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Autore: Piccola Stella Splendente    17/06/2012    2 recensioni
È bizzarro come le vite di due estranei si possano intrecciare.
Stella e Jake sono acqua e fuoco, sono luce e tenebre, sono giorno e notte, sole e luna.
Dicono che gli opposti si attraggono, ma è realmente così?
“«Shhh, non dirlo nemmeno per scherzo. È che tu..sei più fragile di quel che vuoi far vedere.»
Con una delle sue mani strinse tra le sue dita un piccolo lembo di stoffa della mia felpa.
«I-Io non sono debole!» affermò lei facendomi fare una piccola risatina:«C-Che hai da ridere?!» disse lei quasi alterata. Risi e poi – sinceramente non so neppure io come – la sollevai di peso.
«Non c'è nulla di male nell'essere deboli, a volte basta solo avere la persona giusta al proprio fianco.» continuai io sorridendo mentre la facevo sedere sulle mie gambe.”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Siamo sull'orlo del dirupo,

aldilà delle emozioni

irraggiungibili.

 

POV Jake.

 

 

Era successo un'altra volta.

Mi risvegliai con una ragazza nel letto, probabilmente era stata con me la sera prima. Odiavo trovarmi le ragazze nel letto durante i giorni di scuola, perché diventavano quasi appiccicose.
Mi alzai cercando di non svegliarla, ma la trovai in piedi di fronte alla finestra con indosso solo una mia maglia a maniche corte, dato che il suo intimo e vestiti erano ancora a terra dalla sera prima ed io, ero solo in mutande.

«Buongiorno.» disse lei avvicinandosi a me per poi passare l'indice destro fra i miei addominali. Mi fece ricadere sul letto e iniziò a strusciarsi su di me:«Mi dispiace, oggi ho scuola bambolina. Vado a prepararmi.» le dissi io scostandola.
Mi alzai e presi l'intimo e dei vestiti, come al solito jeans larghi, canottiera e felpa, poi mi diressi sotto la doccia, mentre la ragazza si rivestiva.
«Senti, io vado, richiama quando vuoi..» urlò lei per poi andarsene.
A dirla tutta non mi ricordavo nemmeno il suo nome, ma non ne feci un dilemma e continuai a lavarmi sotto l'acqua calda che mi coccolava di prima mattina.
In seguito mi preparai e feci colazione, poi dopo aver messo qualche libro a muzzo nella cartella mi diressi verso scuola.
Guardai l'orologio e mi accorsi che era più presto del solito, praticamente ero in anticipo, io. Cioè, insomma, io in anticipo per andare a scuola, chi se lo sarebbe mai aspettato?
Passai veloce per la città e quando finalmente arrivai a scuola, mi comportai da ragazzo figo e spavaldo, tale e quale ero.
Salutai le oche facendo l'occhiolino a qualcuna di loro e salutai i miei amici.
Mi scoppiava la testa, avevo bisogno di stare solo.


Decisi di andare in classe e appena arrivato in classe mi sedetti vicino ad una finestra.
Anche quel giorno era una giornata soleggiata, calda.
Non avrei desiderato altro che uscire con i miei amici e andare a caccia di pollastre.
Pensai solo in quel momento alle ragazze in cerca d'amore che per loro sfortuna incontrarono me.

È che io non sapevo starci con una ragazza; ero il tipo che non si era mai innamorato che non si sarebbe innamorato, mai. Mi stufavo delle ragazze che in me ci vedevano solo un figo, non c'era mai stata una ragazza che mi considerava una persona con un cuore.

Forse perché io non avevo un cuore.

 

Avrei mai provato l'amore?

Mi sarei mai innamorato seriamente?

Avrei avuto qualcuno da amare davvero?

 

Quelle domande mi fecero riflettere molto, anche se dopo un po' quei pensieri mi fecero letteralmente impazzire.
Perché io pensavo queste cose? Non dovevo nemmeno pensarci, figuriamoci crederci!

Mi alzai e andai in bagno per darmi una sciacquata al viso quando senti qualcosa sbattere contro il mio petto, seguito da un tonfo.
Scossi un attimo la testa e poi guardai il pavimento su cui la ragazza era caduta. Alzò lo sguardo mentre io le porgevo una mano per aiutarla ad alzarsi.

I miei occhi si persero nei suoi, che avevano il colore della giada e splendevano come pietre preziose.

Rimasi quasi incantato da quegli occhi che sembrava stessero quasi per affogare nei miei, che erano dello stesso colore del cielo.
Si alzò da terra da sola e successivamente si passò rapidamente le mani tra gli abiti (jeans stretti e felpa molto larga) per pulirli, poi se ne andò.

 

Mi girai a guardare i suoi capelli neri che ondeggiavano tra un passo e l'altro.
Scossi di nuovo la testa credendo di impazzire e arrivai finalmente al bagno, dove mi sciacquai il viso e mi guardai per uno o due minuti allo specchio.
Sentii delle mani percorrermi la schiena e subito dopo una voce femminile:«Uhm, Jake, ci rivediamo eh?» disse la ragazza continuando a muovere le sue mani sulla mia schiena. Mi girai di scatto e me la trovai a pochi centimetri dal mio viso, quando le risposi:«Già, cara la mia Rebecca.» poi le soffiai sulle labbra.
Si avventò sulle mie labbra e iniziò a baciarmi.
Alla fine ci ritrovammo nello sgabuzzino della palestra a fare cose proibite.

Ma tutto accadde così in fretta..Il rumore della porta della palestra che si chiudeva velocemente, dei passi farsi sempre più vicini.
Tra me e Rebecca, sguardi d'intesa.
Si rivestì in fretta e furia mentre io uscii allacciando la felpa.

«Siete davvero ripugnanti, sul serio.» disse schifata la ragazza di quella mattina.
«N-Non hai sentito nulla, vero?» dissi io quasi titubante.
«Le urla di quella troia le avranno sentite pure i professori.»
«Troia sarai tu, e guai a te se osi spifferare qualcosa in giro.» disse Rebecca sfoggiando quella sua voce da oca. Non riuscimmo a non ridere, così io e “quella ragazza” scoppiamo in una risa sonora.

Poco dopo arrivò un altro ragazzo, alto quanto me con i capelli castani e gli occhi quasi neri.
«Così..Che ci fate voi qui?» chiesi io quasi innocentemente.
«Beh, credo che siano problemi nostri. Di certo non siamo qui per fare quello che stavi facendo tu.» rispose lei un po' acida.
«Bah!» sbottai io per poi andarmene.
Me ne tornai in classe per un'ora, durante la quale cazzeggiavamo a go go.

E poi, educazione fisica! Oh sì, era una delle mie materie preferite.
Potevo farmi notare dalle ragazze per le mie capacità e far notare pure i miei addominali.

Dopo aver preso la sacca mi diressi negli spogliatoi con gli altri ragazzi.
Dopo qualche minuto uscii dallo spogliatoio e mi guardai attorno, forse alla ricerca di qualcuno. Qualcuno che non sapevo bene chi.
E poi la vidi, ma i suoi occhi non incrociarono il mio sguardo, perché era troppo impegnata a sistemare delle cose nel ripostiglio.
Feci per dirigermi verso di lei per dirle una cosa e, senza accorgermene finii col culo per terra.

 

ANGOLO AUTRICE: Beh ragazze e ragazzi, che dire? Anche il 2° capitolo è completo! 
                                Grazie a tutti quelli che mi seguono sempre. Grazie, veramente! :')

   
 
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