15.
Seeking
Elena sbatté con lentezza le palpebre.
Avvertì una brezza
leggera soffiarle sul volto, e l’umidità della
terra appena sotto di lei.
Sapeva, disperatamente, che
doveva muoversi e fuggire da lì, ma quel pensiero si
scontrò con la realtà della sua estrema debolezza
fisica, con il suo intero corpo intorpidito e dolorante, come trafitto
ovunque da infiniti piccoli aghi. Immaginò che quelli
fossero gli effetti della verbena, effetti che prima d’ora
non aveva mai avuto modo di provare.
Con uno sforzo enorme,
voltò appena la testa di lato e cercò di
concentrare la sua mente così da poter afferrare qualsiasi
minimo dettaglio. Le bastò uno sguardo sbiadito per
riconoscere subito il posto, ancora così presente nei suoi
incubi, e sentì rinnovarsi un noto dolore quando riconobbe
il punto esatto dove era morta sua zia Jenna, e dove, per un
po’, era morta anche lei. Poco più in
là, intuì la presenza di un’ombra, che
mise vagamente a fuoco nella sagoma di una donna che non conosceva,
china sopra il corpo di una ragazza dai lunghi capelli scuri che le
ricordava Evelyn Fell.
Alzò lo sguardo, e
scorse, tra la nebbia della nuvole, una luna piena argentata che si
stagliava contro il nero della notte. Con quell’immagine
impressa, sentì le sue palpebre farsi nuovamente pesanti e
chiudersi sui suoi occhi.
Non seppe quanto tempo rimase
ferma, nell’oscurità, prima di iniziare, a poco a
poco, ad udire una voce recitare sommessamente parole che non riusciva
ad afferrare. Quando le riconobbe come familiare, avvertì
una leggera scarica di adrenalina, ed il suo cuore ebbe un moto di
ripresa.
Bonnie.
Provò a chiamarla,
ma, ancora una volta, il suo corpo sembrava non essere disposto a
collaborare e dalla sua bocca non ne uscì che un respiro
strozzato.
All’improvviso, si
sentì afferrare la mano con forza da un tocco che avrebbe
riconosciuto tra mille, e quel solo contatto le diede la forza di
aprire nuovamente gli occhi. Non vide altro, solo due iridi azzurre.
Voleva, con tutta se stessa, stringere la sua mano, ma tutto quello che
riuscì a fare fu solo muovere a malapena le dita.
Avvertì la sua voce,
bassa ma chiara, mentre le stringeva ancora più forte la
mano - “Andrà tutto bene.”
Con quelle parole in mente,
svenne di nuovo.
***
Elena conosce quella
conversazione, sa già come si svolgerà, ma i
contorni sono diversi, più sbiaditi. E non è una
strada buia e deserta. E’ nella sua camera. E’ a
casa.
Lo guarda con un
leggero sorriso e, come recitando delle battute già
conosciute, si sente chiedere - “Allora, Damon …
Dimmi. Cos’è che voglio?”
Si avvicina ed i suoi occhi azzurri le guardano dentro, in un posto che neanche lei sa ben definire, questo sconosciuto che non è uno sconosciuto, ma l’uomo e vampiro che ama in un modo talmente assurdo da non crederci neanche lei.
“Vuoi un
amore che ti divori. Vuoi passione … e avventura. Ed anche
un po’ di pericolo.”
Elena sorride
divertita. Le piace quel gioco. Le piace quella risposta.
Ma sente che
c’è qualcos’altro che vuole, che deve
chiedergli.
“Non hai mai
risposto alla mia domanda. Non ne hai avuto il tempo. Cosa vuoi
tu?”
Vede le sue labbra
curvarsi leggermente verso l'alto in un mezzo sorriso.
“L’ho fatto, Elena. Voglio che tu trovi tutto
quello che stai cercando. Dopo tutto, questo non è cambiato
molto.”
Non sa neanche lei
quale Elena stia parlando in quel momento. E’ Elena sedicenne
con tutta la vita ancora intatta. E’ Elena che ha perso tutto
e non ha più un punto fermo. E’ Elena rinata come
vampiro. Forse nessuna di loro, o forse tutte quante.
“Non
è un compito facile, quello che mi hai dato. Sapere, e
trovare, quello che sto cercando.”
“Non
è mai facile, Elena.”
***
Elena spalancò gli
occhi d’istinto e respirò avidamente.
Avvertì la stessa,
improvvisa, sensazione di ritorno da un luogo molto lontano che aveva
accompagnato il suo risveglio in transizione. Gli effetti della verbena
erano scomparsi. Si alzò a sedere di scattò e si
guardò attorno, il cuore che le martellava in petto con
forza.
Qualcosa non andava.
In lontananza, vide Stefan,
Tyler e Caroline fare del loro meglio per trattenere Klaus, mentre
Bonnie teneva le mani sopra un corpo disteso a terra, pronta a compiere
un nuovo incantesimo di essiccamento. Klaus lottava con forza, ed Elena
ebbe paura che gli altri non riuscissero a tenerlo fermo per il tempo
che era necessario.
Ma no, non era quello che stava
cercando.
Con un movimento agitato,
voltò lo sguardo di scatto, il suo cuore che non dava alcun
cenno di rallentare, mentre uno strano terrore si faceva strada dentro
di lei.
Lo vide, poco distante, sdraiato
a terra, la carnagione più pallida che mai, mentre la donna
che non conosceva si avvicinava e, di spalle, si chinava su di lui.
Vide un pugnale macchiato di
sangue abbandonato sulla terra umida.
Non ebbe il tempo di pensare.
Afferrò il pugnale e, con tutte le forze che
riuscì a trovare, lo affondò con forza nel fianco
della donna e lo tenne lì, spingendolo ancora più
a fondo, finché non la sentì esalare un ultimo
respiro soffocato e crollare a terra. Rimase un attimo, stordita, a
contemplare il corpo afflosciato, ma si riscosse subito da quello
strano torpore.
“Damon!”
Si gettò sul suo
corpo inerme, mentre sentiva in lontananza la sua stessa voce, come
fuori dal suo corpo, non riuscire a smettere di mormorare –
“No, no, no, no, no …”
Appoggiò una mano sul
suo volto e, come in trance, fece scorrere le dita sulle sue guance,
sul suo profilo, sulle sue labbra, tutto così bianco, freddo
e cinereo. Gli prese la mano e si lasciò andare, disfatta e
inerte, accanto a lui. Era come non avere più aria nei
polmoni, non avere più lacrime da versare, non avere
più niente di umano, solo il vuoto, dentro di sé.
Era come se fosse
morta anche lei.
Spazio autrice:
Prima di maledirmi … Ci sarà un epilogo a breve
dove verranno spiegate alcune cose, prometto.
E’ Elena che riflette con se stessa nell’immagine di Damon, perché, in fondo, lui è una parte di lei.
Grazie per le vostre recensioni, spero che continuerete a recensire numerose!
A
presto!