Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Doherty21    15/06/2012    2 recensioni
Ancora non mi capacito di come sia potuta finire così. Il destino ci aveva legati, io ci credo nel destino. Perché mi fa questo ora? Perché inseguo il mio sogno più grande per la seconda volta, ma non lo raggiungo mai?..
"Siamo l'eco di parole intrappolate infondo al cuore" Subsonica.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"C'è la solita orda giornalistica qui fuori eh, devo dire che la gente è proprio furba. Degli investigatori. Lo stesso livello dell'ispettore Gadget."
Scoppio a ridere. Che spirito di patata questa mattina, Zora.
Che poi mattina non è più, sono le quattro di pomeriggio, ma io mi sono appena svegliato. Come faccio da giorni ormai.
Ogni sera mi trascini per feste e locali, assieme a Shannon. Mi stremate, ma è un ottimo metodo per dormire di più, divertirmi, svegliarmi e andare in studio ispirato.
E' un ottimo metodo per stare con te e non pensare. 
"Che ti hanno detto?"
"Ci hanno beccati Jared.." silenzio. Il tuo sguardo è preoccupato, mi fissi accarezzandoti una guancia. "Hanno scoperto che siamo tornati insieme. Dopo più di un anno, ahah!"
Mi abbracci, oggi sei felice. Una ventata leggera al profumo di zucchero mi avvolge mentre ti stringo esile tra le mie braccia, facendoti volteggiare in aria qualche secondo. Ti bacio forte, sei bellissima.
Rimango in soggiorno a provare qualche canzone del nuovo album con la chitarra, un giro di basso ogni tanto, qualche piccolo appunto. Ho molta ispirazione ultimamente, saranno queste belle giornate.
Non riesco a smettere di provare questo motivetto dolce e cristallino, osservandoti scendere le scale rapida. Come al solito hai rubato una delle mie t-shirt e quei pantaloncini, davvero troppo corti, lasciano intravedere il tatuaggio sulla tua gamba destra. La sacra muerte messicana che hai disegnato quando eravamo in vacanza con Terry e Shan, quelle due settimane in barca su un'isola di cui non ho mai ricordato il nome. Accanto al disegno appaiono dei glyphics blu, qualche fiore di loto, il mio nome. Inchiostro nero sulla tua bianca pelle, una firma indelebile che finisce con alcune sfumature rosse, simili a graffi e sangue.
Love.
Live.
Bleed.
Forse è uno dei tuoi tatuaggi più belli. Sarà perché è ispirato a questo fottutissimo periodo di merda.
Quando hai poco tempo ogni cosa che fai diventa sempre più importante, ogni minuto che passa lo trasformiamo in un secolo, anche se le giornate da ventiquattro ore andrebbero abolite secondo me. Sono brevi e ti portano sempre più via.
Però qualcosa è cambiato.
I medici dopo gli ultimi accertamenti hanno detto che le tue condizioni sono migliorate, almeno in parte. La terapia ti distrugge, ma intervallandola e non interrompendola potresti uscire dal vortice della malattia. Certo, fisicamente sei stremata, pallida, magra e ogni tanto hai i colpi di sonno lunghi ore intere su qualsiasi cosa che sia simile ad un letto.
Ma forse uscirai vincitrice da questa situazione.
Infondo me l'hai anche promesso. 'Ne usciremo insieme, J.' E le tue parole non si cancellano dalla mente di Leto Jr.
La mia regina delle promesse.
"Leto, in camera da letto c'è il tuo completo preferito appena ritirato dalla lavanderia. Ti ricordo che tu e Shannon avete una cena di gala questa sera e non sono ammessi ritardi". Sei in piedi di fronte a me, un braccio ti cinge la vita e con l'altra mano disegni dei cerchi mentre parli. Il tuo solito gesticolare stupido che riesce sempre a farmi ridere.
"Ancora con questa storia del gesticolare, Jared? Smettila" ti volti col broncio per andare in cucina, ma con una scatto riesco a fermarti proprio sotto l'arco della porta.
Lentamente avvicino la tua pancia al mio corpo, per poi stringerti forte sul mio petto. 
Cominci a baciarmi dolcemente il collo e le spalle, mentre ti accarezzo delicatamente i capelli, assaporandone il morbido e fresco contatto.
Sono sul punto di sfilarti quell'inutile magliettina che indossi, quando con un dito sulla bocca mi fermi.
I miei occhi si perdono nei tuoi, grandi e abbaglianti, in questo istante che passi in silenzio a fissarmi.
"Jay, è già tardi. Devi essere in studio tra non molto."
"Oggi sei troppo la mia segretaria..io volevo un attimo con te"
"Ne abbiamo tanti di attimi da passare assieme, adesso va, non puoi fare ogni giorno ritardo"
Un magone mi si blocca in gola mentre ti stacchi leggermente dal mio abbraccio.
"Lo sai meglio di me che non è vero"
"Come scusa?"
Aggiusto una ciocca di capelli attorno al tuo orecchio.
Appoggio la mia fronte contra la tua, mentre continuiamo a fissarci.
"Non saranno poi così tanti gli attimi che potremo passare insieme, Zora. Smettila."
Abbassi lo sguardo, staccandoti da me. Indietreggi di tre passi, poi altri quattro, finchè non ti volti per andare via.
"Va in studio che è tardi." mi dici prima di uscire in giardino malinconica.
Fa male anche a me ricordarti la verità.
Io ho paura dei rimpianti, non voglio arrivare al fatidico giorno e pensare che non ti ho goduta abbastanza perché mi ripetevi di non fare tardi.
Anche se non sarà mai abbastanza il tempo che potrò trascorrere in tua dolce compagnia. 
Ma ultimamente ho capito che è proprio questo che mi da la forza di affrontare il peggio e vivermi qualsiasi cosa con te.
E devo continuare su questa linea di pensiero, non posso abbandonarmi anche io assieme a te, altrimenti chi ti tirerà fuori dall'abisso ogni giorno?
Salgo in camera da letto, maglietta e jeans, corro di nuovo giù, documenti, fogli, appunti, spartiti, cellulare e chitarra. Chiavi della macchina, giacca. Sia la mia che la tua.
Ti raggiungo in giardino, dove ti trovo seduta sul praticello a goderti l'aria e il sole. Mi senti arrivare ma fai finta di nulla, mi avvicino piano, per poi accovacciarmi alle tue spalle.
Poggio delicatamente la tua giacca di pelle scura sulla tua spalla, baciandoti in testa.
"Andiamo o faremo tardi, amore."
Non alzi mai lo sguardo per guardarmi, ma posso scorgere un sorriso compiaciuto sulle tue labbra mentre mi raggiungi in macchina.
Le strade della città degli angeli scorrono silenziose nell'abitacolo, mentre hai un braccio fuori dal finestrino e disegni l'aria fresca e invisibile con un paio di dita.
Alla radio i Journey ci fanno da sottofondo fino a destinazione.
"Tra mezzora registriamo un pezzo, a meno che Shannon non abbia cambiato idea. Tu sei nel tuo ufficio con Emma..?"
"Emma ha il pomeriggio libero, verrò con te" dici mentre mi superi entrando dalla porta sul retro per prima.
Come al solito c'è gente che lavora e corre ovunque, la creazione di quest'album è impegnativa per tutti a quanto pare. Qualcuno mi saluta, altri ti urtano, facendoti leggermente barcollare.
"Vieni qui" sussurro, prendendoti per un braccio. Prendiamo le scale che sono sempre deserte e scendiamo due piani.
Dalla vetrata scura scorgo mio fratello in dolce compagnia: sono mesi che la loro relazione è allo scuro da tutti, ma ultimamente Shannon ed Emma si stanno dando da fare.
Mi giro verso di te, che non hai smesso nemmeno per un attimo di lasciarmi la mano, stringendola sempre forte come tuo solito.
Sei la mia stella.
"Non mi va di disturbarli."
"Allora vieni"
Prendiamo l'ascensore, velocemente arriviamo nel tuo ufficio. La porta sbatte alle mie spalle, la chiudi a chiave. 
Spegni la luce, lasciando spazio solo a pochi raggi solari attraverso la doppia tenda. 
Ti avvicini silenziosa a me, rivolgendo un bacio sul naso e un altro in fronte.
Ti stringo ancora una volta, cominciando a leccare e baciare ogni centimetro di pelle, per poi sfilarti finalmente quella maglietta. Maglietta che finisce per terra, assieme ai tuoi pantaloncini, ai miei vestiti, seguiti poi da slip, perizoma e reggiseno.
"Fortuna che hai voluto il divanetto nell'ufficio, ma dovevi per forza scegliere la poltroncina singola?"
"Stai zitto." mi intimi non troppo a bassa voce.
Mi spingi verso la poltroncina di velluto chiaro, tirandomi i capelli. Mi mordi leggera gli zigomi, mentre con le mani vado a palparti i piccoli e delicati seni.
La tua lingua e la mia se la intendono troppo bene oggi per smettere di baciarci, ma è arrivato il momento di staccarmi. 
Un attimo, un solo attimo per arrivare dall'ombelico in giù. Un solo attimo per farti fremere di piacere e desiderio, un altro attimo per farti gridare e poi venire, mentre con la lingua sono ancora intento ad assaggiarti.
Col sorrisetto sulle labbra mi fissi, sedendoti a gambe aperte su di me.
Regno dentro di te, mentre le spinte si fanno sempre più dolci, lente, passionali.
E' una sensazione stupenda quella di poterti toccare e sentirti tremare, ascoltare la tua flebile voce che si espande per tutta la stanza.
Ti stringo così forte a me che per un attimo ho paura di soffocarti, le spinte diventano allora forti e profonde.
Mi guardi affannata, intrecci le dita delle tue mani tra i miei capelli, ti tengo per i fianchi e ti faccio ballare.
"Oh Jared, io ti amo." sussurri nel mio orecchio sinistro mentre ti abbandoni per la seconda volta al piacere estremo.
Così estremo che stai per far venire anche me un attimo dopo.
Ti prendo per farti alzare, il tempo è proprio poco. Punti il tuo sguardo nel mio.
"Non ce la faccio più, Zora."
"Non ti ho detto di fermarti...", la tua voce è dolce e quasi impercettibile.
Ti sollevo con me ancora dentro e ti poggio lentamente sulla scrivania, scaravoltando per terra qualsiasi oggetto presente, anche il mio Blackberry.
Mi accarezzi la schiena, respiri il mio odore, ti bacio.
Un lungo bacio prima del culmine.
Era proprio questo quello che volevi giusto? Ritrovarmi tra le tue gambe mentre l'orgasmo s'impossessava di me.
Vengo in te con violenza, è come toccare il cielo con un dito.
Mi hai incastrato, eh?
"Ti amo anche io, Zora. Ti amo davvero da morire piccola."
Mi stringi forte mentre ti sollevo ancora una volta, per poi poggiarti sulla poltroncina, mentre delicatamente esco da te.
Ti guardo rivestirti, mentre noto per terra il mio cellulare aperto in due pezzi. 
N'è valsa la pena.
Usciamo dall'ufficio diretti in sala registrazione, abbiamo fatto davvero tardi.
Mi corri praticamente dietro finché non riesci a prendermi di nuovo la mano e stringerla come piace a te.
Hai lo sguardo perso nei pensieri e il sorriso mezzo accennato, felice.
"A cosa pensi?" ti chiedo prima di entrare in sala dagli altri.
"Sono tua, Jared?"
"Sei mia. Solo mia."
Apro la pesante porta rossa con la mia mano stretta ancora nella tua.
Poggio le nostre giacche sull'attaccapanni prima di fissarti e sorriderti.
"E dopo quello che è successo poco prima, sei ancora più mia e lo sarai per sempre, amore."



Salve salvino a tutti quanti, come vi sembra fin'ora? Io AMO questi due personaggi e la loro relazione, ha un significato profondo per me e non riesco a smettere di scrivere ogni giorno! Credo di essere l'unica che invece di studiare per la maturità è ogni giorno intenta sulle relazioni amorose delle proprie ff, che dio mi maledica ahah.
Recensite, seguite, insomma, fatemi capire che ci siete e che vi piace!
Un bacio a tutte, B.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Doherty21