Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ValeDowney    20/06/2012    4 recensioni
Seconda avventura per Clarice Piton ed i suoi amici. Un misterioso elfo metterà in guardia Clarice su oscuri presagi che aleggiano su Hogwarts. Eccovi la seconda avventura: Clarice Piton e la Camera dei Segreti
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo gli avvenimenti che erano appena successi, nella scuola non si parlava d’altro e, ora, Clarice, dopo che ebbe finito di fare i compiti, supervisionata da suo padre, stava ritornando al dormitorio, con Ron ed Hermione, passando per le scale principali: “E’ un po’ strano, non trovate ?” disse Hermione. “Strano ?!” disse stupita Clarice e, tutti e tre, si fermarono sulla scala. “Tu senti una voce; una voce che tu solo puoi sentire e spunta fuori Mrs. Purr pietrificata. Lo trovo…strano” spiegò Hermione. “Pensi che avrei dovuto dirglielo ? A Silente ed agli altri ? Anche se al mio papà glielo ho già detto” disse Clarice. “Sei impazzita ?! Perché glielo hai detto ? Ora ti prenderà per pazza, ed era l’unico, a parte noi, che era dalla tua parte” disse stupito Ron. “E che dovevo fare, allora ? Intanto, aveva già scoperto dalla mia faccia, che stavo nascondendo qualcosa e, a lui, non gli posso mentire” disse Clarice. “Era meglio se non gli dicevi niente: persino nel mondo dei maghi, sentire voci, non è un buon segno” disse Hermione. “Mio padre ha detto che non è normale sentire delle voci, ma non mi ritiene pazza; anzi, mi ha anche detto che, se io sento delle voci, rimango sempre me stessa e, per lui, sarò sempre la sua adorata bambina, mentre per voi, la vostra migliore amica” spiegò Clarice. “Allora, su tuo padre, puoi ancora contare” disse Ron. “Lui non mi abbandonerà mai: me lo ha promesso” disse Clarice. “Coraggio, ritorniamo nel nostro dormitorio, prima che succeda qualcos’altro” disse Hermione e, mentre ripresero a salire le scale, Clarice disse: “E che altro dovrebbe succedere di peggio ? Quest’anno, non fa proprio per me”. “Suvvia, non ti scoraggiare, Clarice: credi a ciò che ti ha detto tuo padre” disse Ron. “Lui mi ha detto quelle cose, solo per tirarmi su di morale; in verità, neanche lui sa del perché io sento quella voce e solo io riesco a sentirla” disse Clarice. “Ha ragione, sai” disse un dipinto. Ron lo guardò, ma poi, seguì Clarice.

Clarice trascorse la notte, praticamente senza chiudere occhio e, infatti, il mattino dopo, a colazione… “Clarice ! Clarice, sveglia !” le disse Hermione e Clarice, aprendo gli occhi, disse: “Non stavo dormendo: stavo solo rip…”. “Riposando gli occhi: lo hai detto anche prima. Clarice, stanotte non hai dormito, vero ?” disse Hermione. “No: continuavo a pensare a quella voce; però, non l’ho più sentita, che strano” spiegò Clarice e tentò di mangiare un po’ della sua colazione. “Perché non provi a parlarne con tuo padre ? Ti potrà dare qualche consiglio” propose Hermione. “Ci ho già parlato con lui e sai quello che mi ha detto” disse Clarice e sbadigliò. “Emmm…Clarice…forse faresti meglio a svegliarti” disse preoccupato Ron, visto che Clarice aveva nuovamente chiuso gli occhi; di fatti, dietro di loro, comparve Severus il quale, vedendo la figlia che dormiva, disse: “Clarice, spero che tu non stia schiacciando un pisolino, perché lo sai come la penso al riguardo” e Clarice, sentendo la voce di suo padre, si voltò e disse: “Ciao, papà: hai dormito bene ?”. “Io splendidamente, ma tu ?” domandò Severus. “Non ho chiuso occhio” rispose Clarice. Severus si inginocchiò, per guardarla negli occhi e le chiese: “Pensavi a quella voce, vero ?” e Clarice annuì positivamente con la testa. “Povera la mia piccola Clarice: ti ho detto che non dovevi tormentarti per quella voce” disse Severus, mentre l’accarezzava su una guancia. “Non c’è stato niente da fare, papà: ogni volta che provavo a chiudere gli occhi, mi ritornava sempre in mente quella voce” disse Clarice. “Piccola mia, forse ho la soluzione al tuo problema: ti darò una Pozione del Sonno così, quando ti addormenterai, non rischierai di pensare a quella voce; che ne dici ?” propose Severus. “Ne sei sicuro ?! Uao, grazie papà: sei il migliore” disse entusiasta Clarice e lo abbracciò, sotto lo sguardo sorpreso degli altri. Severus si schiarì la voce, quindi Clarice si staccò subito da lui e, un po’ imbarazzata, disse: “Scusami, papà…non volevo abbracciarti…io…io”, ma la cosa che la sorprese, fu che Severus l’abbracciò a sua volta, mentre le diceva: “Bambina mia, tu non mi metti mai in imbarazzo: lo sai che non me ne importa niente di quello che gli altri dicono”. Quando l’abbraccio finì, Severus aggiunse dicendo: “ Se non mi ricordo male, alle prime due ore, hai Trasfigurazione ed è proprio in questa lezione, che tua nonna ti insegnerà a come trasformare gli animali in calici”. “Quindi, posso usare Artemisia, vero ?” domandò Clarice. “Certo: prima di andare a Trasfigurazione, passa nei sotterranei, che ti consegno il nostro amato furetto” rispose Severus. “Ormai, credo che Artemisia si trovi meglio con te, che con me” disse Clarice. “No, non è vero, leoncino: ricordati che tu, sei pur sempre la sua padroncina” disse Severus e le scompigliò i capelli; poi, aggiunse dicendo: “Visto che fatichi a tenere gli occhi aperti, dirò a tua nonna di non interrogarti…almeno per oggi”. “Starò attenta, promesso” disse Clarice. “Sì, ma conoscendoti, se ti addormenterai, dirai che stai solo riposando gli occhi” disse Severus. “E’ quello che ha detto anche prima” disse Hermione e Clarice le lanciò un’occhiataccia. “Papà, davvero, non è necessario che dica alla nonna che, stanotte, non ho dormito” disse Clarice. “ Va bene; allora non glielo dirò” disse Severus ed accennò ad un sorriso; poi, aggiunse dicendo: “Ma, visto che non vuoi che dica a tua nonna che non hai chiuso occhio, almeno, fammi il favore di mangiare qualcosa” e si diresse verso il tavolo dei Professori. “Ma come ha fatto a sapere che non stavo mangiando, se è appena entrato nella Sala Grande ?!” disse stupita Clarice. “Lo chiedi a noi ?! E’ tuo padre, quindi, dovresti conoscerlo più te” disse Ron. “Ascolta tuo padre: se mangi qualcosa, è anche probabile che ti svegli” disse Hermione. “Sì, Dottoressa Hermione” disse Clarice e Ron rise sotto i baffi.

Poco dopo, Severus aveva appena “consegnato” Artemisia a Clarice: “E, mi raccomando: trasformala a dovere” disse Severus. “Tranquillo, papà: con me, Artemisia è al sicuro, più di Crosta con Ron” disse Clarice, mentre Artemisia stava sulla sua spalla sinistra. “Sarà meglio che rimanga quello che è, se non vuoi che faccia arrosto Hedwige” disse Severus. “Ho già capito quanto ti sei affezionato ad Artemisia e, per questo motivo, cercherò di fare un incantesimo decente” disse Clarice. “Bada di portarmi più di una “A” in Trasfigurazione, quest’ anno” disse Severus e chiuse la porta. “Ma perché non gli basta una semplice “A”?! In fin dei conti, “A”, significa “Accettabile” e, quindi, non è male come voto; non credi anche tu, Artemisia ?” disse Clarice, mentre camminava su per le scale ed Artemisia emise i suoi versetti. Clarice stava salendo sulla scalinata principale, dirigendosi al quarto piano, dove si trovava proprio l’Aula di Trasfigurazione, quando venne raggiunta da Ron, che teneva in mano Crosta, ed Hermione; quest’ultima disse: “Ah, vedo che il Professor Piton ti ha dato veramente Artemisia”. “Perché, credevi il contrario ?” chiese Clarice. “No, ma ho notato che il tuo furetto è sempre con il Professor Piton e, finora, non si è mai separata da lui” rispose Hermione. “E, tu, ti preoccupi che Artemisia non si è mai separata dal Professor Piton ?! Se fossi in Clarice, mi preoccuperei di non trasformarla in qualcosa che non sia più un furetto” disse Ron, mentre raggiunsero il corridoio del quarto piano. “Papà mi ha solamente detto che, quest’anno, dovrò prendere più di “A” in Trasfigurazione” spiegò Clarice. “E se non gli porti più di “A”, che cosa ti succede ?” domandò Ron. “Questo non me lo ha detto, però, secondo me, non è niente di bello” rispose Clarice, entrando nell’Aula di Trasfigurazione e, sedendosi con Ron, al primo banco, proprio di fronte alla cattedra, mentre Hermione si sedette nel banco accanto al loro. “Vedrai che tuo padre non ti ucciderà: conoscendolo, al massimo ti metterà in punizione per un mese intero ma, non ti ucciderà, anche perché sei la sua unica figlia” spiegò Ron, mentre mise Crosta sul banco e Clarice fece la stessa cosa con Artemisia. “La sua unica ed adorata figlia, per la precisione” lo corresse Clarice mentre, mano a mano, entravano anche gli altri studenti. “Chissà che cosa ci farà fare oggi la Professoressa McGranitt: spero niente di difficile” disse Ron. “Il mio papà mi ha detto che, nella lezione di oggi, la Professoressa McGranitt ci insegna a trasformare gli animali in calici” spiegò Clarice. Ron la guardò e stupito chiese: “Non dirai sul serio ?!”. “Questo è ciò che mi ha detto il mio papà; più di lui, chi altri lo può sapere” rispose Clarice. Ron, allora, guardò Crosta e gli disse: “Crosta, perdonami in anticipo, per quello che ti potrà accadere” ed il topo squittì. Artemisia guardò Clarice ed emise i suoi versetti; quindi, Clarice le disse: “Non ti preoccupare: sono sicura di fare un incantesimo perfetto anche perché, se non ci dovessi riuscire, papà mi ammazzerà”. In quel momento, entrò la Professoressa McGranitt, la quale, mentre camminava verso la sua cattedra, disse: “Buon giorno, ragazzi”. “Buon giorno, Professoressa McGranitt” dissero insieme gli studenti.

La Professoressa McGranitt arrivò alla sua cattedra e, con un colpo di bacchetta, sulla lavagna comparve l’incantesimo che avrebbero usato quel giorno e, voltandosi verso la classe, iniziò a spiegare: “ Allora, oggi, noi trasformeremo gli animali in calici d’acqua, in questo modo” e, puntando la bacchetta contro il tucano, disse: “1…2…3… Feraverto” ed il tucano si trasformò in un calice d’acqua, lasciando senza parole gli studenti.  “Ora, tocca a voi. Bene, chi vuole essere il primo ?” disse la Professoressa McGranitt e, camminò tra i banchi, fermandosi in quello dove vi erano Ron e Clarice; quindi, disse: “ Ah, Signor Weasley…1…2…3…Feraverto”. Ron si schiarì la voce e, dopo aver contato mentalmente fino al tre, disse: “ Feraverto” ma la bacchetta, essendo rotta, non compì l’incantesimo giusto e, il povero Crosta, divenne sì un calice, ma con la pelliccia e la coda. Gli altri risero e Ron , mentre prendeva in mano il suo calice – topo, la Professoressa McGranitt gli disse: “ Quella bacchetta va sostituita, Signor Weasley”. Hermione alzò la mano, quindi la Professoressa McGranitt, voltandosi verso di lei, disse: “ Sì, Signorina Granger ?”. “Professoressa, mi chiedevo se poteva parlarci della Camera dei Segreti” disse Hermione. La Professoressa McGranitt non sapeva che dire; ma, poi, convinta, spiegò: “ Molto bene…Tutti sapete, naturalmente, che Hogwarts è stata fondata, più di 1000 anni fa, da i due maghi e le due streghe più famosi dell’epoca: Godric Grifondoro; Tosca Tassorosso; Cosetta Corvonero e…Salazar Serpeverde. Ora, 3 dei fondatori, vivevano in grande armonia tra loro; 1, invece no”. “Indovina quale ?” disse Ron, rivolto a Clarice. “Salazar Serpeverde voleva essere più selettivo sugli studenti da ammettere a Hogwarts: era convinto che, il sapere magico, andasse custodito nelle famiglie di soli maghi; in altre parole, i Purosangue e, quindi, decise di lasciare la scuola. Ora, secondo la Leggenda, Serpeverde aveva costruito, in questo castello, una camera nascosta, nota come la Camera dei Segreti. Bene, poco prima della sua partenza, egli la sigillò, in attesa del giorno in cui fosse arrivato nella scuola, il suo vero erede, solo l’erede sarebbe stato capace di aprire la camera e farne scaturire gli orrori contenuti e, così facendo, epurare la scuola da tutti coloro che, secondo Serpeverde, erano indegni di studiare la magia” continuò a spiegare la Professoressa McGranitt. “I figli di babbani” disse Hermione. “Bene. Naturalmente la scuola è stata controllata molte volte: nessuna camera del genere, è stata mai trovata” finì di spiegare la Professoressa McGranitt e, stava per ritornare alla sua cattedra, quando Hermione la fermò, domandando: “Professoressa, secondo la Leggenda, che cosa racchiude la camera ?” e la Professoressa McGranitt, dopo essersi voltata, le rispose dicendo: “ Ecco, si dice che la camera sia la dimora di qualcosa che solo l’erede di Serpeverde sa controllare; si dice che sia la dimora…di un mostro”. Ron voltò lo sguardo all’indietro, per vedere Malfoy che sorrideva.

“Bene, perché, ora, qualcun altro non prova con l’incantesimo Feraverto” disse la Professoressa McGranitt e, fermandosi al primo banco, aggiunse dicendo: “Signorina Piton, vorrebbe farci vedere questo incantesimo”. Clarice, allora, proprio come aveva fatto prima Ron, contò mentalmente fino a 3 e, poi, disse: “ Feraverto” ed Artemisia si trasformò in un perfetto calice d’acqua. “Eccellente, Signorina Piton: 5 punti a Grifondoro !” disse entusiasta la Professoressa McGranitt e, stava per andare da qualcun altro, quando Clarice la fermò, dicendo: “Emmm…Professoressa McGranitt…scusi se glielo chiedo, ma come faccio a far tornare normale il mio furetto ? Il mio papà lo rivuole come era prima”. “Oh, è molto semplice, Signorina Piton: basta che dica “Inverto” ed il suo furetto ritornerà quello di prima. Su, coraggio: provi” spiegò la Professoressa McGranitt. Clarice, allora, puntò la bacchetta contro il calice d’acqua e disse: “ Inverto” ed il calice d’acqua, ritornò ad essere un furetto. “Complimenti ancora, Signorina Piton: la premio con altri 5 punti” disse entusiasta la Professoressa McGranitt e, mentre andò da altri studenti, Clarice guardò, sia Hermione, che Ron e sorrise. A lezione finita, Clarice stava uscendo dall’aula, quando la Professoressa McGranitt le disse: “Signorina Piton, potrei parlarle solo per un momento”. Clarice, allora, guardò Ron ed Hermione e disse, rivolta a loro: “Aspettatemi fuori” e, dopo che i suoi amici furono usciti, Clarice chiese: “C’è qualcosa che non va, nonna ?”. “No, no; anzi, a parte che ti devo fare i complimenti per gli ottimi incantesimi eseguiti oggi; ma, poi, vorrei dirti di non chiedere a tuo padre della Camera dei Segreti: sai, non vorrei che si ripetesse la storia dell’anno scorso” rispose la Professoressa McGranitt. “ Stavolta, io ed i miei amici, non ci impicceremo degli affari della scuola” disse Clarice, mentre Artemisia se ne stava sulla sua spalla. “Mi devo fidare, questa volta ?” domandò la Professoressa McGranitt. “Tranquilla, nonna: già il mio anno non è iniziato nel migliore dei modi; quindi, non voglio peggiorarlo ancora di più” rispose Clarice. “Ti credo sulla parola, ma bada di dirmi la verità, perché, dico davvero Clarice, questa volta, la faccenda è ben più pericolosa rispetto alla Pietra Filosofale” disse la Professoressa McGranitt.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ValeDowney