Allora, piccola
precisazione. Tutti i personaggi che compaiono in questa storia appartengono a
loro stessi. Non penso vi sia nulla di vero in ciò che ho scritto, ho solo
provato ad immaginare scene di vita dei gemelli da bambini.
Per adesso vi lascio questo scritto senza pretese. Sarei molto felice
se alla fine della lettura mi lasciaste una recensioncina
piccola piccola.
Casa.
Dolce casa.
Quella cittadina del Maryland era la sua vera casa e lui ne andava fiero.
Dopo ore e ore di macchina era finalmente arrivato a Waldorf.
Aveva appena
compiuto quella che si poteva definire una fuga in piena regola. Si era stufato
di stare a New York a guardare suo fratello tubare con la sua bionda ragazza,
ascoltare le pene della macchina di Paul e sorbirsi
gli sbalzi d’umore di
Billy che era agitato per la ragazza incinta. Così
aveva fatto bagagli e si era tuffato in kilometri
d’asfalto rovente sotto il sole di luglio per tornare a casa.
Pensò di essere
stressato e di essersi meritato di staccare la spina, anche senza aver
avvertito nessuno. Tanto le probabilità che il suo coinquilino-fratello gemello
si fosse accorto della sua mancanza erano pari a zero,
impegnato com’era a sbaciucchiarsi
Insomma, un bel
viaggio nel passato senza nessuno che disturbasse.
La prima tappa fu
la vecchia casa dove i quattro pargoli Madden erano
cresciuti in allegria…hem, caos totale. E ridacchiando ricordò quanto lui e Joel
NON avessero niente a che fare con questo…
Erano stati
costretti a vendere l’abitazione quando il padre li
aveva abbandonati ma coi soldi della fama era tornata di loro proprietà. Piena
di ricordi.
Entrò e si lasciò
cadere sul divano, pronto a permettere ai ricordi di uscire dal loro recesso della memoria e
rivivere nella sua mente come sogni ad occhi aperti.
Era sabato
mattina. Una semplice constatazione traducibile in: per due giorni niente
asilo.
Questo
pensiero convinse il piccolo Benji a saltar giù dal
letto a castello e a svegliare il fratello gemello che
dormiva placidamente.
-Joel! Non hai ancora smesso di succhiarti
il pollice? Guarda che hai quasi sei anni!-
Il diretto
interessato aprì un occhio, si tolse il dito dalla bocca e, appurato che non fosse successo niente, si girò dall’altra parte.
Il maggiore
sbuffò spazientito. Ma era possibile che non gli
interessasse passare giocando a modo loro i due giorni senza
-Dai Joel che ho fame. La mamma sta
facendo le frittelle.-
Alla parola
frittelle il bambino si precipitò fuori dal letto correndo giù
per le scale.
Al piano di
sotto una donna stava fischiettando mentre armeggiava
con le padelle, un uomo seduto a capotavola sfogliava il giornale e un bambino
di qualche anno più grande degli altri due si stava allacciando le tennis.
Annunciati da
urli e versi i gemelli comparvero coi capelli
scompigliai e i piedini nudi.
-Buongiorno
piccole pesti. Dormito bene? Su a tavola che ci sono le
frittelle.-
I due senza
farsi pregare si buttarono sul piatto, litigando per la frittella più grande e
per la marmellata.
-Basta!-
tuonò la voce del grande capo Roger
Combs.
-Cia0 mamma
io vado.-
-Aspetta Josh, dai questo ad Adrienne e ringraziala che ti tiene l’ì anche oggi. E mi raccomando fa il bravo. – ordinò la madre porgendogli
una torta e sistemandogli
la felpa.
-Possiamo
anae ache oi?- urlarono
all’unisono le piccole pesti con la bocca piena.
-Di mocciosi
non ne vogliamo- protestò Josh.
-Josh!
Non potete perché oggi dovete andare in un posto con papà. Quando avete finito correte a vestirvi. E
lei signorino Combs, dove pensa di andare? Io e lei
dovremmo parlare.-
I bambini si
lanciarono spintonandosi su per le scale, sghignazzando alla faccia
terrorizzata del fratello.
In men che non si dica furono pronti e
salirono impazienti sulla macchina del padre.
-Dove andiamo’- chiese emozionato Joel.
-È una
sorpresa!fra un po’ compite gli anni e dobbiamo scegliere un bel regalo, no?- rispose ammiccando l’uomo.
Si fermarono
ad un negozio di biciclette.
Da tempo
tentavano di rubare la vecchia bici di Josh, pensando
che fosse bellissima. E ora ne avrebbe avuta una tutta
sua?
Si guardò intorno finchè non
Benji corse dal padre tirandogli la manica:
-posso
prendere quella?- domandò
indicandogliela.
Roger sorrise e poi replicò dolcemente:
-Sei
troppo piccolo.
Quella è per ragazzi di quattordici anni. Cercane una che vada
bene per te.-
Quel giorno
tornarono a casa con due biciclettine blu. Joel non stava più nella pelle dalla felicità e corse dalla
madre ringraziandola. Ma Benji non era soddisfatto e
la donna se ne accorse.
-Va tutto
bene?-
-Si-
-Non sei
contento?-
-Ecco..io
volevo quella rossa. Ma papà dice che sono troppo
piccolo-confessò timidamente con una uffa aria imbronciata sul visino.
-Vedrai che quando
crescerai la potrai prendere.-
E per due mesi, ogni volta che passava
di lì rimirava con aria sognante la bici rossa. Quando l’avevano venduta se
n’era apparentemente dimenticato, mettendola in realtà come super mezzo di
trasporto in ognuna delle avventure di superBenji,
finché non fu cresciuto.