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Autore: Charlie Hudson    18/06/2012    3 recensioni
Due gemelle, cos' uguali, ma così diverse, unite dalla passione per la musica e da una tragedia che le colpisce in tenera età. Stanche di vivere a New York si trasferiscono a L.A per cambiare vita, ed è proprio qui che incomincia la loro storia con i Guns n' Roses.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Axl you’re so sweet!

Elizabeth
 

Intanto Elizabeth si trovava nel garage di Axl e Izzy: il rosso la sera prima l’aveva invitata a “casa” sua, visto che sarebbe stata deserta sicuramente.
Axl fu svegliato dal raggio di sole che entrava dalla finestrella con il vetro spaccato *dovremmo aggiustare quella cazzo di finestra* pensò. Provò a muoversi, ma un peso sullo stomaco gli stava bloccando ogni movimento.
Il rosso girò la testa e trovò Elizabeth accoccolata sul suo petto che gli stava cingendo il busto con le gambe e le braccia come se avesse paura che lui potesse in qualche modo scappare. Il ragazzo sorrise e incominciò ad accarezzarle i capelli e le braccia morbide e calde. Elizabeth mugugnò.
“Mmh buongiorno..” disse lei stiracchiandosi e dando un bacio ad Axl.
“Giorno principessa” disse lui rispondendo al bacio con dolcezza.
“Come hai dormito?” chiese lei.
“Diciamo che avevo un peso sullo stomaco che mi stava quasi facendo soffocare.. ma per il resto bene!” rispose lui, facendo un sorriso sghembo.
“Oddio scusami!” esclamò la ragazza, scostandosi dal petto pallido e perfetto del ragazzo che ridacchiò.
“Maddai, stavo scherzando!” e la riportò su di sé “ e poi sei morbida!”
“Si lo so, ma sto rimediando sai?! Un’ora di corsa ogni giorno sì!” annuì lei, convinta.
“Ma tu sei tutta scema!” esclamò Axl ridendo e portando le sue labbra su quelle di lei che si schiusero subito per assaporare di nuovo l’anima di quel ragazzo.
Per quanto riguarda Axl non si sentiva così sereno da un po’ di tempo; si mise a guardarla e incominciò a baciarla prima dolcemente, come se avesse paura di romperla, poi con più foga.
Si ritrovarono a fare l’amore per una, due, tre volte amandosi alla follia. Sì perché loro stavano facendo l’amore, non sesso.
A un certo punto però il telefono di Elizabeth squillò: era Annabelle. La bionda dovette alzarsi dal letto per rispondere, ma non fu facile liberarsi dalla presa di Axl che non voleva lasciarla andare.
“Dai Axl, è Annabelle! Devo vedere se sta bene!”
“E’ con Izzy, starà più che bene..” disse il rosso, sorridendo malizioso.
“Si immagino, ma ora devo rispondere rosso!”  si liberò dalla stretta di Axl e rispose.
(…)
“ Allora come sta?” chiese Axl, dopo che Elizabeth ebbe chiuso la chiamata.
“Benissimo! Dice che si sta trovando bene con Izzy” disse la ragazza, sorridendo.
“Quella checca di Izzy! E’ da una settimana che mi tormenta con la storia di tua sorella, ma si ostinava a non cercarla!” escalmò Axl “Ma parlami un po’ di te, ora”
“Beh non c’è molto da dire!” disse Elizabeth, sedendosi di fianco a Axl sul letto “sono cresciuta in Francia fino a quando mio padre è morto. Poi ci siamo trasferite con mia madre a New York, ma lei ormai era assente, non esisteva quasi più. Pensava solo al lavoro, quindi io e Annabelle siamo cresciute contando sempre l’una sull’altra. L’anno scorso ci siamo trasferite per cambiare aria e ora siamo qua! Tu invece?”
“La mia non è una bella storia…” disse Axl, facendo un sorriso amaro.
“Raccontala comunque.. perfavore” controbbattè lei, prendendo la mano di Axl e stringendogliela.
“Va bene… io vengo da Lafayette, un paesino che si trova in Indiana; con i miei genitori se così possono essere definiti, avevo un rapporto molto particolare: mio padre mi picchiava anche quando non avevo fatto niente e mia madre non mi proteggeva mai.. Guarda qui “ si girò e indico un punto sulla sua schiena: era più rosso della normale carnagione, era come una specie di cicatrice. La ragazza la accarezzò.
“Quello me l’ha fatto mio padre un giorno in cui stava particolarmente violento. Poi conobbi Jeff, cioè Izzy e con lui, quando ci fummo diplomati, partimmo per venire qua. E beh, il resto lo sai”
La ragazza era sbiancata: ecco spiegato il comportamento di Axl!
“Axl mi dispiace tanto davvero.. io non pensavo che tu…” venne interrotta dal ragazzo che l’abbracciò stretta.
“E’ passato ormai, ora ho la musica, i miei amici e ho te… non potrei chiedere di meglio” stettero abbracciati per un po’, poi lo sguardo di Elizabeth cadde sull’orologio che segnava le dodici e un quarto.
“Axl, ma tu sai che ore sono, per caso?”
“No, ma penso sia ancora presto” guardò l’orologio “ eh si, io a quest’ora sto ancora dormendo!” esclamò sorridendo. Elizabeth era sbalordita.
“Mio dio, io a quest’ora sto già lavorando da un pezzo!”
“Beh oggi niente lavoro! Si va a fare un picnic al parco mia bella! Forza vestiti, ti aspetto!” e andò nel cucinino prima che la ragazza potesse replicare. Elizabeth si mise una maglietta dei Ramones di Axl e i pantaloncini di pelle nera della sera scorsa e poi si andò a lavare.
(…)
Arrivarono al parco con la macchina del rosso. Quel parchetto era molto grazioso e quel giorno era particolarmente pullulante di coppiette innamorate e bambini.
Axl cacciò dal cofano una tovaglia a quadri rossa e una cesta con dentro 4 panini e due birre.
“E tu quando le hai preparate queste cose?” chiese Elizabeth, stupita.
“Quando ti stavi cambiando” disse lui, semplicemente.
Si sedettero sulla tovaglia e incominciarono a mangiare sorridendosi a vicenda. A un certo punto Axl sentì una mano toccargli la spalla: si girò e si trovò davanti una bambina con grandi occhi neri e capelli biondi raccolti in due trecce con una bandana rossa che teneva fermi indietro delle ciocche di capelli usciti dalla treccia.
“Tu..tu sei Axl Rose?” chiese lei arrossendo.
“Si piccolina, ma tu come fai a conoscermi?” le chiese Axl di rimando dolcemente. Elizabeth era sbalordita: Axl con quella bambina aveva cambiato atteggiamento in maniera radicale, sembrava un fratello apprensivo.
“Mio papà mi ha portato a vedervi l’altra sera al Trobaldour. Vorrei diventare una cantante brava come te!” sospirò “Mi puoi fare un autografo, perfavore?” chiese lei abbassando lo sguardo.
“Ma certo! Come ti chiami piccolina?”
“Hayley!” esclamò lei sorridendo, porgendogli un fogliettino.
“Che bel nome, allora “Alla piccola Hayley, con affetto Axl”
La bambina guardò quel foglietto come se fosse la cosa più preziosa al mondo e,facendo comparire sul suo viso un sorriso con tanto di fossette, ringraziò Axl che le chiese di non dire a nessuno che lui si trovava lì.
Hayley annuì e scappò via dai suoi genitori. Il rosso si girò verso Elizabeth che aveva gli occhi sgranati “Axl.. sei stato..dolcissimo…” sussurrò lei.
“Credo che i bambini come le donne debbano essere trattati con il massimo rispetto” disse il rosso, accarezzando la guancia di Liz, che sorrise.
“A un certo punto sono stata quasi gelosa di quella bambina!” ridacchiò lei.
Axl si unì alla risata e trascorsero così il resto del mattino che, probabilmente fu il più bello che Elizabeth aveva trascorso da quando era arrivata a Los Angeles.

Ciao a tutti, scusate per l’assenza, ma sono stata rapita dagli alieni! :D No scherzo, sono andata a mare per una settimana con i miei che non mi hanno nemmeno fatto finire il capitolo per tempo, quindi vi chiedo umilmente perdono! ^^ Come sempre, ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite, seguite e che recensiscono, grazie mille e mi raccomando, non dimenticatevi di recensire! Alla prossima Gunners! Baci :**
 

  
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