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Autore: Betty    14/05/2004    4 recensioni
A 15 anni Zoe era convinta di aver trovato l'uomo della sua vita, ora dopo anni di distacco il suo cuore batterà ancora per Paul?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12

Questo capitolo non è niente di eccezionale, però mi sentivo in colpa verso di voi a non aggiornare la fanfic. Spero per il prossimo capitolo di riuscire a scrivere qualcosa di meglio. Ringrazio come sempre Luxy, Rossy, Meiko, Stormy, Scandros.. insomma tutti voi che mi seguite sempre. E per voi che ho spremuto le meningi per tirare fuori questo capitolo. Un bacio Betty

CAPITOLO 12

"Siamo pronti per andare a casa?" ti chiede Paul, prendendo la tua borsa.

"Non capisco perché ho dovuto stare qui una notte, stavo benissimo!" protesti con Paul anche se sai che lui non centra niente con le scelte dei medici.

"Era solo una precauzione, lo sai bene. A proposito non è che posso trasferirmi da te?"

"Ti hanno sfrattato?" chiedi curiosa.

"No, ho i fotografi che fanno la posta sotto casa. Stanotte ho dormito in albergo ma non mi piace."

"Non c'è problema, il divano è sempre libero" dici seria.

Lo vedi diventare serio "Il divano. Va bene"

"Guarda che il mio divano è molto comodo"

"Penso che il tuo letto, quel letto bello grande, sia più comodo. Però se ti do fastidio…"

Ridi vedendo la sua faccia delusa "Scemo, stavo scherzando secondo te ti faccio dormire sul divano? Andiamo a casa, anzi prima mi porti a fare colazione."

Appena fuori dall'ospedale vi mimetizzate tra la folla, Paul si guarda intorno come per vedere se ci fosse qualcuno che lo avesse seguito.

Povero Paul perché uno scandalo del genere proprio a lui? Non se lo merita, chi è che potrebbe volere il suo male?

Non ti immagini neanche che possa centrare anche tu in tutta questa storia, cerchi di distrarlo parlando, ma capisci che la sua mente e da un'altra parte.

Siete seduti uno di fronte all'altro, ad un anonimo tavolino in un bar.

"All'inizio tutti mi hanno creduto colpevole" dice guardandoti negli occhi.

Ti senti morire "Scusami, anch'io sono tra questi."

"Hai avuto una reazione giusta, dopotutto non possiamo dire di conoscerci bene. E prima di rivederti, ero un uomo libero di fare quello che volevo." Sorride ma è così triste.

"A cosa pensi?" chiedi

"Ai miei genitori, li ho chiamati ieri sera, volevo che sapessero la notizia da me. Loro mi hanno creduto, sono dalla mia parte. E poi gli ho detto di te, vorrebbero conoscerti"

Sei sorpresa "Non ti sembra un po’ presto?"

"Forse, ma adesso tu sei la mia unica certezza"

"Paul, lo sai che ti amo?" gli dici prendendogli la mano tra la tua.

"Lo so, non ne ho mai dubitato. Adesso però andiamocene a casa" si alza velocemente e insieme vi dirigete verso la macchina.

 

Sono ore che sei davanti a casa sua e non è ancora uscita, stai iniziando ad innervosirti, non ti piace aspettare e poi aspettare una donna, nella tua mente vedi già la scena, lei che esce per andare al lavoro e tu che le vai incontro per vedere come sta e poi consolarla.

Invece la tua bella scena è andata a farsi benedire, decidi di andare a suonare e stai scendendo dall'auto quando vedi arrivare una macchina sportiva. Riconosci Zoe al lato del passeggero, ma non vedi chi sia l'autista, poi quando vedi Paul scendere dall'auto vorresti andare lì e strozzarlo.

Non doveva finire così, sono ancora insieme e per di più si guardano con amore.

"Maledizione!" esclami sbattendo le mani sul cruscotto. Devi pensare in fretta, devi riuscire ad incontrare da solo Zoe prima che la verità venga a galla, decidi di aspettare, forse quell'idiota andrà da qualche parte, e tu andrai da lei.

 

Ti senti un leone in gabbia, vorresti andare ad allenarti ma sai già che troverai una fila di rompiscatole davanti allo stadio, stai praticamene scavando un solco nel pavimento, sai che Zoe ti sta osservando ma non riesci a stare calmo. Se pensi che solo il giorno prima hai rischiato di perderla, ti si chiude lo stomaco. Vorresti proprio sapere perché quella donna cerca di incastrarti, hai la sensazione di averla vista anche recentemente ma non ti ricordi dove.

"Paul, perché non vai agli allenamenti. Così ti sfoghi un po’" la voce di Zoe di strappa dai tuoi pensieri.

"So già che sarà pieno di giornalisti, ho già sentito il mister e anche lui ritiene che è meglio se sto a casa, almeno per oggi."

"Non pensi che questa tua assenza venga scambiata come una ammissione di colpevolezza? Secondo me, dovresti farti vedere e dire a tutti, che quelle cose che dice quella modella sono tute false. Tu non ti devi nascondere, e lei quella che non dovrebbe più uscire di casa."

La guardi con gratitudine "Forse hai ragione, io non ho niente da nascondere. Però non voglio lasciarti a casa da sola."

"Vai tranquillo, io devo finire un articolo, dovevo farlo per ieri ma sai come sono andate le cose"

"Sicura?"

"Sicura, adesso chiama l'allenatore e sparisci dalla mia vista. Ti voglio qui solo dopo che avrai fatto il tuo dovere."

Sorridi e ti avvicini a Zoe, che è seduta sul divano, le prendi il viso tra le mani e la baci "Se continui così penso che ti chiederò di diventare la sig.ra Diamond. "

"Non ti sembra un po’ presto per chiedermelo?" ti risponde Zoe ma vedi la gioia nei suoi occhi.

"Dipende, io ti amo e tu mi ami, andiamo d'accordo e ci conosciamo da anni, perché dovremmo sprecare altro tempo? La vita purtroppo è più breve di quanto ci si immagini."

"Guarda che la testa l'ho picchiata io non tu, adesso vai" ti allontana con un sorriso, tu prendi le chiavi della macchina e ti dirigi verso la porta.

"Paul, una vera proposta di matrimonio la voglio fatta bene, ricordatelo!"

Sorridi e poi esci chiudendo la porta dietro di te, ha ragione Zoe, non sei tu quello che si deve nascondere, sali in macchina e parti deciso ad affrontare tutti.

 

"Finalmente quell'idiota si è tolto dai piedi, adesso devo giocare bene le mie carte." Esci dalla macchina e corri verso il palazzo dove c'è l'appartamento di Zoe, suoni il citofono.

"Chi è?" senti la sua voce dolce.

"Sono Jason"

"Jason? Sali" sorridi pensando all'ingenuità di Zoe, non sa che sta facendo entrare il lupo nella sua casa. Sali le scale velocemente, lei e lì sulla porta, vedi che ha un bernoccolo sulla tempia.

"Cosa hai fatto?" le chiedi cercando di essere sorpreso, ma dentro di te pensi che le sta bene.

"Niente sono caduta, come mai da queste arti?" ti chiede facendoti entrare.

"Ho saputo di Diamond e ho pensato che avessi bisogno di un amico"

La vedi sorridere, vorresti mollarle un ceffone "Non ti preoccupare, io e Paul ci siamo chiariti. Però sono felice che tu abbia pensato a come stavo." Si siede sul divano e tu le sei accanto.

"Zoe, non voglio intromettermi nella tua vita, ma sei così sicura che non sia lui il padre di quel bambino?" le prendi le mani tra le tue

"Certo, sono sicura, gli credo" ti risponde, si sta mettendo sulla difensiva, devi farle crescere il dubbio.

"Zoe, sei innamorata e questo offusca un po’ la tua capacità di giudizio, la modella è Marylin, una delle modelle preferite di mia madre e ti assicuro che non sarebbe in grado di mentire."

"Forse non è neanche incinta e questa è tutta una farsa per screditare Paul"

"E' incinta, c'ero anch'io quando ha avuto i risultati e poi l'ho accompagnata a fare la prima ecografia."

La vedi incerte, leggi il dubbio nei suoi occhi. "Perché sei andato tu con lei?" ti chiede.

"Ci conosciamo da anni, mi ha chiesto un aiuto come amico. Così come io adesso sto offrendo il mio aiuto a te."

"Jason , ti ringrazio, ma io non ho bisogno di nessun aiuto, credo a Paul. Non so perché quella donna voglia incastrarlo, ma verrà smascherata. L'esame del DNA sul feto chiarirà se Paul è il padre o meno."

"E se fosse lui, il padre?" chiedi.

"E successo tutto prima che ci mettessimo insieme, lui adesso ama me, lo accetterò anche se sarà difficile, ma lo accetterò"

ti alzi di scatto, spaventandola, vorresti scuoterla e picchiarla fino a farle cambiare idea, "Non capisci, un figlio di un'altra donna, sarebbe un ostacolo tra voi. Ti conosco tu non ammetti compromessi in amore o tutto o niente."

"Allora sono cambiata, preferisco accettare un figlio non mio che perde Paul" ti risponde calma.

Devi calmarti, ti dici, lei non deve capire come sei, che ti piace essere violento, non dovrà saperlo fino a quando non l'avrò piegata al mio volere, cerchi di controllare le tue emozioni, sei capace lo hai già fatto più di una volta, respiri e le macchie rosse ti spariscono da davanti agli occhi.

Vedi il volto di Zoe davanti a te, è un misto tra paura e preoccupazione.

"Zoe, scusami, è che non voglio vederti soffrire. Ho rinunciato a te perché ero sicuro che saresti stata più felice con lui, invece.." cerchi di sembrare dispiaciuto, vedi la paura dissolversi dal suo volto, la recita ha funzionato.

"Jason, mi dispiace farti soffrire così. Comunque con Paul sono felice, e lo sarò. Non so come fai ad essere così dolce in un momento così, dopotutto noi stavamo insieme e.."

le metti un dito sulle labbra "Ssst, non dire niente, ormai è passato. Voglio solo essere tuo amico e non voglio vederti soffrire, tutto qui."

"Grazie" ti dice abbracciandoti, tu ricambi l'abbraccio leggermente, perché in realtà vorresti stritolarla e sentirla chiedere pietà. Ti allontani cercando di non essere brusco, la saluti e corri verso la macchina, devi allontanarti da quel viso che vorresti prendere a schiaffi e da quel corpo che vorresti prendere a calci, per poi farla tua.

Appena sei in macchina, respiri velocemente per questa volta sei riuscito a trattenerti, ma la prossima, ci riuscirai ancora?

 

Osservi Jason che parte con la sua auto, era così strano, dolce, affettuosa ma nei suoi occhi per un momento hai letto la rabbia, subito sparita. Hai avuto paura di lui, non era mai successo.

"Chi sei Jason, chi sei veramente?" domandi all'immagine dell'auto che sparisce in lontananza.

 

 

 

 

 

  
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