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Autore: Katedixon    20/06/2012    0 recensioni
Day one - Road Trip.
Day two - Zombie Apocalypse.
Day three - Drunk.
Day four - Skank Quinn and Goth Rachel.
Day five - World War II.
Day six - Super Heroes.
Day seven - College.
BONUS – Pride.
La Faberry Week, come potevo perdermela?!
Faberryfeelings:modeon.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correva spedita per i corridoi della scuola, sentiva le loro voci in lontananza, che si avvicinavano sempre di più, mentre le immagini del corpo inerme della ragazza le offuscavano la mente.
L'aveva stretta tra le sue braccia mentre moriva, a causa di quegli esseri, non poteva lasciare che la passassero liscia, li avrebbe uccisi dal primo all'ultimo. Si era fatta questa promessa due mesi prima e ancora era alla ricerca di un modo per realizzarla.
Aprì in fretta il suo armadietto e prese le due pistole che le aveva dato suo padre, prima che lasciasse il Paese. Prese un gran respiro, diede un'occhiata alla foto di Rachel e raccolse tutto il coraggio necessario, chiudendo l'armadietto.
L'edificio era deserto quella sera, non c'era traccia nemmeno dei soliti bidelli che pulivano tutte le aule, era strano, o forse no. Gli zombie avevano scelto quello come quartier generale non a caso, era ottimo per la notte, perché non c'era nessuno, e c'erano abbastanza nascondigli per il giorno.
Svoltò l'angolo ed entrò nell'aula di fisica.
Ne aveva trovato uno finalmente.
Non uno zombie, un bidello. Morto.
La vista di tutto quel sangue le dava sempre la nausea, ma doveva sopportarlo. Per lei. Per Rachel.
Caricò entrambe le pistole, restando in allerta, e quando sentii che gli zombie erano arrivati in quel corridoio, spalancò la porta con un calcio e puntò le pistole.
Non si sarebbe mai aspettata di vedere una cosa del genere.
Erano più di quanti si aspettasse, circa trenta, non era sicura di poterli uccidere tutti da sola, ci doveva provare, non aveva niente da perdere ormai.
Premette entrambi i grilletti e fece saltare due teste delle trenta. Caricò di nuovo le pistole e ripetè l'azione, finché gli zombie non furono a cinque centimetri da lei e fu costretta a indietreggiare velocemente.
"Cazzo."
Le munizioni erano finite, doveva trovare un'altra arma, e in fretta.
Iniziò a correre come una furia, fino a raggiungere la palestra ed entrare nella sala degli attrezzi. Rovistò a lungo, ma tutto quello che trovò furono dei bastoni e un rotolo di fil di ferro.
L'idea le brillò in mente, era pericolosa, ma era l'unico modo per ucciderli tutti in una volta, poi si sarebbe dedicata agli altri. Sapeva che ce n'erano altri.
Tornò in palestra e si fermò davanti ai pali per le esercitazioni.
Non aveva mai amato arrampicarsi, era umiliante.
Lasciò cadere le pistole e prese a salire sempre più su, fino a raggiungere una delle lampade scoperte. Quegli affari erano sempre stati pericolosi, c'era il rischio di rimanere fulminati, in quel momento era una cosa utile, per fortuna.
Legò il fil di ferro intorno alla lampadina, spenta, e dopo essersi assicurata che fosse stabile, si lasciò scivolare a terra.
La porta si aprì e lasci passare il doppio degli zombie che c'erano prima.
"Avete chiamato rinforzi, meglio... per me."
Aveva l'altro capo del fil di ferro in mano e aspettava il momento giusto per lasciarlo a uno degli zombie e accendere la luce. Valutò attentamente tutte le opzioni, le serviva una distrazione per avvicinarsi a loro senza venire uccisa.
Sentì uno sparo e vide uno degli zombie a terra, mentre gli altri erano tutti girati, quello era il momento. Corse verso di loro e scivolò ai loro piedi, per legare il filo alla caviglia di uno di loro.
Si allontanò subito, ma non abbastanza in fretta per evitare di essere presa. Sentì la stretta di una mano viscida intorno alla gamba e non potè fare a meno di scalciare, senza successo.
"Fabray, che ne dici di una frittata di zombie?"
Era una voce fin troppo familiare, ma non poteva essere lei. La mano che la stringeva saltò e lei fu liberà di scappare all'interruttore e accenderlo. Nel giro di pochi secondi una luce innaturale riempì la stanza e quando si spense, tutti gli zombie erano spariti, in cenere.
"Com'è possibile che tu sia qui? Tu... tu sei morta! Tra le mie braccia, e ora sei qui. E sai combattere, cioè, uccidi zombie!"
"Quinn, calmati, ti spiegherò tutto quando faremo piazza pulita. Dovremmo fare in fretta."
Senza aggiungere una parola, o degnarla di uno sguardo, uscì dalla palestra e si diresse nell'ala ovest della scuola, a passo svelto. Sembrava quasi che la stesse evitando, ma non poteva essere, lei l'amava, no? Eppure le aveva mentito, non era morta e non era mai tornata da lei in quei due mesi, le doveva qualche spiegazione.
La seguì in silenzio, tenendo tutti i sensi in allerta, gli zombie che avevano appena ucciso non erano nemmeno la metà di tutti e, a quanto pareva, il loro piano era di impossessarsi della città proprio quella notte, avevano una sola possibilità di fermarli, non potevano fallire.
Rachel si fermò davanti agli armadietti e compose la combinazione del suo. Non aveva mai visto l'armadietto della sua ragazza, ora capiva perché. C'erano armi di tutti i tipi, pistole, un fucile, coltelli e una quantità industriale di bombe. Prese prorpio quelle, ne prese più che potè e poi ne passò qualcuna anche a lei, prima di chiudere l'armadietto.
"Andiamo a fare il culo a questi zombie."
Quinn restò ferma per un attimo, cercando di realizzare ciò che stava succedendo. Non aveva mai sentito Rachel parlare così, né aveva mai visto un sorriso così complice e malizioso sul suo viso. Era un'altra persona. Si rese conto di non aver mai conosciuto la vera Rachel Berry.
La ragazza era già alla fine del corridoio e aveva aperto la porta dell'aula di spagnolo, giusto per buttare una bomba sganciata e richiudere la porta. Dopo qualche secondo si sentì lo scoppio e le due cambiarono corridoio.
"Non ho voglia di sterminarli classe per classe, e non credo che ci siano abbastanza bombe. Piano B, Fabray, vieni con me."
La trascinò al piano terra e attraverò tutti i corridoi, fino a portarla davanti alla porta della sala del gas.
"Non vorrai...?"
Non servì finire la domanda per capire che avrebbe fatto proprio quello. La mora abbassò la maniglia e aprì la porta, guardandosi in giro.
"Non mi è mai piaciuta questa scuola, e a te?"
Le fece l'occhiolino e fece rotolare una bomba a terra, poi si mise a correre, seguita dalla bionda. Erano vicino all'ingresso, quando sentirono che tutto iniziava a scoppiare, era una questione di secondi.
Quinn si girò per guardare cosa succedeva dietro di lei, e quello fu l'errore che cambiò tutto. L'ultimo scoppio la fece volare, letteralmente, fuori dalla scuola, facendole sbattere la testa a terra, e tutto fu buio.

Provò ad aprire gli occhi e alzarsi lentamente, ma la testa le faceva male e fu costretta a restare a terra. Era circondata da fumo, fiamme e macerie. Si guardò intorno, era ancora sola, ma in lontananza sentiva le sirene dell'ambulanza e della polizia.
"Serve aiuto, straniera?"
Come risposta ricevette solo un ringhio di rabbia, ma infondo poteva capirlo.
"D'accordo, credo di doverti spiegare un po' di cose."
Si sedette accanto alla sua bionda e cercò di guardarla negli occhi, ma lei evitava il suo sguardo, era ferita.
"Come è possibile che tu sia ancora viva?"
"Mi allenano da anni, conosco qualche trucchetto. Ho finto di essere morta perché dovevo passare inosservata, e poi si è rivelato un doppio vantaggio, non credevo che imparassi a combattere per vendicarmi."
"Beh, ti amavo, avrei fatto qualsiasi cosa per te."
Quella nota accusatoria nel suo tono la fece stare male e non poco. Non era sicura che capisse le sue ragioni, nessuno le capiva, mai.
"Se non avessi agito così, saremmo tutti morti, Quinn. L'ho fatto per noi, per te."
"Potevi dirmelo."
"No, non potevo, sei diventata forte perché pensavi che io fossi morta, questo ci ha salvato."
Un piccolo lamento uscì dalle labbra della bionda, la testa le scoppiava, forse aveva una commozione, doveva farsi vedere da un dottore al più presto.
"Senti, tra un po' arriveranno i soccorsi, se ci trovano qui è la fine. Prendi."
Tirò una pastiglia fuori dalla tasca della giacca e la fece ingoiare alla sua bionda.
"Prometto che quando ti sveglierai, starai meglio."
Quinn non fece in tempo a capire cosa intendesse, chiuse gli occhi e cadde di nuovo in un sonno pofondo.

Era in un letto, sotto delle morbide lenzuola di seta, con un corpo premuto contro il suo. Si strinse di più a quel corpo, cercando di trarne più calore possibile. Non ricordava molto, ma le capitava sempre di non ricordare quasi nulla quando si svegliava, doveva solo aspettare un po'.
Sentì delle labbra calde posarsi sulla sua fronte. Avrebbe riconosciuto quelle labbra tra mille, il tocco delicato che la mandava in estasi ogni volta, le era mancato tutto quello.
Riuscì a ricordare perché le era mancato solo qualche secondo dopo. Si staccò bruscamente e guardò la mora che la osservava.
"Buongiorno, principessa."
Il mal di testa le era passato per fortuna, così poteva ragionare senza fatica.
"Rachel..."
Si sentiva ancora debole, ma risvegliarsi tra le sue braccia le aveva fatto tornare in mente tutte quelle sensazioni che non sentiva da mesi.
"Piccola, mi dispiace di averti mentito, ma ora siamo qui, insieme. Niente più bugie."
Le rivlose un sorriso, nel tentativo di convincerla a ricominciare. Non avrebbe potuto vivere senza Quinn, quel piccolo leone era la sua vita ormai.
La vide annuire titubante e allargò le braccia per accogliere la sua ragazza.
"Mi sei mancata, Rach."
La mora sorrise e affondò il viso tra i capelli di Quinn, prima di baciarla con passione, per trasmetterle tutto l'amore che provava per lei.

Angolo dell'autrice:
Aah, eccomi, più puntuale del solito, LOL.
Cercherò di mettere il terzo giorno dopo, ma non garantisco niente.
Coomunque, più o meno sono soddisfatta di questa shot, anche se sento che c'è qualcosa che non va.
Non importa, mi divertitò nel prossimo, dove saranno ubriache, muahahah. (?)
Alla prossima. :3
  
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