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Autore: clare83    17/06/2012    3 recensioni
Questa è la mia prima storia, spero possa piacervi...
Sara è una giovane vedova mamma di due bambini. Per l'estate torna nel suo paesino per svagarsi e stare con i suoi genitori, inaspettatamente incontra di nuovo Walter...cosa succederà?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie come sempre a tutti coloro che leggono

e a coloro che lasciano le loro opinioni per me sono sempre molto importanti!

 

Luglio stava volgendo al termine e a Sara sembrava così strano che fosse già trascorso il primo mese di vacanza. Matteo era già a buon punto con i compiti, anche se lei non glielo avrebbe mai detto, altrimenti non sarebbe più riuscita a farlo studiare, e Marco ormai scriveva e leggeva bene le scritte in stampatello e si divertiva come un matto, per lui tutto era ancora come un gioco.
Le sarebbero mancati i suoi ometti, perché con l’arrivo di agosto sarebbero partiti con i nonni per quindici giorni di vacanza in Romagna a casa dello zio Stefano e lei sarebbe rimasta davvero sola. Quando c’era Simone quelle erano le loro vere vacanze, solo lui e lei, mentre i bambini andavano sulla Riviera Romagnola loro si godevano due settimane “da sposini”. Era uno dei pochi momenti che dedicavano a loro due come coppia.
L’anno precedente i genitori di Sara avevano insistito perché lei andasse con loro, ma erano state due settimane pesantissime: le spiagge erano invase dai turisti, così come l’albergo e dopo soli due giorni Sara si era già pentita, sarebbe tornata a casa, ma la sua famiglia era stata irremovibile “doveva rimanere e divertirsi”. Quest’anno era stata chiarissima ancora prima di partire per Evançon: i bambini sarebbero tornati in Romagna, mentre lei sarebbe tranquillamente rimasta in montagna. Per un attimo pensò che in quelle due settimane avrebbe potuto passare un po’ più di tempo con Walter…chissà…
Quella sera stavano giocando ad un’interminabile partita a Monopoli, quando Marco, che era in braccio a lei, la riscosse dai suoi pensieri:
- Mamma ma non hai più invitato il tuo amico Walter a prendere il caffè! Non vorrai farlo venire mentre noi siamo dallo zio?
Ancora una volta Sara fu colta di sorpresa dai suoi figli, non aveva più parlato della possibilità di invitarlo a prendere il caffè, anche se ci aveva pensato diverse volte, rimandando sempre.
E ora che i ragazzi sembrano non aver dimenticato la proposta, lei non aveva più scuse.
– Ragazzi, avete ragione, cosa ne dite se gli chiediamo di venire domani?
I due fratelli si annuirono con energia, ma solo dopo poco si rese conto di non avere il suo numero di telefono. Decise che glielo avrebbe chiesto l’indomani mattina dopo il loro appuntamento quotidiano.
Il sabato mattina, Sara andò a comprare il giornale e si rese conto di sentire un po’ nervosismo mentre entrava da Carla insieme a Walter.
Come sempre comprarono il giornale, e stavano per uscire quando a lui squillò il cellulare, così per non apparire troppo invadente decise di uscire ad aspettarlo. Non si fece attendere molto, quando la vide fuori dal negozio ad aspettarlo le regalò un grande sorriso:
- Eccoti, sei qui, pensavo che mi fossi sfuggita.
- Ho visto che eri al telefono e ho preferito aspettare fuori. I ragazzi volevano sapere se oggi pomeriggio sei libero per venire a prendere questo caffè a casa nostra.
Lui rimase piacevolmente colpito e rispose con un sorrisone. - Ma certo che sono libero, però non ho il tuo indirizzo.- mentì per scrupolo.
Sara gli sorrise e gli appuntò l’indirizzo sul bordo del quotidiano e gli scrisse “ti aspettiamo alle 14.00”.
Detto questo i due si salutarono, ognuno preso dai suoi pensieri.
Walter si sentiva euforico, dopo la battuta di un possibile appuntamento a casa di Sara lei non ne aveva più fatto parola e lui non aveva voluto insistere convinto di voler rispettare i suoi tempi, ma negli ultimi giorni era arrivato a pensare che lei si fosse dimenticata di quella stupida promessa. A sorpresa quella mattina era arrivato l’invito e lui non voleva sprecarlo, voleva trovare qualcosa da portare ai ragazzi e alla padrona di casa, così decise di tornare da Carla per i ragazzi e poi sarebbe passato dal fioraio.
Sara si trovò ad affrettare il passo verso casa, aveva un sacco di cose da fare e così poco tempo…
La mattinata passò velocemente. Il più contento per il sì di Walter era il piccolo Marco che aiutò la mamma a preparare i dolci per il pomeriggio. Visto che non sapevano scegliere che dolce fare decisero di preparare i biscotti della nonna e anche una bella torta al cioccolato. Matteo quella mattina fu piuttosto taciturno, fece i compiti senza discutere e riordinò la sua stanza. La madre sapeva che il figlio maggiore rimaneva silenzioso se qualcosa lo preoccupava e temeva che le sue preoccupazioni fossero per l’ospite del pomeriggio, per questo a pranzo decise di capire che cosa stava succedendo e si disse che se suo figlio avesse cambiato idea avrebbe trovato una scusa per rimandare il caffè. Quando furono seduti a tavola prese la parola:
- Qualcosa ti preoccupa?
Matteo rispose semplicemente che andava tutto bene, ma poi, dopo aver fatto un lungo respiro, disse che temeva che quello che li aspettava sarebbe stato un pomeriggio noioso. La madre cercò di capire se il figlio non voleva incontrare Walter o semplicemente pensava di non sapere che cosa fare, appurato che Matteo temeva di annoiarsi, Sara cercò di tranquillizzarlo dicendo che Walter era una persona socievole e piena di interessi, in ogni caso disse ai figli che, se si fossero annoiati troppo, sarebbero potuti uscire dopo un tempo congruo. Quest’ultima affermazione sembrò migliorare l’atmosfera a tavola, il resto del pranzo proseguì allegramente. I bambini si fecero raccontare come la madre e l’amico si erano conosciuti e quando. Sara raccontò tutto, tralasciando gli aspetti più sentimentali della loro storia.
Tutto era pronto per l’arrivo dell’ospite, Sara era stanca, si sentiva leggermente nervosa non sapeva che cosa aspettarsi da quel pomeriggio ma voleva che fosse un bel pomeriggio, contenta di quello che era riuscita a preparare, si sedette sul divano, cercando di rilassarsi, quando Marco le disse:
- Mamma, perché non vai a cambiarti? Dovresti metterti qualcosa di carino.
Sara non ebbe nemmeno il tempo per rispondere che Matteo intervenne:
- Bravo nanetto per una volta hai detto la cosa giusta. Io credo che dovresti anche truccarti.
- Fermi un attimo tutti e due, ok? E’ solo un ospite come gli altri che viene a prendere il caffè, non mi sembra il caso di fare tutte queste cerimonie.
- Se è come gli altri, perché questa mattina eri così nervosa? Eri talmente indecisa che hai fatto due dolci.
Sara pensò che aveva due figli molto intelligenti e che a volte se ne dimenticava:
- Allora facciamo così io vado a togliermi la tuta e a mettermi un paio di jeans e una maglietta, ma vi andate a cambiare anche voi, che ve ne pare?
I due fratelli andarono nelle loro camere a cambiarsi senza fare neppure un fiato e Sara fece la stessa cosa. Indossò un paio di jeans chiari e una maglietta blu elasticizzata, poi prima di tornare in sala si mise un filo di lucidalabbra.

Puntuale alle due si presentò Walter, aveva con sè un libro per Matteo, una bustina di Gormiti per Marco e una pianta di rose per la padrona di casa. Marco dopo aver salutato Walter e prima ancora di prendere in mano il suo regalo gli disse: -Qui c’è una regola: nessuno indossa scarpe in casa. Quindi, per favore, leva le scarpe e prendi un paio di ciabatte da questo cesto, non preoccuparti mamma le lava ogni volta dovrebbe esserci almeno un paio della tua misura.- Poi, rivolgendosi alla madre:- Sono stato bravo?

- Certo tesoro, bravissimo.- Quindi si rivolse al nuovo arrivato:- Scusa Walter, è una vecchia abitudine che avevo preso quando i bambini erano piccoli e gattonavano, poi siccome ci trovavamo bene abbiamo deciso di mantenerla, spero non sia un problema.
Walter passò loro i suoi doni e poi si tolse le scarpe e prese un paio di ciabatte da cesto, erano tutte blu di spugna morbida.
Sara pensò che Walter era stato carino ad avere portato qualcosa per tutti, in fin dei conti non era obbligato. Mentre Sara preparava il caffè i bambini fecero fare a Walter il giro dell’abitazione: era una casa molto accogliente, si respirava profumo di famiglia in ogni angolo, le tinte delle pareti erano tenui ma Walter pensò che era una casa calda ed accogliente, c’erano foto dei bambini ovunque e anche qualche foto di tutta la famiglia. Walter non voleva essere indiscreto, ma diede una rapida occhiata a quello che doveva essere Simone: un giovane alto, magro con i capelli neri e gli occhi chiari contornati da una sottile montatura, era distinto perfino con un paio di jeans e una polo celeste, molto diverso da lui. Infine tornarono nella stanza principale e fecero accomodare l’ospite sul divano, in questo modo Walter notò la scacchiera posata su un tavolino tra il caminetto e la televisione:
- Chi gioca a scacchi?
Matteo rispose prontamente in modo affermativo. Walter allora fece una proposta molto interessante:
- Bene allora finito il caffè, se ti va, faremo una partita di scacchi.
Questa fu davvero una gran bella idea, Matteo sembrava entusiasta e Walter era contento di aver trovato un punto in comune con uno dei figli di Sara, se voleva davvero conoscerli doveva incominciare da qualche parte.
Sara si avvicinò con il caffè, dei succhi di frutta per i bambini e i dolci. Walter apprezzò sia i biscotti che la torta e bevve il caffè. Marco disse:
- E’ buono il caffè della mamma, vero? Dovresti venire a prenderlo anche altre volte.
Sara stava per sgridare il suo figlio più piccolo, a volte era davvero troppo diretto, ma Walter la stupì:
- Sai hai ragione, tornerò non appena mi inviterete di nuovo.
E mentre lo diceva, Walter fece l’occhiolino alla padrona di casa, che arrossì un poco.
Finito il caffè iniziò la partita a scacchi, mentre Marco si mise a colorare vicino alla mamma. Sia durante il caffè che durante la partita Walter guardava spesso Sara e le sorrideva, in realtà c’era un gioco di sguardi ma nulla di troppo evidente. Sara notò che Walter era davvero bravo a giocare e non faceva alcuno sconto al figlio per la sua età, d’altra parte Matteo si difendeva piuttosto bene. In realtà non vi fu una sola partita, ma diverse, dopo un po’ il fratello minore andò in braccio a Walter per giocare insieme a lui, strano perché Marco di solito non si mostrava affettuoso con gli sconosciuti, in particolare con gli uomini. Nonostante il gioco degli scacchi richieda una certa concentrazione Walter cercava di mantenere viva la conversazione sia con i bambini che con Sara, la quale era sempre più piacevolmente sorpresa dell’atmosfera rilassata che si era creata.
Per merenda preparò una cioccolata calda che fu apprezzata da tutti. Lo spuntino fu il momento per una pausa dalla partite e per due chiacchiere sul divano, Marco questa volta andò in braccio alla mamma mentre Matteo iniziò a parlare di videogiochi con Walter che sembrava piuttosto ferrato sull’argomento.
Finita la cioccolata Matteo propose un gioco di società, Sara era stupita fin ad un paio d’ore prima il figlio temeva di annoiarsi ed ora cercava di prolungare il pomeriggio? E Walter? Forse pretendere che si mettesse a giocare ancora era davvero troppo, stava ancora cercando un modo educato per uscire da quella situazione, quando si rese conto che Matteo e Walter stavano già prendendo la scatola di Cluedo. Nonostante Walter non fosse abituato ai bambini, come spesso ripeteva, il pomeriggio trascorse piacevolmente e lui sembrò assolutamente a suo agio. Era quasi ora di cena quando Sara disse ai bambini che era arrivato il momento di andare a lavarsi, Marco chiese subito a Walter di fermarsi a cenare insieme a loro, ma lui molto educatamente declinò l’invito dicendo che aveva un precedente impegno. Matteo invece disse:
- Io e mio fratello tra qualche giorno andremo via con i nonni a trovare lo zio in Romagna, ce la controlli tu la mamma mentre noi saremo lontani?
Evidentemente Walter non si aspettava questo “permesso” da parte del figlio maggiore, ma colse immediatamente l’occasione:
- D’accordo penserò io a lei- e rivolgendosi a Sara proseguì- ora non hai più scuse, ti devo accudire. Verrai a cena con me?
Sara era sbalordita sia dai suoi figli, sia dall’intraprendenza di Walter. Stava ancora pensando a tutto ciò quando i suoi figli risposero per lei:
- Certo che verrà, vero mamma?
A questo punto Sara riprese il controllo della situazione:
- Alt! Io non ho bisogno di una balia ragazzi, mentre voi sarete al mare io starò benone e Walter mi farà compagnia come ha sempre fatto in questi giorni, comunque per la cena vedremo.
A queste parole i bambini salutarono, sapevano fin dove potevano insistere con la madre, ed andarono in bagno a lavarsi.
Walter e Sara erano rimasti da soli, lui sorrideva era evidentemente compiaciuto, la donna gli disse:
- Sei un vero impertinente, non sei cambiato da quando andavamo a scuola.
- Io colgo le occasioni, ora ho un permesso in piena regola. Penso anche di poterti dare un bacio.
E dicendo così le diede un tenero bacio sulla guancia, ma molto in prossimità delle labbra. I due erano molto vicini, da tempo Sara non sentiva il profumo di un uomo a così poca distanza da sé, in quel momento sembrava che Walter la volesse baciare...
All’improvviso Matteo saltò fuori dal bagno:
- Walter prima che io vada via ti va di fare una serata di scacchi? Qui non c’è nessuno con cui si può giocare seriamente.
A Sara venne da ridere, quello era un chiaro riferimento alle due doti, sostanzialmente inesistenti, di scacchista, Walter, riprendendosi velocemente, accettò con piacere, gli disse che sarebbe venuto il lunedì successivo, quindi salutò tutti ed uscì dalla casa. La serata trascorse piacevolmente e Sara per la prima volta da quando era tornata a Evançon si addormentò senza dover leggere, forse era solo una sensazione ma mentre si rilassava sul cuscino le sembrò di sentire il profumo di Walter sui suoi capelli.

La domenica mattina Marco e Matteo partirono per una gita che sarebbe durata tutto il giorno, Sara li accompagnò all’autobus e poi andò verso il giornalaio sperando di incontrare Walter, anche era in ritardo sulla sua tabella di marcia. Entrando nel negozio notò che Carla era tutta presa in uno dei suoi racconti: evidentemente in paese era già successo qualcosa degno di nota. Quando la giornalaia si accorse che l’amica era entrata la chiamò e le disse:

- Ciao carissima! Devo assolutamente raccontarti una cosa: ieri sera ero a passeggio con il cane quando ho visto una Ferrari sfrecciare per la strada! Così ho guardato chi era l’autista e ho visto che era quella modella famosissima Marta, come diavolo si chiama?! Insomma era la ex fidanzata di Walter, ma visto che ieri sera girava in Ferrari qui da noi credo che i due stiano ancora insieme. Infatti oggi lui non si è visto per niente e sono già le nove e mezza passate.
Sara aveva ascoltato tutto il racconto ed era rimasta basita, a dire la verità era furiosa. Non fece particolari commenti comprò il giornale ed uscì. Senza rendersene conto si diresse verso la casa di Walter, mentre saliva si chiedeva se fosse il caso di andare a parlargli, sapeva che lui non le doveva alcuna spiegazione. Prima di suonare il campanello, diede un’occhiata davanti a casa: la Ferrari non c’era, forse erano andati via insieme. Sara non esitò oltre e suonò, appena staccò il dito dal campanello si pentì, ma ormai era tardi. Walter impiegò un po’ per venire ad aprire la porta, Sara stava già allontanandosi dalla porta quando lui la chiamò e le fece un gran sorriso:
- Ciao Sara, ma che bella sorpresa.
Questo saluto ebbe l’effetto di far infuriare ancora di più Sara:
- Non prendermi in giro e soprattutto non prendere in giro i miei figli!
Mentre parlava Sara era entrata in casa, vide il caos di bicchieri e bottiglie sparsi nell’entrata e sentì un vago odore di fumo, era evidente che la sera prima c’era stata una festa. La signora con la Ferrari doveva essere venuta con un po’ di amici, e questo non contribuì a calmare Sara, anzi, intanto Walter sembrava pietrificato, la ascoltava senza fiatare:
- Ci rincontriamo dopo anni, fai il carino con me, insisti col dire di volermi frequentare, di voler uscire con me, provi a conquistare anche i miei figli, giochi a scacchi con loro…è assurdo lo sai? Non ho permesso a nessuno che di avvicinarsi a noi, poi rivedo te, ti lascio fare e qual è il risultato? Mezz’ora dopo che sei uscito da casa nostra ti dai alla pazza gioia con la tua fidanzatina? Comunque non so neanche perché sto qui a parlare con te, la verità è che sono infuriata come me stessa!
Quando ebbe finito di parlare, o meglio urlare, Sara si sentì molto ridicola e decise che la cosa migliore da fare era andarsene. Walter, che fino a quel momento era rimasto in silenzio la fermò:
- Scusa un secondo: mi svegli, entri in casa mia, urli come una pazza e poi te ne vai senza neanche darmi il diritto di replica? Non mi sembra molto corretto. Io sono stato corretto con te, ho rispettato i tuoi tempi, ieri sera ho detto di no all’invito a cena di Marco perché non volevo essere troppo invadente. Poi sono venuto a casa e i miei amici mi hanno fatto una sorpresa, niente di più. Comunque io non ti devo nessuna spiegazione e non capisco perché sei venuta fino qui.

Ma Sara non aspettò oltre ed uscì.

 

Non uccidetemi! Ho preferito dividere il capitolo in due parti per tranquillizzarvi vi dico che la seconda parte è quasi pronta spero di inserirla in pochi giorni! un bacio e a presto

  
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