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Autore: Miyuki chan    17/06/2012    8 recensioni
Il temuto pirata Portgas D. Ace, insegendo l'Ananas che gli ha rubato il prezioso cappello, si ritrova catapultato in un mondo strambo e fantastico: il Paese delle Meraviglie!
Qui rincorrerà un Bianconiglio che in realtà non è affatto bianco e anzi non è nemmeno un coniglio, si fumerà un paio di sigari con un Brucaliffo alquanto burbero, chiederà informazioni ad uno Stregatto un po' troppo cresciuto e prenderà un "tè" con alcuni strani individui...
Riscuirà il poveretto a sopravvivere in questo mondo di follia?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marco, Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Stretigre


Ace si trovò improvvisamente davanti ad un inquietantissima visione: due occhi di un grigio azzurro cristallino, spaccati a metà da una lunga e sottile pupilla verticale, lo fissavano adirati, galleggiando nell’aria, accompagnati da una scintillante fila di zanne scoperte in una smorfia minacciosa.
“Porca vacca… UN FANTASMAAAAAAAAAAA!!”
Il coraggioso Pugno di Fuoco lanciò un urlo straziante.
Un urlo così acuto che fu udito a chilometri e chilometri di distanza, e così virile che il Principe Ivankov, spedito precedentemente dall’esplosine causata dal suddetto pirata a Parco della Vittoria senza nemmeno passare dal Via, si mise subito in marcia per accorrere a salvare la donzella pirata che già una volta l’aveva rifiutato.
Ma questo non diciamolo ad Ace, al momento è già abbastanza spaventato senza dover pensare anche all’ennesimo tentativo di stupro da parte del bel (ma dove?!?) principe, credetemi.
Come dicevo, quindi, Pugno di Fuoco fuggì terrorizzato.
Corse e corse, e corse a perdifiato.
E, quando fu lontano lontano da quel mostro spaventoso, si fermò finalmente a riprendere fiato.
“Fiuh, l’ho scampata bella…”
Mormorò tra sé e sé.
Altro che leocorni, ora sì che aveva un buon motivo per non andare allo Zoo!
“Stupido pirata, non ti sei nemmeno accorto che è mezz’ora che corri in tondo. Neanche fossi un piccione tarantolato… “
Commentò scocciato in un ringhio quell’essere inquietante, che mentre Ace cercava di fuggire non si era mosso di un singolo millimetro.
Il pirata, bianco come un lenzuolo, sollevò lentamente lo sguardo:
“T-tu… sei il fantasma della seduta spiritica dell’altra sera? Ti chiedo perdono! Satch scherzava, non intendeva davvero dire che ti avrebbe spalmato in un panino se non fossi subito comparso davanti ai nostri occhi…”
Si giustificò Ace con i lacrimoni agli occhi, troppo stanco per tentare la fuga una seconda volta.
“Ma che diavolo...”
Il fantasma, lo spirito, l’essere, l’ente, o qualunque cosa quella bestia tutta occhi e denti fosse, imprecò sotto voce.
“Io sono la Stretigre.”
Affermò orgogliosa, mentre una folta pelliccia candida come la neve, striata di nero, iniziava a comparire incorniciando gli occhi chiari e l’inquietante sorriso a mezzaluna.
In pochi attimi, una tigre comparve davanti ad Ace.
Ed era… era piccolissima!
Sì e no arrivava ad eguagliare le dimensioni di un gattino domestico.
Il pirata, passata la paura, credette finalmente di capire con chi aveva a che fare:
“Mikami! Ma… ti ricordavo un po’ più grossa…”
Commentò titubante e perplesso.
“Grossa? Più grossa? Stai forse dicendo che sono GRASSA?!”
A Pugno di Fuoco sfuggiva completamente il motivo di tale irata esclamazione: prima di tutto aveva detto grOssa e non grAssa, e in ogni caso aveva detto che gli sembra più piccola del solito, quindi al massimo avrebbe dovuto capire che la trovava dimagrita no?!?
Ma il repentino mutare della sua espressione, da un ampio sorriso inquietante ad un minaccioso digrignare di denti, gli fece intuire che era meglio lasciare da parte certe piccolezze linguistiche.
“No no, scusa, devo essermi espresso male, sei in forma smagliante, Mikami.”
“Mi-cosa? Io sono la Stretigre, l’unica ed inimitabile.”
Rispose il felino calmandosi all’istante, agitando placidamente la coda a mezz’aria.
“E tu sei ufficialmente un idiota, Asso.”
“Io? Parla quella che è stata contagiata dalla follia generale, vittima di una crisi d’identità di proporzioni galattiche!”
La Stretigre tornò a ringhiare minacciosa:
“Cos’è che sarei io? Ripetilo, se ne hai il coraggio!”
Ace stava già per rimangiarsi tutto quando, d’un tratto, si rese conto che in effetti quella non era la solita Mikami.
C’era una differenza sostanziale: era minuscola.
Il pirata ne approfittò senza pensarci due volte, afferrando con un movimento fulmineo la piccola Stretigre per la collottola.
Le pupille del felino si dilatarono improvvisamente, per la sorpresa e per la rabbia:
“Che diavolo stai facendo?!? Come ti permettimi! Mettimi giù, mettimi giù ti dico!”
“Non credo proprio!”
Sogghignò Ace, ben felice di potersi prendere una rivincita sulla tigre in versione XXS, prestando tuttavia attenzione a tenere il braccio con cui la stringeva per la collottola ben lontano da sé, assicurandosi che ci fosse distanza sufficiente tra il suo bel visino d’angelo e gli artigli affilati che la Stretigre stava agitando nella sua direzione.
 “Va bene allora, Stretigre. Qual è il problema, perché sarei un idiota?”
Domandò Ace compiaciuto: ormai c’aveva quasi fatto l’abitudine, non si era stupito poi molto che anche Mikami negasse la sua identità.
“Stai sbagliando strada! Non è qui che dovresti essere!”
Miagolò il felino con tono lamentoso, senza smettere di cercare di piantare gli artigli in faccia al moro.
Pugno di Fuoco si rianimò all’improvviso, speranzoso:
“No infatti, non dovrei essere qui! Quindi tu sai come arrivare dal Babbo?”
“Babbo?”
La Stretigre si fermò per un istante, quasi come se fosse perplessa o confusa.
“Oh, sì! Il Babbo!”
Il suo sorriso tornò infine ad allargarsi, beffardo, quasi minaccioso.
“Certo che lo so. Ti accompagno anche per un pezzo di strada, così non ti perdi. Sempre se non ti dispiace lasciarmi andare, ovvio.”
Disse la Stretigre improvvisamente calma e a sua volta compiaciuta, tornando a sorridere.
“Perfetto!”
Approvò Ace entusiasta: sarà anche stata tutta matta, ma se poteva portarlo dal Vecchio… perché non darle retta?
Così mollò la presa sulla collottola del micio.
La Stretigre si allontanò con un balzo, lasciando sospese a mezz’aria le evanescenti impronte delle proprie zampe, gli angoli delle labbra nere che si stiravano fin quasi a toccare la punta delle orecchie:
“Molto bene allora, andiamo.”
Così i due si misero in cammino, fianco a fianco, abbandonando lo Zoo per tornare ad inoltrarsi nella fitta foresta buia…
 
Riuscirà il nostro eroe a non perdersi, almeno stavolta?
O mi toccherà comprargli il Tom Tom?
Riuscirà a rintracciare Marco   la Blufenice   il Bianconiglio?
Ma soprattutto: riuscirà Satch ad evocare davvero un fantasma prima o poi?
Lo scoprirete questo giovedì, a Mistero!
No, scherzo:Tutto questo e molto altro ancora nella prossima puntata capitolo!
Ah.
Cavolo, mi dicono dalla regia che il capitolo non è ancora finito, nella fretta di porre le domande di finali per creare un po’ di suspense ho fatto del casino.
Come non detto, pardon, torno nel mio angolino buio per un altro po’ allora.
 
Mentre erano in cammino, la Stretigre si volatilizzò all’improvviso, sparendo nel nulla.
Ace non riusciva a credere ai proprio occhi, ma che diavolo di mondo era quello, dove non veniva rispettato nemmeno il sacrosanto principio di conservazione della materia?
(Se vi state chiedendo come possa, uno zuccone come lui, essere a conoscenza di tale principio, la risposta è semplice: è ciò che gli rinfaccia sempre il cuoco di bordo quando si trova la dispensa vuota ed Ace, in sua discolpa, sostiene fermamente che il cibo sia sparito da solo).
Pugno di Fuoco si grattò la nuca, perplesso ed indeciso sul da farsi e, proprio quando era sul punto di mettersi a pensare, la Stretigre ricomparve al suo fianco come niente fosse, volteggiando pigramente a mezz’aria.
“Ma come è possibile che tu riesca a farlo? E la conservazione della materia?”
Domandò Ace allibito al felino.
La tigre fece spallucce e rispose con tono saccente:
“Non ho mai studiato fisica e non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando, come faccio a rispettare una legge che nemmeno conosco?”
A Pugno di Fuoco quella risposta apparve terribilmente sensata: perché non era venuta in mente anche a lui una risposta del genere da sbattere in faccia al cuoco?
Poco importa: prese subito appunti, per fare in modo di non scordarsela e di poterla usare a sua volta alla prima occasione.
Camminarono ancora per diversi minuti e, per ingannare il tempo, Ace intonò un’altra famosa canzone sui pirati:
 

“♫~Ciurma! (“Ciurma!” gli fece eco la Stretigre)
Andiamo tutti all’arrembaggio
Forza! (Forza!)
Vediamo adesso chi ha coraggio
Niente potrà fermarci adesso siamo qua
Avanti che si va
Un solo grido-

 

Oaaaaaahaaaahaaahaaaahaaaaa!

 
La loro performance canora fu bruscamente interrotta da un grido selvaggio e belluino.
Ace e la Stretigre si guardarono intorno perplessi ma soprattutto irati: stavano giusto pensando di andare ad iscriversi ad X-Factor, e qualcuno osava interromperli così?!
Un uomo comparve improvvisamente dalla fitta vegetazione, continuando ad urlare come un ossesso: era praticamente nudo, fatta eccezione per una ridicolissima sottospecie di tanga, e portava i capelli lunghi, bruni ed arruffati.
Sotto gli sguardi allibiti del pirata e della tigre, lasciò la liana a cui si teneva appeso, ed atterrò a qualche metro da loro.
Si avvicinò ad Ace muovendosi a quattro zampe, con un andatura che la Stretigre non esitò a definire “rivoltante”, e quando gli fu davanti prese la parola:
“Io Tarzan. Tu: Jane.”
Affermò il selvaggio sicuro, puntando un dito contro il pirata.
Ace proprio non ci vide più dalla rabbia: il suo corpo prese fuoco all’istante e, con l’ennesima esplosione, scaraventò Tarzan lontano lontano.
Pugno di Fuco era così infuriato, ma così infuriato!
Ma cosa stava succedendo?
Prima scambiato per Marianna, poi per una donzella in pericolo, e ora per Jane!
Gli venne allora un idea brillante: forse, bastava semplicemente togliere anche le braghe ed andare in giro a mostrare a tutti gli attributi per non essere più scambiato per una donna, no?
Mentre era perso in questi… sì, ecco, bizzarri pensieri, la Stretigre lo richiamò alla realtà piantandogli una zampata in faccia:
“Ho capito che hai fatto conquiste, ma ti vuoi muovere? Dai, siamo quasi arrivati…”
Così Ace mise da parte la sua idea geniale e i due si rimisero in cammino, riprendendo ad intonare il proprio impavido canto.
Giunsero così, qualche momento dopo, in vista di una grande e ricca tavola imbandita, a cui erano seduti numerosi invitati.
La Stretigre decise di aver fatto abbastanza, e si congedò:
“Bene, Asso, credo che tu da qui in poi ce la possa fare anche da solo.
No, anzi, no, cancella tutto: non puoi farcela da solo in nessun caso, chiedi aiuto al Cappellaio Matto o ad uno dei suoi amici, sono certa che ti aiuteranno volentieri.
Me ne vado, ma ho il presentimento che ci rivedremo molto presto.
Ciao ciaooo!”
Miagolò il felino con uno spropositato e acuminato sorriso, dissolvendosi all’istante.
“Ciao!”
Rispose Ace, tornato di buon umore grazie al potere della musica, mentre allegramente si dirigeva verso la vivace tavolata…
 
Okay, stavolta non è una finta: riuscirà il nostro eroe a ritrovare Barbabianca?
Riuscirà ad uscire da questa storia illeso, o sarà vittima di altri tentati e forse riusciti stupri?
Sceglierà invece di dimostrare all’universo che non è una donna?
Ma soprattutto: lo aiuteranno il Cappellaio Matto e la sua allegra combriccola?
Tutto questo e molto altro ancora nella prossima puntata capitolo!

Spazio autrice:
Perdono e di nuovo perdono, sono nuovamente in ritardo: a mia giustificazione posso dire che ormai l'esame di maturità è alle porte, quindi la mia presenza in queste 2/3 settimane o quelle che saranno sarà moooolto limitata!
Ma come vedete non vi abbandono XD
Ed ecco allora che entra in scena la Stretigre!
Credo ormai che lo sappiate tutte che Mikami sia il personaggio originale che ho creato in Don't play with fire e che non ho resistito a non mettere anche qui... Ad ogni modo anche se non avete letto l'altra storia no problem, non è che siano legate, vi basta sapere che la signorina era in possesso di un frutto zoo-zoo che le conferiva appunto la capacità di mutarsi in una tigre bianca, e in un paio di occasioni ha sfruttato le sue dimensioni (una tigre è bella grossa, eh ù_ù) per rompere le scatole ad Ace, ecco spiegato il perchè qui compare in dimensioni ridotte ^^
Che altro dire!
Ovviamente mi fa sempre stra piacere leggere le vostre recensioni, e spero vivamente di riuscire a farvi ridere ^^
A presto, esame permettendo! >_<
  
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