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Autore: Silver Pard    19/06/2012    1 recensioni
Una raccolta di fic semi-dimenticate scritte per il meme di Sherlock, con un numero sproporzionato di cross-over e almeno un cinquanta percento di probabilità di essere completamente crack.
Genere: Comico, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, Raccolta, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NdA: … Tutti devono fare una fic Were!Watson (nota: were=abbreviativo di werewolf, lupo mannaro) prima o poi. Questa è la mia versione e le resto fedele.



Prompt: We’ve had a couple of werewolf John fics, and, well, I’d like some more - maybe looking more at the way his lupine behaviours come out. Like, we’ve had a pack!prompt, so maybe more with territoriality (maybe him being embarrassed that he has the urge to mark his place on things?) and how restless he becomes at the full moon - how blood at crime scenes sets off urges in him - how he placates the urge to hunt and fight.



as old and as true as the sky ~ tanto vecchio e tanto vero quanto il cielo






John non ha un calendario dove segnare i clcli lunari; non gli serve. Li percepisce dal prurito sotto la pelle dove il lupo si dimena, dal modo in cui comincia a ripercorrere i confini dell’appartamento. Prova a fermarsi, a immobilizzarsi, ma il prurito di impazienza del lupo è troppo forte, e le pareti sono di colpo troppo vicine.

(ora)

Per il lupo, l’appartamento è la loro tana, e non gradisce essere costretto a starci dentro come un cucciolo, quando fuori ci sono la caccia ad attenderlo e un territorio a cui fare da guardia.

Alla luna piena, tutto è-

Il lupo è intenso, perché per il lupo è più importante l’ora, non il dopo. Ora è il momento per cacciare, ora il suo territorio va marcato e difeso, ora.

Tutto è molto più forte alla luna piena. Istinti che John ha imparato a placare o accettare o a cui si è adattato sono improvvisamente irrefrenabili.

(questa è la Legge della Giungla, e il Lupo che la seguirà potrà prosperare)

Il lupo parla molto, a modo suo, ma solo alla luna piena John si sente veramente come se tutti parlassero una lingua straniera, aspettandosi che lui li capisca. O forse è lui a parlare in una lingua straniera, e a chiedersi perché loro non ascoltino.

La goccia sono le piccole cose. Li guarda negli occhi e subito loro li abbassano e li distolgono, ma poi continuano a comportarsi come se fossero ancora al comando. Allora li guarda di nuovo negli occhi, il lupo irritato e impaziente, e di nuovo, loro li abbassano o li distolgono, mostrano di sapere che lui è più forte, si mettono sotto di lui nell’ordine delle cose, e il lupo arretra, compiaciuto, e quelli continuano ancora con i loro “mi stai ascoltando, sono io che comando qui, non puoi farlo-”

John sorride a bocca chiusa in questi giorni, perché alla creatura si rizzano i peli del collo quando tutti le fanno vedere i denti. Aggressione, circondato, non-branco, dice il lupo.

Risata, sorrisi, ritrovo, vicino-estraneo-branco, dice John. Si irrigidisce e si mette sulla difensiva e: « Proprio non sei capace con i ritrovi sociali, eh? » commenta Lesrtade benevolmente, comprandogli un altro drink e dicendogli che è stato troppo a lungo accanto a Sherlock.

Reclina la testa all’indietro quando Sherlock è arrabbiato e frustrato, gli mostra la gola, ma non basta a tranquillizzarlo come dovrebbe secondo il lupo, non lo calma, non gli fa smettere di ringhiare e sbottare contro l’aria vuota.

È frustrante oltre ogni dire, essere improvvisamente bloccati in una lingua che nessun altro capisce.

(ma il Lupo che l’infrange deve morire)

Il peggio è quando passano da una scena del crimine. Un omicidio. Molti crimini vengono commessi quando la luna è alta, la lingua si palesa: lunaticus, lunatico.

Lunatico, John annusa un cadavere e invece di femmina, in salute, nel fiore degli anni, drogata a morte, principio di decomposizione non sente altro che preda, carogna. Gli ci vuole molto più tempo del dovuto per districare gli odori, per essere in grado di sentire il profumo di qualcosa che non sia il cibo.

John è ben nutrito; il lupo è ben nutrito. Ma a volte nel frigo non c’è cibo, ma teste mozzate. John è nauseato dall’idea che sia una carogna, e al lupo non piace l’odore dei prodotti chimici, e tanto trova sia marcita da troppi mesi perché valga la pena mangiarla; poi però vanno a una scena del crimine, e c’è carne per terra, anche se odora di deodorante e sapone e crema da barba e alcol e sesso non è che carne, e il lupo ha sempre fame nelle notti di luna piena.

John non odia il lupo. Ha il suo modo di vedere le cose così come John ha il suo, e il più delle volte è il lupo a scuotere il capo e a storcere il muso dal disgusto. Il lupo lo rende più veloce, più forte, gli presta i suoi sensi e la sua prospettiva unica. Non può permettersi di odiare se stesso, e il lupo adesso è parte di lui.

Però.

Nelle notti di luna piena John corre, quella corsa regolare ad ampie falcate che ingurgita miglia e miglia. Nelle notti di luna piena John perlustra il suo territorio, con cura, metodicamente, ed è davvero meglio non pensare a cosa potrebbe fare se vi trovasse mai una creatura in grado di sfidarlo.

(New Scotland Yard non è di John, tecnicamente. Ci sono lupi nella forza di polizia, è il loro territorio, ma John ci fa comunque un giro veloce, per sicurezza. Per Lestrade ex-compagno branco/originale/non proprio branco – e per Sally. Anche per Lestrade, visto che è proprietà di Sally. Sebbene il lupo sia del parere che potrebbe trovarsi un compagno di gran lunga migliore, la scelta è della femmina, e se non è alpha lei non lo è nessuno.)

Canta alla luna e gli risponde sempre un coro di improperi, fa una melodia bellissima, la canzone della città, e a volte la suona, e a volte caccia (e la microcriminalità è diminuita nella loro zona, il che è un po’ preoccupante per la soglia della noia di Sherlock). Lui non pensa, non proprio, lui… Nelle notti di luna piena lui è, e se questo lui è il lupo o l’uomo o un qualcosa che comprende entrambi, non importa.

Quando si avvicina all’appartamento verso l’alba, trova sempre Sherlock ad aspettarlo, anche se lui finge di non essersi mosso dalla sera prima coma se John non capisse dagli odori che così non è.

Lo saluta con un mormorio sommesso, gli spinge le dita nel colletto. Lui salta sul divano e si stiracchia accanto a lui, benché non ci sia spazio e il calore del suo corpo unito alla pelliccia renda probabilmente soffocante la sua presenza nei giorni d’estate.

Mio, dice il lupo, chiudendo gli occhi, confortato dal calore e dal profumo e dal battito cardiaco di Sherlock. branco e compagno e mio.

Sherlock
, dice John, ma il significato non cambia.






Nota della traduttrice: dove trovate “lunaticus” e “lunatico,” in inglese era “[…] lunaticus, moonstruck. Moonstruck, John sniffs at a corpse […]” “Moonstruck,” simpatico vocabolo, che letteralmente si potrebbe tradurre come “colpito dalla luna,” significa però matto, pazzo.
In mancanza di alternative, ho lasciato direttamente “lunatico,” che purtroppo ha una connotazione molto più leggera dei suoi apparenti corrispettivi inglesi.
   
 
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