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Autore: Abby_da_Edoras    05/01/2007    3 recensioni
Autrice: LadyArien. Questa storia è una sorta di esperimento che mi è venuta voglia di fare dopo essere rimasta affascinata prima dal film e poi dal libro "Profumo". Mi sono chiesta cosa sarebbe accaduto se Grenouille non fosse fuggito da Grasse? Questa è la mia ipotesi, delirante come sono io del resto! Se avete il coraggio, leggete e commentate...
Genere: Drammatico, Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il dottore che visitò Jean-Baptiste Grenouille gli diagnosticò una febbre cerebrale, probabilmente causata dai giorni di prigi

Il dottore che visitò Jean-Baptiste Grenouille gli diagnosticò una febbre cerebrale probabilmente causata dai giorni di prigionia e dalla paura provata di fronte al patibolo, dimostrando di non aver capito un bel niente del giovane. Ad ogni modo, egli rimase a letto tranquillo per tutto il giorno, sebbene sentisse la testa dolergli fino a scoppiare e un malessere generale. Approfittò di quella pausa che il suo corpo si prendeva per fare lavorare la mente; doveva infatti pianificare il suo soggiorno a casa di Antoine Richis e prendere le dovute precauzioni per evitare di essere nuovamente sospettato dei delitti. Per il momento avvertiva ancora un lieve sentore del profumo che aveva inebriato la folla il giorno precedente e poteva verificarne la presenza osservando il comportamento di Richis, tanto premuroso e attento con lui da apparire persino assillante. Per tutta la mattina non lo aveva lasciato un secondo, all’ora di pranzo era stato lui ad imboccarlo nutrendolo con brodo di pollo e latte con miele; si era assentato quel tanto che bastava per consumare un pasto veloce e aveva lasciato una domestica al capezzale di Grenouille, ordinandole di correre subito a chiamarlo nel caso ci fosse stato un peggioramento nelle condizioni del ragazzo. Dal canto suo Grenouille non rispondeva nemmeno e si limitava a starsene sdraiato, con gli occhi quasi sempre chiusi, lasciandosi imboccare, sistemare i cuscini, rimboccare le coperte e quant’altro. Era deciso a rilassare e rinforzare il corpo quanto più poteva approfittando di quelle premure non richieste; in seguito, una volta guarito, avrebbe trovato il modo di farsi concedere da Richis il permesso di lavorare nei suoi laboratori. Con il talento che sapeva di avere sarebbe diventato in breve tempo il miglior profumiere di tutta la Provenza: questo avrebbe giovato anche allo stesso Richis che avrebbe visto triplicare il suo patrimonio. Oh, sì, sarebbe bastato ben poco a farlo contento e a fargli dimenticare la figlia. Questo almeno pensava Jean-Baptiste.

Due notti dopo Grenouille stava dormendo profondamente, intontito dalla febbre, quando ad un certo punto si svegliò di soprassalto, come se nel suo cervello fosse risuonato un campanello di allarme. Aprì gli occhi e si guardò intorno. Non era ancora del tutto lucido e non si rendeva conto di quale potesse essere il pericolo incombente. Ad un tratto la verità lo colpì come una bastonata: l’effetto del suo profumo miracoloso era svanito. Nella stanza non si avvertiva più il benché minimo odore e se non fosse stato per quella lievissima scia che ancora resisteva fra le coperte di certo Richis se ne sarebbe accorto nel momento in cui era venuto a dargli la buonanotte. Cosa sarebbe successo se Richis non fosse più stato sotto l’influenza del profumo? Grenouille non lo sapeva con certezza, ma era piuttosto sicuro di non voler fare la prova. Nel caso più ottimistico Richis lo avrebbe buttato fuori dal letto e preso a calci da lì fino al portone di casa, mandandolo a finire in mezzo alla strada così debole e febbricitante com’era. Nel caso peggiore… beh, avrebbe benissimo potuto consegnarlo nuovamente alle autorità per finire quello che avevano cominciato. In fondo il ragazzo non aveva dimenticato il modo in cui lo aveva torturato, facendolo quasi annegare in un catino d’acqua; il tono gelido e glaciale con il quale gli aveva chiesto perché aveva ucciso sua figlia e lo sguardo tagliente quando gli aveva annunciato che sarebbe stato in prima fila ad assistere alla sua esecuzione e che lo avrebbe guardato negli occhi fino all’ultimo, rovesciandogli dentro tutto il suo odio e il suo disgusto. Sì, Richis poteva essere pericoloso. Non era proprio il caso di rischiare, pensò Jean-Baptiste. La cosa migliore da fare era alzarsi, prendere la boccetta di profumo dalla tasca del vestito che si era fatto mettere da parte su una sedia accanto al letto e versarsene una piccola goccia sul polso. Tanto sarebbe bastato per qualche altro giorno. Grenouille fece ciò che aveva deciso, strofinò assieme i polsi per diffondere l’aroma, ripose il vestito e stava giusto riflettendo sul fatto che, una volta guarito, avrebbe dovuto trovare un modo per diluire maggiormente quel profumo e farlo durare più a lungo quando fu colto da un’improvvisa vertigine. Non aveva pensato che due giorni di totale riposo a letto e una febbre tanto alta potessero debilitarlo così. Provò a muovere un passo in avanti, ma tutto divenne buio attorno a lui e piombò a terra come morto.

Richis aveva preso l’abitudine di recarsi almeno due o tre volte per notte nella stanza dove riposava Grenouille per assicurarsi che non avesse bisogno di nulla e che dormisse tranquillo. Quando vi entrò quella notte Grenouille era svenuto da almeno mezz’ora. Vedendo il ragazzo esanime per terra Richis trasalì e gli corse subito accanto. Lo sollevò e sentì che scottava ancora di più. Chissà da quanto tempo era lì? Ma perché si era alzato?

“Jean-Baptiste… figliolo, mi senti? Rispondimi, ti prego.” gli disse, in preda all’agitazione. Lo depose sul letto e lo coprì ben bene. Grenouille aprì lentamente gli occhi e Richis parve riprendere a respirare.

“Cosa ci facevi alzato? Lo sai che sei molto malato e che devi riposare se vuoi guarire. Avevi bisogno di qualcosa?” insisté l’uomo, con un leggero tono di rimprovero nella voce. Stavolta lo aveva davvero spaventato.

“Volevo assicurarmi che la mia roba fosse sempre lì… che nessuno l’avesse portata via.” rispose il ragazzo, fingendosi più confuso di quanto non fosse in realtà.

“E per un motivo così sciocco hai rischiato di prenderti una polmonite? Nessuno toccherà le tue cose, ho dato ordine che vengano lasciate esattamente dove si trovano. Ma, in ogni caso, se avevi bisogno di qualcosa perché non hai chiamato?”

“Nessuno mi avrebbe sentito, debole come sono.”

Richis rimase pensieroso per un attimo. Il ragazzo aveva ragione, se anche avesse chiamato lui non lo avrebbe sentito e i domestici a quell’ora dormivano. Sì, forse aveva sbagliato ad alzarsi da solo dal letto, ma era anche vero che nella stanza non c’era nessuno che avrebbe potuto aiutarlo. Improvvisamente l’uomo prese una decisione: avvolse Grenouille in una coperta e lo sollevò dal letto.

“Hai ragione. Nelle tue condizioni non puoi restare qui da solo. Ti porto nella mia stanza.” gli spiegò. Grenouille rimase sorpreso, ma non parlò. Avrebbero dormito insieme, dunque? Sinceramente questo era ciò che Richis pareva aver desiderato fin dal primo istante in cui se lo era messo in casa, ovviamente sempre per via del profumo, ma insomma… Ad ogni modo non era mai il caso di discutere con Richis, se anche Grenouille avesse avuto la minima intenzione di farlo. Come al solito, si lasciò portare dove voleva lui e deporre nel suo letto. Oh, beh, il profumo aveva anche i suoi effetti collaterali, Grenouille lo aveva visto bene quando lo aveva usato sulla folla di Grasse. Il fatto poi che ne avesse appena messo di nuovo una goccia poteva provocare reazioni inconsulte. Il ragazzo non si stupì più di tanto quando Richis, dopo averlo messo nel suo letto, cominciò a stringerlo tra le braccia e a baciarlo. Cercò di restarsene fermo e buono e di non opporre alcuna resistenza anche quando Richis decise di andare fino in fondo, sfogando su di lui tutti gli istinti che il profumo gli aveva risvegliato. Solo alla fine, quando Richis, soddisfatto, si fu addormentato, Grenouille rimase con gli occhi spalancati a fissare l’oscurità, chiedendosi se avrebbe dovuto sottostare ad una cosa simile tutte le notti in cambio di una vita da profumiere e della sicurezza che vivere nella casa del secondo console di Grasse gli procurava. Era un interrogativo inquietante. Ma del resto, quali altre possibilità aveva? In fondo nella sua vita aveva sopportato cose ben peggiori, soprattutto nel periodo in cui si era trovato a lavorare per il brutale Grimal. Questo non era poi così intollerabile, a patto di non pensarci troppo! E Grenouille era maestro nell’arte di evadere dalla realtà ogni volta che ne aveva bisogno. Sì, poteva accettare lo scambio.

   
 
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