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Autore: Charlie Hudson    20/06/2012    4 recensioni
Due gemelle, cos' uguali, ma così diverse, unite dalla passione per la musica e da una tragedia che le colpisce in tenera età. Stanche di vivere a New York si trasferiscono a L.A per cambiare vita, ed è proprio qui che incomincia la loro storia con i Guns n' Roses.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The sex and the drugs!
 

Annabelle

Passarono i giorni e Annabelle si era, praticamente, trasferita a casa di Izzy come la sorella, del resto, che passava la maggior parte del suo tempo con Axl.
Le due sorelle, però, non potevano fare a meno di vedersi almeno tre, quattro volte a settimana, perciò, mentre i ragazzi provavano le nuove canzoni da esibire per l’imminente concerto al Troubaldour, loro spettegolavano sui loro ragazzi.
Una mattina Izzy, non trovando Annabelle di fianco a lui, si alzò dal letto e l’andò a cercare. A un certo punto passando per il cucinino, sentì una voce intonare Stairway to Heaven dei Led Zeppelin. Era una voce calda, dolce, bellissima; si affacciò allo stipite della porta e trovò Annabelle che, con un cucchiaio di legno come microfono, si dilettava nel cantare quella canzone.
Il moro rimase là fermo sulla porta, chiudendo gli occhi e ascoltando quella voce soave e melodiosa. A un certo punto Annabelle si girò e,vedendo Izzy, cacciò un urlo e fece cadere il mestolo a terra.
“Izzy!” esclamò.
“Buongiorno, scusa non ti volevo spaventare”
“Ooh non fa niente, solo che non ti avevo sentito arrivare” disse Annabelle.
“Perché ti sei fermata?” chiese lui, incuriosito.
“Veramente è una cosa un po’ particolare per me. Vedi io ho sempre cantato solo e soltanto davanti a mia sorella e a..mio padre e basta. Non ho mai ho cantato davanti ad altre persone, e poi non è che io sia così brava” disse lei, in un soffio.
“Non sei brava?!” il moro ridacchiò e scosse la testa “Se tu non sei brava, io non ho mai preso in mano una chitarra in vita mia. Hai una voce così….dolce..” e,avvicinandosi, la prese per la vita e la baciò delicatamente.
“Canta per me” sussurrò Izzy all’orecchio della bionda che sospirò.
“Quando sarò pronta sarai il primo…te lo prometto” e lo abbracciò, baciandolo di nuovo, affondando le sue mani nei capelli corvini del moro.
Lui le fece dischiudere le labbra con la lingua  e s’insinuò nella sua bocca con foga premendo le mani contro la nuca di lei. La fece appoggiare delicatamente al muro e la bloccò con le braccia, facendo scontrare i loro corpi, ormai accaldati e eccitati.
Izzy le tastò i glutei con forza, facendola gemere, la sollevò e la portò in camera, portando le mani nella leggera maglietta di lei toccandole il seno sodo.
Annabelle dal canto suo tolse la maglia e i pantaloni al moro e Izzy fece lo stesso. Molto presto si ritrovarono nudi sul letto a baciarsi con passione.
La bionda allacciò le braccia e le gambe al corpo del moro che la penetrò dolcemente come era solito fare. Per lui Annabelle era un diamante, un diamante fresco e puro che non doveva essere scalfito da niente, men che meno da lui.
Quando vennero insieme, Izzy si accasciò di fianco a lei, poggiando la sua testa nell’incavo del collo di lei e cingendole il busto con le braccia.
Dopo un po’ di attimi di silenzio il moro sussurrò “Annabelle come hai fatto?”
“A fare cosa?” chiese lei.
“A farmi innamorare” rispose lui, accarezzandole la pancia.
Annabelle rimase in silenzio; dopo un po’ prese il viso di Izzy e seguì il contorno della bocca, del naso e degli occhi, accarezzandogli i capelli e disse “Non ne ho idea”. Il moro ridacchiò.
Dopo circa cinque minuti squillò il telefono e Izzy dovette alzarsi controvoglia e rispondere, sotto incitamento di Annabelle.
“Pronto” disse Izzy.
“Izzy… Slash…mio dio..Izzy! Devi venire subito!” era Duff e la sua voce non prometteva niente di buono.
“Duff, che cazzo è successo?”
“Slash è andato in overdose. Vieni subito al St Louis Hospital, sbrigati!”
Izzy sbarrò gli occhi “Arrivo!” e chiuse la chiamata.
Dopo aver spiegato ad Annabelle ciò che era successo, tutti e due, tenendosi per mano, entrarono nell’ospedale.
Avevano tutti un’aria tetra e vide sua sorella consolare Axl che aveva gli occhi vitrei e sbarrati circondati da vistose occhiaie.
Poi in un angolo della sala, una ragazza mora con grandi occhi castani e carnagione scura se ne stava seduta a piangere sommessamente. Nessuno la stava calcolando. Annabelle decise di avvicinarsi.
“Ehi” la chiamò delicatamente, mettendole una mano sulla spalla. La mora alzò la testa.
“Cosa ti è successo?” chiese Annabelle.
“Io ho trovato il vostro amico in una viuzza malfamata, ho visto la siringa e i suoi occhi vitrei e ho capito subito cos’era successo. Anche i miei genitori sono morti così, quindi ho chiamato subito l’ambulanza. Non volevo che quella merda riuscisse ad uccidere altre persone…. Speriamo che si salvi”disse lei. Come poteva avere così a cuore un ragazzo che non conosceva nemmeno da un’ora? Strano, ma forse era per tutto quello che aveva passato che si comportava così.
Un dottore uscì dalla stanza dove si trovava Slash. Molti sguardi si rianimarono; Duff fu il primo ad alzarsi in piedi e a seguire il dottore, imitato da tutti gli altri, compresa la ragazza che aveva detto di chiamarsi Perla.
“Dottore come sta?”
“Possiamo entrare a vederlo?”
“E’ sveglio?”
“Si riprenderà?”
Al dottore, nel sentire tutte queste domande di affetto e amicizia, scappò un sorriso e rispose “Ehi uno alla volta, allora: il paziente non è più in pericolo di vita, sì è sveglio e potete entrare a vederlo tre alla volta, non di più” e se ne andò.
Le prime tre ad entrare furono Elizabeth e Annabelle che si portò dietro anche Perla, per farla conoscere a Slash.
“Slaaash” chiamò Elizabeth appena entrò nella stanza.
“Ehi ragazze” disse flebilmente il riccio.
“Ti abbiamo portato la ragazza che ti salvato la pellaccia!” esclamò Annabelle che mandò Perla avanti.
Perla sorrise timidamente e gli porse la mano “Piacere, Perla”
Slash sembrava essere caduto in uno stato di trance. Elizabeth si schiarì la voce per richiamare l’attenzione del riccio.
“Pi…piacere Slash”disse, tendendo la mano, tremante *che cazzo fai, balbetti pure?!* pensò.
Perla si avvicinò al lettino e Slash parlò ancora “Ti devo molto”.
“Non mi devi niente, mi basta che tu sia ancora qua. Questo sarà il tuo..ringraziamento” i due si guardarono e si persero ognuno negli occhi dell’altro senza nemmeno accorgersi che le due gemelle erano uscite dalla stanza.

Ciaao a tutti! Volevo ringraziare ancora tutti quelli che recensiscono e che seguono la mia storia e ringraziare Smurf_, che ha recensito l’altro capitolo per la prima volta! Beh devo scappare, vi saluto, un bacio e recensite, mi raccomando! ;) per le gemelle, ho cercato di farle somigliare il più possibile, spero non vi deludano!
Charlie :*

  
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