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Autore: xCyanide    18/06/2012    4 recensioni
La storia che sto per raccontarvi vi rattristerà, ne sono consapevole. Vi farà ripensare a quello che le persone intendono per amore e a quello che invece intendevano loro. Vi farà rivalutare la pazzia.
La storia che vi sto per raccontare parla di loro.
Di Gerard e Frank.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Frank diventava un’altra persona quando aveva una pistola in mano. Quando la puntava alla testa del cassiere e lo minacciava di morte se non gli avesse dato tutti i soldi.
Non era certamente lo stesso Frankie che mi ripeteva sempre che mi amava, che in quel momento stava dormendo sul mio petto e stava arricciando il naso per via di qualche sogno strano che stava facendo.
Non era lo stesso Frankie che avevo conosciuto tre anni prima a casa di una sua amica. Andare in quella casa era forse stata l’unica fortuna che avevo avuto in tutta la mia vita. Il fatto che Marylin si fosse rotta una gamba era stato incisivo, ovviamente. Se lei non avesse avuto quell’incidente, io non sarei passato a casa sua a trovarla e Frankie non avrebbe dovuto prendersi cura di lei quel pomeriggio.
Mi ricordo ancora come se fosse stato ieri, la prima volta che l’ho visto. Era lì, di schiena, a preparare una cioccolata calda per Marylin e non mi aveva nemmeno sentito entrare.
Mi ero schiarito la gola e avevo fatto un passo in più dentro la cucina. –E’ permesso? – avevo chiesto, educato.
Lui si era girato di scatto, impaurito. Il suo sguardo però si era tranquillizzato subito vedendo che non c’era niente di cui preoccuparsi. Insomma, non ero ancora un pazzo criminale.
-Oh, sicuramente sei qui per Marylin, è così? – domandò, imbarazzato, mettendosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli.
-Si, è una mia amica di infanzia, sono passato a vedere come sta – mi avvicinai ancora di più e gli porsi una mano. –Mi chiamo Gerard, Gerard Way. Ma mi chiamano tutti Gee, quindi… E tu sei…?
Lui mi strinse la mano, delicatamente. –Mi chiamo Frank Iero. Anche io sono un amico di Marylin. Le sto preparando la cioccolata calda, ne vuoi un po’ anche tu?
-Mi farebbe piacere, grazie – mormorai.
-Beh… - cominciò, girandosi di nuovo verso i fornelli, -Marylin è nella sua camera da letto, ha detto che chiunque fosse venuto, avrei dovuto mandarlo da lei – mi spiegò.
-Si, ora vado – sussurrai.
Mi sentivo frastornato, questo lo ricordo bene. Non avevo mai visto un ragazzo più bello di lui, non aveva lo stesso sguardo di tutti, era diverso. Vi è mai capitato di guardare una persona e pensare che deve essere vostra? Beh, a me si, con lui. Lui doveva essere mio.
Mi ero perso a guardarlo. Era basso, ma quel metro e sessanta massimo lo rendeva ancora più bello ai miei occhi. Aveva i capelli lunghi e neri fino alle spalle e qualche tatuaggio sparso per le braccia. Portava una maglia larga nonostante fosse magrissimo e un paio di jeans scoloriti e vecchi. La sua bocca e il suo naso erano contornati da due piercing argentei e i suoi occhi erano ciò di più meraviglioso che avessi mai visto. Erano grandi, giganteschi e lo rendevano dolce, ma ancora non avevo capito di che colore fossero. Erano due pozze verdi, ma c’era anche del nocciola e alcune pagliuzze d’oro lì. Mi sarebbe tanto piaciuto poterci nuotare dentro, capire quello che aveva in testa, sapere tutto di lui.
E l’avevo fatto.
Non ero mai stato così fiero di me stesso, se non quando lo avevo invitato a uscire con me. Se non l’avessi fatto, ora lui non sarebbe stato sul mio petto e dormicchiare come un bimbo.
Gli carezzai la testa, scostandogli i capelli da davanti agli occhi. –Sei bellissimo – sussurrai, senza svegliarlo. –Il mondo è brutto, ma tu sei bellissimo – continuai.
Lui si rannicchiò ancora di più addosso a me, in posizione fetale, e mi strinse i fianchi. –Gee… - mugolò. –Gee, si, continua – ansimò lentamente.
Risi sottovoce. Mi ero dimenticato che parlasse nel sonno. E mi ero sempre chiesto perché facesse quel tipo di sogni su di me quando io ero sempre lì vicino a lui.
Continuò a parlare, in modo buffo. Io continuai a stargli accanto accarezzandolo.
 
-Come vi siete conosciuti tu e Iero? – mi chiede il poliziotto che sta davanti a me. Si chiama Aaron, lo leggo sulla sua targhetta.
-Non sono tenuto a dirglielo – osservo, cercando di tirare su le mani che però sono fermate da un paio di manette fredde. –Mi state trattando come un fottuto criminale – dico, serio.
-Perché, non lo sei? – mi domanda, retorico.
-No – rispondo.
-Non mi hai ancora detto come vi siete conosciuti tu e Iero – sbatte un pugno sulla scrivania davanti a me. Mi hanno portato in una sala per gli interrogatori, fottuti.
-E io le ho già detto che non voglio dirglielo. Si tratta di privacy. Se le dico come ci siamo conosciuti, poi magari vorrà pure sapere quante volte scopavamo in una settimana – deduco, sfacciato.
-C’era qualcosa tra di voi? – mi chiede, poi. Ci ha pensato un po’, prima di pormi questa domanda. Forse è stupito che avessi potuto provare dei sentimento per qualcuno.
-Se intende una relazione che andava avanti da tre anni, si, c’era qualcosa tra di noi – sorrido, ripensando a te, al mio Frankie. Ti hanno portato via da me. –Complimenti, avete distrutto la mia felicità.




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xCyanide's corner

Mi ero ripromessa che non avrei postato prima di mercoledì, ma non ce la faccio a stare lontana da EFP per più di quindici minuti LOL
Intanto, vorrei ringraziare le otto persone che hanno messo la storia tra le seguite e le due che l'hanno messa tra le ricordate e preferite. E, soprattutto, quelle tre anime pie che hanno recensito. E Polishhh che sono due giorni che mi ha chiesto il capitolo. <3

Vorrei fare una precisazione che mi sono dimenticata nel prologo: ci saranno molte citazioni prese da varie canzoni, soprattutto 21 Guns dei Green Day, e ve lo dico ora per non ripeterlo tutte le volte.

Alla prossima, xCyanide

  
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