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Autore: Hymn    18/06/2012    1 recensioni
Quel giorno, mancavano appena una manciata di settimane al mio diciannovesimo anno di età.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Plic.

Quindi è questo il rumore del sangue al momento che impatta sul terreno. Guardai apatico Gladius che ripuliva la sua freccia, prendendo poi un filo d'erba per verificarne ancora l'affilatura. E sì, era molto affilata. Tagliente. Letale.
E altrettanto letale era lui. Fui soddisfato di averlo scelto come alleato, almeno per i primi periodi di gioco.
Ashlynn non sembrava della stessa opinione, o almeno non dimostrava agli altri se pensava qualcosa di simile a me.
Infatti, quando Gladius notò il mio sguardo sulla freccia, mi squadrò leggermente, un po' preoccupato.
Un sorrisetto, e la scintillante freccia sprofondò nuovamente tra le gemelle, altrettanto letali, nella faretra.

« Non sono orgoglioso di quel che ho fatto. » - fu proprio Gladius ad intervire nuovamente, riportando alla realtà i miei pensieri.
Sorrisi leggermente, non pensavo affatto che fosse orgoglioso di un omicidio.
« Non lo avrei mai pensato... Non sono così maligno. »
Dicendo questo, sedetti più comodamente, ammirando i raggi del sole che filtravano dalle foglie, dando alla foresta un atmosfera quasi umana, nonostante fosse tutto uno scenario ad opera degli Strateghi, in un'arena destinata a macchiarsi di sangue. « Nessuno di noi lo penserebbe. »

Ci furono pochi istanti, in cui i miei occhi verdi incontrarono i suoi, color nocciola; mi parve di riconoscere una nota di riconoscenza nelle sue iridi, insieme a qualcosa di diverso, che non seppi riconoscere.
Rabbrividii, e distolsi lo sguardo, recidendo il contatto visivo.

Mi rigirai l'alabarda tra le mani, osservandola. Il filo era tagliente, e nella lama potevo rispecchiarmi.
Avevo un leggero graffio sulla guancia, niente di grave. Per il resto, due belle occhiaie erano l'unica aggiunta al mio volto.
« Guardate qua. »

Avevo nel frattempo aperto lo zaino che ero riuscito a procurarmi dalla cornucopia; sorrisi quando trovai del filo metallico, un coltello (non troppo grande), un sacco a pelo, una borraccia e quel che mi parvero due pietre focaie.
Decisamente un ottimo acquisto, escludendo il coltello, che non vedevo di molta utilità, per quel momento.
Lanciai il filo metallico e il coltello a Gladius, e lui li afferrò al volo.
Se li girò tra le mani per qualche minuto.
Mi ritrovai a fissarlo (come Maximme e Ashlynn, d'altronde), studiando un po' la sua immagine.
In quel momento gli occhi nocciola erano impegnati nello studiare il materiale che gli avevo passato. Vedevo la fronte, su cui spiccavano dei bei capelli, biondi come quelli di Ashlynn, aggrotttarsi mentre pensava.
Ammirai anche i lineamenti del suo corpo, i muscoli guizzanti e tutto.
E, improvvisamente, distolsi lo sguardo.
Quei pensieri... Mi turbarono, direi.

« Decisamente ci posso fare delle buone trappole, con questi; non so per quanto saranno sufficienti, ma sempre meglio di nulla. » - mi sorrise, e fui quasi certo che, se io fossi morto, avrei voluto che vincesse lui i Giochi.
Non era il tributo dei distretti più agiati, non era una macchina da guerra che non aveva altro scopo che non l'omicidio.
O lui, o Maximme, o Ashlynn.
Sapevo già che altri si sarebbe schierati, ovviamente, con i Favoriti, per aver salva la vita. E beh, loro sarebbero sicuramente morti, proprio per mano dei Favoriti.
Non che la cosa mi dispiacesse.
« Io vado a cercare un po' da mangiare, volontari? »

Ashlynn rimase interdetta, era stanca, e Maximme sembrava intenzionata a studiare le piante della radura per trovarne di adatte alle medicazioni di prima necessità.
« Un po' di selvaggina non farà di certo male. »
Fu nuovamente Gladius a parlare e, afferrato l'arco, si alzò per venire al mio seguito.

***

Al nostro ritorno, Maximme aveva preparato dei sacchetti con dentro degli impasti di erbe, utili contro emorragie superficiali o lividi; altre piante erano state sistemate con cura dentro il suo zaino, per preparare eventuali medicine di emergenza; aveva stracciato un telo plastificato per formare dei lacci emostatici. Quella ragazze era un genio, sì.
Ashlynn invece aveva nel frattempo acceso un fuocherello, leggero; anzi, più che altro aveva creato solo un braciere. Voleva evitare che il fumo segnalasse ad altri la nostra presenza.

Gladius lasciò cadere un paio di conigli sull'erba accanto a noi, soddisfatto della sua caccia. Dal mio canto, mi ero procurato solo un po' di bacche ed erbe aromatiche. Non ero abile a cacciare, purtroppo.
Il sole era già calato, quando Gladius finì di cucinare, anche grazie alle mie erbe, i due conigli; in totale, toccava mezzo coniglio a testa. Decisamente una buona cena.
Il problema, adesso, era l'acqua.
L'indomani mattina, avremmo fatto scorta di quel prezioso liquido.
Ma, per il momento, la nostra attenzione era rivolta verso il cielo.

Lo stemma di Capitol City brillò nell'aria, per pochi secondi, accompagnato dall'inno.
Poi, fu il turno dei tributi morti.
Due ragazze, tre ragazzi. Entrambi i tributi del Dieci.
I ragazzi del Sette e del Sei. La ragazza del Quattro.
Nessuno, apparte me, sembrò notare lo strano tremito che colse Gladius quando il ragazzo del Sette, anche lui diciottenne, capelli corti e  di un bel castano, brillò nell'aria prima di sparire.
Gli occhi del cacciatore, prima vigili, adesso brillavano stancamente.
Solo allora riuscii a comprendere fino in fondo la crudeltà degli Hunger Games.
Non era tanto morire, quello può succede a chiunque.
Ma pochi hanno la capacità di macchiarsi di sangue innocente per salvarsi la vita, senza sentirsi bestie.
E la crudeltà del Gioco, era che il vincitore, spesso e volentieri, vedeva le proprie mani macchiate di sangue per il resto della vita. E Gladius era uno di loro.
   
 
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