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Autore: everlily    15/06/2012    9 recensioni
Love does that, Damon. It changes us.
Post 3x22, una quarta stagione alternativa.
Elena è in transizione. Da questo momento, per lei si apre un percorso attraverso i suoi lati oscuri che la porterà a cambiare, forse per sempre, la sua visione della vita e dell'amore.
Dal primo capitolo: "Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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13.
Surrender


Elena prese nuovamente in mano il telefono. Da quasi una settimana, dopo la loro ultima conversazione, Damon si era reso irrintracciabile per lei. Le sue chiamate andavano direttamente alla segreteria, ed era sicura che lui svanisse all’istante nel momento in cui la sentiva anche solo aggirarsi nei pressi della pensione Salvatore. La stava facendo uscire di testa.

Aveva infine lasciato andare Stefan, ed era una strana sensazione. Come se avesse abbandonato un porto sicuro, e adesso non sapesse ancora bene quale direzione prendere. Ed anche se si sentiva male al pensiero di averlo fatto soffrire, c’era comunque dentro di lei la consapevolezza che il legame di affetto sincero tra lei e Stefan non sarebbe mai svanito del tutto, e che, in qualche modo, col tempo, avrebbero di nuovo trovato la strada l’uno verso l’altra.

Elena sospirò e compose il numero, ma, di nuovo, rispose la segreteria. Si decise però a lasciare un messaggio - “Ho bisogno di vederti.”

Non fece in tempo ad appoggiare il telefono che lo sentì squillare, ed Elena rispose con un tuffo al cuore.

“Elena! Devi venire subito, prima che il disastro, la catastrofe, l’apocalisse … in poche parole Rebekah, si abbattano sul ballo di questa sera! Alla palestra … praticamente ora.” Caroline non le lasciò il tempo di rispondere che aveva già riattaccato.

Quando Elena arrivò alla palestra si trovò davanti una strana scena. Rebekah giaceva per terra, la pelle grigia inaridita ed un pugnale con le ceneri di quercia bianca infilato nel petto. Caroline e Matt la stavano osservando in piedi, con sguardi pensierosi, come indecisi sul da farsi.

“Matt, Care! Cos’è successo?” – chiese Elena raggiungendoli.

Caroline alzò le spalle. “E’ una lunga storia. Rebekah non voleva darmi ascolto sulle canzoni da mettere stasera ed abbiamo iniziato a litigare, finché … beh, non ha spezzato una scopa e ha cercato di impalettarmi. A quel punto, l’ho infilzata io. Non chiedermi come, si vede che davvero non ne potevo più di lei. Prima che potesse riprendersi, ho fatto qualche chiamata, e Matt ha avuto la brillante idea di andare a prendere il pugnale e rendere definitivo il lavoro.”

Elena alzò lo sguardo su Matt, leggermente sconcertata.

Matt si strinse nelle spalle. “Ti ha ucciso, Elena. E stava per uccidere anche a me. E’ stata una bella soddisfazione.”

Elena sorrise, ed alzò un sopracciglio. “Beh, per quello, ha avuto quel che si meritava.”

Caroline piegò la testa di lato mentre osservava il corpo disidratato di Rebekah, ed i suoi occhi ebbero quasi un moto di compassione. “Non lo trovate triste? Alla fine, non riuscirà ad andare neanche a questo ballo.”

***

“Bonnie” – la salutò Damon, aprendo il portone della pensione Salvatore.

Bonnie si guardò un attimo intorno e rispose piano. “Devo parlarti. Possiamo farlo qui?”

Damon allargò le braccia e la invitò a entrare. “Tutto solo nella grande casa Salvatore.” Si sdraiò sul divano, il solito drink alla mano e proseguì - “Stefan è dovuto andare ad occuparsi di una … questione. A quanto pare Barbie 1 ha impalettato Barbie 2. O viceversa, se dobbiamo andare per anzianità.” Alzò le spalle e sorrise tra sé e sé mentre prendeva un altro sorso - “Odio essermelo perso.”

Bonnie lo guardò un attimo sconcertata, poi scrollò le spalle e lo informò del motivo per cui era lì - “Klaus è venuto a cercarmi. Vuole fare l’incantesimo stanotte. C’è la luna piena e tutti saranno distratti dal ballo.”

Damon alzò gli occhi su di lei e strinse un attimo lo sguardo. “Bene” – mormorò, buttando giù un altro sorso - “Ogni sera è buona come un’altra.”

“Alla cava, preferisce stare lontano dalla casa delle streghe, considerati certi trascorsi.” – proseguì Bonnie – “Sto andando là a porre il confinamento.”

Damon la squadrò attentamente da sopra il bicchiere - “Sei sicura di essere capace di andar fino in fondo?”

Bonnie aveva lo sguardo fermo - “Lo sono. E’ per Elena.”

Damon si alzò e posò il proprio bicchiere sul tavolino. “Ok, allora. Ci vediamo stasera.”

***

Elena finì di appuntarsi i capelli in alto su un lato della nuca, così che le restanti ciocche libere ricadessero su un lato della spalla. Si sistemò un’ultima volta il vestito, color avorio, che le cadeva morbidamente sul corpo, tagliato appena sotto la linea del seno da una fascia di seta.

Di colpo, sentì il cuore fermarsi. Non aveva bisogno di voltarsi per percepire la sua presenza.

“Hai finalmente deciso di parlarmi di nuovo?” – domandò cercando di assumere un tono sostenuto e mascherare il tremito nella voce.

Damon le si avvicinò, ed Elena si costrinse infine a voltarsi a guardarlo.

“Ho solo pensato che avessi bisogno di starmi lontana per un po’.” – le rispose. Nei suoi occhi di ghiaccio c’era un’ombra che Elena non riuscì a definire.

Elena non sapeva cosa dire. Era vero, ne aveva avuto bisogno. Eppure, aveva anche avuto terribilmente bisogno di sentirlo accanto. Si morse leggermente le labbra, esitando prima di proseguire.

“… E’ stato un attimo, Damon. Ero sconvolta.”

“Lo sei ancora?” – le chiese, gli occhi inquieti che percorrevano i suoi.

Forse. Non lo sapeva. Ed averlo di nuovo così vicino, con il suo sguardo su di sé, le impediva di pensare chiaramente.

“Non lo so” – mormorò Elena.

Rimasero a guardarsi, entrambi incerti se colmare quella distanza che si era creata tra loro, fino a quando Damon non strinse le labbra ed abbassò lo sguardo, voltandosi per andarsene.

Di fronte a quel gesto, Elena d’istinto, senza pensare, lo afferrò per il polso, e lo attirò verso di sé. Posò l’altra mano sul suo volto, e si avvicinò a sfiorare le sue labbra con le proprie. Lo percepì immobilizzarsi per un secondo, uno solo, nell’attimo in cui aveva avvertito le sue labbra posarsi su di lui.

Elena non sapeva se era giusto. Sapeva solo che non poteva essere così sbagliato.

E quando lui le serrò i fianchi con le mani e la strinse contro di sé, Elena non poté più trattenere se stessa dal perdersi completamente in quel bacio, perdersi in lui.

Damon sentì le sue mani scorrere sulla sua nuca, ed affondare tra i suoi capelli. Assaporò le sue labbra che lo cercavano, quasi come un’invocazione, diventando più assetate ad ogni bacio. Percepì il tremito che percorse il suo corpo mentre le mordeva delicatamente il labbro inferiore, e rabbrividì quando le mani di Elena vagarono a cercare il contatto della sua pelle appena sotto il bordo della sua camicia.

Le prese il volto tra le mani, e si scostò appena da lei, solo quel tanto che bastava per cercare il suo sguardo, improvvisamente bisognoso dei suoi occhi. Il suo respiro si spezzò per l’abbandono che vi vide. In quel momento, sapeva che le avrebbe dato tutto.

Le avrebbe davvero dato tutto.

Con uno sforzo incalcolabile, trovò le sue mani e le fermò, stringendole forte tra le proprie. Appoggiò la fronte alla sua, e sfiorando le sue labbra le sussurrò appena - “Non posso …”

Prima che Elena riuscisse a capire, o a trovare nuovamente il suo sguardo, Damon era già sparito.

   
 
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