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Autore: ThreeRavensBlondie    18/06/2012    2 recensioni
Sonic è sempre stato il mio cartone e videogioco preferito sin da quando ero piccola. Ora, per dare il benvenuto all'estate, ho creato questa nuova FF. Spero vi piaccia!
Sonic e Tails si incontrano al mare, sulla bellissima Emerald Coast e dopo una chiaccherata decidono di andare in vacanza lì con i loro amici in Casa della Quercia, ovvero la casa del mare di Tails. Sarà un'estate di completo relax? Il pericolo o, peggio ancora, i sentimenti, incomberanno anche in un luogo pacifico come quello?
Scopritelo leggendo questa nuovissima avventura! Mi farebbe un gran piacere se lasciaste una piccola RECENSIONE, grazie!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amy Rose, Knuckles the Echidna, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 “OMEGA?!”
 
“Proprio così” annuì Metal Sonic, malignamente “voglio proprio vedere come ve la caverete contro il vostro amico”.
E con una lunga risata, si allontanò entrando nella porta davanti.
Omega era sempre il solito, identico a come era pochi anni prima. L’ultima volta che Rouge l’aveva visto, teneva in braccio Metal Sonic sconfitto dai Sonic Heroes, lui compreso.
Stava immobile davanti a loro, fissandoli. Un silenzio di tomba calò su tutta la stanza.
Rouge fece un altro passo avanti, ancora scioccata:
“Omega.. ma com’è possibile?”
A quel punto, il robot parve riattivarsi:
“Emergenza: inquadrati i servitori di Eggman. Distruggere.”
“I SERVITORI DI EGGMAN?! TU, BRUTTO..” attaccò Knuckles.
“Fermo, fermo!” disse Vector prendendolo per un braccio “Non ci riconosce, vedi? Crede che lavoriamo per Eggman. Metal Sonic gli ha modificato la memoria.”
“Omega! Non vogliamo combattere contro di te. Avanti, dicci dov’è Sonic.” Esclamò Tails.
Ma il robot alzò le possenti braccia puntandole contro di loro.
“Ho combattuto il riccio, adesso è debole. Nessuno impedirà al padrone di raggiungere il suo obbiettivo, distruggerlo.” Spiegò Omega.
Le cavità dei cannoni che aveva ora al posto delle braccia robotiche si illuminarono.
Knuckles strinse forte la mano di Rouge e le disse: “Allontanati”
“FUOCO!” gridò il robot.
Una forte esplosione e tutti si lanciarono in una direzione diversa. I robot divisi in schiere erano ancora immobili.
L’esplosione colpì il pavimento ma passò vicinissima al fianco di Rouge. L’echidna fu pervaso dall’ira, corse verso il robot e gli diede un pugno con tutta la forza che aveva in corpo.
Omega cadde a terra, fermo, ma come si poteva già immaginare, non era stato messo K.O.
Knuckles fece in tempo a riunire tutti i compagni in un cerchio e disse:
“Bene, ci siamo. E’ ora di combattere. Faremo dei gruppi per ogni fazione di robot:
Cream e Charmy, battetevi contro i robot gialli. Sono quelli più piccoli.
Espio e Tails, voi contro quelli blu.
Vector e Big, voi sbarazzatevi di quelli rossi, sono quelli più grandi, e direi anche forti.
Io me la vedrò con quello là” concluse indicando Omega che si stava rialzando.
“Non dimentichi qualcuno?” intervenne una voce alle sue spalle.
“Giusto, Rouge. Tu corri al riparo laggiù..” incominciò quello.
“Te lo puoi scordare, io combatto con te!” decise lei, mettendosi al suo fianco e sistemandosi la maglia.
“Ma è troppo..” disse lui.
“..pericoloso? Ho affrontato di peggiò, bello. E poi, Omega era nel mio team, conosco i suoi punti deboli” spiegò lei,  facendogli l’occhiolino.
“E così sia!” ruggì Knuckles dopo un attimo di esitazione.
“DISTRUGGIAMO TUTTI!” gridò Omega. La sua voce risuonò nella stanza come un rullo di tamburi e i robot colorati si apprestarono ad obbedire a Omega.
 
 
Intanto Shadow ed Amy stavano percorrendo il corridoio della porta di fronte che sembrava non finire più. Sulle pareti c’erano quadri che raffiguravano le trasformazioni di Metal Sonic ed erano abbastanza inquietanti. Il corridoio terminò davanti a una sala circolare, con diverse porte numerate disposte a cerchio.
Ad un tratto i due sentono un rumore, come una porta che si chiudeva.
“Cosa è stato?” disse Amy, il cuore a mille.
“Credo che stia venendo qui!” sussurrò Shadow.
Infatti, si sentì ben presto un rumore di passi sul suolo di metallo.
“Siamo spacciati! Oh Sonic, dove sei?!” implorò Amy.
‘Ma certo!’ pensò Shadow. La ragazza gli fece tornare in mente qualcosa di molto importante: lui e Sonic erano gemelli, il che significa che come avevano fatto lo stesso sogno, potevano anche comunicare telepaticamente.
Shadow strinse gli occhi, cercando di contattarlo.
“Sh-Shadow?.. Ma cosa?” balbettò Amy, non capendo il comportamento del compagno.
Ma lui le mise una mano sulla bocca per farla tacere e la trascinò con sé.
‘Sonic.. Sonic, dove sei! Ci sono delle porte con dei numeri sopra..’ pensò Shadow.
Si disse che stava facendo una scemata, che il suo gemello non avrebbe mai risposto e che debole com’era, non ce l’avrebbe neanche fatta a sentirlo.
E invece fu questione di secondi. Una flebile voce arrivò al cervello del riccio nero: fu una sensazione stranissima.
‘Porta numero sette.. Non metterti..’ disse la voce di Sonic.
Ma non ascoltò il resto della frase, essendo il tono della sua voce troppo impercettibile. Poi Shadow la vide, era alla sua destra, con sopra inciso il numero ‘7’. Il rumore dei passi si fece più forte. Prese per mano Amy , che stava osservando le altre porte, ed entrò.
La stanza sette era enorme, la più grande stanza che avessero mai visto, sia in altezza, che in larghezza e lunghezza. Era di color viola e ad Amy ricordò tanto una casa stregata.
C’erano due grandi contenitori simili a provette da laboratorio che contenevano due liquidi diversi: uno blu elettrico, e uno nero come la pece.
Poi videro che un vetro piuttosto spesso li separava dall’altra metà della stanza.
Una porta davanti aveva inciso un messaggio con una freccia che indicava un paio di bizzarri occhiali sorretti da un’ asta di metallo.
Se questa porta vorrai attraversare
Questo enigma dovrai prima fare:
indossa gli occhiali che trovi qui al lato
e ti condurranno verso il tuo fato.
Neanche un solo indizio ti potrò dare
Quindi apri le orecchie e stai ad ascoltare:
tutti lo possono aprire, ma nessuno lo può chiudere.
Che cos’è?
Ricorda di indossare gli occhiali prima di dare la tua risposta.’
 
“Diamine. Io non sono bravo con gli indovinelli!” si lamentò Shadow.
Si voltò verso Amy e con grande sorpresa, vide che sorrideva:
“Cos’hai da ridere?!” le chiese.
“Ma sì! Questo indovinello me lo fece già fare Cream quando si schiuse l’uovo del suo Chao Cheese! E’ ovvio!” rispose lei. Indossò gli occhiali e disse “La risposta è ‘l’uovo’.”
Stranamente, non accadde nulla. La porta rimase chiusa.
“Perché non va?” disse Shadow, preoccupato.
“Non ne ho idea!” rispose lei “Forse devi provare a farlo tu”
Fece, porgendogli gli occhiali.
“Umm.” Mormorò lui. Inforcò gli occhiali ed esclamò “L’uovo.”
Stavolta, però, ci fu un rumore di assenso e la serratura della porta scattò. Si era finalmente aperta.
Arrivarono dall’altra parte.  Poi lo videro.
“SONIC!” gridò Amy, correndogli incontro. Un tonfo.
“AMY!!” urlò una voce dietro di lei.
Si voltò, Shadow era stato intrappolato dentro una gabbia, identica a quella di Sonic.
La ragazza si trovava a metà strada tra i due gemelli e non aveva la più pallida idea di cosa fare: voleva andare a salvare Sonic, ma allo stesso tempo liberare Shadow.
“Mhmhmhmhmh..”si udì un’agghiacciante risata.
Metal Sonic venne fuori dall’ombra. Amy fece un passo indietro: quel robot l’aveva sempre terrorizzata.
“Vedo che ti trovi in un bel problema, ragazza” fece.
“Amy, vai a liberare..” cominciò Shadow.
“FAI SILENZIO!” sibilò il robot, girandosi verso il riccio nero “A proposito, grazie per aver indossato gli occhiali” continuò, ghignando.
Poi, una voce flebile venne fuori dall’angolo opposto:
“T-ti avevo detto di non f-farlo, Shadow! Ti a-avevo detto di non m-metterti gli o-occhiali!” disse Sonic con quanta più forza aveva.
“Sonic, non sono riuscito a sentirti, il contatto era debole! E comunque, perché non avrei dovuto farlo?!” esclamò Shadow, poggiando le mani sulle sbarre della gabbia. Ora il suo obbiettivo era uno: distrarre Metal Sonic, così il tempo sarebbe trascorso e gli altri sarebbero arrivati da un momento all’altro.
“Erano un congegno che avevo già fatto indossare a Sonic: servono a catturare ogni piccolo frammento di DNA” spiegò Metal Sonic “Ecco perché aspettavo che tu venissi, avevo bisogno del tuo DNA”
“Ma allora l’indovinello è stata solo una trovata, non è così? Serviva a distrarre colui al quale andava catturato il DNA. Ecco perché con me non funzionava. Volevi catturare quello di Shadow!” gridò Amy.
“E’ per questo che hai ribadito più e più volte di indossare gli occhiali prima di rispondere..” mormorò il riccio nero.
In risposta Metal Sonic ghignò soddisfatto. Era incredibile: quel robot aveva preso un’autonomia considerevole da Eggman. Adesso era anche capace di fare cose molto più orribili di quante non ne avesse mai fatte il suo creatore.
“E adesso siamo qui, perché la nostra Amy Rose deve compiere una scelta” cambiò discorso, il robot.
“Co-cosa?” fece lei, spaventata, allontanandosi ancora di più.
“Sì.. Non vedi? Da una parte c’è Sonic, il tuo ragazzo, da una parte Shadow, che ti sta così antipatico..” spiegò Metal Sonic.
“Non è vero! Shadow, tu non mi stai antipatico!” protestò Amy.
“SILENZIO! Quello che dovrai fare è ovvio. Dovrai scegliere chi dei due liberare. Uno, verrà con te, libero. L’altro, bé.. verrà ucciso nientemeno che da me” disse, con la sua maligna voce metallica.
“CHE COSA?! NO!” gridò la ragazza.
Il robot scoppiò in un’orrenda risata e poi concluse:
“Hai cinque minuti per pensarci!”
Uno dei due sarebbe morto, quella notte, in quella stanza. (?)
 
 
“Bravo, Charmy, ce l’abbiamo fatta!” urlò di gioia la piccola Cream, abbracciando l’apetta.
“Sì! Andiamo ad aiutare gli altri!” fece l’altro in risposta, le guance arrossite.
Anche Espio e Tails avevano quasi finito: era rimasto, infatti, un solo robot blu.
I robot rossi, però, davano a Vector e Big del filo da torcere. Per questo tutti coloro che avevano finito si erano uniti alla distruzione con questi ultimi.
Knuckles e Rouge stavano facendo del loro meglio per battere Omega, ma quest’ultimo li uguagliava sia in velocità e in potenza, che in abilità.
Erano ridotti piuttosto male: Rouge aveva un profondo taglio sulla guancia diversi lividi sul corpo. Knuckles, invece, aveva una ferita sanguinante sul petto e alcune bruciature ed ematomi sulle braccia.
“Non mi arrendo, perdente!” gridò Knuckles, alzando un pugno.
Omega scattò verso di lui, che si spostò, lasciandolo così sbattere sul muro.
Anche Omega non era messo proprio bene: presentava molte ammaccature e diversi bulloni e viti erano saltati via.
E la botta sul muro fu il colpo di grazia. Infatti, il robot, non si rialzò dopo l’impatto.
“Che succede? Si è disattivato?” chiese Rouge, esausta.
“Sì.. direi di sì.” Fece Knuckles dando a Omega dei piccoli calci per vedere le reazioni.
“Allora che ne dite di aiutarci qui?!” aggiunse Vector in lontananza, alle prese con un robusto robot rosso. I due si unirono al combattimento.
 
 
‘Shadow..’
Il riccio nero, che teneva la testa appoggiata sulle ginocchia, sussultò. Il suo gemello, dall’altra parte della stanza, aveva cercato di contattarlo.
‘L’ho sentito parlare con Omega. Non ucciderà nessuno! Vuole solo liberare uno dei due per poi scappare!’ spiegò Sonic, con il pensiero.
‘Fai sul serio, Sonic?’ fece l’altro.
‘Sì! Dì ad Amy di scegliere te!’ continuò il riccio blu.
‘Ma Sonic..’ protestò Shadow.
‘Fai come ti dico, una volta tanto! Sono o no il tuo gemello?! Avanti!’ ordinò.
E così fece.
“Amy..” sussurrò Shadow verso la riccia che sembrava nel panico più totale.
Lei si avvicinò di poco.
“Non ucciderà nessuno.. Sonic ha detto che devi scegliere me” spiegò.
“Lo dici solo perché non vuoi finire ucciso! Non è così?!” disse lei, con aria disgustata.
“NO! NO, AMY! Devi credermi! Per favore, so che non siamo mai stati molto uniti ma in questo momento.. devi fidarti  di me!” esclamò lui, guardandola il più profondamente possibile.
“Io.. io non..” Balbettò lei. Poi infilò una mano in tasca e si ricordò.. I ring.
“ALLORA, HAI SCELTO?” chiese Metal Sonic, facendoli sobbalzare tutti e tre.
“Sì” fece Amy, decisa.
“Ebbene?” fece il robot. I suoi occhi rossi luccicarono.
“Scelgo Sonic” concluse.
“NO, AMY!” gridarono all’unisono i due gemelli, sconfitti.
“E così sia” Metal Sonic prese una chiave, si avviò verso la gabbia di Sonic e la aprì. Fu a quel punto che la ragazza si voltò verso Shadow e gli lanciò uno dei ring che aveva portato.  Poi prese la rincorsa e si gettò addosso a Metal Sonic, immobilizzandolo al suolo. Sonic uscì fuori dalla gabbia mentre il riccio nero, potenziato dal ring, assunse la forma di una sfera e disintegrò letteralmente la gabbia nella quale era rinchiuso.
Poi Amy, venne spinta via dal robot che si liberò dalla sua presa e strillò la sua frase preferita:
“L’avete voluto voi”
Alzò un braccio verso l’alto e un fulmine spaccò in due il soffitto, la parete di vetro e i contenitori in quella stanza.
Un miscuglio di pezzi di metallo e liquidi neri e blu si mischiarono intorno a lui, tanto che dopo pochi secondi non fu più possibile distinguerlo. Ci fu un gran caos fino a che non ci videro chiaro: Metal Sonic stava subendo una trasformazione, una delle più terrificanti che avessero mai visto.
I suoi occhi raddoppiarono, una doppia fila di denti aguzzi venne fuori dall’enorme bocca che adesso sputava una grande quantità di fuoco blu. Una lunga coda spinosa, due ali robotiche larghe quanto la lunghezza di un aereo di prima classe, le grosse e pericolose zampe con unghie che lanciava creando esplosioni al pari di bombe a mano.
Grande il doppio del Metal Overlord, il mostrò acciuffò Sonic e lo intrappolò in uno spazio ingabbiato all’interno dello ‘sterno’ .
Poi si librò in volo fuori dalla nave di battaglia ed urlò in tutta la sua potenza:
“Inchinatevi di fronte a METAL OBSCURIA (nome inventato da me)!”
  
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