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Autore: My Pride    16/06/2012    4 recensioni
~ Raccolta di dieci flash fiction fluff incentrata sulla coppia ZoSan ♥
» 10. A heavy burden and a complicated promise
Sperava solo che non decidessero di restare in città un'altra notte, altrimenti sarebbe impazzito. Era dai tempi del Baratie che non stava da solo, e la cosa, oltre ad innervosirlo, lo faceva sentire un moccioso. Aveva pur sempre ventisei anni, dannazione. Poteva starsene un paio di giorni solo su una nave senza problemi, no?
[ Sanji Centric, Valentine Day Cruise ~ Day Ten ♥ ]
[ Partecipante alla challenge indetta dalla community Think Fluff ]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Do one, melt one, love one'
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Sorry again Titolo: Sorry again (I'm a real moron, I know)
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 900 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Franky, Sanji Black-Leg
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Ideal Good: #08. Positività
Tabella/Prompt: San Valentino › 04. Rosa



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    «Ohi, Franky, devo parlarti!» esclamò Zoro di punto in bianco, avanzando a passo di marcia in direzione del carpentiere, tranquillamente seduto fra rottami vari e pezzi di legno nella cabina che utilizzava per sviluppare le sue nuove armi.
    Dal canto suo, Franky aveva alzato giusto di poco lo sguardo verso di lui e aveva inarcato un sopracciglio, domandandosi cosa fosse preso così all'improvviso a quello scemo d'uno spadaccino. Di solito se ne stava di sopra nascosto a dormire da qualche parte, in particolar modo se si trattava del giorno di San Valentino. Ricordava fin troppo bene quanto quella festa lo snervasse - e ricordava altrettanto bene quando aveva interrotto lui e Robin proprio sul più bello, entrando come una furia in cambusa -, dunque non riusciva proprio a capire perché, adesso, si facesse vedere alla luce del sole.
    Franky scosse il capo e si grattò il mento con una delle grosse dita, guardandolo di sottecchi. «Cosa c'è?» domandò schietto, sollevando la massa informe che presto o tardi avrebbe avuto il coraggio di chiamare invenzione. «Datti una mossa, fratello, devo andare da Robin».
    «Proprio di lei volevo parlarti», esalò Zoro tutto d'un fiato, accigliando ancor più il cyborg. E prima che quest'ultimo fraintendesse - di solito, difatti, era quell'idiota d'un cuoco ad infastidire la sua donna con cuori di cioccolato e rose rosse, non di certo lui -, si affrettò ad aggiungere: «Come diavolo ti comporti quando vuoi fare pace con lei?»
    Se in un primo momento Franky si era domandato dove volesse andare a parare il compagno, quello dopo si rtrovò ad allungare una mano per recuperare la chitarra, poggiandosela in grembo con nonchalance. «Le canzoni funzionano sempre», dichiarò, posando il plettro sulle corde e riuscendo in un lampo ad accigliare lo spadaccino.
    «Hai davvero conquistato Robin con queste porcherie?»
    «Le donne adorano gli uomini sensibili che riescono ad esprimersi anche attraverso le parole di una canzone, fratello», rimbeccò. «Il trucco sta nel saperlo fare».
    Zoro aggrottò la fronte, incrociando le braccia al petto. Okay, fin lì c'era arrivato anche lui... però c'era un microscopico quanto insignificante - e il suo era puro eufemismo - problema. Sanji non era una donna. A volte si comportava proprio come una di esse, certo, però se si fosse presentato da lui e l'avesse trattato come tale, seguendo per l'appunto il consiglio di Franky, avrebbe finito quel dannato giorno di San Valentino con i coglioni fracassati da un calcio e sarebbe finito a far compagnia ai pesci, finendo tristemente la sua vita in quel modo più che patetico. E se poteva evitarlo, beh... forse preferiva provare qualche altro approccio, con quel damerino idiota.
    «Okay, Franky», cominciò lo spadaccino. «Poniamo il caso che tu» e ci tenne ad enfatizzare sul pronome, rabbrividendo al solo pensiero di cantare una canzone per quello scemo d'un cuoco, «non voglia per niente provare con una canzone... cos'altro ti inventeresti?»
    Il carpentiere parve rifletterci su con molta calma, abbandonando la chitarra sulle cosce prima di incrociare le braccia al petto e guardare altrove, pensoso. Cos'altro avrebbe fatto? Beh, facile. «Le prenderei delicatamente una mano», e nel dirlo allungò le proprie verso quelle dello spadaccino, afferrandogliene una sotto il suo sguardo stralunato, «la guarderei negli occhi e le direi: “Non sono degno del tuo amore. Sono un essere meschino che non merita uno splendido fiore come te”».
    Zoro sbatté le palpebre più volte, ritenendo assolutamente saggio sfilare le mani da quelle di Franky, che sembrava essersi calato un po' troppo nella parte. «Non credi di essere un po' troppo melodrammatico?» rimbrottò poi, domandandosi cosa diavolo succedesse a tutti quanti nel giorno di San Valentino. Allora non era soltanto il cuoco a diventare doppiamente scemo... lo diventavano tutti.
    Franky si limitò a fare spallucce, riprendendo il suo lavoro. «Libero di fare come vuoi, fratello», gli disse poi semplicemente. «Ma, se proprio vuoi il mio modesto parere... se vuoi conquistare qualcuno, stupiscilo con qualcosa che lui non si aspetterebbe mai da te».
    Forse in un altro momento Zoro si sarebbe chiesto perché Franky avesse parlato al maschile - poteva anche essere un maschile generico, giusto? Giusto? -, ma per stavolta lasciò perdere, tornando di sopra ad arrovellarsi il cervello mentre tentava al contempo di ignorare le sdolcinatezze in cui tutti erano impegnati. Stupire il cuoco con qualcosa che non si sarebbe mai aspettato da lui... più facile dirsi che farsi.
    Solo a sera tarda, quando tutti erano ormai andati a dormire e Sanji stava sbrigando le ultime faccende in cucina prima di coricarsi a sua volta, Zoro riuscì a trovare qualcosa che lo soddisfacesse, per quanto lo facesse sentire ridicolo e anche tremendamente stupido.
    «Ohi, cuoco!» lo chiamò da fuori, vedendo il suo viso fare capolino dall'oblo della cucina. E Sanji, dal canto suo, non poté fare a meno di spalancare la bocca nello scorgere la figura dello spadaccino, lasciando cadere la sigaretta spenta sul pavimento. Perché, aye, ritrovarsi uno Zoro in giacca e cravatta ad attenderlo sul ponte con un mazzo di rose in mano e un biglietto con un grosso “Scusa” scritto con la sua grafia distorta e disordinata non era uno spettacolo che si poteva vedere tutti i giorni, anzi. Lasciava a dir poco sbalorditi.
    Nonostante tutto, però, Sanji sorrise, lasciandosi sfuggire uno sbuffo ilare. Con quell'espressione corrucciata in viso, quello scemo d'un Vice Capitano faceva doppiamente effetto. E poi, beh... conoscendo gli standard di quello stupido marimo, di sicuro quello era un modo alquanto originale per chiedergli scusa.







_Note inconcludenti dell'autrice
E con questa flash assurda, in cui il FRobin è più che palese, si conclude la prima parte di questa crociera di San Valentino raccontata dal punto di vista del nostro caro piccolo marimo
Cosa dire su questa flash, comunque? Che Franky si è comportato un pochino come un padre che da' qualche dritta al figlio che esce per la prima volta con una ragazza, ecco la visione che mi ha dato il tutto x)
Era talmente divertente immaginarmi la scena che ho deciso di stendere la storia, e spero di non essere andata in nessun modo OOC, anche se credo di aver comunque ricalcato i loro caratteri nonostante la situazione
Perché, insomma... il marimo in giacca e cravatta è figo. Strong World insegna

E poi era troppo puccioso immaginarselo sul ponte con un'espressione da cane bastonato a chiedere scusa (per l'ennesima volta) a Sanji con qualcosa di molto più eclatante di un misero bigliettino lasciato sul letto x)
Commenti e critiche, ovviamente, sono bene accetti

Alla prossima. ♥


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