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Autore: Philofobia    15/06/2012    0 recensioni
..Non potevo di certo sapere che in quel mese, sotto il cielo cupo e minaccioso di Bradford avrei incontrato l’Amore, L’Amore con l’A maiuscola, L’Amore irrazionale, L’Amore che t’innalza in cielo con leggerezza e che con la stessa leggerezza ti scaraventa in terra, L’Amore che ti annulla, che ti consuma, L’Amore che ti ferisce, L’Amore che ti guarisce e lecca le ferite. L’amore, semplicemente l’Amore, quello vero, quello genuino, quello pulito. Io ero lì, seduta su quel sedile di finta pelle, con l’aria di chi non sa cosa le aspetta, con lo sguardo perso, che insegue qualcosa aldilà dello sguardo. Così, persa, e impaurita mi trovò lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

 

La famiglia Simmons era decisamente una bella famiglia, composta da Peter, sua moglie Kate e la loro figlia Caroline, vivevano in una bella villetta a schiera su due piani, dai chiari colori pastello con tutt'intorno un verde e curato giardino nella East Bowling situata a sud dal centro della City Inglese,Bradford.Katherine Evans in Simmons, veterinaria di appena trentacinque anni in quanto a bellezza non era da meno ad una qualunque modella inglese, con il suo fisico alto e slanciato di certo non era abituata a passare inosservata, fu proprio lei ad accogliermi sul ciglio della massiccia porta di mogano scuro  quel pomeriggio di fine Giugno. Il suo sorriso sincero e contagioso mi tranquillizzò all’istante , le sue iridi verde smeraldo erano puntate su di me, mentre con una camminata incerta percorrevo il vialetto di ghiaia  che mi avrebbe condotto sul ciglio della porta d’ingresso da lei, al mio fianco Frank il simpaticissimo e biondissimo operatore della Concorde International appena 19enne mi posò una grande mano sulla spalla per tranquillizzarmi sorridendomi, io ricambiai il sorriso e gli fui grata per quel gesto nello stesso momento semplice e sincero. Quando fummo abbastanza vicini Frank prese la parola con il suo inconfondibile accento irlandese
“Signora Simmons Buonasera. Sono Frank animatore della concorde International”Esordì il giovane sorridendo, e porgendo la mano destra alla donna che accettò distogliendo lo sguardo da me per un solo secondo.
“Lei è Ginevra, la ragazza che ospiterà per il prossimo mese”Aggiunse il biondino indicandomi sorridente, lo sguardo della dottoressa Kate Simmons si riposò su di me. Arrossì all’istante fu lei a prendere in mano la situazione
“Benvenuta a casa cara. Io sono  Katherine Simmons, ma puoi tranquillamente chiamarmi Kate, non sono poi così vecchia !”Disse ridacchiando porgendomi la mano destra, la strinsi all’istante.
“Piacere mio, Kate”Risposi incerta ricambiando il sorriso della donna.“La ring razione infinite per l’ospitalità”aggiunsi portandomi una mano tra i capelli.
“Oh il tuo accento italiano è meraviglioso”Squittì la donna abbracciandomi di getto, quel gesto così disinvolto e naturale mi destabilizzò ero sempre stata legata al luogo comune degli inglesi freddi come un ghiacciolo ma Kate Simmons in solo 3 minuti di conoscenza mi stava facendo ricredere.
 Ricambia l’abbraccio.
“Bene, entriamo sarai sicuramente affamata”Mi disse staccandosi e facendo un cenno con il capo verso l’interno della villetta alle sue spalle, io annui all’istante la fame era tanta, lo stomaco brontolav, avevo seriamente bisogno di qualcosa di commestibile da mangiare.  Kate si rivolse a Frank con un sorrisone
“Frank vuoi unirti a noi per la cena?” Gli domandò cortese,
“La ringrazio ma ho già un impegno per questa sera.”Declinò l’invito Frank, sembrava dispiaciuto e indicando le mie valigie ai suoi piedi aggiunse “ Le valigie sono qui, bene Ginevra ci vediamo lunedì alle 9 a lezione.!” Si rivolse a me riprendendo il sorriso che  mi aveva accompagnato per tutto il viaggio dall’aeroporto.
“Perfetto, grazie per il passaggio Frank” Dissi afferrando uno dei 3 trolley,e salutandolo con la mano. Lui mi guardò un’ultima volta e sorridendo a me a alla donna che mi stava vicino si incamminò verso la sua automobile parcheggiata  nei pressi del vialetto d'accesso di casa. Appena fu abbastanza lontano, Kate si voltò verso di me con un sorrisetto malizioso stampato in viso.
“Tu gli piaci Ginevra cara”Annunciò senza abbandonare il sorrisetto,
“Cosa?” Domandai stralunata,inarcando il sopraciglio destro. Kate era in procinto di rispondere quando una vocina simpatica e infantile la interruppe.
“Mamma ti prego.Non vorrai farla scappare a gambe levate!”Mi girai all’istante verso l’interno della casa, e appoggiata allo stipite della porta una ragazzina dai lunghi capelli biondi e dagli occhioni azzurri scuoteva la testa divertita.
“Lei è Caroline, la mia taciturna   figlia” La presentò ironica Kate. Il viso di Caroline si aprì in un sorrisone, e proprio come aveva fatto sua madre qualche minuto prima mi abbracciò. La strinsi qualche secondo tra le mie braccia sorridendo, era molto più bassa di me, il suo fisico magro gracile e ancora acerbo era tipico di una ragazzina di appena 12 anni.
“Ho sempre desiderato avere una sorella maggiore.”L’uragano Caroline si abbatté su di me, un fiume di parole mi assalì “I tuoi capelli sono fantastici” disse accarezzandomi i lunghi capelli color grano,-“sai penso proprio che diventeremo amiche. Appena avrò detto a Erik che sei italiana morirà d’invidia,lui adora le italiane. Mi cucinerai un giorno di questo la pasta??? Mamma non è capace-” Aggiunse tutto d’un fiato non mi lasciò il tempo di rispondere si staccò e saltellando entrò in casa, Kate notando i miei occhi spalancati e il mio sguardo confuso scoppiò in una fragorosa risata.
“Dovresti vedere la tua faccia in questo momento”-Disse tra le risate “-Caroline è un uragano. Ci farai l’abitudine ”-Aggiunse cingendomi le spalle con un braccio entrando in casa. Non risposi mi limitai ad annuire assumendo un’aria divertita. Entrando in casa l’atmosfera che mi trovai era decisamente come me l’ero immaginata serena e tranquilla, l’aria che si respirava sapeva di pulito, le pareti erano colorate di un azzurro cielo, e il pavimento era come previsto interamente ricoperto di moquette scura. Appena entrammo in  casa ci fermammo nell’ingresso per lasciare le valigie ai piedi delle scale che portavano al secondo piano, li ci raggiunse  un carlino di colore marrone scuro scodinzolando, senza rendermene conto mi ritrovai a giocare con quel cagnolino sulla moquette di casa Simminson, amavo gli animali, ma soprattutto amavo i cani da sempre considerati da me più sinceri e più affidabili di molti uomini.
“Lei è Lily, e da quello che vedo vi piacete molto a vicenda” Esordì una voce maschile alle mie spalle, mi alzai di scatto ricomponendomi, Peter Simmons veterinario di appena quarantacinque anni  di origini Scozzesi , ricordava tanto un divo di Hollywood,la sua bellezza in un primo momento mi mise addirittura in soggezione, alto e muscoloso dagli occhi di un azzurro cielo,dai capelli brizzolati e dal sorriso mozzafiato  poteva tranquillamente venir scambiato per un attore di una qualunque serie Tv americana. Casual nella sua tuta dell’Adidas azzurra osservava la scena divertito a qualche metro di distanza da me e dalla cagnolina Lily sullo stipite della porta che dava sul soggiorno.
“Lui è Peter mio marito” lo presentò Kate avvicinandosi a Peter,sorrisi all’uomo e lo salutai con la mano lui fece lo stesso e quando la moglie fu abbastanza vicina la strinse in un abbraccio le loro labbra si sfiorarono, li trovai meravigliosi, si scambiarono un sorriso complice il loro momento di intimità venne interrotto dalla vocina stizzita  di Caroline
“Bleeeeeahhhh” Strillò schifata al mio orecchio, sussultai per lo spavento era apparsa al mio fianco improvvisamente, lei notando la mia reazione scoppiò a ridere e non potei far altro che ridere con lei scompigliandole i capelli, la trovato deliziosa .
“Su Ginny, vieni ti porto a vedere il resto della casa”mi propose  euforica prendendomi per mano e trascinandomi su per le scale. Mi volai verso i coniugi Simmons e sorrisi loro, Peter prese la parola
“Buona fortuna Ginevra, sei autorizzata a tapparle la bocca!”Disse incredibilmente serio con un espressione rassegnata dipinta in volto, la sua uscita accompagnata da quell’espressione causò l’ ilarità generale, solo Caroline non sembrò entusiasta della battuta del padre, anzi storcendo il nasino contrariata si rivolse a quest’ultimo con uno sguardo offeso, sporgendo il labbro inferiore.
“Non sei simpatico, Daddy”  Mormorò tra i denti prima di dirigersi verso il piano superiore infastidita e offesa seguita a ruota da me, che sorridevo scuotendo la testa.
 

***

 
Il mattino seguente alcuni ribelli e flebili raggi di sole filtrarono dalle persiane chiuse , e mi illuminarono a tratti il volto, un incredibile senso di fastidio mi invase. Se c’era una cosa che odiavo al mondo dopo i broccoli era senza ombra di dubbio venir svegliata la mattina. Amavo dormire, dormivo dovunque e in qualunque ora del giorno e della notte, e in quel mattino di fine giugno avrei preferito poltrire nel mio nuovo letto per l’intera mattinata, ma quei dannati raggi di sole  erano di un altro avviso. Sbuffai sonoramente, i miei occhi dopo attimi di incertezza reagirono al calore e alla luce del sole, e le mie palpebre lentamente si sollevarono. Restai immobile qualche secondo, distesa supina sul morbido letto coperta da un lenzuolo leggero color cioccolato, giusto il tempo di realizzare dove mi trovassi, Restai immobile con la mano destra accanto al volto, e quella sinistra tra i capelli color miele che come fili d’argento erano sparsi sul cuscino. Qualche minuto dopo uscì dallo stato di semi coscienza nel quale ero caduta e mi guardai intorno con aria assente e assonnata, osservai il soffitto azzurro della mia nuova camera, guardai di sfuggita il possente specchio che spiccava sulla parete nuda della stanza, e la scrivania di ciliegio sulla quale giaceva il mio portatile Apple semi aperto. Ormai consapevole di aver perso il tanto e amato sonno senza pensarci un secondo di più, con un calcio secco levai via il lenzuolo che mi imprigionava, lasciando scoperte le lunghe e snelle gambe. Con un gesto meccanico mi misi a sedere sul letto, sbuffando sonoramente, poggiai i piedi nudi sulla moquette scura, e senza smettere di sbuffare  e imprecare mi diressi in bagno sbattendo i piedi con fare infastidito. Spalancai la porticina color mogano con foga, entrai nel mio piccolo bagnetto color ciliegia e sbraitando sbattei la porta alle mie spalle.
-Ottimo risveglio- Mugugnai ironica poggiando le mani ai bordi del lavello. Alzai appena lo sguardo e incrociai due iridi smeraldine, che mi scrutavano riflesse nel possente specchio. Rimirai il mio riflesso qualche secondo. La pelle lattea e candida, il viso ovale riposato e tranquillo, incorniciato da lunghi capelli biondi come il grano, le iridi smeraldine sembravano assorbire tutto quello che mi circondava. Le labbra sottili e ben disegnate possedevano una sensualità contenuta, selettiva.
Ravvivai i capelli spenti e spettinati, scuotendo la testa e pettinandoli con le dita come ero solita fare.
Le mie labbra si distesero in un sorriso, al solo pensiero di consacrare da li a pochi minuti il mio rituale mattutino: “La doccia rilassante del buon umore”.
 
Uscì dal bagno 40 minuti dopo, 40 lunghi minuti di puro e sacro relax.
Rabbrividendo, coperta solo da un misero asciugamano color cioccolato,trascinai i piedi dalla porticina del bagno alla porticina della cabina armadio. Me la presi con comodo a scegliere cosa indossare, quel mattino non sarei dovuta andare a lezione, tra i capi che popolavano la mia spaziosa e ben fornita cabina armadio dopo minuti di incertezza optai per uno short di jeans dalle tonalità chiare, abbinato ad una t-shirt bianca semplice. Calzai velocemente le mie all star gialle. Afferrai il mio i-Phone  e correndo scesi al piano di sotto. Mi fermai ai piedi delle scale, la casa era immersa nel silenzio, gli unici rumori provenivano dalla cucina, dove trovai un indaffarata Kate alle prese con la preparazione del pranzo.
“Ben svegliata Ginny” Mi disse solare, appena si rese conto  della mia presenza alle sue spalle, era impegnata a tagliare le carote e sorridente me ne passò una
“Giorno Kate” Risposti afferrando la carota al volo e sgranocchiandola.
“Dove sono tutti??” Domandai qualche attimo dopo, rendendomi conto che la casa era fin troppo silenziosa segno che la piccola Caroline  era uscita.
“Peter è in ambulatorio, oggi ho preso una giornata di riposo così pomeriggio posso accompagnarti a visitare la città.” Mi informò posando il coltello sul ripiano di marmo “Sempre per te va bene, magari preferisci andare sola..” si voltò a fissarmi con uno sguardo perplesso, sentendo di aver in qualche modo osato troppo.
“Assolutamente no.” La interruppi mentre le mie labbra si distendevano in un sorrisone “ Preferisco di gran lunga, uscire con te” mi affrettai ad aggiungere, lei annuì entusiasta e continuò a parlare
“Comunque,  Caroline è da Safaa, la ragazzina che vive qui affianco.!” Mi informò  riprendendo a tagliare le carote  Kate, scuotendo la testa
La suoneria del mio i-Phone interruppe la conversazione, osservai il telefono illuminarsi e riconoscendo il numero sorrisi
“Mamma” Esclamai entusiasta, ma dall’altra parte non sentì alcun rumore,alcuna risposta, mi guardai stralunata, staccai l’I-phone dall’orecchio per capire cosa fosse successo.
“Oh Cara, mi sono dimenticata di avvisarti, qui non prende molto  bene la linea. Puoi uscire in giardino” Mi sussurrò amorevolmente Kate accarezzandomi la spalla, la ringraziai con un sorriso e mi affrettai ad uscire di casa.
Raggiunsi il giardino curato e tipicamente inglese qualche secondo dopo, afferrai il telefono e composi il numero della donna più importante della mia vita,parlai con mia  madre per una buona mezz’ora, le raccontai di Kate, di Peter, della piccola Caroline, la tranquillizzai, e lei mi tranquillizzò. Mi mancava, mi mancava terribilmente ma ero certa che quell’esperienza avrebbe fatto bene a tutte e due. Quando riattaccai, mi guardai intorno incuriosita notai tra i diversi giochi di Caroline  un’altalena di legno  senza pensarci un secondo presi posto su di essa. Cominciai a dondolarmi lentamente e il mio sguardo si incantò ad osservare il roseto  che dava un tocco di colore all’intero giardino, le rose erano da sempre il mio fiore preferito, rappresentavano amore, amicizia, pace, gioia, gelosia, felicità.
“Perri, non mi sembra il caso di continuare questa conversazione. Sta rasentando il ridicolo ” Una voce maschile e roca attirò la mia attenzione e la distolse dal roseto,mi guardai intorno incuriosita, alla ricerca del suo proprietario  “La tua gelosia è asfissiante” Continuò la voce indispettita, inclinai leggermente il capo verso destra e notai che a pochi metri da me al di là della recinzione in legno che divideva la villetta dei Simmons da un'altra villetta, un ragazzo dai capelli scuri  stava seduto su una altalena identica a quella sulla quale ero seduta io. Incuriosita indurì gli occhi in due piccole fessure e osservai meglio, il ragazzo dalla carnagione olivastra scrutava un punto davanti a sé con sguardo annoiato, le sue iridi scure erano perse nel vuoto, la conversazione che stava mantenendo stava sicuramente prendendo una piega noiosa me lo confermò lui stesso qualche istante dopo quando sbuffò sonoramente.
“Senti, sono seriamente stanco. Ho si e no 4 ore di sonno alle spalle, si certo.. “Mormorò passandosi una grande  mano affusolata tra i capelli scuri, si aggiustò la cresta un secondo poi visibilmente nervoso agganciò “Vaffanculo” Ringhiò tra i denti infilandosi l’i-Phone in tasca, in quel momento la mia attenzione fu catturata dal tatuaggio che gli abbelliva il braccio destro, arricciai il naso contrariata lo ritenni all’istante un tatuaggio oggettivamente brutto, due dita incrociate a mio parere non avevano alcun senso. Spostai lo sguardo dal tatuaggio al viso del ragazzo e mi resi conto con estremo imbarazzo che anche lui mi stava osservando , le sue iridi scure incrociarono le mie smeraldine, per un solo secondo, e per un solo lungo secondo un brivido mi percorse la schiena, la scarica di elettricità durò solo un istante poi ripresi ad avere il pieno controllo di me.
“Beh? Vuoi un autografo?” Domandai stizzita passandomi una mano tra i lunghi capelli d’orati. La sua razione mi incuriosì in un primo momento sgranò gli occhi sorpreso, poi la sua espressione si tramutò da confuso e sorpreso diventò divertito, e inaspettatamente scoppiò in una fragorosa risata. La sua risata mi invase in cuore, in un secondo. Era decisamente il suono migliore che io avessi mai sentito.
“Cosa c’è da ridere?” chiesi indispettita incrociando le braccia al petto assumendo un’aria contrariata.
“Sei Ginevra giusto??” Mi domandò lui ricomponendosi e ignorando bellamente la mia richiesta. Inarcai il sopraciglio destro
“Non sai che è male educazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda?”  Chiesi retoricamente io, lui annuì divertito
“E tu non sai che è male educazione origliare le conversazioni altrui?”  mi domandò incredibilmente serio, colpita e affondata sbiancai e non sapendo cosa rispondere mi limitai a scrollare le spalle fingendo un aria annoiata e ad alzarmi dall’altalena.
“Beh io vado” Annuncia avviandomi verso l’ingresso dell’abitazione dei Simmons.
“Caroline si è sbagliata, ti ha descritto come una ragazza simpatica stamattina.” Disse alzandosi e poggiandosi con i gomiti alla recinzione, sentì il suo sguardo indagatore sulla mia schiena, mi voltai e i nostri sguardi si incrociarono.
“La mia simpatia è selettiva” Annuncia con un sorrisetto,
“Non mi credi meritevole della tua simpatia??” Domandò stando al gioco,
“No” Risposti sorridendo  scrollandomi i capelli con fare annoiato, e dirigendomi con passo spedito verso la porta d’ingresso. La sua risata mi accompagnò per tutto il tragitto.
“Ciao LittleItaly è stato un piacere conoscerti” Aggiunse alzando il tono della voce.
“Piacere Mio” Mormorai quando ero già dentro casa con un sorrisetto che mi accompagnò per tutta la giornata. Lui per fortuna non mi sentì. 
  
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