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Autore: evenstar    06/01/2007    3 recensioni
Lily e James Potter si amano, ma non è sempre stato così, c'è stato un periodo nella loro vita in cui a stento si parlavano. In questa storia vi racconto come sono passati dall'odio all'amore... in due settimane!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, recupero il tempo che ho perso!

spero che la storia vi piaccia anche se i commenti non sono molto numerosi...

...grazie a chi ha commentato, commenta o commenterà.

 

Evenstar

 

Giorno 11 – La Guferia -

 

Quella mattina Lily si alzò presto per andare alla Guferia: doveva mandare una lettera di auguri alla sorella maggiore che quel giorno compiva gli anni. Si alzò e scese la scala del dormitorio strascicando i piedi, non aveva mai avuto un buon rapporto con Petunia e in quegli ultimi anni le cose non erano migliorare, anzi, se possibile, più tempo Lily passava a Hogwarts e quindi più i suoi poteri di strega si facevano forti, più i suoi rapporti con la sorella si deterioravano. Petunia non aveva mia accettato il mondo magico e cercava non solo di ignorarlo, ma anche di negarlo, considerando la sorella minore una pazza. Nonostante tutto Lily aveva sempre cercato di mantenere con lei rapporti quanto meno civili, che comprendevano senza ombra di dubbio anche gli auguri per il compleanno.

Uscì dalla Sala Comune e si diresse con passo rapido alla Guferia ripensando, strada facendo, a quello che era successo due giorni prima. Dall’incidente nei sotterranei non aveva  più visto James Potter; aveva immaginato che, dopo aver mandato Remus in avanguardia, sarebbe passato ad un attacco diretto non dandole pace cercando di convincerla delle sue ragioni, invece non si era fatto vedere e anche a lezioni non le aveva rivolto la parola, limitandosi a sorriderle quando aveva notato che lei lo stava fissando pensierosa. Ripensandoci un paio di giorni Lily era sempre più propensa a credere a quanto le era stato raccontato da Remus inoltre, da quello che aveva visto, sembrava proprio che James e Sirius si fossero limitati a difendere Peter, come in seguito avevano fatto con lei, difendendola dagli insulti di McDroew.

Percorse il corridoio che separava il castello dalla Guferia, rabbrividendo all’aria frizzante del mattino, salì la scalinata traballante e si trovò davanti a migliaia di gufi, allocchi, civette di ogni forma e colore che svolazzavano per l’enorme stanza in un via vai continuo. Scelse una civetta grigia, appollaiata vicino a lei e la svegliò accarezzandola piano, l’uccello di riscosse e le becchettò le dita, facendole capire che l’avrebbe aiutata. Lily prese la lettera dalla tasca interna della veste e la lego con un cordino azzurro alla zampa destra della civetta, che rimase ferma aspettando tranquilla che lei avesse finito e infine prese il volo, sparendo dalla finestra nella luce del giorno che stava nascendo. La ragazza rimase qualche attimo a guardare il cielo colorarsi di arancione, man mano che il sole faceva capolino dalle montagne, infine si girò per trovarsi faccia a faccia con James.

- Scusa, non ti volevo spaventare, - le disse il ragazzo.

- Che cosa ci fai qui?

- Ti ho vista uscire dalla Sala Comune e ti ho seguito, volevo parlarti.

Lily sorrise. – Mi aspettavo che lo facessi ieri.

- Ho pensato che fosse meglio aspettare, per darti il tempo di riflettere.

- Su quello che mi ha detto Remus? - chiese la ragazza ironica.

- Rem ti ha parlato? Quando? Di cosa? – chiese lui, sinceramente stupito.

Lily scosse la testa e agitò la mano destra in aria. – Niente. Allora che cosa mi devi dire?

- L’altro giorno… ecco non vorrei che ti fossi fatta un’idea sbagliata di quanto è successo.

- Perché? Cosa è successo secondo te? – chiese lei, curiosa di sentire cosa le avrebbe raccontato.

- Quei ragazzi Serpreverde hanno esagerato con Peter, - rispose serio. – Gli scherzi vanno bene, ma quando è troppo, è troppo. Non potevo restare a guardare mentre lo insultavano. E neanche quando insultavano te.

- So difendermi da sola, Potter.

- Sì, non lo metto in dubbio, Evans. Ma Peter no, e poi tu non ti stavi difendendo, non lo fai quasi mai, li ignori e basta.

- E non ti sembra più civile ignorare quelle idiozie, piuttosto che iniziare un duello in mezzo al corridoio?

- No, no quando il mondo magico sta subendo una svolta, non quando ci sono in giro sempre più maghi che attaccano Babbani e insultano i figli di Babbani. Dobbiamo iniziare a reagire, anche dalle piccole cose, o la situazione degenererà fino al punto in cui non potremmo fare più niente.

- Rispondendo con la violenza dimostriamo che non siamo migliori di loro!

James rimase in silenzio pensando alle parole della ragazza. – Hai ragione.

- Potter, Potter, ormai dovresti averlo capito. Ho sempre ragione.

- Hai ragione, - rise James. – Ma qualche cosa ci dobbiamo inventare…- disse scuotendo la testa pensieroso. Poi si riscosse e le fece un sorriso. - Senti per adesso sto morendo di fame, vieni a mangiare anche tu?

- Sì, tra un attimo, tu intanto vai, io ti raggiungo. 

- D’accordo, ci vediamo, - rispose il ragazzo, capendo che non era il caso di insistere.

 

Lily rimase qualche minuto a fissare il parco sottostante in cui cominciavano a comparire i primi studenti. Di nuovo James l’aveva stupita: non si sarebbe mai aspettata che lo avesse fatto per quei motivi. Il potere di Voldemort stava crescendo, sempre più spesso si sentiva parlare di misteriose sparizioni, di aggressioni contro Babbani e contro famiglie di maghi non Purosangue eseguite da quelli che stavano diventando famosi come Mangiamorte. James aveva ragione, era tempo che il mondo magico si decidesse a sfidare questo potere, prima che fosse troppo tardi per agire. 

L’orologio batte le otto e mezza riscuotendo la ragazza dai suoi pensieri, si mosse in fretta e uscì dalla stanza, diretta alla Sala Grande per una frettolosa colazione.

 

  
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