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Autore: yllel    16/06/2012    1 recensioni
"Figurati se il matrimonio di Sherlock Holmes poteva anche solo essere minimamente normale" questo e' quello che passa per la mente di John in un giorno di settembre... Dopo le altre storie, il cammino di Sherlock e Molly verso l'altare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
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IL MATRIMONIO DI SHERLOCK HOLMES E MOLLY HOOPER

LUGLIO

 
Madleine Holmes si considerava una donna pratica.
Si era sposata molto giovane, con un uomo piu’ vecchio di lei, che non le aveva certo fatto una corte romantica e pressante, e che non era nemmeno molto passionale o adatto alla vita familiare, preso com’era dal suo importante lavoro per il governo. 
Semplicemente, dopo essere stati introdotti da amici comuni, lui aveva cominciato a presentarsi a casa sua ogni tanto per ascoltarla suonare il pianoforte, o accompagnarla a qualche concerto di musica classica, per i quali aveva sempre degli ottimi biglietti. Era un uomo piacevole, gentile e che non amava alzare la voce, almeno con lei.
Lei non sognava il cavaliere dalla brillante armatura o il principe azzurro. Aveva la sua musica e i suoi interessi, e Leonard Holmes era disposto a permetterle di continuare a coltivarli garantendole sicurezza economica ed emotiva. Sposarlo le era sembrato assolutamente normale, ma non aveva considerato che lei non sarebbe stata l’unica parte coinvolta.
Mycroft era nato come giusto tributo al cognome di famiglia da portare avanti e fortunatamente era maschio, cosi sembrava che ogni dovere matrimoniale fosse stato assolto.
Sherlock era arrivato piu’ tardi, un vero incidente di percorso nato da un momento di disattenzione unito a un raro momento di passione, ma lei non l’aveva mai rimpianto.
Perche’ amava i suoi figli con tutta se’ stessa, anche se in modo non molto convenzionale: sapeva di dover essere riconoscente del fatto che nessuno dei due le imputasse di essere stata una madre poco presente, o poco incline alle manifestazioni di affetto. Quando Mycroft era nato, era semplicemente troppo giovane e impreparata e in quanto a Sherlock... beh, lui avrebbe colto impreparato chiunque e in qualunque momento.
Ma a volte pensava che se Leonard fosse vissuto di piu’, o avesse avuto la possibilita’ e la voglia di passare piu’ tempo con loro, forse le cose sarebbero state diverse.
Mycroft non avrebbe dedicato la sua vita a seguire le orme del padre, nella vana speranza di eguagliarlo nel lavoro e sostituirlo in seno alla famiglia.
E Sherlock, il suo strano, fantastico figlio minore, non avrebbe utilizzato le sue grandi capacita’ come uno scudo contro il mondo, cercando di dimostrare a tutti e a se’ stesso di non avere bisogno di nessuno. Di non volere aver bisogno di nessuno.
A Madleine si stringeva ancora il cuore quando ripensava ai momenti bui della vita del figlio, in fuga da tutto e da tutti per gettarsi a capofitto nella droga e nelle esperienze estreme. Si era ritrovata assolutamente incapace di affrontare quello che gli stava succedendo e ringraziava il cielo che Mycroft si fosse fatto carico di tutto, seguendo Sherlock a distanza, proteggendolo e facendo in modo che ne uscisse.
E poi suo figlio si era inventato quel lavoro e si era dato uno scopo. Era arrivato il dottor Watson e Madleine doveva trattenersi ogni giorno dal prendere in mano il telefono e chiamare quel soldato per ringraziarlo, per dirgli che gli era debitrice e che sapeva che era la cosa migliore che potesse capitare a Sherlock.
E adesso c’era addirittura un matrimonio da celebrare: erano davvero cambiate tante cose e naturalmente, inizialmente si era fatta prendere un po’ la mano dall’entusiasmo, ma Molly era stata abbastanza decisa a ridimensionare il tutto e a dargli un aspetto intimo e di questo le era grata.
Le era grata per molte cose, per la verita’.
“Mamma?” la voce di Mycroft la riscosse dai suoi pensieri e volto’ la testa per ricevere il suo bacio sulla guancia.
Lui si sedette al tavolino, un’espressione preoccupata sul volto.
“Pensavo non saresti tornata a Londra se non per il matrimonio. Qualcosa non va?”
Lei si prese un attimo per studiare il viso di suo figlio, poi sorrise. Sherlock era la sua spina nel fianco, seppur assolutamente adorabile. Ma Mycroft era la sua roccia.
“Volevo solo fare due chiacchiere con te. L’ultima volta non ne abbiamo avuto il tempo ed e’ un po’ che non parliamo.” Madleine fece segno al cameriere del bar che arrivo’ con le ordinazioni. I gusti del suo figlio maggiore erano abbastanza prevedibili.
“Sono stato molto occupato, e’ vero. Mi scuso”
Stettero per un attimo in silenzio e cominciarono a sorseggiare il loro the.
“Porterai la tua assistente al matrimonio? Perche’ e’ molto carina e non ha una relazione fissa, al momento. Mi sono informata. Con molta discrezione, naturalmente.”
Mycroft quasi si strozzo’ con la sua bevanda.
“Madre!” riusci’ finalmente ad esclamare, fra un colpo di tosse e un altro nel tovagliolo. “Dove diavolo hai preso queste informazioni?”
“Modera il linguaggio, signorino! E per la cronaca, non sono cosi vecchia. Qualcuno dei colleghi di tuo padre e’ ancora in giro e lavora con te!”
 Torno’ a sorridergli.
“Che c’e’? Una donna non puo’ desiderare il meglio per i suoi figli? Ora che Sherlock sta per sistemarsi, e’ naturale che io pensi anche a te.”
“Madre, non trovo questo argomento di conversazione appropriato. Anthea e’ la mia assistente e solo perche’ il mio fratellino al momento e’ tutto ormoni e zucchero, non significa che io debba essere altrettanto idiota.”
“Mycroft Holmes! Ti ho appena chiesto di moderare il linguaggio. Sono sicura che le qualificate istitutrici e i costosi insegnanti privati che hai avuto ti abbiano insegnato ad  essere piu’ educato di cosi!”
Lui distolse lo sguardo. Quella donna riusciva sempre a farlo sentire come se avesse ancora sei anni.
“Ti chiedo scusa, mamma.”
Lei annui’ soddisfatta.
“Bene. Ora dimmi, tu pensi che Sherlock faccia sul serio con questa cosa del matrimonio, vero? Non la sta prendendo alla leggera e non ci ripensera’, giusto? Perche’ diciamoci la verita’, mi e’ sembrato un po’ come dire... assente, quando ci siamo trovati per decidere i dettagli. Molly mi piace, non vorrei proprio che rovinasse tutto”
Mycroft gemette. Ecco che erano arrivati al vero motivo del loro incontro. Sua madre era preoccupata e a lui toccava rassicurarla.
“Mamma, per quanto sembri incredibile, sono abbastanza convinto che si, Sherlock faccia sul serio. A suo modo, naturalmente.”
“Naturalmente” concordo’ Madleine, molto piu’ tranquilla. Il giudizio di Mycroft era insindacabile “e quindi quando pensi che mi daranno dei nipotini?”
Suo figlio rischio’ di nuovo di soffocarsi con il the.
“Senti” comincio’ piano Mycroft quando ebbe recuperato un po’ di contegno “io e Sherlock, e lo sai benissimo, non abbiamo un tipo di rapporto cosi’ stretto per  parlare di queste cose. Anzi, non abbiamo proprio nessun rapporto. Per cui se vuoi saperlo, chiedi a loro. Probabilmente lei arrossira’ e balbettera’ e lui si chiedera’ di cosa diav... mai stai parlando, ma puoi sempre tentare.” Torno’ ad occuparsi del suo the.
Per nulla al mondo avrebbe permesso a sua madre di coinvolgerlo in quel discorso. Immaginare Sherlock sposato era gia’ abbastanza difficile senza doverlo pensare anche come padre.
Sua madre lo sorprese sporgendosi sul tavolo e prendendogli la mano.
“Mi spiace”
“Davvero mamma, non capisco come il fatto che possano avere dei figli mi possa riguardare”
Lei scosse la testa.
“Sciocco, idiota e testardo figlio mio. Intendevo dire che mi spiace che i miei figli non riescano a capire quanto sono simili, e mi rammarica soprattutto che quanto tu hai fatto per salvare Sherlock e far si che oggi possiamo essere qui a parlare del suo matrimonio, non vi abbia uniti.”
“Il dottor Watson e la dottoressa Hooper l’hanno salvato” il tono di Mycroft era teso.
“Tu l’hai fatto molto prima e non sono sicura di averti mai ringraziato abbastanza, figlio mio. Ti devo cosi tanto... sei stato bravo”
Lui degluti’ e non rispose. Nella sua famiglia le esternazioni di affetto erano sempre state rare e misurate, anche durante la sua infanzia.
“Ti ringrazio” riusci’ infine ad esclamare.
Madleine Holmes annui’ soddisfatta e addento’ un pasticcino alle mandorle.
“Dunque, Anthea?”
***
PERCHE’ MAMMINA ERA IN CITTA’? SH

VOLEVA SOLO INCONTRARMI. MH

CHE COSA STA TRAMANDO? TI HA CHIESTO SE SONO DAVVERO CONVINTO, NON E COSI? SH

FRATELLINO, NON ESSERE PARANOICO. ACCADE CHE LEI GRADISCA LA MIA COMPAGNIA, AL CONTRARIO DI TE. TORNA A CONCENTRARTI SU PIZZI E BOMBONIERE. MH

SEMPRE MEGLIO CHE PROGRAMMARE ASSURDI INTERVENTI DI SCONVOLGIMENTI POLITICI IN PAESI DAI NOMI IMPRONUNCIABILI. SH.

UN MOMENTO, QUALI BOMBONIERE? IO E MOLLY NON ABBIAMO NESSUNA INTENZIONE DI TEDIARE I NOSTRI INVITATI CON UN INUTILE OGGETTO! SH

SICURO? MH

La risposta di Sherlock si fece attendere un po’.

SICURO. HO CHIESTO A MOLLY E ANCHE SE ORA E’ ARRABBIATA PER LA MIA ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DI IGNORANZA SUI DETTAGLI DEL NOSTRO MATRIMONIO, TU AVEVI TORTO E IO RAGIONE. SH

Mycroft lesse il messaggio e scosse la testa al comportamento infantile del fratello.
Ma davvero la loro madre desiderava  che Sherlock si prendesse la responsabilita’ di avere un figlio?
Davanti a lui sulla scrivania c’era un grosso faldone e lo apri’. In una delle prime pagine c’era la foto di uno Sherlock piu’ giovane e dall’aria sofferente che comprava droga. Dopo aver visto l’immagine, aveva dato ordine di far sparire lo spacciatore e fatto piazza pulita dei soliti fornitori del fratello, che era abbastanza furbo da avere dei venditori di fiducia per non rischiara di comprare roba tagliata male.
Dopo due settimane Sherlock aveva smesso definitivamente e si era disintossicato.
Dopo tre mesi di costante sorveglianza, Mycroft l’aveva ritenuto pronto e aveva fatto in modo che Lestrade prendesse in considerazione l’idea di servirsi di lui come consulente investigativo.
E da allora il faldone di Mycroft aveva continuato a crescere. Lo aggiornava lui stesso inserendo i resoconti dei suoi uomini o i ritagli di giornale.
Non avrebbe mai ammesso con nessuno come alla preoccupazione si fosse velocemente sostituito l’orgoglio.
Men che meno con se’ stesso.
 
  
  
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