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Autore: Charlie_Rock    18/06/2012    4 recensioni
''È perfetto'', pensa Taemin ''È perfetto, è il momento.'' pensa, avvicinandosi impercettibilmente.
Minho se ne accorge, e non si allontana, spalanca gli occhi e la sua mente va in blackout. Taemin si avvicina ancora, e Minho non fugge ma fissa le sue labbra, allora l’idol chiude gli occhi -il cuore che batte nel petto così freneticamente da far tremare le ciglia- e socchiude appena le labbra per rilasciare il respiro che aveva intrappolato in gola fino a quel momento. Mai in tutta la sua vita ha sentito nello stomaco un groviglio così denso di emozioni, neppure la prima volta che ha fatto sesso. Il sospiro dolce di cioccolato di Taemin si infrange sul viso di Minho, facendolo quasi rabbrividire d’aspettativa. Un leggero rossore colora le guance di Taemin e Minho si perde ancora a guardare il suo viso, che non ha mai visto così da vicino e che gli fa salire il cuore in gola. Il tempo sembra fermarsi e Minho accarezza dolcemente la guancia di Taemin con il pollice. E si avvicina ancora.
''Potrebbe essere l’ultima occasione.''
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Taemin
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte: 1 di (presumibilmente) 5
Personaggi: Lee Taemin, Choi Minho, Kim 'Key' Kibum, Kim Jonghyun, (nominato Lee 'Onew' Jinki), con la partecipazione speciale di Kai degli EXO e di un adorabile personaggio originale che prende le sembranze di Jun Matsumoto (biondo).
Pairing: 2min, JongKey (accennato)
Warning: Slash, AU, Het (accennato)
Note: E già, sono tornata. Non so se vi ricordate di me, tanto tempo fa postai 'Come inizia un'eternità o, semplicemente, come Kim Kibum non riesca mai a farsi gli affari suoi', e ora, libera da impegni scolastici, torno nuvamente alla carica imbarcandomi in una mini-long di cui io vedo la fine e spero la vediate anche voi. Cercherò di aggiornate con quanta più regolarità possibile! *si autoconvince*
Prima di cominciare vorrei solo dirvi di immaginare così Taemin e Jonghyun e così Key (1, 2) e Minho (1, 2). Inoltre in questo alternative universe solo Taemin e Jinki (e un abusivo Kai) fanno parte degli SHINee.
Non vi faccio perdere altro tempo con futili parole (lo farò a fine capirtolo *risata malvagia*). Buona lettura~



~Ocean Waves









- La notizia


Minho è al telefono con Key quando sua madre lo chiama, con insistenza, dal piano di sotto. Fa finta di non sentire perché, se è qualcosa di veramente importante, verrà a chiamarlo. Key continua a raccontare del suo esame e di “quanto sia stato un fottuto bastardo omofobo represso, il cui cazzo non ha mai visto nient'altro che le dita della propria mano destra” il suo professore di ortopedia, che non ha smesso un secondo di squadrarlo da capo a piedi perché “ai suoi tempi non si sarebbe permesso nessuno di sostenere un esame conciato in quella maniera”, testuali parole. Key ha i capelli biondo platino, leggermente tendenti al giallo, e si trucca. Si trucca da quando aveva tredici anni ed ormai Minho, che lo conosce da tutta la vita, la trova la cosa più normale del mondo. Solitamente ha solo un po' di matita nera, o eyeliner, che gli allarga gli occhi e mette in risalto la loro bella forma: niente di volgare od eccessivo, solitamente. Per andare alle feste, invece, Key si permette di esagerare con uno smokey eyes, qualche colore brillante. In linea di massima, comunque, è sempre truccato meglio della maggior parte delle ragazze - compresa la sorella maggiore di Minho, Choon Hee; per questo quando escono insieme lei ha sempre delle salviette struccanti a portata di mano.

Il rumore della porta che si apre di scatto stronca a metà una frase di Key, e Minho vede sua madre sulla soglia, con le mani sui fianchi e lo sguardo accusatore.
-Sì
~ ?- domanda con un sorrisino che fa scuotere la testa a sua madre.
-Perché non hai risposto?-
-Sto parlando con Key, non ti ho sentita.-
La signora Choi gli lancia uno sguardo glaciale, poi dice: -Salutami Kibum.-
-Ti saluta mamma, Kibum.-
-Ciucciamela Chio.- gli risponde male Key, perché nessuno a parte suo padre, la madre di Minho e i professori lo chiama con il suo nome ormai, e lui ne è felice. -Dille “Ciao mamma!”- aggiunge, e Minho può sentirlo sorridere ed agitare la mano freneticamente, come fa sempre quando vede signora Choi, prima di abbracciarla.
-Dice: “Ciao mamma!”-
La madre di Minho sorride intenerita, perché in effetti, Kim Kibum, ormai, è come un quarto figlio per lei.
-Choon Hee, vieni qua, vi devo parlare!-
-'rivo!- si sente dall'altra stanza.
-Aspetta tre secondi- dice Minho a Key, poggiando il telefono sul letto.

-Tra due settimane, avremo degli ospiti in casa per una settimana, sono i Lee. Per piacere, per quella settimana vorrei che foste a loro completa disposizione. Hanno lottato molto per riuscire a prendersi questa vacanza, ma, per ovvie ragioni, il ragazzo non può andare molto in giro, e vorrei che voi gli teneste compagnia. Dormirà in camera con te,- aggiunge, rivolta a Minho, -nel letto di Min Suk.- 
Min Suk è il primogenito Choi, che ora è spostato, vive in città ed ha due gemelle di tre anni, che sono follemente innamorate di loro zio Minho, ma questi son dettagli.

-Chi sono i Lee?- domanda Key, dopo che la signora Choi si chiude, uscendo, la porta alle spalle, delusa per aver ottenuto un mero “okay” dai propri figli ad una notizia che pensava li avrebbe emozionati almeno un poco.
-Boh, i Lee sono chiunque.-
-Rifletti, deve essere qualcuno che conoscete, una famiglia con un figlio maschio, più o meno della vostra età probabilmente, e sicuramente non dell'isola.-

“L'Isola” è Jeju1, sputo di terra tra la Corea del Sud e il Giappone, sputo di terra dove, a loro malgrado, Key e Minho vivono.
-Mi viene in mente solo quel Lee.- ammette Minho, dopo averci riflettuto.
-Quale?-
-Lee Taemin.-
Key scoppia a ridere veramente di cuore: -Se Lee Taemin sta per rimettere piede in casa tua, io domani devo uscire con Choi Siwon.-
-Una famiglia con un figlio, che non può farsi vedere molto in giro, che non ottiene facilmente vacanze, Lee, amici di mamma... I con-- -
La frase viene interrotta dal rumore della porta della sua stanza che si apre di nuovo, stavolta andando a sbattere contro il muro.
-È Lee Taemin! È Raggio di sole!- urla sua sorella, saltellando, alla faccia dei suoi ventiquattro anni.
-L'avevo capito!-
-Io no!-
Lee Taemin è un idol, il “ballerino” della boy band SHINee (famosa a livelli internazionali, e formata da cinque gran fighi) e figlio di quella che, ai tempi del liceo, era la migliore amica della signora Choi. La prima ed unica volta che Minho, Choon Hee e Key l'hanno visto dal vivo aveva dodici anni, ed era appena diventato un trainee. Choon Hee insisteva col chiamarlo “Raggio di sole”, anche se, al tempo, più che altro sembrava un fungo che sbatteva le palpebre troppe volte. Nessuno avrebbe pensato che sarebbe diventato così... Scopabile.
-Quel ragazzino è perfetto.  Se te lo porti a letto ti ammazzo.- dice Key.
-Io non ho intenzione di portarmelo a letto. – “O perlomeno non ho intenzione di parlarne mentre c'è mia sorella in camera.”
-Vuoi scopare con Taemin?!- esclama eccitata Choon Hee, andandosi a sedere sul letto di Minho.
-No, ho detto che non voglio!-
-Se fossi in te io me lo farei.- afferma lei convinta.
Minho fa una smorfia. -Non ho intenzione di parlare di ragazzi con te, Choon.-
Lei sbuffa. -A cosa serve avere un fratello gay, se non ci puoi parlare di ragazzi?!-
-A niente, esattamente come è inutile avere una sorella rompi scatole.-
Lei gli fa la linguaccia, ed esce dalla stanza. 
-Quindi...- Key ghigna, dall'altro capo del telefono, -Lee Taemin, eh?-

 

 

I Il raggio di sole

 

Minho si sveglia all'improvviso perché il suo cuscino sta vibrando. Apre gli occhi per riflesso incondizionato ma, con una smorfia infastidita, li richiude immediatamente, perché il sole che entra dalle tende, che si è dimenticato di chiudere la notte precedente, gli ferisce gli occhi. Odia svegliarsi in questa maniera. Si gira verso il muro, per proteggersi dai raggi del sole, e recupera il cellulare, che non ha smesso un secondo di vibrare vicino al suo orecchio destro e tocca il touch screen alla cieca, cercando di accettare la chiamata.
-'azz è?- domanda, con voce rauca e strozzata, al figlio di buona donna che l'ha svegliato.
Il suo interlocutore in risposta scoppia a ridere, una risata acuta, inconfondibile, che violenta i timpani di Minho.
-Sei così amabile di prima mattina, tesoruccio.- lo prende in giro Jun.
-Se lo sai, perché hai chiamato?- domanda Minho, limitandosi solo a pensare con molta veemenza gli innumerevoli insulti che gli son saltati alla mente. Perché Jun alla fine è pur sempre un suo Hyung, quello che gli ha insegnato come stare in piedi sulla tavola da surf: quindi si merita un minimo di rispetto.
-Sono arrivate baby,- la voce di Jun è eccitata, -le bambine sono finalmente arrivate anche quest'anno.-
Minho deve ammettere di averci impiegato qualche secondo a capire. Qualche secondo in cui si è girato, come se la posizione supina la aiutasse a pensare meglio, qualche secondo di assoluto silenzio in cui ha sentito il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga attraverso il telefono.
“Sono arrivate”, realizza con un sorriso che si fa largo sul suo viso illuminando di eccitazione gli occhi ancora gonfi di sonno.
-Come sono? Sono belle?- domanda, mettendosi a sedere sul letto e grattandosi la testa, mentre con la mano destra tiene il telefono all'orecchio. Deve fare mente locale, cosa gli serve per andare in spiaggia?
-Sono tremendamente sexy, hanno delle cosce vertiginose e delle curve da paura.-
Una persona normale probabilmente a questo punto penserebbe che Jun stia parlando di turiste tedesche, e non delle prime Onde della stagione.
-Metto il viva voce.- annuncia il più giovane.
-Sibrigatiii, voglio entrare in acqua, mi stanno chiamando, non le senti!- Jun sta zitto, e Minho le sente. È un mormorio lento periodico, ritmato, rilassante, la miglior musica che lui abbia mai sentito.

 -Loro sono le sirene e io sono Ulisse, slegami dall'albero maestro, voglio nuotare con loro!-
Minho sorride divertito, e non gli domanda neanche più che cosa si sia fumato. Apre il cassetto della biancheria, toglie fuori un paio di slip neri e si cambia le mutande, calciando quelle sporche in un angolo della stanza, quello dietro la porta, così che quando la gente entra in camera sua il più delle volte non noti il gruzzoletto di indumenti sporchi.
-Aspetta un attimo!- dice, interrompendo i deliri idilliaci di Jun, che, anche se l'ha sentito, non smette di parlare, pur consapevole fin dall'inizio di star facendo un monologo.
Minho esce dalla propria stanza, corre giù dalle scale ed esce in cortile in mutande, afferra il costume da bagno dai fili per stendere la roba, e torna in casa velocemente.
-Mamma vado a surfare!- urla, passando davanti alla cucina ed intravedendo la schiena di sua madre impegnata di fronte ai fornelli.
-Ma, Minho, oggi...- le parole della donna si perdono nel vuoto, attutite dalla porta della stanza del ragazzo che si chiude e rimpiazzate dai vagheggiamenti di Jun.
-Ti ci vuole ancora molto?- domanda quest'ultimo, mentre Minho cerca di tirarsi su il costume senza prima aver slacciato i laccetti in vita.
-No, devo solo prendere la tavola.-
-E dove l'hai?-
-Eh eh...- ridacchia Minho a disagio, grattandosi la nuca con una mano e guardando il pavimento, come se il suo Hyung fosse davanti a lui, a guardarlo severamente con le sopracciglia alzate nascoste dalla lunga frangia di capelli biondi tinti (che secondo Jun fanno tanto californiano mentre secondo Minho, messi a contrasto con la pelle quasi perennemente abbronzata di Jun, fanno tanto blatta ossigenata -ma questo lo sanno solo lui, Key e sua sorella).
-L'hai messa in garage vero?- chiede Jun, con tono inquisitorio.
-Sì, ma- esclama, prima che il biondo possa protestare, -ti giuro che ‘sta volta mi ricordo dove l'ho messa.-
-Ceeerto, come l'anno scorso e quello prima e quello prima e quello prima ancora. Choi, sei la morte.-
-Ci metto un attimo te lo giuro! Ora vado a cercarla.-
-Cercarla? Se sai dove è perché hai detto cercarla e non prenderla.-
-Hyung da- --
-Io entro in acqua.-
-No aspett-- -
-Io entro in acqua!- ripete con tono cantilenante.
-Fottiti.- gli risponde allora Minho, e l'ultima cosa che sente prima che Jun chiuda la chiamata è nuovamente la sua risata forte e squillante.
Rotea gli occhi rassegnato e getta il cellulare sul letto, s' infila la prima maglietta stropicciata che trova sulla sedia davanti alla scrivania (promossa ad armadio, comodino, cassettiera, tavolo) e si mette gli occhiali da sole sulla testa; riprende quindi il cellulare, che mette nella tasca del costume nero a righe azzurre, celesti e blu. Mentre, nuovamente, scende le scale di corsa con la leggiadria di un elefante monco sovrappeso (come gli fa sempre notare sua sorella), la signora Choi, con un mestolo in mano, risbuca dalla cucina, e gli dice qualcosa. Minho non afferra e risponde un semplice, ma sempre attuale: -Non ora, mamma.-

La verità è che lui si ricorda perfettamente dove ha messo la tavola dopo averla usata l'ultima volta, ma sa benissimo che, cascasse il mondo, non la ritroverà lì, si prepara quindi alle già sperimentate grandi ricerche nel regno della polvere e dei ragni. Passando per il giardino, afferra il proprio telo da mare dallo stendino e, una volta arrivato davanti al garage, se lo mette in mezzo alle gambe, in modo da avere entrambe le mani libere per tirare su la serranda. La luce del sole illumina cumuli di roba accatastati ordinatamente, così ordinatamente che non c'è spazio per passare. Il garage gli ha sempre ricordato la stanza delle necessità di Harry Potter, quando si trasforma nel posto per nascondere le cose, un gran casino insomma. Si domanda sempre perché sua madre e sua nonna cerchino almeno una volta l'anno di ritirare, se poi quello che ottengono è solo infilare la sua tavola da surf nei buchi più impensabili. Minho dà un’occhiata al posto dove l'aveva lasciata, così, per curiosità, ma, ovviamente, al posto della sua tavola, è apparso il vecchio pianoforte del nonno. Quindi il ragazzo sospira, rassegnato, toglie fuori il telefono dalla tasca, lo poggia sulla prima superficie stabile che trova, mette il volume delle casse al massimo, la playlist su riproduzione casuale e si mette a lavoro.

*

Il giardino di casa Choi dà su una piccola strada asfaltata che segue le curve della scogliera a picco sul mare. La casa è giallo sorbetto al limone -perché un giallo limone comune avrebbe fatto male agli occhi sotto il sole battente del pomeriggio estivo-, alta due piani, e il tetto è per metà a spiovente, di tegole rosse, e per metà piatto a terrazzino. L' enorme giardino è delimitato da un basso muretto di pietre. Ciuffi d’erba verde incorniciano il vialetto di ghiaia che porta all'uscio. I fili per la roba stesa stanno sulla destra, così che i panni messi ad asciugare si litighino lo spazio con le piante di pomodorini, piantate, di fianco a prezzemolo, basilico e rosmarino, in un aiuola poco più avanti. Tra le varie tonalità di verde, risalta con forza il rosso dei papaveri, che, quasi selvatici, crescono fra questi altri arbusti. La parte sinistra è dedicata ai fiori: sotto la parete a finestra, che prende quasi tutta la facciata del piano inferiore e dà, all’interno, sull’ingresso e sul soggiorno, c'è un’aiuola di rose gialle, rosse, pesca, arancioni e bianche. Poco più in là c’è un enorme cespuglio di settembrini, di un verde cupo e fresco, che comincia a germogliare in attesa della fioritura di settembre. Di fronte alle rose, l’aiuola delle margherite è un arcobaleno che mette allegria. Un cespuglio tondeggiante, ben potato, di gardenie in fiore, troneggia in mezzo al prato, e i suoi fiori sono così candidi che riflettono la luce. Un mezza dozzina di girasoli spuntano slanciati e sorridenti dal muretto. Dopo essere sceso dal taxi ed aver scaricato le proprie valigie e quelle di sua madre, Taemin, ammaliato da tutto quel colore e da tutta quella vita, rimane immobile in mezzo al vialetto. Il giardino sul retro è invece dedicato agli alberi da frutto: un limone, carico di agrumi maturi e gialli, un albicocco e due susini -uno con i frutti rossi e uno con i frutti gialli-, un piccolo pero sul quale crescono piccole pere verdi, due alberi di ciliegio e un melograno. Sul lato sinistro della casa, tra il cespuglio di settembrini e i due ciliegi c'è infine l'aiuola dei cactus, che ospita piante spinose di tutte le forme e dimensioni. 
“Wow”, è l’unica cosa che riesce a pensare Taemin, guardandosi intorno: credeva che paesaggi del genere esistessero solo nei quadri, o nei film di Miyazaki. Immense distese di prati verde vivo, che brillano al sole mossi dal leggero venticello, sembrano quasi il mare, e spruzzati di rade macchie di fiori bianchi, circondano la casa. Altre quattro o cinque abitazioni si trovano nella stessa vallata, delimitata da basse collinette, in cui è situata la casa di Minho (Taemin ha qualche vaga reminescenza di un ragazzo strano, molto amico di Minho, che abitava in una di quelle villette vicino). Su due delle quattro colline circostanti ci sono rispettivamente due case: una sul pendio di una collina, che hanno anche passato in macchina per arrivare, a picco sul mare, l'altra su una collina “centrale”, che, coltivata a colza, sembra un muro giallo, e spicca tra il verde. Dalla cima delle colline, non poi tanto in lontananza, si potrebbero vedere le case di Jeju, ma, protetto ed esiliato dalla realtà da quelle mura naturali, a Taemin sembra di esser stato traslato in una dimensione trascendente, e sente il proprio essere acquietarsi, semplicemente inspirando a pieni polmoni il profumo dei fiori che si mischia a quello fresco del mare.


*

Un’ora dopo, una stramaledettissima ora dopo, Minho la ritrova, la sua piccola, la sua Charlie, infilata tra due armadi e mimetizzata in mezzo a delle vecchie assi da stiro, e, per essere sicuri di renderla ancora più introvabile, si erano anche premurati di coprirla con un paio di lenzuoli e una coperta marrone, di quelle -come se non bastasse- odiose con i pelucchi. Eppure Minho l'ha detto mille volte di non toccarla e di non lasciarla in verticale, che poi si rovina, che gli è costata un rene, che se fosse per lui la metterebbe al posto del secondo letto inutile che ha in camera...
Secondo letto...
Minho ha un flash mentre apre la cerniera della custodia della tavola.
Ci sono delle volte dei giorni che si aspettano da tempo- un compleanno, un appuntamento, cose di questo genere- poi, quando arrivano, un avvenimento improvviso distoglie completamente l'attenzione dal motivo per cui si aspettava quel giorno, e ce ne si dimentica.
Minho si ricorda improvvisamente del motivo per cui stava aspettando questo giorno: ed è un motivo che non ha niente a che fare con le onde. Alza la testa, con gli occhi spalancati e la bocca mezzo aperta, e vede una sagoma che si staglia contro la luce del sole, all'entrata del garage.
E lo riconosce.
Perché ha i capelli così biondi che brillano alla luce del sole, e, anche se non lo vede in faccia, la sua sagoma è semplicemente troppo slanciata, bilanciata, elegante. È troppo, per non essere lui, per non essere un idol, per non essere Lee Taemin.
-Raggio di sole!- esclama.
Taemin si fa avanti addentrandosi nel sottobosco di pile di vecchi quaderni e libri, di 45 giri e cianfrusaglie varie.  Minho può adesso distinguere i lineamenti del suo volto e vedere il suo enorme e perfetto sorriso bianco.
-Hyung, è da tanto che non ci si vede.- gli dice, con voce profonda e matura: a Minho fa strano sentirlo così, perché un conto è vederlo in televisione, un altro è averlo di fronte, come il bambino che ha conosciuto tempo fa.
-Già, una vita.-
Cala il silenzio. Un silenzio imbarazzante, non di quelli di cui a volte si legge nei libri  “il silenzio che non ha bisogno di parole”. È un silenzio che chiede a gran voce di essere interrotto, anche perché i due continuano a fissarsi, senza dire niente e ma neanche avere la decenza di distogliere lo sguardo.
-Stai andando a surfare?- domanda Taemin, -Venendo qui siamo passati per la scogliera, ci son dei bei cavalloni oggi.-
Minho annuisce, tornando a prestare attenzione alla sua tavola -Mi dispiace non restare per darvi il ben venuto, aiutarvi con i bagagli...-
Taemin continua a sorridere, e Minho pensa che tra un po' gli faranno male le guance. -Non preoccuparti Hyung, ho già portato su le valigie, tua madre ora mi sta facendo il letto.-
-Ah okay.- risponde, e poi processa le sue parole. “Su”. È entrato in camera sua, dove ci sono mutande sporche dietro la porta e non scopa da qualche mese, così che non si stupirebbe di vedere palle di sterpaglia che rotolano sul pavimento, come nei vecchi film western... E sua madre
 gli sta facendo il letto, e Minho ha la seconda rivelazione shockante della giornata: spera sinceramente di aver trovato un posto migliore dove nascondere il porno omosessuale giapponese (regalo di Key per i diciotto anni) che sotto al vecchio letto di suo fratello, e semplicemente non ricordarselo.
-Mi dispiace invadere il tuo spazio vitale.- si scusa Taemin.
Minho alza lo sguardo dalla sua tavola, continuando a lucidarla, e osserva l'idol, che dal canto suo sta ancora sorridendo mentre si fissa la punta delle All Star bianche. Sembrerebbe imbarazzato. Oppure sta solo cercando di mostrare il proprio aegyo.
Minho sta per rispondergli che non c'è nessun problema, e magari aggiungere qualche parola piena di sottintesi: ma un urlo disumano interrompe le sue intenzioni. Forse non ha trovato un posto migliore dove nascondere il DVD a luci rosse.
-CHOI MINHO!- è sua madre ad urlare, e questo probabilmente è il momento in cui ha trovato il porno sotto al materasso.
Minho chiude in fretta la cerniera della custodia, si alza in piedi e recupera le sue cose, mentre la madre gli dice di sbrigarsi ad arrivare.
-Se te lo chiede, io ero già andato.- dice a Taemin, mettendosi sotto braccio la tavola.
Taemin scoppia a ridere e la sua risata è strana, sembra che gli manchi l'aria. Non è cristallina o perfetta, è una risata reale. A Minho quel ragazzo piace un po' di più e si mette a ridere anche lui.
-A dopo Raggio di Sole!-
 

*

Quando Minho torna a casa si sono già fatte le otto. È sfinito, ha paura che la presa sulla tavola si allenti da un momento all'altro, e percorre la salita verso casa con le gambe più pesanti del solito. Ma è leggero. È una leggerezza interiore e psicologica a cui ormai ha fatto il callo. È una sorta di pacata felicità che prova ogni volta che torna a casa dopo una giornata passata in acqua, cercando di domare il mare. L'oceano si porta sempre via tutto: lo stress, le ansie, le paura, si infrangono sulla spiaggia, e spariscono insieme alla bianca spuma delle onde. Minho rimane stanco, svuotato e rilassato, e può ricominciare daccapo. L'orizzonte azzurro sta diventando di una tenue sfumatura di arancio e Minho si ferma di fronte alla porta, con le chiavi già infilate nella serratura, a guardare il cielo. Poi sospira,  e, pronto a rientrare nel mondo reale, gira le chiavi nella toppa.

-Sono a casa!- dice, aprendo la porta d'ingresso che dà direttamente sul salone, mentre si gira verso il mobile dove solitamente poggiano le chiavi e i portafogli.
-Alla buon ora.- risponde sua madre, facendolo sobbalzare, perché la sua voce arriva dal divano posto alla destra della porta e lui, entrando,  non si era minimamente accorto della sua presenz,. Sua madre ignora quella reazione, probabilmente ancora inacidita per quello successo la mattina (qualunque cosa esso sia), ed aggiunge: -La tua cena è nel forno. Non mi hai detto quando tornavi, quindi, non ti abbiamo aspettato per mangiare. Abbiamo appena finito comunque. Se ti spicci, dovresti trovare la roba ancora calda.-
-Grazie.- risponde Minho. -Buonasera signora Lee!- esclama poi con un sorriso, inchinandosi, dopo aver notato che affianco a sua madre è seduta una donna.
La donna alza la testa, anche lei sorridente e quel sorriso porta alla mente di Minho dei ricordi sfuocati di un passato non tanto lontano. Quella donna somiglia tanto al figlio.
-Ciao Minho, sei diventato proprio un bell'uomo, complimenti.-
Minho sorride e si gratta il retro della nuca con una mano.  -La ringrazio signora Lee...-  “…Chi sa se anche il figlio la pensa nella stessa maniera,”, si ritrova a pensare. -Be', io salgo a farmi una doccia. È un piacere rivederla,  signora Lee!- dice, inchinandosi nuovamente, e poi corre su per le scale.
Minho non ha l'abitudine di guardarsi intorno quando è in un posto che conosce: infatti nota Taemin nella propria camera solo dopo aver poggiato la tavola da surf contro il muro. Il biondo è seduto sul letto, con la schiena poggiata contro la parete. Indossa dei jeans né troppo stretti né troppo larghi, una semplice maglietta bianca a mezze maniche ed ha i capelli della frangia tirati indietro con delle forcine: sta parlando al cellulare. Non nota che Taemin blocca una frase a metà quando lo vede, ma non si lascia sfuggire il suo sguardo puntato sul suo torace muscoloso e nudo, vede il pomo d' Adamo del ragazzino muoversi, mentre questi deglutisce, e si trattiene dal ghignare divertito.
-Ciao Raggio di sole!- lo saluta, inclinando la testa, perfettamente consapevole di star flirtando.
-Bentornato!- risponde Taemin, sorridendo appena e portando lo sguardo ai suoi occhi, senza scomporsi. Minho poggia il telo da mare e la maglietta sulla sedia ed esce dalla stanza, diretto in bagno per farsi una doccia. Sotto il getto fresco, quasi freddo, dell'acqua della doccia, che scioglie la stanchezza e porta via il sudore, Minho si domanda come sia possibile che quel ragazzo sia diventato più attraente nel giro di qualche ora. Forse è perché sembrava un ragazzo così normale, nei suoi jeans scoloriti e maglietta sgualcita, e ragazzi così belli non se ne trovano spesso nella vita reale. Pensa a come gli zigomi gli si son accentuati quando ha sorriso per dargli il bentornato, facendolo sembrare un criceto con le guance piene di semi di girasole. Minho sa che dovrebbe trovarlo ridicolo, non così adorabile da far male. Forse frequenta troppo sua sorella e Key.

 

*

-Non hai capito che è appena entrato in camera, a petto nudo, con questa espressione persa nel vuoto. Ha delle spalle da paura, dei pettorali che... Minchia. E gli addominali, tu sai quanto io sia fissato con gli addominali!- esclama Taemin, senza prendere fiato tra una frase e l'altra, appena Minho si chiude la porta alle spalle. -A parte il fatto che mi ha fatto una scansione a raggi x quando mi ha visto sul letto, ma poi come mi ha salutato! '”Ciao, Raggio di Sole!” - imita il tono dell'altro ragazzo, inclinando la testa e guardando dritto di fronte a sé nella stessa maniera in cui ha fatto Minho, incurante del fatto che Kai, il suo interlocutore (e bandmate) dell'altro capo del telefono non lo può vedere. -Stava flirtando, ci stava spudoratamente provando!-
-Non posso credere che tu sia lì da meno di ventiquattro ore ed abbia già trovato qualcuno con cui andare a letto!-
-Fottiti, Kai!- lo rimbecca il biondo, indignato. -Da come lo dici sembra che io sia una puttana, e non è assolutamente così. Se fosse stato un ragazzo qualunque non ci vorrei andare a letto, ma lui è così... Sexy!-
-È veramente così bello? Fagli una foto, lo voglio vedere!-
-Non è che sia propriamente bello, di viso sei dieci volte meglio tu. Ha un fascino tutto suo però, non lo so, ha
 carisma. È questo che lo rende così sexy.-
-È così tenero che tu abbia una cotta per lo stesso ragazzo sul quale sbavavi a dodici anni,- lo prende in giro Kai, - sembra la trama di un brutto yaoi: due ragazzi si rincontrano dopo tanto tempo, dopo essersi amati in secreto per tanti anni, e finalmente possono coronare il loro sogno d'amore!-
-Sì, certo, come se questi anni li avessi passati pensando a lui.- risponde scettico Taemin.
Kai ride. -Quindi hai intenzione di buttarti tra le sue braccia adesso?-
-No, lo sai, aspetterò finché
 lui non mi stringerà tra le sue braccia... Mmh… ha delle braccia possenti, con le vene in risalto e- -
-Stai divagando Minnie!- lo riporta alla realtà Kai, -Quindi non hai intenzione di fare il primo passo neanche stavolta, eh?-
-Assolutamente no. Se è interessato lo farà lui, io mi limito ad essere carino e disponibile, come sempre.-
-Sei assurdo.-
-Intanto
 io non ho mai ricevuto una delusione amorosa non correndo dietro a nessuno.-
-Intanto
 tu non hai mai avuto una storia d'amore.-
Taemin sta per ribattere, ma la porta della camera si riapre e lui ammutolisce.

Minho fa il suo ingresso, pressoché nudo, con un asciugamano legato intorno ai fianchi. Il suo corpo è ancora umido e i capelli sono fradici e gocciolanti. Kai, dall'altro capo del telefono, continua a dire “Pronto?”, ma Taemin non lo sente. Minho si piazza di fronte alla cassettiera di legno scuro, posta attaccata al muro, ai piedi del letto di Taemin. Apre un cassetto, mentre il biondo segue attentamente tutte le sue mosse, e ne toglie fuori un paio boxer blu scuro, aderenti. Taemin deglutisce, Minho lascia cadere l'asciugamano a terra e  Taemin trattiene il fiato ed è sicuro di essere arrossito. Dalla sua posizione ha una perfetta visuale del sedere sodo di Minho. Poi il ragazzo si inchina, infila i boxer e li tira su in un movimento fluido; apre quindi l'armadio dall'altra parte della stanza e ne tira fuori un paio di pantaloncini ed una maglietta. Infila anche quelli e si gira verso Taemin: -Vado a cena!-, gli dice, senza nessun motivo particolare. Quando si richiude la porta alle spalle, Taemin si ricorda di dover respirare.

*

La stanza è buia, la luna illumina di luce azzurrognola il profilo dei mobili e degli oggetti nella camera di Minho, immersa nel silenzio. Son tutti andati a dormire presto, i Lee sfiniti per il viaggio, sua madre per abitudine-forse Choon Hee è l'unica ancora in piedi. Purtroppo anche Minho è sveglio, disteso sul letto, coperto fino allo stomaco dal lenzuolo e fissa, senza riuscire a prendere sonno, con occhi spalancati il soffitto. Appena tornato a casa era così sfinito che si sarebbe anche addormentato a terra, ma ha lottato contro la spossatezza ed ora questa l'ha abbandonato, lasciandogli in ricordo un gran mal di testa. È in un onirico dormiveglia quando il telefono sul comodino comincia a vibrare freneticamente. Minho si alza a sedere di scatto, spaventato e confuso dal rumore improvviso, mette a fuoco il display del proprio cellulare, unica fonte di luce nella stanza, e lo maledice.
-Key, è mezzanotte, cazzo!- sussurra seccato, dopo aver accettando la chiamata.
-Esatto, è mezzanotte, e tu non ti sei ancora fatto sentire!- lo rimbecca Key, quasi urlando.
-Parla piano!- Key sta per dirgli qualcosa, Minho lo sente prendere fiato per cominciare una sfuriata. -Taemin sta dormendo!- aggiunge.
Key sembra sgonfiarsi. -Voglio che mi racconti tutto!-
-Non c'è molto da dire.- bisbiglia Minho, e, afferrato il lenzuolo del letto, se lo avvolge intorno alle spalle uscendo in veranda. Si chiude la porta finestra alle spalle, attento a non fare rumore, e si abbandona sulla sedia a dondolo, coprendosi meglio. –‘Sta mattina mi son dimenticato che giorno fosse oggi ed ho detto a Jun che sarei sceso in spiaggia con lui-- -
-Come cazzo puoi esserti dimenticato che giorno fosse oggi! Ne parliamo da settimane!-
Minho decide di ignorarlo: -Me lo son trovato davanti, all'improvviso, mentre cercavo la tavola in garage.-
Key lo interrompe di nuovo: -Com' è? Figo come sembra in TV?-
-È un poco più basso di me, molto magro e tonico. Il suo viso però rimane tondo e paffuto, quando sorride ha le guance enormi,  come un criceto che mangia semi di girasole, e sorride sempre. Mi sa che avete lo stesso colore di capelli...-
-Sembra un criceto?- chiede Key, scettico, e Minho può vederlo sollevare il sopracciglio sinistro.
-In senso positivo. Comunque non so, non me lo aspettavo così...-
-Così come?-
-Così... Normale. Mi aspettavo un ragazzino un po' pieno di se, forse con la puzza sotto al naso. Che mi sarei divertito a far cadere ai miei piedi. Invece è-- -
-Un criceto che sorride.- finisce la frase Key.
Minho ride. -In un certo senso. Sembra un ragazzo normale, un po' a disagio per essere nella casa di sconosciuti, gentile. Non si veste neppure da idol, prima aveva dei jeans blu strappati e una maglietta bianca non stirata e i capelli tirati in dietro con delle forcine, ha una bella fronte...-
-L'hai scansionato con i raggi x?- domanda Key malizioso.
-Sì, sono sempre dell'idea di farmelo.-

Minho non è un ragazzo presuntuoso, semplicemente ci vede bene, e perciò sa quale sia il suo aspetto fisico-e fino ad ora nessun ragazzo l’ha mai rifiutato. Minho si appiglia a questo: al suo viso, ai suoi muscoli, al suo essere bravo negli sport, perché è l'unica cosa-in realtà-di cui sia sicuro.

 -Prima, quando mi son cambiato di fronte a lui, son sicuro che anche il nostro piccolo idol si sia premurato di osservarmi a dovere.- aggiunge, ghignando.
-Ti sei cambiato davanti a lui?- esclama Key, -Sei senza pudore Choi!-
Minho scoppia a ridere: -Era solo per far cominciare la nostra convivenza col piede giusto.-
Anche Key ride e quando la sua risata si affievolisce, spegnendosi, il silenzio cala tra i due amici. Minho fissa il cielo notturno trapuntato di stelle, senza pensare a niente in particolare se non al corpo di Taemin, e ascolta in lontananza il rumore delle cicale e il rintocco dei campanacci delle pecore di qualche gregge che torna all'ovile.
-Stai dormendo?- chiede ad un certo punto Key.
-No, fa fottutamente freddo qui fuori.-
-Ci vediamo domani?-
-Scendi in spiaggia?-
-Yep.-
-Allora sì.-
-C'è anche il nostro criceto?-
Minho sorride, -Sì.-
-Bene, non vedo l'ora di vederlo, buona notte.-
-Buona notte Key.-

 

 

II Il mare

 

Minho si sveglia, ma non apre gli occhi, si gusta le ultime briciole di sonno che gli annebbiano il cervello,  poi sbatte le palpebre. La prima cosa che mette a fuoco è una testa di capelli biondi ed arruffati che dorme nel letto dall'altra parte della stanza. Sorride appena. E' la terza mattina che si sveglia con questa visione di fronte. E sembra veramente una visione: i capelli decolorati quasi brillano sotto la luce del sole delle -Minho allunga una mano verso il comodino, e preme un tasto del cellulare per vedere l'orario- dieci. Taemin dorme in mutande dalla seconda notte. L'afa notturna ha avuto la meglio sulle sue buone maniere, e quando Minho si è svegliato ha trovato l'altro ragazzo solo con i boxer addosso e la maglietta e i pantaloncini lunghi fino a poco sopra il ginocchio, che usava per dormire, buttati alla rifusa ai piedi del letto. Ha sorriso anche quella volta.
Il biondo ha cominciato ad abbronzarsi, ovviamente, come capita sempre, la schiena più del resto del corpo. Sulle cosce sode e muscolose c'è il segno più chiaro degli shorts del costume, che Taemin si tira su quando si sdraia a prendere il sole, perché se no, con i pantaloni stracciati che gli piacciono tanto, si noterebbero le cosce bianche e le gambe scure. Non è abbronzato, perlomeno non quanto lo sarebbe un ragazzo normale che rimane in spiaggia dalla mattina alla sera, perché il suo manager gli ha categoricamente imposto di spalmarsi la crema solare protezione cinquanta per bambini ogni santa volta che esce dall'acqua. Le gambe di Taemin sono depilate, prima o poi Minho cederà alla tentazione accarezzargli le cosce per sentire se sono lisce quanto sembrano. Taemin emette uno strano rumore e si sposta, infilando un braccio sotto al cuscino. Minho sorride. La sera prima Choon Hee, sotto l'ombrellone gli ha confessato quanto sembri più contento del solito in quei giorni. 
-Taemin!- chiama, con voce rauca. Non ottenendo nessuna risposta riprova più forte. Taemin rimane immobile e silenzioso. Minho rotea gli occhi, esasperato. Svegliare l'idol è sempre un'impresa. Si alza e gli poggia le mani, con il palmi aperti, sulla schiena. –Taemiiiin!- riprova, vicino al suo orecchio.
Il biondo mugola qualcosa di incomprensibile, ma almeno ha dato segni di vita. Minho tamburella piano con le mani sulle sue scapole. -Taeminnie, svegliati!-
Taemin mugola nuovamente, ‘sta volta qualcosa di molto simile ad un “hyung”, e si muove. Si gira, ritrovandosi faccia a faccia con Minho, ma si copre gli occhi con il braccio per l'improvvisa luce. Quando lo toglie ha un'espressione corrucciata in volto. Minho è ancora chinato su di lui, si guardano, il più grande sta sorridendo: -Buongiorno Raggio di sole!-
E Taemin non può fare a meno di sciogliere il suo malumore mattutino in un sorriso.
-Sbrigati a scendere, preparo la colazione e andiamo in spiaggia, è già tardi.- dice Minho, alzandosi dal letto.
Taemin annuisce in uno sbadiglio e si stiracchia, puntellando i talloni al materasso ed inarcando la schiena. Minho guarda il corpo del più giovane tendersi, esposto completamente al suo guardo e gli viene l'acquolina in bocca.
-Sbrigati!- lo esorta nuovamente, girandosi di scatto ed uscendo dalla stanza.

Taemin, dopo essere passato in bagno per darsi una sciacquata, prendendosela comoda, scende al piano di sotto, dove Minho lo aspetta in cucina. Sul tavolo di legno c'è la sua tazza di latte con cacao, una colazione perfetta per non prendersi un' indigestione pur senza dover aspettare due ore per entrare in acqua. Minho gli dà le spalle impegnato a lavare la propria tazza nel lavello. Nella parete opposta alla porta, delimitata da una parte dalla porta che dà al giardino sul retro e dall'altra dal frigo, una lunga finestra stretta che comincia più o meno all'altezza di metà del busto di Minho e dà sugli alberi colmi di frutti maturi sopra i fornelli,  si estende sopra il doppio lavandino e la lavastoviglie. Taemin ama quella casa per le sue finestre. Ce n'è anche una in soggiorno, che, cominciando ad una trentina di centimetri dopo la cornice della porta, prende tutta la parete che dà sul giardino, ed arriva fino al camino posto ad angolo con la parete laterale. Da quella finestra, si vede un tappeto di fiori colorati e poi all'orizzonte, oltre la strada, solo il cielo:  sembra quasi di star volando anche quando si sta semplicemente seduti sul divano. Poi c'è la porta finestra in camera di Minho, che dà al balconcino, che illumina quella stanza con la potenza di un riflettore, e che permette a Taemin di svegliarsi con i raggi del sole che accarezzano il suo viso, e non con il suono martellante della sveglia mentre fuori è ancora buio. Tutti quei vetri che si affacciano sulla natura gli infondono una sensazione di profonda pace ed armonia, serenità e libertà. Anche lui vorrebbe poter non aver nulla da nascondere.
Taemin si porta la tazza alle labbra e, come ogni mattina, qualche goccia marrone gli cola lungo il mento, perché lui veramente non riesce a capire quanto bisogna inclinare la tazza per bere. E Minho lo prende in giro, come sempre. Ridono insieme, in un modo così naturale che sembrano amici da una vita.
A Minho, Taemin piace, e non solo per il suo corpo. Il biondo è spontaneo: è come le onde che nascono sui fondali sabbiosi, sempre diverse, imprevedibili, spumeggianti, pericolose. Taemin è estroverso, più con il corpo che con le parole, è sempre sorridente, è idiota per la maggior parte del tempo… E poi, improvvisamente, diventa serio e maturo. È diverso da come Minho se lo aspettava. Gli piace.

*

La sabbia fine della baia brilla alla luce del sole come oro bianco; una leggera brezza fresca proveniente dal mare aperto rende il caldo di mezzogiorno sopportabile, ed accompagna le onde a morire dolcemente sul bagnasciuga. Tutto tace. Il suono delle onde e lo stridio dei gabbiani sono gli unici suoni udibili in quella piccola spiaggia dimenticata, incastonata in una insenatura della frastagliata scogliera. Key apre gli occhi lentamente e si stiracchia sul telo da mare, come un gatto. Volta pigramente lo sguardo a destra, incontrando la figura di Jun che dorme sdraiato a pancia in sotto; guarda poi a sinistra: Minho prende il sole con una maglietta sul viso per schermargli gli occhi dalla luce, oltre lui, l’asciugamano di Taemin è vuoto. Ci sono solo loro sulla spiaggia: Choon Hee e il suo ragazzo, Jonghyun, che avevano fatto parte della “comitiva” nei giorni precedenti, erano andati con gli amici a fare una scampagnata, mentre le due madri avevano deciso di visitare un po’ dei luoghi turistici che avevano fatto da sfondo alle loro gite scolastiche.
-Minho!- chiama Key.
-Mmmh…- ottiene come risposta dall’interpellato, ma gli basta per capire di avere ottenuto la sua attenzione.
-Sei attratto da lui, vero?- chiede, senza giri di parole, approfittando dell’assenza di Taemin per esternare una domanda che gli frulla nel cervello dalla notte precedente.
-Non è una novità.- Minho non ha bisogno che Key specifichi chi sia “lui”.
-Ma non è come prima.-
-E come allora?-
-È qualcosa di più profondo…-
Key ne era sicuro, li aveva osservati bene. Le cose tra di loro hanno preso in poco tempo una piega completamente diversa da quella iniziale. Se i primi momenti che hanno passato assieme sono stati carichi di sott’intesi, col passare del tempo invece, i sorrisi languidi di Taemin si sono fatti sinceri, e così grandi da illuminare tutto il volto, da far sorridere anche gli occhi e le persone attorno a lui. Hanno smesso di sforzarsi, di fingere: hanno deciso di essere solamente loro stessi. Da quel momento si sono avvicinati, veramente, tanto che sembrano amici da un’eternità. C’è qualcosa tra di loro, però, che, come una scintilla, impedisce a Key di credere che l’attrazione si sia trasformata in amicizia, ma debba essersi evoluta in qualcosa di più profondo. E lui Minho lo conosce: sicuramente quel ragazzo manderà tutto all’aria.
-Sì guarda, come una pozzanghera.- risponde infatti, sarcastico, questi.
-Se non avessi ragione non mi risponderesti in modo così acido.-
Minho sospira, odia che Kibum riesca a capirlo sempre e avere sempre ragione, ma non lo ammetterà mai comunque.
-Ho fame, pranziamo?- si affretta quindi a dire, cambiando argomento.
-Vai a chiamare Raggio di sole, io comincio a preparare i panini.- dice subito Key, entrando in modalità mamma chioccia.
Minho si alza dall’asciugamano, spazzolandosi via la sabbia che gli si è incollata alle braccia e alla schiena.
Perché le cose devono complicarsi? L’attrazione sessuale era perfetta, Taemin era perfetto, una perfetta bambolina.
Minho non crede nell’amore romantico, per lo meno non in quella puro, vero e leale delle fiabe e dei telefilm. Come non crede in se stesso, d'altronde. Key, che conosce il suo passato meglio del proprio, ha osservato questi sentimenti crescere come zizzania nel cuore di Minho.

Il padre di Minho ha avuto un’amante per almeno otto anni prima che, nel periodo in cui Yoona, la signora Choi, si sottoponeva, dopo l’operazione per il cancro al seno, a sedute di chemioterapia, lasciasse per sempre la famiglia per l’altra donna. Minho aveva scoperto di quella sgualdrina quando aveva sei anni. Aveva subito capito che se suo padre non baciava sua madre voleva dire che c'era qualcosa che non andava. Qualche giorno dopo, alla TV, aveva visto un drama in cui un uomo lasciava la propria famiglia per un'altra. Con la logica di un bambino di sei anni, aveva deciso che avrebbe fatto in modo che suo padre non se ne andasse. Minho, in prima elementare, era diventato l'ometto di suo padre. Era entrato nel club di calcio, faceva degli allenamenti speciali con suo padre e aveva una delle medie più alte della scuola... Ha dato il massimo, per otto anni, con lo stupido pensiero che suo padre volesse più bene a lui che a quella donna, e che, se lui fosse stato perfetto, quell’uomo sarebbe rimasto. Ma, a quanto pare, per suo padre lui non era abbastanza; e neanche una moglie che si stava consumando a causa della malattia lo era. Nella primavera dei suoi quattordici anni, Minho, un giorno-un giorno a caso, senza significato, senza un reale perché- tornato a casa da scuola, non aveva trovato suo padre: sua mamma gli disse che l’uomo non avrebbe mai più messo piede in quella casa. Lui, abbandonata la squadra di calcio, che perse il campionato senza di lui,  aveva cominciato a chiedersi cosa ci fosse in lui che non andasse. Perché il suo cento per cento non era bastato? “Potevi fare di meglio.'”, in effetti, suo padre, glielo aveva sempre detto.
Prima che a lui, però, era capitato a Key. Sua madre se n'è andata quando aveva undici anni e Kim Kibum è rimasto solo con suo padre. Gli vuole più bene che a se stesso, ma fa il pilota, e passa più tempo fuori che in casa. Prima di testare la solitudine e il tradimento Key era semplicemente Kim Kibum: un bel ragazzino, simpatico ed estroverso, bravo a scuola… Poi è diventato Key. Si è fatto bocciare un anno, per trovarsi in classe con Minho, ed è diventato il casinista e sempre al centro dell'attenzione che è ora: è stato solo il suo istinto di sopravvivenza a renderlo quello che è. Dopo che sua madre se n'era andata, per la prima volta ha sentito il bisogno di chiedere a Minho se gli volesse bene.
Minho e Key a volte ripensano al loro passato con un sorriso, dicendo che si son proprio trovati. 
Comunque, a sedici anni, Minho credeva ancora nell'amore. Ci aveva creduto con un ventunenne, un fotografo dal look trasandato e sexy, con l'aria da cattivo ragazzo, di nome Seunhyun. Ci aveva creduto per un altro anno, poi era entrato nel pub dove andavano di solito, insieme a Jun, e aveva trovato quello stronzo baciare un altro. Non ci aveva visto più. Aveva cominciato ad urlare e sbraitare: Seunhyun, tiratolo fuori per un braccio, gli aveva sorriso, come si fa con un bambino che fa i capricci, e poggiandogli una mano sulla test,a gli aveva detto: “Non prenderla così Minho-ah, tu sei molto bello, ma non sei abbastanza per me”.
E così, nell'estate dei suoi diciassette anni, due sentimenti che avevano messo radici nella sua anima anni prima erano sbocciati, uno nella sua mente, l'altro nel suo cuore: l'amore non esiste, perché le persone sono egoiste e tradirtici; ma anche se così non fosse, probabilmente, lui non sarebbe abbastanza per tenersi stretta la persona che ama.

È per questo che ora ha paura, che si è incagliato, con Taemin, con se stesso, con la proprio vita.

*

Taemin, seduto su uno scoglio, osserva il mare che si increspa e brilla sotto il sole e all’orizzonte si unisce al cielo azzurro e limpido, i colori sfumano, e si mescolano in quella linea che sa di mistero e di antiche leggende. Taemin si sente molto poetico da quando è arrivato sull’isola:  gli sembra di aver scoperto una nuova parte di se stesso, più profonda e matura; in realtà, a volte, si sente proprio un’altra persona rispetto al Taemin di Seul. E si domanda quale dei due sia il vero se stesso. Guardando l’orizzonte, pensa a quando dovrà riattraversarlo per tornare a casa, dai grattaceli e dal cemento, lasciandosi alle spalle i prati verdi, il mare azzurro, i fiori, il cielo stellato… La libertà di essere qualcosa di diverso da Taemin, di essere Raggio di sole. Sente riaffiorare quella parte di sé che in questi anni si era sciolta sotto il calore dei riflettori.
È strano come, per la maggior parte del tempo, non pensi al palcoscenico, all’agenda piena d’impegni che lo aspetta al suo ritorno, al nuovo disco che c’è in cantiere, quando poi, improvvisamente, basti il solo ricordo del fatto che quei campi verdi non siano veramente il suo luogo naturale per attanagliarlo all’improvviso, incombendo come un macigno sul suo stomaco, e agganciandolo alla realtà.
Taemin si sente in colpa con se stesso, con i suoi fan, con la sua casa discografica e con i suoi bandmate, perché in quei momenti si accorge di non voler tornare a casa.

*

Minho si arrampica sulle rocce bollenti finché non arriva in cima agli scogli e scorge la chioma bionda di Taemin. Il più piccolo, seduto a gambe incrociare sulla pietra, fissa l’orizzonte con aria assente e malinconica. Il suo sguardo è radicalmente diverso rispetto al solito, e dona maturità all’intera figura. Si avvicina a lui silenziosamente e gli poggia una mano sulla spalla.
Taemin sobbalza, girandosi di scatto, -OMO! Mi hai fatto venire un infarto!- esclama, portandosi una mano al petto.
-Non era mia intenzione!- ghigna Minho.
Taemin scuote la testa ridendo, -Stronzo.- lo apostrofa, amichevole.
-Son venuto a chiamarti, Key sta preparando i panini!- lo informa Minho, facendogli cenno con la testa di andare.
Taemin annuisce mentre guarda un’ultima volta il mare scuro sotto di sé, che sospira mentre muore spumeggiando contro la roccia.

-Sarebbe figo tuffarsi da qui.- dice, a mezza voce e assorto.
-Lo è,- risponde semplicemente Minho, affiancandolo –vuoi provare?-
Taemin fa per fare un passo indietro, ma il moro lo blocca, mettendogli un braccio intorno alla vita.
-Lo vuoi fare?- domanda nuovamente Minho, incatenati gli occhi neri di Taemin, con un sorriso sghembo.
-Io veramente…- il biondo sta per rifiutare l’offerta, timoroso di rompersi l’osso del collo, quando Minho salta giù dalla scogliera, trascinandoselo dietro. Taemin gli urla in un orecchio e lo stringe, affondando le dita nella carne del suo fianco. Per un secondo volano, poi l’acqua fredda li sommerge. Vanno affondo ancora attaccati l’uno all’altro poi Minho lo molla, perché il loro peso sommato li farebbe sprofondare ancora ed ancora. Risalgono in superficie dopo qualche bracciata con la testa che fa male per la mancanza di ossigeno. Taemin ride, mentre si strofina gli occhi, arrossati dal sale marino.
-È stato una figata!- urla, con voce resa roca e rotta dall’acqua di mare che ha ingoiato e gli ha graffiato la gola.
Minho sorride, e spera che Taemin non lo porti affondo anche nella vita. Perché, per quanto ci tenti, senza neanche troppo impegno in realtà, non riesce a tenerlo lontano.
Ha paura.


*

Dopo aver mangiato i panini tagliano l’anguria. Taemin affonda la faccia nella sua fetta, mordendo la dolce polpa rossa, bagnandosi il mento e le labbra con il succo. Minho lo osserva, e non può far a meno di sorridere intenerito. Ma poi Taemin alza il viso per sputare sulla sabbia un seme nero e come le gocce rosse scendono sul suo collo, lentamente,  Minho ha un flash di se stesso che spinge l'idol sulla sabbia, e lecca il succo che ora è arrivato fino alle clavicole, su fino alla sua bocca rossa e invitante.
-Possibile che tu non sia proprio capace di mangiare?- domanda allora, perché ha scoperto che, se lo prende in giro, riesce a distrarsi dalla sua sensualità.
Taemin alza lo sguardo su di lui -Possibile che tu debba sempre rompere il cazzo?- risponde imbronciato, facendo ridere Kibum e Jun, -Potresti imboccarmi anziché protestare ogni volta che mi vedi mangiare!-
Minho alza le sopracciglia, e prende quell'uscita come una sfida personale: afferra con l'indice e il pollice un cubetto della propria fetta di anguria e lo porge a Taemin, che con un sorriso si sporge verso la sua mano; le aperta la bocca, sue labbra si chiudono intorno all'anguria e alle dita di Minho. Taemin alza gli occhi verso il moro, che lo fissa con uno sguardo pericoloso. Rimangono immobili, mentre Key e Jun spostano lo sguardo dall'uno all'altro aspettando una qualche reazione. Taemin, nella sua bocca, muove la lingua sull'indice di Minho, che ritrae la mano di scatto come se si fosse scottato e distoglie lo sguardo. Taemin continua a fissarlo. Key e Jun si scambiano uno sguardo d'intesa sorridendo sornioni. Più si sforza di far finta di non starsi innamorando di lui, meno ci riesce.

*

-Sono distrutto.- Taemin si stiracchia ed osserva, dal riflesso sul vetro scuro della finestra della cucina, il proprio viso contorcersi mentre sbadiglia.
-Vai a letto.- risponde semplicemente Minho, mentre strofina con una spugnetta un piatto sporco di sugo.
-Ma voglio farti compagnia.- protesta Taemin, sbadigliando si nuovo.
Barcolla appena, poi si avvicina di un passo e poggia la fronte sul retro del collo di Minho. Nessuno dice nulla. Minho continua a lavare i piatti, Taemin ha i processi mentali annebbiati dal sonno e le narici piene del profumo del bagno-doccia del moro, che ormai si è abituato a sentire più di quello del mare.
Hanno appena finito una strepitosa cena italiana, cucinata dalla madre di Jun, che Taemin ha scoperto essere metà italiana e metà giapponese. Non ha mai mangiato così bene in vita sua, né si è mai sentito così sazio come dopo quegli spaghetti fini al sugo e cozze, leggermente piccanti, e il filetto di manzo al sangue. A tavola c’era pane in abbondanza, e per dolce hanno finito quattro vaschette di gelato multi gusto. Taemin sospira soddisfatto. A pancia piena, si sente in pace con il mondo. Quando Minho abbassa appena la testa, Taemin mugola una protesta sul fatto che la sua spina dorsale è troppo appuntita e Minho ridacchia, rimettendosi dritto. Taemin sospira soddisfatto, struscia appena la fronte contro la pelle scura del collo del moro e alza le braccia, stringendo la maglietta di Minho sui fianchi. Lì si accorge di starlo abbracciando. È la prima volta che succede, e si chiede se magari sia troppo. Alza appena la testa, allarmato, ma vede, attraverso il riflesso, Minho sorridere ai suoi piatti sporchi, e la tensione che per un attimo lo aveva assalito lo lascia. Si rilassa di nuovo, si abbandona ancora di più contro il corpo del moro e pensa che potrebbe veramente addormentarsi in quel momento perfetto.
Minho è troppo, troppo stanco quindi spegne il cervello, le ansie, le paure, le insicurezze e si gode il respiro caldo i Taemin sulla pelle, e nel contatto tra il loro corpi, si sente appagato.

 

 

 

Note:

1 Jeju-do (Isola di Jeju) esiste, vi linko la pagina di Wikipedia e qualche immagine (1, 2, 3, 4, 5) perché è veramente bella.

Grazie per aver letto sin qui
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