aveva portato alla distruzione del nostro mondo e alla quasi estinzione della vostra specie. In quel momento Sebastian fu costretto a scegliere tra me e un mio subordinato infedele. Lesse la profonda cattiveria nei suoi occhi e scelse di salvare la mia vita. Ciò naturalmente non gli impedì di piangere ciò che aveva fatto e il corpo del mio nemico. Stimavo molto vostro padre, mi ha insegnato tantissimo. E leggo la sua stessa saggezza e testardaggine nei vostri occhi, Isabella. Vostro padre una volta mi disse: ≪Lionel, non credo nel male. Questa parola ha un gusto amaro e un senso ambiguo. Il male è la conseguenza delle gesta di persone che non riservano rispetto agli altri, che si beffano della vita e della dignità altrui e della propria, a volte. Per questo motivo “il male” non potrà mai essere totalmente contrastato, soltanto l’evoluzione dell’uomo e delle specie può riportarci allo splendore di un tempo e a quel mondo che in molti agogniamo. Uccidere è scorretto, ma è ancor più ingiusto vedere delle vite innocenti spegnersi. Non possiamo salvare tutti, siamo noi stessi gli artefici della nostra salvezza personale. Per quanto tempo mi sono crucciato su questo; anni e anni della mia vita, fino a giungere a tale conclusione. I mostri non sono quelli che uccidono per fame, ma quelli che lo fanno per vendetta, odio, piacere. Allora, quel “male” c’è permesso combatterlo. Non possiamo mai scegliere per gli altri, dobbiamo far sì che siano loro stessi a prendere la decisione più giusta. A trovare un equilibrio che soddisfi sia il leone sia l’agnello, sia il cacciatore sia la preda. Siamo noi a dover decidere di elevarci sopra ciò che siamo. Quando ognuno di noi saprà far questo, allora la pace tornerà e sarà duratura, senza squarci né difetti, ma fino a quel momento non ci resta che aspettare e sperare≫.

Le parole di mio padre si fissarono a fuoco nella mia mente. Quante volte io stessa mi ero posta questa domanda. Lui lo sapeva, lui aveva capito. Ma, se quella verità pesava sul suo cuore quanto sul mio, il suo dolore era allora insopportabile.

≪Conoscete la storia della morte dei vostri genitori≫, disse Lionel.

 Annuì.

≪C’è un altro punto di vista che dovete conoscere:il mio. Alcuni giorni prima della sua morte, Sebastian mi aveva chiesto di raggiungerlo per proteggervi, perché qualcosa lo inquietava. Sono partito immediatamente e vi ho raggiunto, ma era troppo tardi. Ho assistito alla morte del mio amico senza poter fare nulla. La devozione e la stima che mi legavano e mi uniscono ancora oggi a vostro padre e al suo ricordo mi hanno spinto a uscire allo scoperto per affrontare faccia a faccia i Volturi. Aro rise di me e mi disse ciò che sarebbe successo, ciò che avrebbe fatto di voi. Più di qualsiasi altra cosa voleva i vostri poteri, ciò che non mi aspettavo era che avrebbe fomentato il nostro odio, scandagliandoci contro i suoi leccapiedi e altri vampiri plagiati, come lo siete stati anche voi Cullen, fino a poco tempo fa≫.

Lionel si alzò all’improvviso e prese a camminare per la stanza.

≪Conoscete anche la storia del mondo antico, suppongo?≫, chiese.

≪Si≫, risposi.

Edward mi aveva parlato di un vecchio mondo in pace e della storia narratagli da Reneé.

≪Il male s’instaurò nei nostri cuori all’epoca a causa di alcuni vampiri pretenziosi, egocentrici e avari di potere. A capo di questo clan vi era un vampiro anziano, evidentemente aveva subito la trasformazione in veneranda età. Gli eventi che portarono alla scissione finale furono molti, ma la causa principale è stata la loro presenza... In pochi conoscono questa storia, tutti quelli che ne erano a conoscenza sono stati prontamente eliminati. Non conosco il nome dell’anziano, ma so che duranti gli scontri, il suo clan fu eliminato. Lo stesso si credeva di lui... qualche secolo più tardi lui ricomparve. Delle voci iniziarono a circolare nel nostro mondo tra quelli cui la leggenda era stata tramanda dai propri creatori: lui stava cercando di ricostruire il proprio clan. Li selezionò accuratamente... La mia famiglia conosce la leggenda alla perfezione. All’epoca vi erano tre fratelli. Uno di loro, dalla lunga chioma nera, nonostante fosse il più giovane, era anche il più ambizioso. Non faceva nulla che non fosse per interesse e cercava il potere. Lui e i suoi fratelli erano dei personaggi in vista della società Italiana. Era risaputo che Aro fosse un essere spietato e come lui Caius e Marcus. I tre fratelli avevano ogni cosa, gli mancava soltanto l’immortalità. Un giorno lui fu scoperto a cacciare nella loro città e fu scortato al loro cospetto come prigioniero, avrebbe potuto liberarsi facilmente delle guardie, ma non lo fece. Una volta nella stanza le guardie annunciarono con disprezzo visibile: ≪Quest’uomo ha brutalmente martoriato due ragazze del villaggio, bevendone il sangue≫.

A quelle parole l’uomo uccise le guardie e ne bevette il sangue, tutto davanti agli occhi dei tre fratelli. Marcus e Caius sussultarono, ma Aro non fece una piega, né batté ciglio, si limitò a osservarlo e una volta che ebbe finito, gli chiese: ≪Chi sei, straniero dal volto pallido?≫.

Lui si rivolse ai tre, in particolar modo al più giovane, quello che di più lo rispecchiava nei modi, nella falsità, nella cattiveria.

≪Vi basti sapere, per adesso, che io sono colui che può farvi dono del regalo che gli uomini a lungo hanno ricercato: l’immortalità. La vita eterna... potere, ricchezza, forza, intelligenza e sensi acuti come quelli di animali≫.

≪E cosa vuoi in cambio?≫, chiese Aro.

Lui sorrise.

≪Nulla, mio signore. Ma l’immortalità ha un prezzo, sarete costretti, per mantenere il vostro anonimato, a vivere come esseri notturni e a cibarvi del sangue di altri uomini. Altre vite, perché la vostra possa durare in eterno≫.

Alle sue parole Aro sorrise e gli si avvicinò, l’unica cosa che disse fu: ≪Lo voglio, voglio ogni cosa≫.

≪Fu così che i tre fratelli subirono la trasformazione. Il vecchio aveva dato loro una conoscenza sul mondo dei vampiri quasi assoluta e non soltanto. Li rese ottimi combattenti e narrò loro la storia dei prescelti. Passarono diversi decenni prima che lui tentasse di riscattare il suo debito. I tre accettarono immediatamente ciò che l’anziano aveva loro proposto: impossessarsi del potere dei prescelti. Lui è da sempre stato nemico della mia famiglia, sapeva che noi, e molti altri licantropi, non avremmo mai permesso loro d’impossessarsi dei vostri poteri. Perciò sarebbe stato opportuno che i Licantropi perdessero la loro credibilità, che la mia famiglia fosse disonorata. Fu un errore. Lui pensava che i suoi figli, le creature nate dal suo veleno, lo avrebbero adorato e che avrebbero fatto qualsiasi cosa per compiacerlo, in fondo gli aveva fatto un grande dono. Ma Aro non prova devozione, né qualsiasi reale sentimento positivo se questo non può portargli dei vantaggi. Perciò, una volta venuti a conoscenza del piano di potere dell’anziano lo uccisero, uccisero il loro creatore e attuarono ciò che lui aveva in mente. Aveva scelto i suoi figli con troppa cura, erano troppo simili a lui, mi stupisce che non avesse calcolato un’eventualità del genere... ma i prescelti non erano così facili da trovare come si pensava. I tre abbandonarono il loro piano per un po’ e conquistarono la città di Volterra, creando i Volturi. Ma... come noi d’altronde, sapeva che la vostra razza si stava lentamente estinguendo a causa dell’odio che loro stessi fomentavano. Non sapevano cosa fare. Da una parte era giusto che noi fossimo considerati nemici, ma le guerre portavano odio e l’odio portava la vostra morte. E poi Aro seppe della nascita di una bambina. Non siamo certi di come questo sia avvenuto, ma tutto il nostro mondo teneva sottocontrollo la situazione della vostra razza. Negli anni Aro aveva badato a circondarsi di segugi, perciò vi trovò abbastanza in fretta e il resto lo conosci...≫.

Il silenzio calò nella stanza, sapevo che gli altri stavano aspettando che dicessi qualcosa.

≪Ho vissuto con loro così a lungo, credendo di sapere per certo ciò che erano. Spietati, assassini, ma anche la giustizia... la mia famiglia. Era tutta una bugia, una messa in scena. Non ho saputo distinguere tra bene e male. Ho vissuto nell’ignoranza... soltanto al pensiero che tutti coloro di cui mi fidavo non hanno fatto altro che complottare contro di me per tutto questo tempo... siete sciocchi a pensare che io possa guidarvi o salvarvi in qualche modo, quando non sono neanche in grado di salvare me stessa≫.

Mi allontanai da Edward, come se sentissi di non meritare il suo conforto.

≪Ti sbagli≫, disse Lionel, che mi si era avvicinato.

≪Non hai idea del potere che è racchiuso dentro di te. Sei la figlia di un grande uomo e di una grande donna, non lasciare che lo sconforto prenda il sopravvento sulla tua vita≫.

Lionel afferrò le mie mani e le voltò, mostrando i miei palmi.

≪Nelle vostre mani risiede il destino di tutti. Non possiamo permettere ai Volturi di continuare a governare il mondo dei vampiri e di conseguenza il nostro. Deve tornare la pace, tra tutte le razze del mondo. Sarà un cammino lungo, ma abbiamo bisogno di voi. So che quanto sto per dirvi non vi farà affatto piacere, il vostro cuore è buono e non riuscite a portare rancore neanche ai mostri, ma la guerra è vicina e non può essere evitata. E’ già tutto deciso: faremo in modo che i Volturi sappiano che non siamo estinti, lo avrebbero scoperto ugualmente, e li uccideremo≫.

≪Una trappola...≫, sussurrai ripugnata.

Avrei attratto le persone con cui avevo vissuto per diciotto anni in un inganno, per ucciderli.

Lionel annuì.

≪Conosco le vostre preoccupazioni, uccidere qualcuno è sempre un dolore per un prescelto, per te, Isabella, ma non possiamo fare altrimenti. Non possiamo permettere che si approfittino così di tutti noi. Sono loro la causa delle ingiustizie. Quante persone innocenti hanno ucciso! Ciò che voi conoscete, che i vampiri in generale conoscono, non è altro che la superficie: ciò che mostrano e non ciò che realmente fanno. Dobbiamo farli uscire allo scoperto, c’è la possibilità che si arrendano, ritirandosi, ma è minima. Non priverei mai nessuno di quest’opportunità. I Volturi non hanno ancora scatenato la loro reale forza, il loro esercito è immenso. Non possiamo batterli, se siamo da soli. Ma c’è un potere che nessun esercito può contrastare ed è il vostro, quello dei prescelti. Non avete ancora sviluppato le vostre capacità, Aro non lo avrebbe permesso fin quando voi non foste stata totalmente sua. Noi vi aiuteremo in questo, ma voi sarete al nostro fianco nella battaglia?≫.

Che cosa rispondere alla sua domanda? Ecco l’infinitesima lotta tra ciò che è bene e male. Avrei detto di sì a Lionel e ucciso i Volturi? C’era possibilità di redenzione per loro? Potevo condannare la mia famiglia, se non avessimo vinto la guerra? D’un tratto Edward si alzò e mi si avvicinò, mi strinse la mano, mi fissò negli occhi e sussurrò.

≪Nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, finché entrambi vivremo. Io sono con te, qualsiasi cosa tu decida di fare≫.

≪Anche noi siamo con te≫, disse Carlisle, parlando anche in nome degli altri.

≪Siamo una famiglia e i Cullen non abbandonano la famiglia≫.

≪Bella, sei parte della nostra tribù e dei nostri cuori, conta sul nostro aiuto≫, continuò Sam.

Gli altri annuirono solennemente. Conscia del loro supporto e della loro presenza al mio fianco, mi voltai verso Lionel.

≪Sarò dei vostri, figlio della luna. Non permetterò che il male consumi anche ciò che c’è di bello. Dovesse costare la mia vita e l’estinzione della mia specie≫.

  
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