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Autore: boreal lele    16/06/2012    1 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Le cronache dei mercenari

-08
Amore

Quando entrarono nella locanda il cielo era ormai buio. Delle lanterne ad olio illuminavano il grande salone della struttura in pietra. Sperando di non essere riconosciuto da nessuno, Mike passò fra i tavoli che occupavano l’ intera stanza tenendo lo sguardo basso. Dietro di lui, Dawn e Zoey lo seguivano timidamente, scortate da Scott e Cameron. Il moro, una volta arrivato al bancone, si sistemò il cappuccio in modo da coprire alla meglio il suo volto. Tutti e cinque erano completamente fradici. Un temporale improvviso li aveva colti di sorpresa durante il settimo giorno di viaggio. Il Fulmine di Spade aveva guidato il gruppo verso la Locanda dell’ Incrocio, una grande costruzione in pietra, dove lui aveva già pernottato altre volte in compagnia di suo padre, che sorgeva appunto all’ incrocio fra la Strada del Sole, la strada che portava a Città Del Sole, chiamata così per gli innumerevoli specchi sistemati sulle mura che riflettevano i raggi solari illuminandola in modo da far sembrare la città stessa il sole,  e la Via dei Contadini, la strada costruita appositamente per gli agricoltori che portava direttamente alla vasta zona dei campi coltivati delle terre degli Enderis. La ferita di Mike stava guarendo velocemente, grazie sopratutto agli incantesimi di Cameron.
-Una camera con cinque letti, buon uomo .- Disse al locandiere quando gli si avvicinò. L’ uomo, un individuo con la faccia da rospo, calvo e grassoccio, dal ventre prominente coperto da un grembiule sudicio, lo squadrò con aria da superiore.
-Non esistono camere con cinque letti da queste parti. E anche se ci fossero, non credo che voi straccioni potreste permettervele.- Rispose acido quello. In effetti, in quel momento, il moro e i suoi compagni di viaggio sembravano davvero dei poveri, infangati dalla testa ai piedi. Scott affiancò l’ amico e fece un sorriso di circostanza all’ uomo, tirando fuori un pesante sacchetto di lana grezza, da cui fece scivolare due monete d’ argento sul bancone.
-Di queste ne avrai molte altre per la camera che ti abbiamo chiesto e per un buon pasto caldo che ci servirai non appena saremo scesi per mangiare. Comprendi?- Sussurrò al suo indirizzo. Al vedere i soldi il locandiere strabuzzò gli occhi  e fece un inchino rispettoso.
-Ma certo miei signori. Mia figlia vi accompagnerà subito nelle vostre stanze. Non appena scenderete per cenare vi serviremo i nostri piatti migliori.- Dopodiché, andò a chiamare una certa Leniel, una ragazzina castana sui dodici anni, piccola di corporatura, bassa e dall’ aria sveglia che li accompagnò al piano superiore. Indubbiamente aveva ereditato ben poco dal padre. Dopo che li ebbe aiutati a mettere a posto le loro cose, Mike si chinò per arrivare alla sua altezza, rivolgendole un sorriso.
-Potresti farci avere una tinozza di acqua calda per farci fare il bagno? Naturalmente dovremo cambiare l’ acqua ogni volta, quindi avverti tuo padre di tenere in serbo acqua calda abbastanza per riempirla cinque volte. E porta anche del sapone per favore. E porgigli i miei ringraziamenti.- Il moro si era lasciato crescere una lieve barba, che al momento ancora gocciolava a causa della pioggia ricevuta. Dalla tasca prese una moneta e la pose fra le mani della bambina, ringraziandola per la gentilezza. Quella, alzando i suoi occhioni azzurri verso di lui, sorrise a sua volta, poi, sussurrando un veloce “subito” ed un altrettanto veloce “grazie signore”, corse fuori dalla porta. Ritornò qualche secondo dopo con un ragazzo, castano anche lui, alto, massiccio, probabilmente suo fratello, trasportando una tinozza in bronzo lucido ed un otre d’ acqua calda, con il sapone.
Le prime a fare il bagno furono Zoey e Dawn. Durante l’ attesa Mike, Scott e Cameron scesero al piano di sotto per sciacquarsi la gola con un boccale di birra. Mentre erano seduti ad uno dei tavoli centrali, udirono dietro di loro un gruppo di uomini parlare animatamente.
-Vi dico che è così! Per tutti noi sarebbe meglio filare all’ Est. Fra qualche settimana si scatenerà l’inferno in queste regioni. Re Geoffrey degli Elfi Madyr sta chiamando a raccolta i vessilli di guerra contro i Lord dell’ Ovest. Potete star sicuri che tra qualche giorno anche Lord Enderis si recherà con i suoi figli da lui offrendogli le sue forze. Si sta per scatenare una guerra di proporzioni immani. Quasi tutti i regni dell’ Ovest si scontreranno contro gli Elfi Madyr ed i loro alleati. E non è escluso che anche i regni dell’ Est si uniscano alla mischia a fianco di quelli dell’ Ovest. In questo caso, Lord Enderis, che controlla tutti i territori centrali, si troverà preso tra due fuochi. I Nani del Sud hanno dichiarato di dar battaglia a chiunque si avvicini ai territori centrali, ma non credo che questo fermerà i loro nemici. Fortunatamente, nonostante fra Nani ed Elfi Madyr non scorra buon sangue, entrambe le popolazioni metteranno da parte gli antichi rancori per far fronte comune contro            Ovest ed Est. Come se non bastasse, dalla parte dell’ Ovest ci saranno anche gli orchi delle Isole Rosse, schierati assieme ai giganti. Combatteranno come mercenari, ma in realtà si dice che vogliano prendere parte a questa guerra solo per soddisfare la loro sete di sangue verso gli Elfi Madyr.- Disse quello al centro della piccola folla.
-E tu come fai a saperlo? Secondo me ci stai raccontando una balla!- Disse un’ altro. Molti annuirono dando ragione a quest’ ultimo.
-Mio fratello è un messaggero a corte. Queste cose me le ha raccontate lui. E se mio fratello dice che verrà la guerra, allora significa che verrà- Ribatté l’ altro convinto.
-E perché dovrebbe scoppiare questa guerra? Le antipatie fra i popoli non mi sembrano una buona ragione per darsi battaglia.- Osservò una donna.
-A quanto pare un Lord dell’ Ovest hanno rapito le figlie di Re Geoffrey l’anno scorso. La cosa è stata tenuta segreta fin quando le spie del re non sono riuscite ad arrivare ad un certo Lord Lightning.- Il gruppo fu attraversato da un borbottio scettico, dopodiché si dispersero lasciando da solo l’ uomo al centro.
I tre ragazzi si guardarono stupiti. La guerra era già arrivata? Da quanto tempo Dawn e Zoey erano lontano da casa? Proprio in quel momento arrivarono. Pulite e profumate con addosso abiti asciutti erano molto più belle di prima.
-Ragazze, per quanto tempo siete state prigioniere di vostro zio?- Chiese Mike fingendo di fare una domanda oziosa, tanto per passare il tempo. Le, due dopo essersi sedute sulla panca, ancora avvolte nei mantelli scuri che i ragazzi avevano dato loro, si scambiarono un’ occhiata nervosa. Poi Zoey fece un sorriso tirato.
-Non molto, un mese, credo. Perché?- Rispose con la voce apparentemente calma. Mike scrollò con noncuranza le spalle, esibendosi in un sorriso privo di calore.
-Perché l’ uomo qui dietro sostiene che è dall’ anno scorso che mancate da casa. Avete idea di cosa stia per accadere a causa di ciò? Vostro padre sta per dichiarare guerra all’Ovest. Mio padre ed i miei fratelli stanno per partire per offrirgli il loro aiuto. Se questa guerra scoppia si porterà via un sacco di vite. Perché non ce lo avete detto prima? Avremmo affrettato il passo ed ora saremmo già a Città Del Sole. Invece adesso siamo bloccati in questa locanda ad aspettare che il temporale finisca.- Il suo tono divenne duro e il sorriso sparì dal volto di ognuno di loro.
-Non ve lo abbiamo detto perché non potevamo. Non possiamo fidarci di nessuno, Mike, nemmeno di voi. L’ ultima volta che ci siamo fidate di qualcuno ci hanno sbattuto in una stanza ad aspettare che i giorni passassero e che qualcuno ci tirasse fuori di lì. Cosa sarebbe successo se voi, una volta appresa la notizia, vi foste sbarazzati di  noi per non avere problemi? Noi vogliamo solo tornare a casa. Nient’ altro.- Ribatté la rossa con un fremito. Le lacrime affiorarono dai suoi occhi. Dawn la abbracciò.
-Solo tornare a casa. Solo questo.- Ripeté ancora. Questa volta le lacrime le bagnarono il viso.
-Ma dovevate dir … - Scott bloccò il moro con un cenno della mano prima che potesse continuare la frase, poi si alzò e si stiracchiò.
-Mi pare inutile piangere sul latte versato. Domani ci rimetteremo in marcia e aumenteremo l’ andatura di viaggio. Se avrai problemi con la ferita, amico, ti legherai di nuovo a me. Ora vai a lavarti che poi tocca a Cameron e a me. – Al rosso fare la parte del pacificatore faceva sempre uno strano effetto. Di solito era Mike quello calmo, che lo quietava quando lui si scaldava. Invertire le parti per una volta era stato divertente. Sopratutto rimproverare Mike. Quello sì che era stato divertente. Il moro lo guardò a metà fra il sorpreso e l’ imbarazzato per il suo comportamento. Poi si alzò e si diresse verso la loro camera.
Quando tutti si furono lavati si sedettero a tavola. Dopo giorni e giorni di cibo razionato e insapore,  finalmente consumarono un pasto degno di essere chiamato in tal modo. Il locandiere mantenne la parola riguardo alla qualità della cena. Servirono loro talmente tanti piatti gustosi che al suo termine Scott, dopo aver pagato, gli elargì anche una sostanziosa mancia. Prima di andare andando a dormire, Cameron passò un’ ora intera a pregare il rosso perchè qualcuno facesse i turni di guardia, cosa inutile a detta del Demone Rosso ma prudente. Alla fine Mike montò il primo turno, Scott il secondo e Cameron l’ ultimo.
La mattina dopo, alle prime luci dell’ alba partirono. Nessuno proferì parola per tutta la mattinata finchè, verso mezzogiorno, si fermarono per mangiare e riposarsi. Mike prese da parte Zoey e la portò dove gli altri non potevano né udirli né vederli, dietro un grosso albero che troneggiava sugli altri, non troppo distante dalla strada, e si mise una mano dietro la testa, imbarazzato.
-Scusami per ieri. Io non volevo essere scortese. Il pensiero di mio padre ed i miei fratelli che partecipano ad una guerra di tali proporzioni mi spaventava. Mi sono comportato come uno stupido dando la colpa a te e Dawn. Ti prego di perdonarmi- La rossa arrossì leggermente.
-Non devi scusarti. Avremmo dovuto dirvi subito da quanto tempo eravamo prigioniere. Avremmo dovuto aver più fiducia in voi. Sono io a dover chiedere scusa a te e agli altri, anche da parte della mia sorellina.- I due si ritrovarono con i volti vicinissimi. Gli occhi di Mike si riflessero in quelli neri di lei, due oceani di dolcezza. In quel momento gli sembrarono quanto più di meraviglioso e puro ci fosse in quel mondo. Lentamente, senza sapere perché, posò le sue labbra su quelle della ragazza. Rimasero immobili per qualche secondo, staccandosi subito dopo, ancora più imbarazzati di prima, entrambi paonazzi in volto.
-Scusami io non … -  Lei gli appoggiò un dito sulle labbra, dove poco prima erano state le sue. Lo baciò nuovamente, questa volta con più passione, e staccandosi gli sorrise. Lui ricambiò il sorriso, ancora troppo stupito per poter dire nulla. Si ricongiunsero al gruppo in tempo per mangiare. Ripartirono al galoppo dopo un’ ora. Il silenzio che aveva dominato per tutta la mattinata si sciolse come neve al sole.
Nel tardo pomeriggio, quando il sole si apprestava a tramontare, in lontananza, da Nord, un accecante bagliore attirò la loro attenzione. Avanzando, gli alberi che circondavano la strada si diradarono e il bagliore divenne sempre più forte. Fu lo fra gli spettacoli più belli della loro vita. Si stagliarono all’ orizzonte le mura imponenti di una città a dir poco gigantesca, che saliva verso l’ alto seguendo la pendenza del monte su cui era costruita, con in cima una maestosa  roccaforte costruita su più piani. La cosa però che li meravigliò di più fu la luce del tramonto che le mura riflettevano. Faceva sembrare l’ intera città, compreso il maniero, in fiamme, avvolta in quell’ arancione intenso e splendente che mozzava il fiato. Mike sorrise compiaciuto dell’ effetto che quello spettacolo aveva suscitato nei suoi compagni di viaggio.
-Ragazzi,benvenuti nella mia città natale, Città Del Sole.-
 

Angolo autore
Ehilà! Sono tornato a con un altro capitolo. Come vi è sembrato?? Non sono bravo con le scene d’ amore e robe varie, ma volevo provare a inserirne alcune nella storia. Spero che non abbia fatto pena … Ci vediamo con il prossimo capitolo. Vi saluto e vi ringrazio per l’ attenzione
Boreal Lele

  
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