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Autore: Simona_Lupin    15/06/2012    30 recensioni
1977. L'ultima occasione.
L'ultima occasione per respirare la magia di Hogwarts, la casa più bella, nell'ultimo anno di dolce spensieratezza.
L'ultima occasione per James di sgraffignare il cuore di Lily invece di uno stupido Boccino d'Oro.
L'ultima occasione per Lily di dare un due di picche alla Piovra Gigante e concedersi agli sfiancanti corteggiamenti di James.
L'ultima occasione per Sirius di chiudere le porte al suo orribile passato e aprirle a un amore che non ha mai conosciuto.
L'ultima occasione per Remus di far splendere ai raggi di luna la sua anima al posto del sangue delle sue ferite eterne.
L'ultima occasione per Peter di ricevere la luce di un sorriso amico prima di precipitare nell'oscurità del male senza speranza di riemergere.
L'ultima possibilità. Di amare, di lottare, di essere coraggiosi. Di vivere.
L'ultima possibilità di stringere tra le mani la vita di qualche sogno prima di gettarli via, tra le polveri di una guerra senza fine in cui tutti rimarranno prigionieri.
Dal capitolo 12 [Miley/Remus]:
« Tu riesci a mangiare mezza tavoletta di cioccolata in un colpo solo? » si incuriosì Miley, disorientata.
« Mezza tavoletta è una routine ormai assodata » fu la risposta. « Riesco a fare molto meglio. Tu, invece... riusciresti mai a farlo? »
Miley ingoiò il cioccolato e riflettè con calma, poi incrociò le braccia al petto e lo studiò. « Mi stai sfidando, per caso? »
Remus trattenne una mezza risata e scrollò le spalle, senza riuscire a mascherare il divertimento. « Se dicessi di sì? »
« Oh, John, vedrai » rise di rimando lei, guardando prima lui, poi il cioccolato con aria di sfida.
« John? » chiese lui, stranito, inclinando il capo.
« John » ripetè lei, annuendo. « E' il tuo secondo nome, no? Ti sta bene ».
John. Nessuno lo aveva mai chiamato così. Sorrise. Gli piaceva.
Dal capitolo 14 [Lily/James]:
« Come stai? » mormorò Lily a bassa voce, sorridendo ancora.
James annuì, per poi accorgersi che non era una domanda a cui rispondere con un sì o un no e riprendersi.
« Molto... molto bene, grazie » rispose, passandosi una mano tra i capelli. « Sono contento di vederti ».
« E io sono contenta che tu sia vivo » rise lei. « Così potrò realizzare uno dei sogni della mia vita ».
« Cosa? » fece lui, fingendosi ammiccante. « Uscire con me? »
« No » rispose lei, allegra. « Ucciderti personalmente ».
Dal capitolo 20 [Scarlett/Sirius]:
Era la prima volta che la teneva tra le braccia. La strinse a sé, protettivo come non si era mai sentito verso qualcuno, e si chiese perché, perché mai quel momento dovesse finire. Perché fosse destinato a rimanere solo un piccolo sprazzo di gioia isolata in una vita costellata di dolori e flebili attimi di felicità inespressa. Perché per lei non potesse significare quello che significava per lui. Perché non potesse durare solo... solo per sempre.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 12

 
 
Un Halloween tra zucche volanti, tavolette di cioccolata e strani incontri
 
 
 



A tutte le quattordici anime punite la Sala Grande non era mai parsa tanto immensa.
Gli elfi domestici scorrazzavano da una parte all'altra, frenetici e desiderosi di lavorare a più non posso, mentre i ragazzi stavano immobili all'ingresso, fissandoli correre e schizzare dappertutto, spesso con un'aria talmente felice da dar loro ai nervi.
« Solo io mi sento stremato al solo guardarli? » domandò Peter, sinceramente preoccupato dalla sua totale mancanza di energia.
Nessuno fu capace di rispondergli. Sembrava che avessero ingerito Felix Felicis o Ogden Stravecchio in quantità industriali e che questi avessero dato loro alla testa, rendendoli fulminei ed elettrizzati come mine vaganti babbane. Era leggermente inquietante vederli all'opera.
« Dite che dovremmo fare qualcosa anche noi? » chiese James dopo un po', senza staccare loro gli occhi di dosso.
« Fra due secondi avranno già finito » osservò Sirius, studiandone uno particolarmente infervorato con il capo leggermente inclinato.
« Dai » disse invece Lily, « diamoci una mossa ».
Si ripresero dallo shock iniziale e si divisero a gruppetti per tutta la Sala, la bacchetta stretta in pugno per creare le decorazioni.
James era bravissimo. Riusciva a Trasfigurare tutto ciò che di inutile gli capitava a tiro in pipistrelli in carne e ossa. Lily, lì vicino, osservava il suo lavoro.
« Sono bravo, Evans? » le disse, con un sorriso smagliante sul volto.
Lei sorrise, grattandosi il mento e annuendo appena. « Tutti abbiamo una materia in cui eccelliamo, Potter, non montarti » rispose, fingendosi acida.
« Mmm » commentò lui. « Dici così perché non hai ancora visto niente ».
Effettuò un movimento elegante della lunga bacchetta magica, mormorando sottovoce: « Orchideous ».
All'istante, apparve tra le sue dita un meraviglioso mazzo di gigli bianchi che le porse con un mezzo inchino, ridendo.
Lei rimase un attimo a fissare i fiori, colpita, poi li afferrò per il lungo gambo.
« G-Grazie... » balbettò, le guance leggermente rosse. « Sono bellissimi. Complimenti, Potter... qualcosa sei capace di farla anche tu, allora ».
James scoppiò a ridere e scrollò le spalle.
« Anch'io voglio un mazzo di fiori! » esclamò Scarlett all'improvviso, offesa. « Nessuno ne regala più, è mai possibile? »
Sirius, a quelle parole, si voltò di scatto e allargò le braccia con un gran sorriso.
« Ma mia bella Banks, Sirius è qui per questo! » disse, ammiccante. « Ogni tuo desiderio è un ordine per me, lo sai ».
Agitò la bacchetta anche lui e un mazzo di rose rosse apparve tra le sue mani. Lui glielo porse con un bel sorriso.
« Eh, Banks? » fece con fare ammaliatore. « Sono le tue preferite, vero? »
Scarlett lo guardò con furbizia. « No, Black, non lo sono » rispose, dispettosa.
Lui inarcò le sopracciglia, incredulo. « Guarda che James, quando gli prendono i cinque minuti, si mette a raccontare tutti i più oscuri dettagli della sua vita e tu e Miley siete sempre incluse. So tutto di voi. E quelle fottutissime rose rosse sono le tue preferite, Banks ».
Lei fece una smorfia indispettita. « I gusti cambiano » replicò, non del tutto convinta. « Puoi fare di meglio ».
« Lo faccio io! » intervenne James allegramente. « Io, io, io lo so quali fiori piacciono a Scarlett! Posso, amore? » le chiese, sorridendo a trentadue denti.
« Ma certo » rispose lei ridendo.
Un attimo dopo, lui le evocò dal nulla un mazzo di splendide orchidee variopinte. Scarlett battè le mani.
« Oooh, sono meravigliose! » esclamò, gettandogli le braccia al collo. « Grazie, James! »
Sirius fissò la scena corrucciato, le mani in tasca, come in attesa che la piantassero. Lei incrociò il suo sguardo e rise silenziosamente, lanciandogli un occhiolino. Le rose rosse erano davvero le sue preferite. E quelle di Sirius, in particolare, erano splendide.
« Banks, molla il cornuto, la Evans è gelosa » intervenne lui, molto più di buonumore.
Lily gli lanciò uno sguardo di fuoco che fece ridere tutti, lei compresa.
« Comunque » riprese James, dopo aver lasciato Scarlett e avendo ricevuto il suo bacino mattutino, « voi non ci crederete, ma io sono un esperto di fiori! Capisco perfettamente i gusti delle donne! Ho affinato la tecnica negli anni, grazie alla tua bella mammina » disse, rivolgendosi a Scarlett.
Lily e le altre ragazze si interessarono al suo discorso e abbandonarono le loro attività per ascoltarlo con maggiore attenzione.
« Ebbene sì, Evans, non sei l'unica donna della mia vita » iniziò a raccontare lui. « Devi sapere che Charlotte Banks è la donna che, insieme a te, popola i miei sogni. Ogni volta che la incontro le regalo sempre fiori diversi e sono sicuro di averla conquistata così ».
« Ah, bene, questo non lo sapevo » fece Lily, fingendosi gelosa. « Allora, date le circostanze, ti comunico ufficialmente che ti sei giocato anche quella inesistente, microscopica, insignificante e del tutto inarrivabile possibilità con me, Potter ».
« Oh, ma tu sei la prima della lista! » si affrettò a dire James, stando al gioco. « L'amore per Charlotte è del tutto platonico, sono straconvinto e felice di sposarti e avere tanti bambini con te, tranquilla... »
Lily alzò gli occhi al cielo, sorridendo.
« Se, però, cosa assolutamente improbabile, tu deciderai di vivere una vita triste e desolante senza di me e Richard, evento ancor meno possibile, deciderà di abbandonare la bella Charlotte... »
« James! » lo rimproverò subito Scarlett, dandogli una botta sul braccio. « Lascia i miei genitori felici e uniti, per piacere! »
« Certo, certo » rispose precipitosamente James. « Infatti ho detto che è praticamente impossibile... comunque, se queste vicende completamente prive di fondamento dovessero verificarsi, allora sposerò lei! E' il mio piano alternativo, ogni uomo ne ha uno » concluse, sorridendo angelico.
« Mmm » commentò Lily, mentre lui la fissava, come in attesa di un verdetto sul suo discorso. « Non mi hai convinto » disse alla fine, scuotendo il capo di scatto, come a sottolineare il suo dissenso.
« Ne riparleremo, Evans » rispose lui, tranquillo. Tutti risero.
« James, hai sviato dalla questione, però » intervenne Emmeline. « I fiori. Nessun uomo al mondo si intende di fiori. Nessuno. Con Scarlett era facile, la conosci da una vita, e per Lily hai preso spunto dal suo nome ».
James le si avvicinò, un dito accusatore puntato verso di lei. « Emmeline Vance » disse. « Avverto un tono di sfida nelle tue parole. E' così? »
Lei rise, divertita dalla sua serietà, e annuì con fermezza.
« Bene » ribattè lui. Ad un tratto, fece apparire dal nulla un mazzo di girasoli e glieli porse, orgoglioso del suo operato. « Sono per caso i tuoi preferiti i girasoli, Mel? »
Lei li prese, sconvolta, e lo guardò. Ma come faceva a saperlo? 
« Mel, non mi dirai che... ? » chiese Lily, notando lo stupore dell'amica. Emmeline annuì, senza una parola.
Ma James non sembrava soddisfatto. « Mary » disse, rivolgendosi alla ragazza. « Pensavi ti lasciassi all'asciutto? »
Lei non ebbe neanche il tempo di rispondere che lui le diede in dono un bellissimo mazzo di tulipani. Inutile dire che, sì, erano i suoi preferiti. 
« E ora il caso più spinoso » continuò James, deciso a dimostrare a tutti il suo talento. « Alice Prewett. Se riesco a superare questo scoglio, posso realmente proclamarmi Re della flora terrestre ».
A quella bizzarra definizione tutti risero, tranne Alice, che era troppo impegnata a guardarlo con aria di sfida, come se fosse una lotta tra loro due.
« Con il tacito consenso di Frank » iniziò, rivolgendosi al ragazzo, che annuì ripetutamente col capo, « questi sono per te, Alice ».
E, con un gesto della bacchetta, fece comparire un mazzo di margherite.
Tutte le ragazze la fissarono, in attesa di vedere la sua reazione, convinte che, se non avesse azzeccato, lei non si sarebbe certo risparmiata di ridergli in faccia. Ciò, stranamente, non avvenne. Alice guardava i fiori con un'espressione indecifrabile, e rimase in quella posizione per un po'. Poi, alzò lo sguardo.
« Gliel'hai detto tu, Frank! » sbottò, incapace di accettare che James fosse stato in grado di indovinare anche con lei.
« Ma se non lo sapevo neanch'io che ti piacessero le margherite! » rispose il ragazzo, allarmato.
Tutti scoppiarono a ridere. Scarlett, Mary ed Emmeline applaudirono calorosamente James, mentre Lily lo guardava con un sorriso, scuotendo il capo.
« Wow, James, devi insegnarmi! » disse Alan, colpito. « E' una mossa da urlo con le ragazze! »
James gli circondò le spalle con un braccio. « Vedi, amico, il mio è un talento naturale... negli anni mi sono solo perfezionato, ma già di bas-... »
La fine della frase rimase impigliata nella gola a James. Quando si voltò con Alan al suo fianco, infatti, si ritrovò la professoressa McGranitt ad un palmo di naso, ritta a braccia conserte, che lo fissava sbattendo un piede a terra, probabilmente dopo aver assistito a tutta la scena senza che nessuno se ne fosse minimamente accorto.
« Ha intenzione di dispensare composizioni floreali ancora per molto, Potter? » disse, severa. « Vuole omaggiare anche me, per caso? O, meglio ancora, tutto il popolo femminile di Hogwarts? »
Alan, alla vista della professoressa, si sfilò lentamente dalla stretta di James, lasciandolo da solo a fronteggiarla. 
« Torno immediatamente alla mia precedente attività, prof » disse subito il ragazzo, voltandosi per riprendere a sistemare la Sala Grande. Un attimo dopo, però, ci ripensò, e, sorridendo malandrino, con un veloce gesto della bacchetta creò un bel mazzo di mimose.
« Ecco a lei, professoressa » le disse porgendogliele. « Sono un galantuomo, non potevo non donarle anche a lei. Spero le piacciano ».
La professoressa prese i fiori, li osservò attentamente, poi tornò a guardare James. 
« Bravo, Potter » rispose, lasciando tutti a bocca aperta. « Le mimose sono quelle che preferisco ».
Lui, stupito dalla sua reazione come gli altri, si aprì in un sorriso smagliante, rilassandosi nella convinzione che quei fiori l'avessero ammorbidita.
« Ma credo le sia sfuggito, Potter » continuò la donna, anche lei sorridendo angelica, « che dobbiamo ancora discutere della sua punizione. E dopo il suo gesto meraviglioso, sarò spietata, mi creda » concluse, mentre James impallidiva di botto e gli altri iniziavano a ridere.
La professoressa si voltò e se ne andò a passo di marcia, lasciando che le risate prima sommesse dei ragazzi esplodessero del tutto.
« Ti ha... ti ha... » tentò di dire Sirius, senza riuscire a smettere di ridere sguaiatamente. « Ti ha proprio fottuto, amico...! HA! »
Remus e Peter gli batterono qualche pacca sulle spalle e lui soffocò tra le risate, appoggiandosi a James che se lo scrollò di dosso con uno strattone.
« Levati, cane rognoso » sibilò, fingendosi arrabbiato senza riuscirci granché bene.
Quando l'effetto dell'uscita di scena della McGranitt fu svanito del tutto, i ragazzi tornarono a lavorare sodo e, dopo un po', venne a dar loro una mano Hagrid, trasportando a fatica una larga carriola carica delle sue enormi zucche un po' gonfiate dalla magia.
« Hagrid, amico mio! » esclamò James non appena lo vide, battendogli una pacca sul braccio, il punto più alto che riusciva a toccare.
« James » fece lui in tono affettuoso, « ma che ci fate tutti qua? »
« Ci hanno messi in punizione » rispose mestamente il ragazzo. « Abbiamo fatto baldoria in Sala Comune fino a notte tarda e la McGranitt... beh, diciamo che non ha gradito granché i nostri festeggiamenti. Perciò eccoci qui ».
Hagrid rise, facendo tremolare la folta barba scura. « Sempre a combinare guai, eh? »
« Sempre » rispose solennemente James, una mano sul petto.
Si affrettò ad aiutarlo a scaricare le zucche insieme agli altri, lavoro che richiese non poca fatica da parte di tutti. Le ragazze, nel frattempo, li osservavano sgobbare senza batter ciglio, lanciandosi di tanto in tanto qualche sguardo d'approvazione per la scena che si svolgeva di fronte a loro.
« Per la miseria... » borbottò alla fine Sirius, scostandosi dagli occhi qualche ciuffo di capelli sudaticci. « Hagrid, la prossima volta, gonfiale quando le abbiamo già deposte queste stramaledette zucche ».
« Shh! » lo implorò l'uomo. Non gli era permesso compiere magie, in verità, ma di tanto in tanto non rinunciava alla tentazione di rendere meno inutili i resti della sua bacchetta magica ben camuffati sotto il suo ombrellino rosa.
« Scusa » mormorò Sirius, sorridendo.
Hagrid rispose al sorriso. « Beh, me ne devo andare » disse poi. « Ci vediamo al banchetto ».
Tutti lo salutarono con calore, guardandolo andar via a passi pesanti. Dopodiché, cominciarono a ragionare su cosa fare con quelle zucche gigantesche.
« Dobbiamo svuotarle, metterci dentro una candela e lasciarle sospese? » chiese Alan. « Ma qui dentro ce ne vanno duemila di candele... »
« Bisogna anche intagliarle, credo... » disse Robert, al suo fianco. « Meglio mettersi al lavoro ».
Tutti si dedicarono a una zucca per ciascuno, seduti sulle panche di una delle lunghe tavolate della Sala. Intagliarle richiedeva grande precisione e controllo del proprio incantesimo, ma per maghi prossimi al diploma come loro non era poi così complicato. Ritagliarono un gran buco alla base delle zucche per inserire le candele e farle rimanere sospese dentro a brillare e le resero spaventose nello sguardo e nei sorrisi minacciosi.
« Questa zucca mi inquieta » osservò Mary, studiando il suo stesso operato con il capo inclinato e una smorfia.
Effettivamente, l'espressione che le aveva creato la rendeva stranamente terrificante.
« Fammi vedere » disse Sirius con un ghigno, seduto di fronte a lei. La ragazza la voltò nella sua direzione.
« Mmm » commentò lui. Effettuò qualche movimento con la bacchetta magica e la girò nuovamente verso Mary, domandando: « Adesso com'è? »
Ci aveva scritto sopra: Mary, ti ucciderò nel tuo letto. Lei scoppiò a ridere, scuotendo il capo.
« Spiacente, i maschi non possono entrare nei nostri Dormitori » disse, picchiettandosi la bacchetta sul palmo aperto della mano.
« Ma lui è una zucca » obiettò lui. « Nessuna regola vieta alle zucche di entrare nei Dormitori femminili ».
« E' una zucca maschio » spiegò Mary, come se fosse una cosa ovvia, indicandola con un cenno. « Guardalo bene, è evidente che sia un maschio ».
Sirius la scrutò con interesse. « Hai ragione » convenne, mentre gli altri continuavano ad ascoltare l'assurda conversazione. « Ma le zucche hanno poteri a noi sconosciuti. Credi davvero che questa zucca non abbia le capacità per entrare nel tuo Dormitorio? No, Mary cara. Le zucche conquisteranno il mondo ».
Mary rise, sistemandosi distrattamente i capelli da un lato e Sirius con lei, riflettendo sulle sue parole prive del benché minimo senso.
Emmeline, lì vicino, diede una gomitata a Scarlett e le fece un cenno verso i due, bisbigliando: « Visti Mary e Sirius? »
Lei, che non vi aveva fatto caso, li guardò, piuttosto stranita. « Oh » disse solo. « Vedo ».
« Ho sempre pensato che Sirius non abbia mai smesso di piacere a Mary » borbottò Emmeline, pensierosa. « Tu che ne pensi? »
Scarlett continuò a scrutarli e non seppe cosa rispondere. Non seppe spiegare nemmeno cosa avesse attraversato la sua mente quando li aveva visti ridere insieme.
« Può darsi » mormorò, tornando presto a concentrarsi sulla sua zucca.
Il momento più difficile arrivò quando dovettero farle levitare e rimanere sospese a mezz'aria.
« Sono al settimo anno, sono un mito in tutte le materie, ma il dannatissimo incantesimo di Levitazione non riesco mai a farlo » disse Alan, guardando prima la sua bacchetta, poi la zucca e viceversa, come chiedendo loro di fare tutto il lavoro da sole.
« E' di una semplicità bestiale, amico, su! » esclamò James.
« Non mi aiuti, Capitano » fece mestamente lui, passandosi una mano tra i capelli, lievemente disperato. « Se qualcuno potesse aiutarmi, per piacere... »
« Ti aiuto io, Green » intervenne Scarlett con un sorriso. « Guarda e impara ».
Agitò la bacchetta in un movimento elegante del polso e diede un colpetto alla fine, facendo levitare la grande zucca.
« Wow » commentò Alan. « Io ci provo dal primo anno e non riesco a far sollevare niente neanche di mezzo metro ».
Scarlett rise. « Sei veramente un idiota » gli disse limpidamente. « Agita la bacchetta così » e ripetè il movimento, « dai un colpetto e pronuncia l'incantesimo con chiarezza. Dai, prova ».
Lui la fissò, un po' titubante e obbedì. « Wingardium Leviosa » disse, e la zucca levitò, traballando appena e molto lentamente.
« Evvai! » esclamò. « Adesso sono un mito completo! Grazie mille, Scar! » e le battè un lieve colpo sul braccio, facendola sorridere.
Nel frattempo, tutti gli altri stavano compiendo la stessa magia, ma non senza qualche incidente. Peter, infatti, non aveva sostenuto l'incantesimo e la zucca che aveva fatto levitare gli era ricaduta addosso, inglobandogli la testa e facendolo sembrare uno strano scherzo della natura.
A quella vista, tutti scoppiarono a ridere sonoramente, piegandosi in due, tenendosi la pancia tra le braccia e lacrimando.
Peter, la testa nella zucca, non vedeva e non capiva un accidenti di nulla.
« Aiuto, ragazzi, si è incastrata » piagnucolò, cercando di liberarsene senza successo. Nessuno gli diede retta.
« Ragazzi, andiamo, per favore, non respiro! » li implorò ancora, rischiando di slogarsi il collo a forza di tirare la zucca.
« Peter, tu morirai soffocato un giorno, te lo dico io » sospirò Remus, liberandolo senza troppe difficoltà. Lui prese un gran respiro.
« Grazie mille, Remus » mormorò, accasciandosi sulla panca.
Finirono di addobbare tutto il castello all'ora di pranzo e tornarono in Sala Grande per mandare giù un boccone, completamente stremati.
« Ho faaaameeee... » si lagnò Sirius, trascinandosi fino alla panca di Grifondoro a fatica per poi buttarcisi sopra. « Cibo! »
E avvicinò a sé tutti i piatti e le ciotole che aveva a portata di mano. « Non mi basta un piatto » disse, osservandolo storto.
« Scusa se mi permetto, Felpato, ma potresti, in teoria, mangiare una cosa alla volta » intervenne Remus. « Non sarebbe una cattiva idea ».
Lui scrollò le spalle e riversò sul suo piatto tutto quello che gli fu possibile, cominciando a mangiare nel suo solito stile.
« E' un piacere pranzare con te, amico » disse Peter, che ormai si era abituato ai modi canini del Malandrino.
Sirius sollevò un pollice e continuò a mangiare, indisturbato.
Quando finì e fu definitivamente sazio, cosa che avvenne dopo parecchio tempo, sospirò. « Vorrei un osso » mormorò, pensieroso.
« E io del formaggio » aggiunse Peter.
« E io dell'erba » fece James.
« Sì, e io uno di voi! » rise Remus. « O anche tutti e tre ».
I Malandrini scoppiarono a ridere, mentre le ragazze si avvicinarono e Scarlett avvolse le braccia intorno al collo di James, che gettò il capo all'indietro per guardarla e sorrise amorevole.
« Sei bella anche al contrario » osservò, solleticandole il naso. Lei rise e gli scompigliò i capelli.
« Come sei cascamorto, amico » fece Sirius, ghignando appena. « La Banks si aspetta certi complimenti solo da me, non è vero, tesoro? » chiese, rivolto a lei.
La ragazza fece una smorfia indispettita. « I complimenti di James sono sinceri, Black » replicò. « Tu di complimenti veri non me ne fai mai ».
Lui la osservò, le sopracciglia inarcate. « Proprio perché mi complimento raramente, i miei dovrebbero avere più valore degli altri » disse con tranquillità.
Scarlett non rispose, ma si limitò a concentrarsi per sostenere il suo sguardo fiero e provocatore. Fu lei a distoglierlo, alla fine.
« Bene... ero passata solo per un saluto » borbottò, giocherellando con qualche ciuffo sparato dei capelli di James. « Noi andiamo a letto, siamo esauste... Ci vediamo più tardi ».
Scoccò un bacio sulla guancia dell'amico e salutò gli altri con la mano come le ragazze, rivolgendo un'ultima occhiata a Sirius prima di allontanarsi. Passando accanto al tavolo di Tassorosso, notò la sorella che mangiava in silenzio in compagnia degli amici e non resistette alla tentazione di dirle qualcosa in vista della lezione che doveva tenere poco dopo insieme a Remus. Fece cenno alle amiche e si avvicinò.
« Salve, sorella Banks » salutò, battendole un colpo poco gentile sul capo.
Lei si voltò e rispose con un pugno sul braccio altrettanto impietoso. Entrambe scoppiarono a ridere. Era il loro tipico modo di dimostrarsi affetto.
« Qual buon vento ti porta alla calorosa tavolata dei Tassorosso? » chiese Miley, infilzando due patate al forno e ficcandosele in bocca.
« Non mi mangiare in faccia » rise l'altra, che ormai era abituata alla fame inarrestabile della sorella. « Sei disgustosa ».
Lei scoppiò a ridere e annuì, consapevole di quella verità. « Che vuoi? » le domandò, fingendosi scortese.
« Ti voglio fare gli auguri per oggi » rispose Scarlett, sorridendo raggiante. « Spero tanto che Remus continui... a migliorare, ecco ».
« Certo » disse Miley, scuotendo il capo. « Se non si dimentica che abbiamo lezione, magari ».
« Perché dovrebbe dimenticarsi? » chiese la sorella, interdetta.
Lei scrollò le spalle. « Boh » borbottò. « Ho sempre paura che si dimentichi ».
« Scema » fu il commento della ragazza. « E comunque, guarda, sta venendo qui! A proposito » aggiunse concitata, mentre vedeva Miley agitarsi. « Vuoi sapere che mutande indosserà oggi il bel Remus Lupin? Io lo so! »
Miley soffocò. « CHE COSA? » strillò, sotto shock. 
« Calmati, occhi a cuoricino » la rimbeccò la sorella, ridendo malefica. « Sono entrata nel loro Dormitorio e lui, diciamo, non era ancora presentabile ».
« Che diavolo ci facevi nel loro Dormi-... ciao, Remus! »
Remus era appena arrivato, sorridendo.
« Ciao » salutò. « Come stai? »
« Mai stata meglio » disse lei, radiosa. « E tu? »
« Benissimo, grazie » fu la risposta.
« Beh, io vado! » intervenne Scarlett, trattenendo una risata. « Adieu! »
I due la salutarono e la guardarono andar via.
« Vuoi che andiamo adesso? » domandò Miley.
« Oh, no, finisci pure, ero venuto solo per fare due chiacchiere prima di andare » rispose, immancabilmente gentile. « Posso sedermi? »
« Ma certo » borbottò lei, leggermente rossa in viso. Era venuto per fare due chiacchiere. Perché pretendeva sempre così tanto da lei?
Rimasero a parlare per un po', mentre lei continuava a mangiare distrattamente, abbandonando poi la forchetta sul piatto.
Alla fine, decisero di alzarsi e si diressero insieme verso l'aula di Pozioni, chiacchierando sulle ultime novità. Quando aprirono la porta, però, vi trovarono dentro un nutrito gruppo di ragazzi ed entrambi si stupirono, considerato che era domenica nonchè Halloween. I due si scambiarono uno sguardo, mentre tutti si voltavano a fissarli. Ognuno di loro aveva un calderone fumante di fronte.
« Vi serve l'aula? » domandò una ragazza, smettendo di trafficare con le code di ratto che stava aggiungendo al suo decotto.
« Sì » rispose Miley, titubante. « Pensavamo di trovarla vuota... »
« Noi siamo rimasti indietro col programma di Lumacorno e siamo qui per esercitarci » disse la ragazza, dispiaciuta.
Lei sorrise e scrollò le spalle. « Ma certo... torneremo un'altra volta » replicò gentilmente, chiedendo conferma a Remus con lo sguardo. « Buona giornata ».
I due uscirono fuori dall'aula, richiudendosi piano la porta alle spalle.
« Mi spiace » disse Miley.
« Oh, non fa nulla, verremo un altro giorno » rispose lui, sorridendo. « Torni al tuo Dormitorio? »
« Ehm... » riflettè lei. « Sì, credo proprio di sì ».
« Ti andrebbe di fare una passeggiata? »
Remus lo chiese con naturalezza, come fosse stata la cosa più semplice del mondo. Aveva avvertito il desiderio di trascorrere un po' di tempo insieme a lei e chiedere non era stato difficile, per niente. Solo dopo averlo detto, si chiese se avesse parlato troppo.
Lei rimase leggermente stupita dalla richiesta, ma alla fine sorrise, raggiante come sempre e timida allo stesso tempo.
« Ma certo » disse, cercando di mascherare l'imbarazzo. E si avviarono.
« Sai » fece Remus, pensieroso, « in realtà speravo che l'aula fosse occupata. Oggi non ci sono con la testa e avrei fatto saltare in aria tutto... »
Lei rise sommessamente, pensando di essere stata fortunata, se davvero era così. « Come mai? » gli chiese. « E' successo qualcosa? »
« Non sai nulla di tutto il casino che abbiamo combinato? » disse Remus, guardandola.
« Mmm... in realtà no » fece lei, grattandosi il mento. « Fammi indovinare... festino post-partita clandestino alla massima potenza, giusto? Danni inclusi, scommetto ».
« Precisamente » rise lui. « E' successo di tutto... »
Miley incominciò davvero ad interessarsi. « Mi fa piacere... su, racconta! »
« Allora » cominciò lui. « Per prima cosa, tua sorella si è presa una bella rivincita su Sirius, evidentemente i galeoni che lui ha perso non le bastavano ».
Inutile, pensò Miley, quella maledetta di sua sorella non le raccontava mai i dettagli piccanti delle vicende che la vedevano protagonista. Era assurdo che a raccontarglieli dovesse essere Remus Lupin, ma si accontentò e gli fece cenno di proseguire.
« Riassumendo, tua sorella gli si è avvicinata, gli sussurrava non so che cosa e si comportava in maniera... molto... come dire... » Remus esitò, ricercando un termine adatto, mentre Miley cercava di non sorridere. Sicuramente Scarlett aveva sfoggiato il suo innato sex appeal, ma era curiosa di scoprire come lui lo avrebbe definito, e attese. « ... molto intima, diciamo così. Gli ha fatto credere che lo avrebbe baciato, lui c'è caduto con tutte le scarpe e, proprio un attimo prima che succedesse, lo ha piantato in asso! E io ho riso in faccia a Sirius, il che era il minimo, credo ».
Miley scoppiò a ridere, immaginando alla perfezione la scena. Era delusa da Sirius, però. In fondo, lei parteggiava per lui.
« E dimmi un po' » disse, divertita. « E' stata brava la sorellina? Non ho mai avuto il piacere di vederla in queste vesti ».
Lui sorrise, passandosi una mano tra i capelli. « Mi stai chiedendo un parere? » le chiese.
« Obiettivo, Lupin, non allarmarti ».
« Oh, bene » fece lui, ridendo. « Sì, è stata bravissima. Sirius non è facilmente impressionabile, posso assicurartelo. Ma ieri mi è parso parecchio scosso ».
« Immagino » commentò lei, allegra. « E cos'altro è successo a questa festa dell'anno? »
Remus riflettè, ripercorrendo la serata ricca di eventi. « Lily e James hanno fatto pace » raccontò, annuendo. « Hanno fatto pace alla grande ».
Miley intrecciò le mani al petto, in adorazione, come sempre quando era emozionata per qualcosa. « Sono felice » sussurrò, sorridendo. « Come sono belli, insieme... James è meraviglioso e sarebbe perfetto per lei. Non riesco a vederlo bene con nessun'altra ragazza, davvero ».
« Neanch'io » convenne lui. « Ma sono certo che un giorno anche lei se ne renderà conto ».
Rimasero qualche secondo in silenzio, mentre varcavano il grande portone di quercia e uscivano dal castello, verso il parco, come se l'avessero deciso.
« Alla fine, comunque, la festa è degenerata » raccontò ancora lui. « Alle due e mezza è arrivata la McGranitt e ci ha messo tutti in punizione. Anche se, in realtà, è stata una soffiata di un Corvonero a tradirci... sai chi è stato? Quel Davies, l'ex ragazzo di tua sorella ».
« Ah, ecco » disse lei, leggermente disgustata. « L'idiota. Ancora non capisco come siano stati insieme tutto quel tempo ».
A Miley, infatti, Matt non era mai piaciuto e spesso ne aveva parlato con Scarlett, senza, però, farle pesare la sua posizione su di lui.
« Sì, è strano » convenne lui. « Comunque, James e Sirius non hanno esitato e si sono vendicati. Ora non credo si metterà più contro di loro ».
Miley rise. « Hanno fatto bene! Se lo merita! » esclamò, entusiasta. 
« E per finire in bellezza » terminò Remus, « a James è venuta la splendida idea di restare svegli tutta la notte e ovviamente sono stati tutti d'accordo. Alla fine sono crollati anche i più insospettabili, però è stata comunque una lunga notte. Ed eccoti spiegata la mia potenziale pericolosità oggi a Pozioni ».
« Oh, capisco » rise lei. « Ma ogni tanto ci sta una serata diversa... punizione compresa! E poi, parlo proprio con Remus Lupin... voi Malandrini ci siete parecchio abituati, no? »
Remus annuì, sorridendo. Incredibile come le loro malefatte avessero fatto storia ad Hogwarts. Ormai, tutti e quattro avevano una fama, lì al castello.
« Ti va di sederti? » le chiese, facendo un cenno verso un faggio accanto al lago. Lei annuì e si sedettero vicini sull'erba fresca e umida di pioggia.
L'aria era piuttosto pungente intorno a loro e la superficie del Lago Nero non era levigata come sempre, ma solleticata da una brezza lieve e gentile.
« Hai un'aria strana, Miley » mormorò Remus, scrutandola di sottecchi. « Che ti succede? »
Lei si riscosse e si fissò le ginocchia. « Niente » rispose. « Stavo solo pensando ».
Lui, però, non parve convinto e continuò a studiarla, sovrappensiero. « Se qualcosa non va, puoi parlarmene... se ne hai voglia » sussurrò.
Miley sospirò e uno sbuffo di fumo fuoriuscì dalle sue labbra increspate. C'era un pensiero che la tormentava e non riusciva a scrollarselo di dosso, neanche in un momento meraviglioso come quello, un momento che lei aveva sempre distrattamente sognato. Perché anche una semplice chiacchierata con lui, lei l'aveva sempre desiderata. Ma ora, se solo avesse iniziato a pensare alle sue preoccupazioni, probabilmente avrebbe rovinato ogni cosa.
Remus intanto non smetteva di osservarla con attenzione, cercando di capire cosa le fosse successo. Voleva che lei provasse a raccontare.
« Conosci Meredith Foster? » domandò lei infine, tenendo lo sguardo basso.
Lui annuì lentamente. « Hanno assassinato tutta la sua famiglia una settimana fa » mormorò, ricordando l'articolo sulla Gazzetta del Profeta.
Lei restò per qualche attimo in silenzio, accarezzando l'erba. « E' la mia migliore amica ».
Remus trattenne d'istinto il fiato e serrò gli occhi, riaprendoli un istante dopo.
« Erano Babbani... e non c'entravano niente » disse Miley, i capelli che le coprivano il viso. « Adesso è tornata a scuola. Mi ha detto che l'unico posto in cui ha voglia di vivere è qui ad Hogwarts, che ha bisogno di me... ma io non riesco nemmeno a guardarla negli occhi ».
Lui ascoltò il suono della sua voce flebile, un groppo alla gola che gli impediva di parlare. Avrebbe dovuto dire qualcosa, provare a consolarla, ma non riuscì a fare nulla. Si limitò a guardarla, immobilizzato dall'orrore per quel che lei gli stava raccontando.
« Il dolore degli altri è la cosa che odio di più al mondo » proseguì lei. « Ho sempre pensato che preferirei star male io piuttosto che le persone vicine a me. Forse riuscirei a sostenere il dolore chiudendo gli occhi, sognando qualcosa di bello, come faccio sempre, mentre gli altri... ho sempre paura che non abbiano la forza necessaria per riuscirci. E quando sono gli altri a provare dolore, so che non esiste un modo per aiutarli ed è frustrante ».
Si voltò a guardarlo negli occhi e si morse il labbro, cercando di fermarsi lì ma senza riuscirci.
« Come si fa a sopportare la sofferenza negli occhi degli altri? » gli chiese, come se desiderasse davvero una risposta da parte sua. « Come si fa a restare lì a guardarla senza fare niente? Io non ce la faccio... Non riesco a... » Sospirò, stancamente, abbassando nuovamente lo sguardo. « Vorrei solo che stesse bene, ma non è possibile. Vorrei... solo che qualcuno la aiutasse. Una ragazza di sedici anni dovrebbe preoccuparsi dei M.A.G.O. dell'anno dopo, dell'insegnante che odia... non... non di questo. Non è giusto ».
Remus pendeva dalle sue labbra e non riusciva a respirare. Si sentiva come se avesse appena scoperchiato un tesoro dal valore inestimabile, come se avesse scoperto qualcosa di meraviglioso senza esserselo aspettato. Miley, improvvisamente, si mostrava a lui, per bisogno, per irrefrenabile necessità, nella sua purezza, in quella che forse non era neanche bontà, ma più un sentimento di umanità che le scoppiava nel cuore e dilagava ovunque, travolgendo ogni cosa. L'aveva sempre pensata come una ragazza solare ed estremamente gentile, ma non avrebbe mai potuto credere che nascondesse un mondo interiore tanto vasto, tanto unico, tanto stupefacente. Perché, si sa, le persone che soffrono si mostrano per ciò che sono, non hanno la forza di provare a fingere.
« Ci sono un miliardo di ingiustizie a questo mondo, adesso più che mai » mormorò lui infine. « Questa guerra sta mettendo tutti alla prova in maniera terribile, brutale, a volte. Sai meglio di me che Voldemort non guarda in faccia nessuno quando decide di distruggere una vita. L'innocenza, la bontà smettono di esistere con lui, ma allo stesso tempo sono la nostra vera forza. Non c'è niente che possiamo fare se non resistere e cercare di tenerlo a bada, e lo faremo. Tu... tu sei forte, io lo sento. Forse non ti conosco fino in fondo, forse non so, quello che dico per te non ha senso, ma... sappi che se Meredith ha bisogno di te, non devi per forza cercare chissà quale modo per aiutarla, perché basti tu ».
Quando Miley alzò lo sguardo, aveva gli occhi colmi di stupore. Remus le aveva mostrato una verità semplicissima che lei non era riuscita a cogliere. A 
Meredith non serviva una cura al dolore che non esisteva, non servivano chissà quali discorsi inutili per tirarla su di morale... 
A Meredith servivano affetto, vicinanza, silenzio. A Meredith serviva Miley e lei ci sarebbe stata.
« Grazie » disse, la voce piena di sentimento. « Grazie, Remus ».
Lui sorrise appena e le accarezzò una guancia, dolcemente. Miley aveva gli occhi lucidi e sbattè più volte le palpebre per calmarsi.
Tra loro ricadde il silenzio e si abbandonarono col capo poggiato alla corteccia dura dell'albero, osservando il cielo. Per un po', nessuno dei due disse nulla.
« Profumi di cioccolato » mormorò lei dopo un po', voltandosi a guardarlo. « Perché profumi di cioccolato? »
Remus sorrise e trafficò con le tasche della felpa, estraendone una tavoletta del miglior cioccolato di Mielandia.
« Per questo » rispose, mostrandogliela.
« Lupin » disse lentamente Miley, « tu vai in giro con il cioccolato in tasca? »
« Da anni » precisò lui allegramente. « Il cioccolato è la mia vita, Miley... Vuoi? » le chiese, scartandolo.
La ragazza annuì. « E dimmi un po', come mai tutto questo amore per la cioccolata? » chiese, prendendo un po' sbigottita la mezza tavoletta che lui le porgeva.
« Perché il cioccolato è la cosa più buona del mondo » spiegò Remus con semplicità, addentandone un pezzo.
« E tu riesci a mangiarne mezza tavoletta in un colpo solo? » si incuriosì lei, disorientata.
« Mezza tavoletta è una routine ormai assodata » fu la risposta. « Riesco a fare molto meglio. Tu, invece... riusciresti mai a farlo? »
Miley ingoiò il cioccolato e riflettè con calma, poi incrociò le braccia al petto e lo studiò. « Mi stai sfidando, per caso? »
Remus trattenne una mezza risata e scrollò le spalle, senza riuscire a mascherare il divertimento. « Se dicessi di sì? »
« Oh, John, vedrai » rise di rimando lei, guardando prima lui, poi il cioccolato con aria di sfida.
« John? » chiese lui, stranito, inclinando il capo.
« John » ripetè lei, annuendo. « E' il tuo secondo nome, no? Ti sta bene ».
John. Nessuno lo aveva mai chiamato così. Sorrise. Gli piaceva. « Come lo conosci? » domandò, incuriosito.
« Una volta, l'anno scorso, credo, ho sentito Sirius gridarlo per tutto il corridoio del terzo piano » spiegò Miley, cercando di ricordare il perché. « Credo che a nessuno qui al castello sia sfuggito che ti chiami Remus John Lupin... Adesso non mi ricordo bene, mi pare che Sirius borbottasse qualcosa su delle mutande che gli avevi bruciato » concluse, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Remus scoppiò a ridere. Ricordava benissimo la scena. « Mi ha rincorso per tutti e sette i piani e giù per il parco perché ho dato fuoco a qualche paio delle sue mutande, le sue preferite » raccontò. « Devi sapere che Sirius ha una passione perversa per le mutande ed io dovevo vendicarmi perché lui aveva copiato il mio tema di Storia della Magia. Penso che nulla lo avrebbe fatto infuriare più di quello, neanche se avessi dato fuoco a James ».
Miley era piegata in due dalle risate. Non capiva perché ultimamente dovesse sentire tante chiacchiere sulle mutande di chiunque.
« Fai tanto il santarellino, ma sotto sotto sei il più Malandrino di tutti, eh, Remus? » disse, picchiettandosi l'indice sul mento.
« Lo credi davvero? » chiese lui, sorridente. « Beh... non riesco a trovare argomenti validi per difendermi ».
Ed effettivamente, malgrado il viso angelico, i modi educati e la fama di perfetto studente, Remus spesso si ritrovava ad essere una delle vere menti del gruppo, pronto ad architettare la nuova epica impresa dei Malandrini che sarebbe dovuta entrare negli annali ad Hogwarts e imprimersi nelle menti di tutti.
La luce malandrina nello sguardo non gli mancava di certo, e Miley l'aveva notata, soprattutto quel giorno.
Per un po' non fecero che accarezzare l'erba su cui sedevano, gettandosi occhiate distratte, senza parlare. Quel pomeriggio si stava rivelando meraviglioso per entrambi. Miley si sentiva quasi galleggiare tra le nuvole, perché ancora le pareva impossibile che fosse finita lì, sotto quel faggio, a ridere e a confidarsi in libertà con il ragazzo che le piaceva da tempo. Remus, d'altro canto, aveva trovato in lei una continua sorpresa e non si stancava di star lì in sua compagnia.
« Ti sei mai ritrovato a fantasticare sulle persone intorno a te? » domandò lei all'improvviso.
Lui la scrutò, senza capire.
« Io spesso comincio a osservare la gente e a immaginarmi quello che le capita » proseguì Miley. « Ad esempio, mmm... guarda quella lì » e indicò una ragazza dai lunghi capelli biondo cenere che vagava da sola, un po' incerta sulle sue stesse gambe. « Sembra totalmente sperduta, no? Magari... magari ha appena dato il suo primo bacio! Oppure, quei due bambini » e fece un cenno verso due ragazzini del primo anno, a giudicare dall'aspetto, seduti a terra a parlottare tra loro, « chissà, forse stanno pensando di combinare qualche guaio, proprio come facevate voi quattro sin dal primo anno! »
Rise sommessamente, osservandoli con sincero interesse, perdendosi in chissà quali pensieri. Remus la osservava, piacevolmente stupito, e non riusciva a distogliere lo sguardo. Miley era strana sotto certi punti di vista. Viveva in un mondo tutto suo che sembrava meraviglioso. E lui era curioso, voleva saperne di più, scoprire ancora, cercare più a fondo.
« Prova anche tu! » lo incoraggiò allegramente dopo qualche secondo di silenzio. « Guarda quel ragazzo laggiù! »
Remus seguì la traiettoria del suo sguardo e intravide un ragazzo seduto sulla riva del lago con il capo fra le braccia.
« Oh, quello lì... » cominciò a dire.
« ... lo ha sicuramente mollato la sua ragazza » completarono in coro, scoppiando a ridere un attimo dopo.
Non riuscirono a smettere per un po' e Miley, alla fine, si ficcò in bocca l'ultimo pezzo di cioccolato per soffocare le risate, con il solo risultato che si affogò, battè la testa contro il tronco dell'albero, ricominciò a ridere più forte di prima con le lacrime agli occhi e smise di respirare.
Era davvero un'imbranata, ma la cosa aveva smesso di pesarle. Inoltre, Remus trovava i suoi modi goffi estremamente divertenti.
« Ti sei fatta male? » le chiese tra le risate, cercando di reprimerle in qualche modo.
Lei asciugò le lacrime che le rigavano le guance con il dorso della mano, scossa ancora da convulsioni di risa. « Oh, come sei premuroso, John, ti vedo veramente preoccupato per la mia salute! » scherzò, massaggiandosi il capo. « In tutti i casi, guarda un po'... ho finito il cioccolato e ho vinto! »
« Non avevamo scommesso nulla » obiettò lui con finto fare saccente.
Miley scrollò le spalle. « Ho vinto la soddisfazione di aver vinto » replicò. « E ho vinto anche cinque chili in più, credo, perché mangiare tutto quel cioccolato è stato micidiale, per Merlino... »
Remus ricominciò a ridere. Non ricordava di essersi mai divertito tanto, se non in compagnia dei Malandrini. Ridere era sempre così bello... e lei pareva non stancarsi mai. Il suo sorriso era meraviglioso e aveva il labbro inferiore leggermente imbrattato di cioccolata, cosa che, secondo lui, la rendeva perfetta.
Trascorsero insieme gran parte del pomeriggio, ridendo insieme, chiacchierando su tutto, passeggiando lungo la riva del lago.
Miley iniziò ad arrossire raramente, Remus sempre più. Fu semplice per entrambi passare del tempo insieme. Alla fine, quando si salutarono, pensarono di dover ringraziare l'altro per qualcosa, ma lo fecero in silenzio. Quando tornarono alle rispettive Sale Comuni, sia lui che lei sentirono rimbombare ripetutamente il suono della risata dell'altro nella mente... Nessuno dei due, però, volle chiedersi perché.
 
 
*  *  *
 
 
Il banchetto di Halloween si preannunciava spettacolare come sempre, grazie anche al duro lavoro di quei poveri quattordici ragazzi.
Era quasi ora di cena e i Malandrini si stavano dirigendo in Sala Grande, ridendo spensierati tra loro.
« Secondo voi, sarebbe buono un pipistrello in crosta? » domandò Sirius, sempre curioso di scoprire nuovi sapori. « Io proverei... »
« Magari, se non sapessimo di che si tratta, lo mangeremmo senza problemi » convenne James, annuendo convinto. « Dovremmo chiedere a mamma di prepararcelo, quando torniamo a casa. Papà lo mangerebbe di sicuro ».
« Charlus mangerebbe di tutto » precisò l'altro. « Anche te in crosta, Ramoso ».
« Ma i pipistrelli ci voleranno intorno anche mentre mangiamo? » squittì Peter, terrorizzato. « Che schifo! »
« Codaliscia, sei davvero un idiota » intervenne Remus, scuotendo il capo. « I pipistrelli sono tanti te con le ali, di che diavolo hai paura? »
Il ragazzo riflettè a lungo sulla questione. « Hai ragione » risolse infine. « Non fa una piega ».
Arrivati in Sala Grande, presero posto sulle panche accanto alle ragazze, come da abitudine.
« Evans, ciao, ti va di uscire con me? » chiese James appena vide la chioma rosso scuro della ragazza.
Lei lo fissò, imperscrutabile e per nulla sorpresa. « No, Potter » rispose semplicemente.
« Grazie, Lily, era da tanto che non me lo sentivo dire » sospirò lui, sorridendo.
Lily sorrise di rimando. « Non c'è di che, James, è sempre un piacere » rispose, facendolo ridere.
Si guardarono un po' intorno, congratulandosi con se stessi per la bellezza delle decorazioni, mentre si sentiva Alan, lì vicino, vantarsi con chiunque gli capitasse a tiro del suo splendido lavoro. Sulle loro teste volteggiava la zucca sulla quale Sirius aveva inciso la condanna a morte di Mary senza curarsi di rimuoverla, tanto che era ancora perfettamente visibile anche a quella distanza. La zucca un po' ammaccata che era atterrata su quel malcapitato di Peter, invece, vagava attorno al tavolo di Corvonero e James sperò che precipitasse nuovamente, magari sulla testa vuota di Matt Davies.
Da lì l'idea. La pensata geniale. Lo scherzo di Halloween perfetto. La malandrinata.
« Ragazzi » disse James, fissando un punto indistinto del tavolo, tutto preso dai suoi contorti ragionamenti.
« Quello sguardo non mi piace » disse subito Peter, osservandolo con attenzione e paura. « Spara, dai ».
James fece per parlare, ma Sirius lo interruppe, estremamente entusiasmato.
« Ha avuto un'idea geniale, di sicuro » asserì con fermezza, una strana luce nello sguardo. « Avanti, amico, parla, stiamo aspettando ».
Lui dischiuse nuovamente le labbra per iniziare a raccontare, ma a impedirglielo fu Remus.
« Senti, James, conosco quello sguardo, non puoi combinare guai al banchetto di Halloween » lo redarguì, severo. « Noi non ci stiamo, qualunque cosa sia ».
« Lunastorta, ma per piacere, parla per te! » esclamò Sirius, scocciato, mentre James iniziava un tantino a stancarsi. « Dai, James, spiegati ».
« Tu non farai niente di niente » lo rimproverò l'altro, cercando di sembrare intransigente senza riuscirci molto bene.
« Sei un Malandrino delle mie regali balle ».
James li fissò, esasperato. « Avete finito? » chiese, le sopracciglia inarcate. Loro annuirono contemporaneamente. « Bene. Allora, vi va di movimentare un po' questo altrimenti piattissimo nonché nostro ultimo Halloween ad Hogwarts? »
Raccontò loro il suo brillante progetto malandrino e, al termine della spiegazione, Sirius si accese di un tale entusiasmo che cominciò a ridere incontrollabilmente, sotto lo sguardo sbigottito dei Grifondoro vicini, a cui lui pareva non prestare la minima attenzione.
« E' la cosa più fica che abbia mai sentito nello squallore di quest'inizio d'anno! » esclamò, senza neanche accorgersi che i piatti d'oro avevano iniziato a rimpiersi di pietanze, sintomo della colossale importanza che attribuiva al piano malandrino di James. « Lo facciamo per concludere in bellezza il banchetto? Dev'essere qualcosa di indimenticabile, HA! »
« Calmati, Felpato » rise James, cominciando a mangiare. « Sarà difficile non farci vedere. Lunastorta, Codaliscia... voi siete con noi? »
Peter annuì immediatamente, senza neanche pensarci due volte, mentre Remus pareva in guerra con se stesso. Aveva una mano tra i capelli e pareva che stesse ragionando velocemente sul da farsi, nel tentativo di ritrovare il buonsenso che gli impedisse di prendere parte a quella follia.
Il Prefetto e la mamma che erano in lui gli consigliavano vivamente di discostarsi da quell'idea balorda, che non avrebbe fatto altro che cacciarli di nuovo nei pasticci, mentre la parte malandrina della sua mente altrimenti sana lo incitava ad aiutare gli amici nell'epica impresa.
« Però sarebbe davvero fantastico... » stava borbottando tra i denti, probabilmente parlando con se stesso. « Ma io non posso... però è l'ultimo anno... Tanto, ormai, ne abbiamo fatte tante... Okay » disse poi a voce più alta. « Ci sto ».
Seguirono manifestazioni varie di giubilo da parte dei Malandrini e Remus già si pentì di aver accettato.
Mangiarono a gran velocità, aspettando il momento propizio per agire. Alla fine, arrivati al dessert, decisero di dare il via al piano.
« Che abbia inizio lo show » sussurrò James con un sorriso.
Peter e Remus si misero in posizione strategica, pronti a coprire i veri e propri malfattori che si sarebbero occupati della parte pratica dell'operazione.
Quando James fu sicuro di essere ben nascosto alla vista di tutti, almeno per quanto riguardava la bacchetta stretta in mano, si voltò ed individuò la vittima predesignata: Gazza e Mrs Purr stavano come sempre ritti all'entrata della Sala Grande, osservando il banchetto. Il custode, con i suoi abiti laceri e sporchi, gettava di tanto in tanto qualche occhiata amorevole verso la gatta spelacchiata accucciata ai suoi piedi.
Era tutto perfetto e Sirius, con uno sguardo, suggerì a James di iniziare. Il ragazzo agitò la bacchetta in direzione dell'ignaro animale e la gatta, all'istante, si sollevò da terra e iniziò a volteggiare sempre più su, seguendo la direzione che l'artefice dell'incantesimo suggeriva come un direttore d'orchestra. L'attenzione di tutti fu subito attratta dall'insolito spettacolo e molti studenti scoppiarono a ridere, mentre altri trattennero il fiato, confusi, volgendosi verso il compagno al loro fianco per cercare di capirci qualcosa. Gli insegnanti, invece, fissavano il custode che iniziava a perdere il senno, pietrificati.
« La mia gatta! La mia gatta! » strillava, cercando di rincorrerla. « Mettetela giù! Maledetti studenti... canaglie... lo so che c'entrate voi! Appena vi prendo... »
I Malandrini tentarono di non dare nell'occhio e si limitarono a ridere come gran parte dei Grifondoro della tavolata.
Il volo di Mrs Purr, che aveva iniziato a miagolare sguaiatamente, graffiando l'aria, terminò quando James la fece atterrare su una zucca che volteggiava serenamente tra il tavolo di Serpeverde e quello di Corvonero. La povera gatta iniziò a camminare avanti e indietro, troppo spaventata dall'altezza per fare un passo più del dovuto. Alla fine, si accucciò al centro della zucca e continuò a miagolare disperata, mentre Gazza accorreva verso di lei, posizionandosi esattamente sotto la sua nuova postazione.
« Scendi! » esclamò il custode, protendendo le braccia al vuoto. « Ti prendo! Mrs Purr! »
Sirius non riuscì a trattenere le risate. Scarlett, lì vicino, si voltò a guardarlo, comprendendo tutto all'istante. Lui lo notò e le lanciò un occhiolino complice che la fece stranamente arrossire e sorridere.
« Tocca a te, Felpato » bisbigliò James. Il ragazzo si riprese e tornò a concentrarsi, mentre Remus lo copriva alla perfezione.
Con un solo colpo di bacchetta e un semplice incantesimo non verbale fece precipitare la zucca che aveva fatto da trono a Mrs Purr, così che atterrò esattamente sulla testa di Gazza proprio come quella mattina era capitato a Peter.
Nella Sala Grande scoppiò il tripudio. Sirius, utilizzando l'Incanto Locomotor, prese possesso dei movimenti della zucca, pregustando il divertimento.
« Mrs Purr! » gridava il custode nel frattempo. « Sei viva? Non ci vedo! Non vedo niente! »
La gatta, che era atterrata saldamente sulle quattro zampe, saltellava intorno al padrone nel tentativo di aiutarlo, infastidita dal fumo che fuoriusciva dalla candela ormai spenta e poggiata a terra.
Ma per il povero Gazza non era affatto finita lì. In quel momento, Sirius iniziò a far muovere la zucca a suo piacimento, e con essa l'uomo. Lo fece andare a sbattere contro Matt Davies, il primo della lista che avrebbe dovuto subire danni. Il ragazzo tentò di ripararsi dietro un compagno ma il custode gli cadde rovinosamente addosso, facendolo cozzare contro il tavolo. In seguito, il Malandrino lo fece volteggiare per un po' per poi farlo crollare contro Piton, che aveva osservato la scena sotto shock. Il Serpeverde cozzò contro la ragazza che gli sedeva vicino, facendola indispettire non poco.
« Posso completare in grande? » domandò Sirius a bassa voce.
« Devi, fratello » rispose James con un gran sorriso.
Il ragazzo annuì e guidò la zucca verso il tavolo degli insegnanti. Gazza precipitò sugli scalini, probabilmente frantumandosi la gabbia toracica, ma Sirius lo fece rialzare, portandolo verso la lunga tavolata. La povera vittima, come previsto, sbattè contro il tavolo e ci finì sopra, facendo schizzare il succo di zucca della brocca di fronte a lui sulla faccia degli insegnanti vicini. I Malandrini pensarono di aver fatto abbastanza e il viaggio del custode terminò lì.
Scoppiarono a ridere insieme agli altri, mentre Lumacorno si affrettava a liberarlo dalla zucca ben piazzata sulla sua testa.
« Per la barba di Merlino... » borbottò non appena libero, l'aria totalmente stravolta. « Signor Preside! Professor Silente! »
Zoppicò verso di lui, rosso in volto e si poggiò al bordo del tavolo per tenersi fermo, visto che la testa gli girava dolorosamente.
« Professor Silente, è stato uno studente, sono sicuro! » esclamò, annuendo ripetutamente. « Quei quattro ragazzacci... devono entrarci qualcosa... Qui bisogna punire qualcuno! La mia gatta... Dov'è la mia gatta? Sta bene? » domandò poi, guardandosi intorno con aria maniacale.
Mrs Purr gli venne subito incontro, zampettando a gran velocità, viva, vegeta e in salute.
« Bisogna acciuffarli, signor Preside » proseguì l'uomo, determinato a punire adeguatamente i colpevoli di cui già immaginava l'identità.
« Li troveremo, Argus, sta' tranquillo » lo rassicurò Silente in tono pacato. « Adesso va', su... »
Il custode si allontanò con la gatta fra le braccia, furioso, gettando occhiate malevole verso tutti quanti gli studenti.
Silente, con la massima tranquillità e un lievissimo sorriso, soffermò per qualche istante lo sguardo sui quattro Malandrini che ridevano, ma loro non vi fecero caso. Il piano era riuscito alla grande.
In Sala Grande si fece fatica a riportare l'ordine. Le risate non si esaurirono per un bel po', ma alla fine il banchetto giunse al termine in maniera piuttosto tranquilla. Quando tutti stavano per andare via, un Tassorosso raggiunse James di corsa.
« James, James! » lo richiamò, affannato. Il ragazzo si voltò. « Amico, ciao, devo dirti una cosa... »
« Dimmi tutto » rispose il ragazzo, affabile.
« Questa sera, i nostri Caposcuola non possono fare la ronda. Sono in Infermeria per colpa di un gruppo di Serpeverde e i Corvonero l'hanno avuta pochi giorni fa, non abbiamo molta voglia di chiederla a loro... Mi dispiace tanto dovertelo chiedere, amico, tu e Lily, per caso, potreste...? »
« Ma certo » si affrettò James, sorridendo gentile. « Però, beh, per me va bene, ovviamente, ma dovrei chiederlo a Lily... Solo un secondo ».
Si voltò in cerca della ragazza e la individuò poco distante da lì, diretta verso l'uscita della Sala Grande.
« LILY! » urlò, per farsi sentire oltre il chiacchericcio fitto degli studenti ammassati. « LIIIIILY! EVANS! Dai, non voglio invitarti a uscire, Evans! »
La ragazza si voltò, mascherando un sorriso e gli si avvicinò. « Questo mi rincuora, Potter » disse, quando gli fu accanto. « Che hai da urlare? »
« Evans, c'è un problema » rispose lui, passandosi una mano tra i capelli. « Cioè, per me non è un problema, è un dono meraviglioso che Godric mi ha mandato, in realtà... Beh, questa sera dovremmo sostituire i Tassorosso per la ronda. Tu... insomma... potresti...? »
Lily sospirò. « Tempo extra con te, Potter? » chiese, incrociando le braccia al petto. « Merlino mi vuole proprio male! » ma sorrideva. « Sì, facciamola pure ».
James esultò interiormente e salutò l'amico, che andò via più rilassato.
Dopodiché, i due si diressero verso gli amici per avvisarli.
« Sei una gran sfigata, amica mia » commentò francamente Alice alla notizia.
« Sfigata? » fece Scarlett, ridendo. « E' una seratina con James, andiamo! Il dolce James... il bel James... quel figo di James! Avete presente? »
« Sei da sposare, Scarlett » arrivò la voce del tanto lodato ragazzo, che si era avvicinato. Le circondò la vita con le braccia e la baciò tra i capelli.
Le ragazze sorrisero. Tutte tranne Lily, che osservava la scena senza batter ciglio, immobile e con una luce nello sguardo piuttosto strana.
« Non aspetto altro, lo sai » stava rispondendo invece Scarlett, ridendo.
James si allontanò e le accarezzò una guancia. « Comunque, adesso, io e quello splendore della Evans dobbiamo andare. Giusto, Evans? »
Lily annuì distrattamente, senza far molto caso alle sue parole. Le ragazze la salutarono allegramente e li guardarono andar via.
Camminarono in silenzio fino al primo piano, poi James decise di rompere il ghiaccio.
« Mi dispiace che tu non abbia potuto goderti i festeggiamenti per Halloween » borbottò, piuttosto imbarazzato. Aveva l'impressione che Lily fosse molto scocciata per l'imprevisto, ma era solo una sua paura. Lei non lo era affatto.
« Ma no, a me dispiace per te » rispose lei con un sorriso. « Lo so che sei sempre l'anima delle feste ».
« Oh ». James sorrise e scosse il capo. « Sì, è vero, mi piace fare baldoria insieme a Sirius... Comunque, no, io... io sto bene qui ».
Annuì e Lily fu felice di sentirglielo dire. Aveva notato con crescente stupore che James, in fondo, al contrario di quanto credeva, era sempre molto carino.
« Bello scherzo, prima » buttò lì lei, giocherellando con la bacchetta.
Lui si voltò a fissarla, con un mezzo sorriso. « E sentiamo, Evans, chi ti ha detto che sono stato io? » domandò, inarcando un sopracciglio.
« Un pipistrello di passaggio » rispose lei soave. « Su, Potter, non prendiamoci in giro, quello scherzo portava la tua firma! E poi mi sono divertita ».
« Ti sei divertita? » ripetè James, sgranando gli occhi. « Allora okay, sì, sono stato io ».
Lily rise, alzando gli occhi al cielo.
« Ma aspetta » riprese lui, confuso. « Tu non eri il super Prefetto Perfetto, Lily Evans? »
« Mai stata, James Potter » replicò lei, sorridendo beffarda. « Che concezione che avete voi Malandrini di me... mi fate sembrare un'insopportabile Caposcuola secchiona ».
« Perché, non lo sei? » fece James, sogghignando malandrino.
Lily si voltò come una furia. « Ma come ti permetti? » esclamò. « Inutile, Potter, sei sempre lo stesso, sempre il solito tonto che spara a zero su tutti e... »
« Oh, certo, sono un tonto » annuì lui, facendola innervosire non poco. « Una non insopportabile Caposcuola secchiona avrebbe riso alla mia provocazione ».
La ragazza boccheggiò, sconvolta, mentre l'aria di James si faceva sempre più soddisfatta e compiaciuta.
« Non rido perché non sei simpatico, Potter, ecco perché » replicò pungente.
Il sorriso di lui si accentuò. Stuzzicare Lily era una delle cose più divertenti del mondo. E lui trovava del divertimento praticamente ovunque.
« Tu sei simpatica, invece? » chiese, affondando le mani nelle tasche e fischiettando tranquillo.
« Molto » ribattè lei, annuendo più volte. « Moltissimo. Lo dicono tutti, chiedi in giro ».
James scoppiò a ridere, guadagnandosi un pugno ben assestato sul braccio. « Grande senso dell'umorismo » commentò, senza perdere il suo ghigno.
« Sei un maledetto idiota ».
« E tu una credulona ».
« Ti odio ».
« Io neanche un po' ».
Lily arrossì e rise. Maledetto idiota.
« Comunque, miss divertimento, io dovrei detestarti sul serio, lo sai, sì? » proseguì James, sovrappensiero. « In sei lunghissimi anni hai sventato innumerevoli piani malandrini, il che, per me, è imperdonabile. Come pensi di farti perdonare, a tal proposito? Parla, Rossa ».
La ragazza pensò che non avesse tutti i torti. Durante la sua carriera scolastica si era occupata in prima persona, proprio come fosse stata una questione strettamente personale a cui teneva particolarmente, dell'operazione che prevedeva il mandare a monte qualsiasi piano avessero in mente quei quattro delinquenti. Non è che avesse trionfato molto spesso, visto che i suddetti quattro elementi non erano dei novellini nel mestiere e sapevano bene come muoversi, ma si era comunque data da fare in maniera assai lodevole, sfruttando tutte le sue qualità di detective, che i Malandrini, tra parentesi, non avevano mai osato sottovalutare. Malgrado il terrore che quella ragazza infondeva in molti, però, e l'attenzione che i quattro riservavano ai suoi movimenti quando era in corso una malefatta, i piani diabolici dei ragazzi erano quasi sempre andati in porto e Lily aveva sempre pensato - e a ragione - che avessero armi a lei e a tutti sconosciute.
« Farmi perdonare, dici? » scherzò lei, con un'aria furba e dispettosa sul viso. « Voi, e tu in particolar modo, dovreste prostarvi ai miei piedi chiedendomi scusa per la salute mentale e fisica che mi avete fatto perdere, per il tempo che mi avete sottratto con le vostre malefatte e per... per... »
« ... per la ragazza schizofrenica che ti abbiamo fatto diventare? » completò James, avvicinandosi a lei con un sorrisetto stampato in volto.
« In realtà sì, anche per quello » rise lei, dandogli un buffetto sulla guancia. « Ecco perché non sono più simpatica come una volta... »
« Lily, io scherzavo » si affrettò a dire James, d'un tratto preoccupato che si fosse offesa. « Davvero, io ti trovo simpaticissima, anche per questo io... »
Si morse il labbro. Completare la frase non era una buona idea visto che sarebbe suonata un po' come ... voglio mettermi con te in questo esatto momento, urlarlo al mondo, sposarti subito dopo, costruire una famiglia, avere tanti bambini e una casa da sogno e vivere con te per sempre.
« Lo so, Potter » rise lei. « Anch'io scherzo. Ma mi piace troppo vederti mentre ti affanni a chiedermi scusa. Ti prego di farlo più spesso ».
James prese un lungo respiro e scoppiò a ridere. Quella ragazza...
Continuarono a camminare e ridere per un bel po', percorrendo corridoi semibui, passaggi segreti, passando accanto ad aule vuote, intravedendo Pix che cercava di scaraventare a terra un armadio alto cinque metri... quando, arrivati al settimo piano, avvertirono delle voci che parlottavano concitate tra loro.
Si accostarono silenziosamete contro il muro, la bacchetta stretta in pugno, cercando di capire cosa dicessero.
« ... strano che non siano ancora arrivati » stava finendo di dire un ragazzo dalla voce cupa.
« Quegli stupidi idioti » commentò qualcun'altro, il tono derisorio che lo faceva sembrare piuttosto ottuso. « Digli pure che vengono e li faccio saltare in aria in un secondo. Mi ci diverto un mondo se hanno il fegato di venire ».
« Smettila, Goyle » disse una voce melliflua che James e Lily riconobbero all'istante. « Non farai saltare in aria proprio nessuno. Piuttosto, dobbiamo stare attenti. Se Avery non si sbriga, cominceremo senza di lui. Io non voglio ospiti ».
James e Lily si scambiarono uno sguardo d'intesa e si mostrarono all'improvviso. Lui stette ben attento a precederla e a tenerla dietro di sé.
Si ritrovarono di fronte un gran bel gruppetto di loro vecchie conoscenze: Mulciber, Goyle, Macnair, Regulus Black e Piton.
« Qualche ospite, invece, credo che dovrai proprio accoglierlo, Mocciosus » disse James, facendo sobbalzare tutti. « E, Goyle, è meglio se rimetti a posto quella bacchetta se non vuoi finire in Infermeria in meno di due minuti ».
Il ragazzo, fissandolo con enorme disgusto, riabbassò la bacchetta ma non la ripose nel mantello.
« Allora » proseguì lui, osservando con aria compiaciuta il quadretto. « Cosa ci fanno qui riuniti tutti questi bravi ragazzi la notte di Halloween? Non era di vostro gradimento la festa in Sala Comune e avete pensato di organizzarne un'altra più divertente tra di voi? Lily, tu che ne pensi? » domandò, voltandosi a guardare la ragazza. « Secondo te stavano solo tentando di mettere in piedi un triste festino solitario? »
Lei non rispose. Era tutta intenta a squadrare ad uno ad uno i Serpeverde, evitando accuratamente di incrociare il freddo sguardo di Piton che dardeggiava tra i due Caposcuola. A lui, infatti, non era sfuggito affatto il modo in cui James l'aveva chiamata. Lily. Da quando gli permetteva di chiamarla così?
« Che ci fai tu qui? » esclamò Mulciber. « Non toccava a voi essere di guardia, stanotte ».
« Oh, ma guarda un po', come siamo informati » disse Lily, picchiettandosi le punte delle dita sulla guancia. « E sentiamo, tu come lo sai? »
Lui si zittì, lo sguardo sperduto, consapevole di aver commesso un passo falso.
« Gliel'ho detto io » intervenne Piton.
Lily sollevò di scatto lo sguardo e lo riabbassò in fretta, ritraendosi.
« Beh » riprese James, lanciandole un'occhiata rapida. « Allora saprai anche che per colpa di qualche vostro amico i Tassorosso sono in Infermeria. Avreste dovuto avvisarli della vostra festicciola, mi sa... Aspettavate loro con tanta gioia, quindi? Tu, Goyle, avevi voglia di un po' di... fuochi d'artificio? »
Tra i Serpeverde piombò il silenzio. Alcuni iniziarono a fissarsi le scarpe, mentre altri, i più spavaldi, tra cui Piton, continuarono a sfidare con lo sguardo i due ragazzi, pur sapendo di essere palesemente con le spalle al muro.
« Stai sempre a ficcare il naso ovunque, Potter » ricominciò infatti Piton, scontroso. « Cos'è, adesso ti è venuta voglia di fare il Caposcuola responsabile? Sei ridicolo... Lo hanno capito tutti, prima, che a fare quello scherzo idiota a Gazza siete stati tu e il tuo inseparabile amichetto Black ».
James sorrise, imperturbabile. « Oh, notevole, Mocciosus, e dimmi, ci sei arrivato tutto da solo o hai seguito le voci? » chiese, fingendosi ingenuamente curioso. Le guance pallide del ragazzo si tinsero leggermente di rosso.
« Come sei spiritoso, Potter... » commentò a bassa voce, sprezzante.
« Mai quanto te » lo derise James. « Ma tornando all'argomento centrale della questione... cos'è che facevate qui riuniti? Vogliamo saperlo ».
Inaspettatamente, Regulus scoppiò in una risata tetra, per certi versi molto simile a quella del fratello, ma totalmente priva della pienezza e della gioia di quella di Sirius. Anche i capelli neri sugli occhi gli conferivano un alone di mistero che richiamava molto l'aria di distratta eleganza dell'altro Black.
« E per quale arcano motivo dovremmo dirlo a te, Potter? » disse, spavaldo.
« Perché siamo Caposcuola, Black, e voi siete in giro senza permesso a parlottare tra voi su come far fuori quelli di Tassorosso » rispose Lily. « E quello che ci chiediamo, a questo punto, è perché vi interessa tanto mettere fuori gioco i Caposcuola che hanno il turno di guardia se non avete nulla da nascondere ».
Esatto. Lily aveva centrato il punto. I Serpeverde, infatti, non replicarono.
« Rivolgeremo i nostri dubbi alla professoressa McGranitt e vedremo cosa ci saprà dire lei » concluse la ragazza. « Dopo di voi, prego ».
I cinque ragazzi si scambiarono occhiate tetre di sottecchi e si trovarono costretti a precederli. James e Lily rimasero qualche passo indietro, gli occhi puntati su di loro mentre parlottavano sul da farsi.
« Credi che avremmo dovuto portarli da Silente? » chiese Lily a bassa voce, titubante.
James scosse il capo. « No » rispose secco. « La McGranitt saprà cosa farne. Potrebbe anche decidere di portarglieli lei... Noi non abbiamo nemmeno la parola d'ordine, quindi non avremmo potuto ».
La ragazza annuì, convinta.
« Comunque, ottimo lavoro » aggiunse lui, sorridendo. « Non sono solo i piani malandrini che ami mandare a monte, allora ».
Lei rise, colpendolo piano sul braccio in maniera affettuosa. Piton lo notò e non riuscì a guardare. Deglutì e continuò a camminare tenendo lo sguardo ben piantato a terra, una strana stretta allo stomaco che non smetteva di infastidirlo.
Per il resto del tragitto nessuno fiatò. Alla fine, James bussò all'ufficio della McGranitt e l'insegnante aprì quasi immediatamente la porta.
« Santo cielo » borbottò, fissando la combriccola senza capire. « Cos'è successo? »
« Professoressa, abbiamo trovato questi cinque mentre chiacchieravano in maniera sospetta al settimo piano » riferì il ragazzo. « A quanto abbiamo capito, aspettavano Avery per iniziare a fare qualcosa, ma non sappiamo cosa. E si aspettavano che arrivassero i Caposcuola di Tassorosso ».
La McGranitt li squadrò uno ad uno, poi si rivolse nuovamente a James e annuì.
« Molto bene » disse. « Potter, Evans... lasciateli a me, vi ringrazio. Buonanotte ».
« Buonanotte, professoressa » risposero i due in coro, allontanandosi.
Sentirono la porta dell'ufficio chiudersi alle spalle dell'insegnante e dopo un po' ricominciarono a parlare.
« Se erano così lontani dalla loro Sala Comune e avevano tutto quest'interesse a far fuori i Caposcuola di guardia, nascondevano qualcosa » disse James, pensieroso. « Non conosco nessun posto al settimo piano che possa servire come nascondiglio a qualcuno... E poi, nascondiglio per cosa? Non capisco ».
Lily ragionò in silenzio per un po'. « Un gruppo di probabilissimi Mangiamorte che si riuniscono per fare qualcosa la notte di Halloween, proprio mentre tutti festeggiano » mormorò. « Tramano di sicuro qualcosa... ma nemmeno Silente potrebbe fare nulla che vada oltre una punizione. In fin dei conti, non abbiamo prove che stessero facendo qualcosa di particolarmente strano o... oscuro ».
« Hai ragione » convenne James. « A Sirius farà piacere sapere i nuovi amichetti che si è fatto suo fratello... »
Lily sorrise amaramente e non rispose, così che tra loro ripiombò il silenzio.
« Lily » fece James dopo un po', piuttosto titubante.
Lei lo guardò con i luminosi occhi verde chiaro. « Sì, James? »
Il ragazzo si mordicchiò il labbro inferiore, esitando. « Mi chiedevo se... » mormorò. « Insomma, posso farti una domanda? Non sei... non sei obbligata a rispondermi, ma ti prego, non arrabbiarti ».
Lily sorrise e scosse il capo. « Certo che no » rispose, limpida. « Dimmi pure ».
James annuì, come per convincere se stesso a parlare, e deglutì prima di iniziare.
« Beh... » cominciò, « io mi chiedevo se... insomma, sto cercando di capire... tu e Piton non vi siete più parlati da quel giorno dopo i G.U.F.O.? »
Si pentì di averlo detto un attimo dopo. Forse - anzi, sicuramente - era stata una domanda troppo indiscreta. Lui, d'altra parte, non aveva nulla a che fare con quella faccenda e la cosa non lo riguardava. O meglio, aveva sempre pensato che fosse stata anche un po' colpa sua se i due avevano litigato, visto che era stato lui a portare Piton al punto di rottura. Solo per la rabbia, infatti, lui aveva insultato Lily, altrimenti non lo avrebbe mai fatto.
La ragazza fissò il pavimento. Non si era aspettata una domanda del genere, ma al contrario di quanto credeva lui, non la trovava inadeguata, stranamente. Era passato quasi un anno e mezzo da quell'accaduto e dentro di lei erano cambiate tante cose. Era cambiata la sua voglia di accettare gli sbagli di Severus, che non erano più solo delle amicizie sbagliate, ma rappresentavano la scelta di una determinata strada da percorrere, strada che, necessariamente, li portava in direzioni opposte; era cambiata la sua tolleranza, che fin troppe volte le aveva fatto sorvolare su comportamenti e atteggiamenti che in altri non avrebbe sopportato; era cambiata la sua visione di Severus, che se prima considerava vittima delle sue debolezze, adesso riteneva artefice pienamente consapevole delle proprie decisioni; era cambiata lei, che col tempo aveva dolorosamente accettato lo stato delle cose ed era andata avanti senza rimpianti, facendo pian piano rimarginare le ferite che la fine di quell'amicizia le aveva lasciato e rafforzando se stessa, nella convinzione che la scelta di mettere un punto a quel rapporto era stata senza dubbio quella giusta. Non poteva negare che ogni tanto ripensava a Severus e a come sarebbe potuto andare tutto senza quella lite, ma poi si rendeva conto che la cosa non la toccava più, che anche il ricordo di quel legame la lasciava fredda e indifferente, forse per la profonda delusione che aveva provato lei nel vedere la freddezza di lui quando aveva pronunciato quelle parole terribili. 
Si accorse in quel momento che, probabilmente, se James le avesse rivolto quella domanda qualche tempo prima, lei si sarebbe infuriata e gli avrebbe urlato contro, tacciandolo di mancanza di tatto ed eccessiva e inopportuna curiosità. Adesso, invece, non vedeva nulla di tutto ciò in lui, forse per quel tono sincero che solo da poco aveva iniziato a notare nelle sue parole, o forse anche per quella leggera titubanza nel porgerle una domanda che magari riteneva scomoda.
O forse perché un'altra cosa era cambiata in lei, almeno in piccola parte: la sua opinione di James. Fu quel piccolo cambiamento, probabilmente, che la portò a rispondere sinceramente, senza filtri né barriere. A mostrarsi del tutto, come faceva lui, e come piaceva fare a lei.
« Sì » rispose lentamente. « Lui è venuto a chiedermi scusa, ma è stato tutto inutile... Non potevo continuare a fingere che andasse tutto bene. Lui ormai aveva deciso della sua vita ed io della mia. Le nostre scelte ci vedevano schierati su fronti opposti, quindi ho detto basta ».
James non seppe cosa dire, infatti tra i due piombò il silenzio. Fu lei, improvvisamente, a riprendere la parola.
« A me fa piacere dare una seconda possibilità a chi se la merita » disse, secca. « Ma lui non se l'è meritata ».
James rimase colpito dalla sua frase, non solo per il suo contenuto, ma soprattutto per il tono che aveva usato. La guardò intensamente, leggendo nel suo volto proprio quello che aveva avvertito dal suono delle sue parole: risolutezza e fermezza, ma anche un po' di durezza che non era solito vedere in lei, al contrario sempre molto morbida, gentile e dolce. Lui capì da ciò che era un tasto che forse non doleva più ma di cui comunque non parlava serenamente, ma dalle sue parole fu certo anche che ormai si trattava di una vicenda giunta a un punto di non ritorno, di un capitolo chiuso, definitivamente.
« Capisco » mormorò infine, distogliendo lo sguardo dal suo volto e guardando in basso.
A quel punto fu il turno di Lily di soffermarsi a guardare James. Lo vide serio, pensieroso, quasi turbato, come se tutta quella vicenda e i vari sentimenti che ne seguivano avessero toccato anche lui. Certo non si aspettava che facesse salti di gioia e ridesse a crepapelle per quello che lei le aveva raccontato, però, in fondo, lui e Severus erano sempre stati nemici e si erano sempre detestati con tutto il cuore, quindi era se non altro umano che James fosse almeno un po' soddisfatto della rottura del suo rapporto con Lily. Ma questo sentimento, se c'era, non trapelava dal suo viso in quel momento, e Lily ne rimase visibilmente colpita, mentre sentiva rafforzarsi dentro di sé la convinzione che sì, aveva fatto bene a rispondere a James e a parlargli di quell'argomento.
Rimasero in silenzio per tutto il tempo, fino a quando non arrivarono davanti il ritratto della Signora Grassa. 
« Amo questa parola d'ordine » disse Lily con un sorriso. « Zuccotti di zucca ».
James rise e la seguì verso la Sala Comune.
Non c'era la confusione che si erano aspettati di trovare, ma molti festeggiavano tra loro, bevendo e chiacchierando in allegria.
Sirius stava costringendo Remus a bere qualcosa di indefinito, ma lui pareva molto restio a cedere, mentre Peter osservava la scena ridacchiando.
Le ragazze, invece, erano ammassate sul divano a bere Burrobirra e Mary le stava costringendo a tenerla sulle gambe.
« Salve, gente » salutò James, avvicinandosi alle due combriccole vicine. « Ve la spassate? »
« Quel fottuto deficiente di Lupin non vuole bere questa roba! » si lamentò Sirius, dondolandosi sulla sedia con aria annoiata.
« Cos'è? » chiese l'altro, curioso, non riuscendo ad identificare la bevanda.
Sirius ghignò e scrollò le spalle. « Boh » disse. « Un mix firmato Sirius Black, amico, una vera bomba! Neanche la Banks ha voluto provare ».
« Chissà perché... » sospirò James, affondando le mani nelle tasche dei jeans.
« Ragazze, io ho un sonno da pazzi, vado a letto » stava dicendo invece Lily alle amiche, che protestarono senza ottenere risultati. « Ci vediamo su... Remus, Black, Minus... James, buonanotte ».
I ragazzi le sorrisero e fecero un cenno, mentre James, in uno slancio di valoroso coraggio da vero Grifondoro, le afferrò lievemente il braccio e le scoccò un bacio sulla guancia, facendola arrossire fino alla punta dei capelli.
Perché James Potter, malgrado la dolcezza e l'imbarazzo infiniti soprattutto in compagnia di Lily, era comunque James Potter. 
E James Potter, per sua natura, aveva sempre osato.
« Buonanotte, Lily » mormorò, sorridendo appena.
Lei scosse lievemente il capo e sorrise debolmente, affrettandosi verso la scala a chiocciola.
James rimase a fissare il punto in cui l'aveva vista sparire, continuando a sorridere come un idiota, mentre tutti lo guardavano sbalorditi.
« Che c'è? » chiese, quando alla fine lo notò. « Che ho fatto? »
Sirius fece atterrare la sedia con uno schianto e scosse il capo. « Ti sei rammollito, fratello » commentò. « Hai perso il tuo vecchio piglio virile ».
« Ma certo che non capisci davvero un tubo, Black! » scattò all'istante Scarlett. « La dolcezza con te finisce dritta alle fogne! »
Lui continuò a ghignare come suo solito, rilassandosi sulla sedia senza smettere di guardarla.
« Dolcezza, dolcezza... è tutta questione di piglio, tesoro » rispose. « Forse nessuno ti ha mai mostrato cos'è veramente... Io posso fartelo vedere ».
Scarlett rise, sprezzante. Quel Black tirava avanti a chiacchiere, ma lei non era disposta ad ascoltarle.
« Per oggi passo, Black, ma ti ringrazio dell'offerta » replicò, angelica.
Lui annuì, indifferente, e si passò una mano tra i capelli neri e lucidi.
Nel silenzio, si sentì un forte singhiozzo e tutti si voltarono. Peter teneva stretto in mano il calice colmo del grande mix di Sirius.
« Però... » borbottò, fissandolo. « E' buono! »
Chissà se lo avrebbe detto anche nei giorni seguenti... quando venne ricoverato in Infermeria per tre giorni.









Note della Malandrinautrice: Salve! Come procede l'estate, prodi lettori? Per gli immuni agli esami, ovviamente!
Bene, il capitolo è forse un po' più interessante del precedente, no? Cerco di farmi perdonare per la mezza schifezza.
Beh, cosa abbiamo qui? Un po' di danni al gusto di zucca, Remus e Miley molto dolciosi e cioccolatosi (?) e... beh, Lily e James coi Serpeverde! Cosa ci facevano lì, i bravi ragazzotti? Beh, lo scopriremo solo vivendo...
Non ho nulla da aggiungere. Se qualcosa non è chiaro, ovviamente, non esitate a chiedere.
Adesso, devo ringraziare!
DICIOTTO recensioni! Ma sarete sempre così meravigliosi? Non ci voglio credere, no. Oddio. GRAZIE. Non ci sono parole.
Devo finire di rispondere alle recensioni dello scorso capitolo, ma posso farlo presto, forse anche stasera!
Siete i lettori migliori che potessi desiderare, ci tengo tanto a dirlo. Grazie di tutto cuore, per ogni parola.
E grazie infinite, come sempre, ai 67 delle preferite, agli 11 delle ricordate e ai 92 delle seguite! Grazie, grazie, grazie!
E un grazie speciale a una fantastica lettrice, 
RAB 95, che ha segnalato la mia storia per le Prescelte! Grazie, tesoro, sei incredibile! Sono commossa dal tuo gesto.
E ora vi saluto, miei tesori, spero di non avervi deluso con questo capitolo! Un bacione!


Simona_Lupin
   
 
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