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Autore: conorsnike    18/06/2012    1 recensioni
Carter Rose,diciassette anni.Ora non c'è più lui,Zayn Malik,diciannovenne di origini pakistane.Lei lo ama(va),lui se n'è andato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Macciao bellezze.C: Ecco a voi il quarto capitolo,quello 'tragico',o se così si può chiamare.Questo è il capitolo in cui i One Direction ritornano nella loro terra,l'Inghilterra,e Carter rivede Zayn.Ci sarà tensione tra i due,e Carter verrà aiutata dalla sua migliore amica Lottie. BUONA LETTURA.C: Ricordatevi di recensire.C: Bacioni,Claudia.

Erano le 13.30 del 18 aprile, i ragazzi erano appena arrivati all’aeroporto di Londra. Niall mi aveva chiesto di andarli a incontrare là, ma sono indecisa. Forse non voglio rivedere quello che doveva essere, teoricamente, il mio ragazzo. L’iPhone nero sul comodino inizia a vibrare, poi, dopo qualche secondo smette. Lo prendo, lo sblocco, e come al solito mi soffermo sullo sfondo; io e Zayn che ci abbracciavamo. 
-Hey bella, siamo appena arrivati, ed io ti sto già aspettando. Dio, Carter, non vedo l’ora di stritolarti di nuovo!!! Ci vieni a incontrare qui, vero? Ma certo che si! Bacioni, a fra poco. –
Niall xxxx 
E’ Niall, il mio migliore amico. ‘Ok, adesso che faccio? No, io Zayn non lo voglio rivedere. Non ci vado proprio, mi inventerò una scusa.’ Penso fra me e me. Prendo il cellulare, e inizio a scrivere. 
-Hey Niall, va bene, arrivo subito!-
‘Cioè, Carter, sei una stupida, cazzo.’ Ecco cosa mi dice la mia coscienza. 
Mi metto le mie Nike Blazer blu e mi incammino verso la fermata dell’autobus, che porta direttamente all’aeroporto. Comincio a preoccuparmi del fatto che fra poco, forse fra poche decine di minuti, vedrò quello che doveva essere il mio ragazzo, Zayn. Mi distolgo immediatamente dal mio ‘mondo dei pensieri’ e salgo sull’autobus, il 22. 
Sono arrivata. Il tempo trascorso in quell’autobus è stato angosciante. Sono davanti all’entrata, faccio un respiro profondo e mi dirigo verso la grane scritta di colore verde “ENTRY”. Il mio battito cardiaco accelera, e accelera, come una macchina che, entrata in funzione, non si può più fermare. Faccio un altro respiro, questa volta ancora più profondo. 
Finalmente, anzi no, sono nell’aeroporto. Mi guardo intorno e vedo gente di fretta che corre tenendo la valigia in mano, gente al cheek-in, gente che guarda i tabelloni. Mi soffermo anche io ad osservare quei grandissimi tabelloni sopra i miei occhi, cercando il volo “LOS ANGELES-LONDON”. –Trovato!- Esclamo senza rendermene conto. “LOS ANGELES-LONDON,GATE FOURTEEN,ARRIVE 16.00” Questa è la scritta che mi compare davanti agli occhi. 
-Merda, dov’è il gate 14?- Mi domando. Mi giro intorno e cerco di leggere il numero del gate. ‘GATE FOURTEEN’. –Cazzo, mi sono persa. Anzi no, Carter, mantieni la calma, l’uscita che cerchi tu sarà solo nella parte opposta di quella in cui sei tu ora.- Mormoro. 
-Mi scusi, mi potrebbe dire dove si trova il ‘GATE FOURTEEN’?-  
Chiedo ad un addetto all’aeroporto. 
-E’ per di là, signorina.- Mi risponde. 
-Grazie mille.- Lo ringrazio.
Eccomi, dopo tanta fatica, sono qui, davanti a quel fottuto ‘GATE FOURTEEN’. Comincio a tremare, il mio battito cardiaco è a mille. No, io non ce la faccio. Io scappo. –Carter mia!!!!!!!!!!!!!- Mi volto. Un ragazzo biondo mi travolge in un abbraccio che mi è mancato per ben tre mesi e mezzo. –Oddio, quanto mi sei mancata.- Esclama lui. –Anche tu Niall!- Lo abbraccio fortissimo, e lui fa lo stesso. E’ il mio migliore amico lui, gli voglio un bene dell’anima. Il secondo ad abbracciarmi è Louis, poi Liam e poi Harry. Lo so, ne manca uno. Eccolo lì: Zayn Jawaad Malik. E’ difronte a me, mi fissa, ma distoglie velocemente lo sguardo. E’ fottutamente perfetto. Quei suoi capelli, perfettamente acconciati in un ciuffo all’insù, quella sua bocca perfetta, che tanto vorrei poter sfiorare di nuovo, quel suo fisico fine, ma muscoloso, alto, slanciato. Indossa quella sua solita giacca, che avevo anche io, in stile ‘college americano’, bianca e rossa, dei jeans a cavallo basso e delle Nike Blazer blu, uguali alle mie. Il mio pensiero viene interrotto da una voce al quanto femminile: -Cartttttt!!!!!!- -Lotttttt!!!- Ci abbracciamo. Lottie? Lei è la mia migliore amica. –Cazzo, Car, mi sei mancata troppissimo!- Singhiozza. –Tu non sai quanto mi sei mancata tu, Lot!- Singhiozzo. –Ragazze, hm, ragazze, dobbiamo andare.- Ci interrompe Liam. –Il solito, Payne, il solito.- Lo guardo. Mi bacia sulla guancia. –Anche tu mi sei mancata.- Mi dice sorpassandomi. Arriviamo alla Range Rover nera parcheggiata davanti all’uscita dell’aeroporto e ci saliamo su. L’ultima a salire sono io. E sono proprio accanto a lui, accanto a ‘quel ragazzo’. C’è tensione fra di noi, tanta tensione, forse a causa del silenzio più totale che regna in quella macchina. Nessuno parla. Liam e Niall dormono, Louis e Harry guardano le foto sui loro cellulari ascoltando la musica nelle cuffiette, Lottie è accanto all’autista ed ascolta la musica, io sono accanto a Zayn, lui è accanto a me. Ad un certo punto, il silenzio viene interrotto da quella voce, che avrei riconosciuto anche in una folla di persone. Quella voce che tanto volevo risentire, mi correggo, che non volevo assolutamente risentire. –Ciao…- Dio, la sua voce. L’o ha detto. Dopo tutto quello che mi ha fatto passare, crede anche di salutarmi, così, come se nulla fosse accaduto? Bhè, io…  
-Ciao Zayn.- Cazzo, sono veramente una stupida. Perché gli ho risposto? Così sembra che lo abbia perdonato, o che mi sia dimenticata tutto. Ma non ho fatto nessuna delle due cose. 
–Scusa..- Mormora il moro seduto accanto a me. 
-Sei uno stronzo.- Rispondo con voce ferma ed implacabile. 
-Mi sei mancata, veramente.- Cerca di afferrarmi la mano.
Mi giro di scatto dall’altra parte.  –Vaffanculo stronzo.-  Rispondo sottraendo, sempre di scatto, la mia mano. “Io però non volevo, non volevo che succedesse tutto quello che è successo. Non volevo ritrovarmi in questa situazione di merda. Io volevo solo stare col mio ragazzo. Io volevo solo che tu mi chiedessi scusa, lo accetterei, perché, sfortunatamente, io, ti amo troppo.” Questo è quello che la parte ‘buona’ di me vuole dire al moro. E’ così difficile non cedere a lui, alla sua voce, così calda, dolce, perfetta, al suo sguardo, così attraente ma allo stesso tempo anche dolce, a quei suoi occhi color nocciola, lucidi, in quel momento. Merda, così è fottutamente impossibile. –Carter, ascoltami, guardami.- Mi dice, dal tono di voce quasi stremato, senza forze, debole. Gli cedo uno sguardo furtivo, poi mi giro nuovamente. Ha le lacrime agli occhi, e dei goccioloni gli scorrono sulle guance, seguendo i suoi perfetti tratti del viso.
-Carter.-
Afferra di nuovo la mia mano, ma questa volta, me la sfiora, come se volesse implorarmi. –Lasciami in pace, Zayn.- Gli urlo.
-Carter, scusa, io non volevo. Lo sai come sono io, lo sai che io ti amo più di me stesso. Lo sai quan….-
-Tu non volevi? Tu non volevi?- Lo interrompo alzando il tono di voce.
Si zittisce.
Siamo arrivati a casa, finalmente, ed io aiuto Lottie a prendere le sue valigie. Siamo a casa di Louis, e ci staremo per qualche settimana, per stare di nuovo tutti insieme. 
Lottie mi mostra la mia camera, accanto alla sua e ad un’altra camera degli ospiti: è blu, con un letto circolare in mezzo, ha un piccolo balcone che si affaccia sulla piscina e sul giardino, l’armadio è grande ed azzurro, lenzuola, cuscini e copriletto sono in tutte tonalità di blu diverse. –Oh, Lots, il mio colore preferito!- Esclamo. –Sono la tua migliore amica, Carts.- -Già.- Lottie si siede sul letto, ed io comincio a sistemare i miei panni nell’armadio. –E’ stato malissimo in questi giorni.- Mormora la bionda in attesa di una mia risposta. –Ci hai chiarito?- Domanda. –Secondo te?- -Scusa.- -Niente Lot.- Mi siedo sul letto. – Lui è la mia vita.- Dico abbracciandola e iniziando a piangere. –Sai, è a pezzi quel ragazzo, si vede lontano un miglio. Lui sta veramente male. E, Carter, ti giuro che non l’ho mai visto in queste condizioni.- Mi abbraccia.
–Ma ci pensi a come sto io? E’ andato in America, lontano da me migliaia di km, per tre mesi. Mi ha lasciata così; senza un messaggio, una telefonata, una lettera. Niente. E inoltre scopro tramite un sito che bacia le altre ragazze, esce con una e va in discoteca con un’altra. Secondo te come sto?- Rispondo singhiozzando.
–Scusa cart.-
-Tranqulla.-
-Io sono qui, sempre.-
Mi abbraccia più forte. 
  
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