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Autore: Allegra_    19/06/2012    3 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 : Torino

 
Il trasferimento a Torino fu davvero difficile da metabolizzare.
Primo perché amavo da morire la mia città, Firenze, ed il solo pensiero di lasciarla mi faceva stare male.
Secondo perché non volevo lasciare i miei amici, i quali mi avevano tenuto compagnia dopo il divorzio dei miei, e avevo paura di non trovarne altri che potessero in qualche modo sostituirli .
E terzo perché avevo già sopportato troppi cambiamenti in quell’ultimo periodo, e andare in un'altra città era sicuramente quello più drastico.
Trasferirsi a Torino significava lasciarsi tutto alle spalle: i problemi, la mamma, la vecchia scuola, e ricominciare in un posto dove nessuno sapeva né della mia esistenza, né della mia storia.
Avevo paura, e molta anche, ma dovevo farmi forza per mio padre: per lui quella era un’occasione d’oro e non avrebbe dovuto sprecarla, per nessun motivo al mondo.
Ecco perché quel giorno, dopo che mi ebbe annunciato la cosa, gli sorrisi falsamente, cercando di trasmettergli tutto il mio affetto, e sperando che capisse quanto in realtà mi costasse assecondarlo.
 
Ed ecco che esattamente tre giorni dopo, mi trovavo in un orrendo e rumoroso treno che avrebbe dovuto portarmi alla mia nuova scuola: liceo classico Carlo Botta.
Mio padre era entusiasta per il suo nuovo lavoro, mentre a me l’idea di quella nuova scuola non mi andava poi tanto a genio.
Era anche lontana dalla nostra nuova casa, che si trovava al centro della città: un appartamento abbastanza ampio, con due camere da letto dalle quali si accedeva ai bagni personali, cucina, salone, e studio di papà.
Anche la nuova sede del suo lavoro non era male: l’ufficio era il doppio più grande rispetto a quello di Firenze, così come lo stipendio, che era aumentato dell’80% … in poche parole, per mio padre quella nuova città era come una porzione di paradiso.
Io non ero esattamente dello stesso parere: c’era troppo rumore, troppa gente e decisamente troppi motorini che sfrecciavano per le strade di notte, e che mi avevano del tutto impedito di dormire per due notti di fila.
Anche per quel motivo, quella mattina ero particolarmente di cattivo umore, con tanto di quel correttore sotto gli occhi che avrebbero potuto aprirci un altro negozio della kiko, come se quelli che c’erano non fossero già abbastanza.
Entrata nel treno mi ero subito seduta verso il centro del vagone, accanto al finestrino, sperando che almeno in quei 20 minuti di viaggio avrei potuto recuperare un po’ di sonno.
Ma le mie speranze erano state letteralmente distrutte dopo appena 5 minuti, quando un gruppetto di ragazzi erano saliti e si erano seduti proprio due file dietro di me.
Non erano i ragazzi in questione il mio problema, non avrebbe potuto importarmene di meno sotto quel punto di vista, la cosa che mi disturbava, o meglio irritava, erano le loro voci: un misto tra l’ululato di un lupo, e lo sbraitare di un uomo delle caverne.
Li avevo sopportati per troppo tempo, lanciandogli qualche sguardo di fuoco ogni tanto proprio come le vecchie sedute in quel vagone, ma non sembravano per niente aver intenzione di smettere.
Così mi alzai e mi avviai verso di loro, cercando di mantenere quanta più calma potessi.
- Scusate se vi disturbo – iniziai sfoggiando un falso sorriso – Ma potreste gentilmente placare le vostre soavi voci ?? – domandai cercando di sembrare gentile, anche se era più che evidente la mia punta di ironia.
Tre dei ragazzi improvvisamente di zittirono dando assenso alla mia richiesta, mentre l’ultimo del gruppetto alzò un sopracciglio scocciato e mormorò: - Perché ???-
A quella domanda non ci vidi più: perché ???
Semplicemente perché sembravate degli uomini del paleolitico in piena fase pre-caccia e perché io, povera donzella indifesa – non tanto indifesa a dirla tutta- ho bisogno di recuperare il mio sogno perduto per colpa di quella nuova, rumorosa e odiosa città.
Ovviamente non gli risposi così, cercai invece di risultare il più calma possibile mentre rispondevo acida: - Perché stanotte non ho dormito, e vorrei approfittare di questo viaggio per riposarmi un po’. –
Ok, mi ero sembrata alquanto convincete, quindi ero abbastanza sicura che non avrebbe più ribattuto.
- E perché non hai dormito ??? Follie con il tuo ragazzo ??? – insinuò malizioso il mio - già fastidioso di suo, ma con quella frase ancora di più – interlocutore.
Sospirai scocciata: l’ultimo ragazzo che avevo avuto l’avevo lasciato mesi prima, per via della mia irrefrenabile gelosia, e ero stata molto male quando avevo compreso di averlo perso per sempre.
Quindi non c’era domanda che in quel momento potesse essere più inappropriata di quella.
- Per tua informazione, non ho un ragazzo con cui fare follie la notte, ci sono fin troppi stupidi in giro per Torino che mi tolgono il sonno con i loro stupidi motorini, e … - stavo per continuare quando la sua voce idiota e il suo sopracciglio alzato con disappunto mi bloccarono – E ??? –
- E quindi vedi di abbassare quella cavolo di voce che ti ritrovi !! – sputai acida tornandomene al mio posto, quasi sicura che non mi avrebbero più dato fastidio con i loro urli.
Ma non ebbi tempo neanche di sedermi, che il treno si fermò avvisandoci di dover scendere: peggio non poteva andare !!
Non avevo recuperato il mio amato sonno, e in più avevo perso tempo a sbraitare contro quei, meglio contro quel, cretino patentato.
Mi sorpresi nel vederlo scendere alla mia stessa fermata, ma mi sorpresi ancora di più quando me lo ritrovai davanti all’entrata del mio nuovo liceo.
“ Calmati Noe, sarà solo passato a salutare degli amici, un cretino del genere non potrebbe mai frequentare un liceo classico “ mi ripetevo mentre avanzavo incerta verso l’entrata.
L’edificio non era male: da fuori era un enorme quadrato verde mela, con un aria esterna piuttosto ampia, il parcheggio, il campo da calcio, e un complesso adiacente che pensai dovesse essere la palestra.
Mi avviai verso la segreteria, dove una ragazza alta e minuta con un paio di occhiali enormi stile anni ’70, stava chiacchierando con l’impiegata.
Lei si voltò a guardarmi, poi mi sorrise gentile: - Ciao, mi chiamo Hilary Tomford, sono una studente di scambio inglese, tu sei nuova qui ??? –
Ecco a cosa era dovuto quel suo aspetto alquanto fuori dalla norma.
- Si, è il mio primo giorno, mi chiamo Noemi Guardia – gli sorrisi, cercando di mostrarmi gentile almeno la metà di quanto lo era stata lei.
- Allora Noemi…- continuò la ragazza, ma subito la corressi – Chiamami Noe. –
Quella sembrò pensarci un attimo su, poi ricominciò a parlare – Bene Noe, tu puoi chiamarmi Hill. Vediamo, in che classe sei ??-
Apprezzavo il tentativo di quella ragazza di provare a fare amicizia, solo che non avevo la minima idea della classe in cui mi avessero messo.
- Non ne ho idea !! – mormorai, e Hill subito si avvicinò alla segretaria e con aria gentile, come era nella sua indole,e gli domandò della mia classe.
- Noemi Guardia … - sospirò questa facendo scendere il dito su un elenco di nomi – 3 B – annunciò alla fine.
 Vidi il volto di Hilary intristirsi e subito le domandai: - Tu in che classe sei ?? –
- 3 F – mormorò lei dispiaciuta, subito dopo però ritornò a sorridere – Beh, almeno le nostre aule sono vicine !! Vieni che te le mostro. – mi prese sottobraccio trascinandomi verso le scale e poi in un lungo corridoio.
Ci fermammo davanti ad una porta di legno scuro, sulla quale c’era un’etichetta con scritta la mia classe, mentre sulla parte opposta del corridoio si leggeva chiaramente la scritta – 3 F - .
- Ora devo andare, ci vediamo nell’intervallo. – mi sorrise Hill lasciandomi da sola, un’altra volta.
Erano solo le 8:10, quindi sapevo che ci sarebbero voluti venti minti buoni prima dell’inizio delle lezioni.
Mi feci coraggio, abbassai la maniglia ed entrai nella mia nuova classe.
Lo spettacolo mi sconvolse: 15 banchi disposti in malo modo, e 14 ragazzi che facevano i loro comodi mentre aspettavano l’insegnante.
Qualcuno fumava, alcune ragazze si rifacevano il trucco, un paio di coppiette se ne stavano appartate negli angoli dell’aula, mentre un gruppo di ragazzi e ragazze era seduto sui banchi a chiacchierare animatamente.
Ma, come in un film, la scena sembrò bloccarsi nel momento in cui varcai la soglia dell’aula, e così mi ritrovai gli occhi dell’intero gruppo puntati su di me.
Ok, non ero affatto brutta, anzi mi consideravo davvero una bella ragazza, ma non per questo dovevano fissarmi tutti in quel modo !!
Le ragazze sembravano volermi saltare addosso per strapparmi tutti i capelli, e i ragazzi lo stesso, anche se per motivi piuttosto differenti.
Tirai un respiro profondo e feci per iniziare a parlare, quando una voce proveniente da sopra un banco mi interruppe bruscamente.
- E dai ragazzi non è mica entrata la regina d’Inghilterra !! – esclamò scocciato, girandosi a guardarmi solo dopo pochi istanti.
- TU ?? – domandai stranita.
- Che cavolo ci fai qui ?? – sbraitò lui, palesemente stranito come me.
Sospirai lentamente e poi risposi alla sua garbata domanda.
- Mi sono appena trasferita da Firenze, e sono in questa classe. –
Inarcò il sopracciglio come suo solito, con fare provocatorio, prima di buttare giù una delle sue frasi senza senso.
- Beh, allora ci sarà da divertirsi. –
Non compresi il motivo di quella battuta, né il perché dopo il suo intervento tutti avevano di botto ricominciato a parlare e a fare rumore come qualche minuto prima della mia entrata.
Non avevo con chi parlare, per cui poggiai in malo modo lo zaino su un banco in seconda fila e mi sedetti aspettando l’arrivo del prof.
Nel frattempo però, mi soffermai ad osservare meglio quel ragazzo che avevo appena conosciuto, ma che già non sopportavo.
Era alto, fisico muscoloso, spalle larghe, capelli neri come il carbone scompigliati in una maniera assurda, quasi ci fosse passato un uragano attraverso e un paio di occhi davvero bellissimi: verdi chiaro intenso, contornati da una tonalità più scura , e con pagliuzze color oro verso la pupilla.
Dopo aver concluso la mia scansione completa constatai scocciata che per quanto potesse essere irritante ed antipatico, era davvero bellissimo.
- è bello da far star male, lo so. – sospirò qualcuno alle mie spalle .
Mi voltai e arrossii involontariamente: possibile che quella ragazza che neanche conoscevo potesse aver letto nei miei pensieri ??
- Non so di chi stai parlando. – provai a metterla fuori strada, ma non sembrai deviare i suoi pensieri più di tanto.
- Come di chi ?? Di Fra ovvio !! – esclamò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Fra ?? –
- Francesco Livelli tesoro, il ragazzo che stavi mangiando con gli occhi fino a due minuti fa !! – mi sbattè davanti agli occhi la verità, quasi fosse stata un foglio di carta.
E così si chiamava Francesco, certo che a guardarlo non gli avrei mai attribuito quel nome …
- Io non mangio con gli occhi proprio nessuno !! – sbraitai poco dopo essermi risvegliata dai miei pensieri.
- Si, come vuoi. Comunque io sono Micaela Frittaldi , puoi chiamarmi Mic, tu sei … -
- Noemi Guardia, ma preferisco Noe. – conclusi la sua affermazione con un sorriso.

Le mie guardò sorpresa probabilmente dai miei continui sbalzi d’umore, e poi mi indicò il banco accanto a quello dove mie ero sistemata.
- Quello è il mio banco Noe, quindi mi sa che siamo vicine !! – esclamò accomodandosi in modo poco femminile.
Micaela era una ragazza carina: capelli ricci marroni, occhi color cioccolato, molto alta e abbastanza magra.
Iniziammo a parlare del più e del meno, e scoprii fosse anche molto simpatica, pungente e ironica … esattamente ciò che da sempre cercavo in un’amica.
Chissà, forse lo sarebbe diventata.

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!!! Innanzitutto voglio ringraziare le fantastiche ragazze che hanno recensito il primo capitolo !!
Come vedete in questo Noe ha conosciuto due ragazze, Hill e Mic, che saranno davvero importanti per lei, nonostante siano molto diverse tra di loro.
E poi c'è Fra ... il ragazzo che tanto odia, che è colui di cui si parla anche nel prologo ... che ne pensate del loro primo incontro ???
Spero di ricevere molte recensioni, un bacino <3

   
 
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