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Autore: Drew Firedagger    21/06/2012    0 recensioni
Madre e figlia in fuga per salvarsi la vita faranno alcuni incontri molto interessanti...
Sarei molto contenta se lasciaste delle recensioni tanto per sapere se vi piace come scrivo grazie in anticipo ^_^
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un bosco cupo, in una buia notte di luna nuova, poco si distingue se non la propria ombra, due donne e due cavalli in fuga. Lorianne e sua figlia Cheryween, stremate, viaggiavano senza meta affrontando la fuga dopo aver assistito, anche se non fisicamente, all’omicidio di Alyndir, il padre della bambina. La stanchezza ed il freddo della sera entravano nelle ossa, erano talmente stanche che si lasciavano condurre dai loro cavalli, piuttosto che rischiare una rovinosa caduta in un burrone o finire in una buca nel terreno dissestato.

Stravolte e impolverate, continuavano a vagare in cerca di un riparo per la notte. Ad un tratto, una luce accecante fu seguita da un fragore assordante, sentirono cadere un fulmine non lontano che gli permise di vedere, per pochi secondi, il paesaggio che avevano attorno. Erano giorni che vagavano, pur di far perdere le loro tracce e non vedevano l’ora di uscire sotto la luce rassicurante delle stelle. 
Non appena gli alberi si diradarono, videro una radura nelle immediate vicinanze di una collina e decisero di accamparsi. Lasciando i cavalli al pascolo nello spiazzo, iniziarono a rilassarsi.

Vado a vedere cosa c’è oltre, Chery “. 

Va bene madre, io inizio a montare il campo “.

Così, silenziosa, Lori s’incamminò verso l’apertura tra gli alberi e arrivata in cima sospirò stirando la schiena: “ Ancora qualche miglio e saremo al sicuro Chery, giù in basso c’è una città “ pensò vedendo le luci in fondo alla valle. 

Bene madre, non vedo l’ora di dormire in un letto caldo e morbido ”. 

La donna si fermò a prendere della legna per il fuoco, mentre tornava al campo, così da ripararsi dal freddo nella loro ultima notte all’aperto. 
Alla luce del giorno si vedevano molti più dettagli del luogo verso cui si stavano dirigendo. Per esempio la sera prima Lori non aveva notato i campi coltivati che erano posti poco fuori la palizzata, delimitavano quello che avrebbe potuto essere il quartiere dei contadini, viste le case povere e di solo legno, dove le donne andavano a prendere l'acqua fresca per le faccende, preparare il pranzo e gli uomini andavano al lavoro. Più avanti, vi erano delle abitazioni intonacate o in pietra grezza, appartenenti sicuramente a persone più facoltose, dove i negozianti stavano tirando giù tendoni multicolori e mettendo fuori la mercanzia. Le poche persone che non erano del posto, entravano o uscivano dalle porte della città, guardandosi intorno furtivi, temendo chissà cosa. Le due donne pensarono fossero i quartieri dove vivevano mercanti e artigiani. Poco oltre s’intravedevano spesse mura di pietra sbrecciata rinforzate da contrafforti, oltre le quali c’erano case in marmo colorato dalle mura verdi, azzurre e bianche, sicuramente quartieri nobili. Al centro della cittadina, racchiuso da un grande giardino, un palazzo, luccicava come fosse fatto di diamanti e perle alla luce dell’alba, sembrava un palazzo degno degli elfi. Per un po’, madre e figlia, rimasero incantate, perse nei ricordi della loro terra, dei loro cari che avevano lasciato così bruscamente e delle persone che non avrebbero mai più rivisto.
Arrivate alla palizzata chiesero ad un passante dove avrebbero potuto trovare una locanda e l’uomo le indirizzò al “ Corno di Lycahon “ che si trovava dopo il primo muraglione, poco più di qualche braccio di altezza ma molto robusto. 
Guardandosi attorno arrivarono al locale e subito un ragazzino le sì avvicinò, offrendo loro di rifocillare i cavalli, mentre madre e figlia entravano nell’edificio. 

Se la signora della locanda avrà una stanza per noi, ti darò due monete d’argento, altrimenti troverai tu un posto dove potremo dormire, siamo d’accordo? A proposito come ti chiami figliolo? ” disse Lori al bimbetto. 

Peter, mia signora, mi chiamo Peter. Sicuro, baderò io ai cavalli e sono certo che Evelyn avrà una stanza per voi, non ci sono molti stranieri in questo periodo ” le rispose il piccolo, sicuro di sé.

 “ Allora va bene, ma sta attento, Gladrung e Ancalaor sono dei cavalli preziosi “.

Entrarono nel locale e cercarono un tavolo appartato dove non essere disturbate, vi si accomodarono togliendo il cappuccio del mantello, prestando attenzione a tenere coperte le orecchie. Con quel gesto attirarono qualche sguardo curioso, subito distratto dalla forte voce della barista. La donna alta era bellissima, sembrava molto giovane, pelle chiara e trasparente come raggi di luna, lunghi capelli neri, occhi azzurri come il mare e taglienti come lame. Assomigliava parecchio alla ragazzina che aveva con sé, tanto che poteva esserne la madre. La giovane aveva la pelle d’alabastro quasi traslucida, capelli marroni come la corteccia degli alberi e gli occhi avevano il colore dell’oro liquido, non li si poteva paragonare diversamente. 
Per essere così presto la mattina, la locanda era molto affollata, uomini e donne che facevano colazione, sembravano essere quasi tutti contadini e cacciatori. I viaggiatori si riconoscevano subito, perché si guardavano intorno, spaesati.
Pensando di aspettare un po’, visto che dietro al bancone c’era una donna sola a servire tutti, si accomodarono tranquille. Quasi si spaventarono quando una voce femminile si rivolse loro dicendo: “ Buon giorno mie signore, sono Evelyn cosa posso portarvi? “. Era una donnona alta e ben piazzata, con bei capelli ricci e rossi come il fuoco, una minuscola cuffietta bianca non riusciva a tenerli a regime ed un grembiule, che aveva visto tempi migliori, era ricoperto di macchie di sugo e grasso e faceva bella mostra di sé ai suoi fianchi.

Buon giorno a lei Evelyn, vorremmo fare colazione, se possibile e poi vorremmo farle qualche domanda quando ha tempo “. 

Certamente, non c’è nessun problema, datemi il tempo di mandare a lavorare questa marmaglia, intanto vi porto qualcosa da mangiare “. 

A quel punto, armate di pazienza, madre e figlia, iniziarono a dare un’occhiata al locale. Da fuori, poteva sembrare lussuoso, data la recente intonacatura ma all’interno era molto spartano e alla mano. Il pavimento di legno, ormai consumato dal passaggio di molti, non si capiva più di che colore era. Le pareti invece, imbiancate di fresco, benché spoglie, ma con qualche testa di enorme Lycahon, appesa qua e la, non stonavano affatto con l’arredamento di sedie e cassapanche in legno, una volta scuro ed ora tutto scrostato, che la padrona del locale aveva scelto.
Evelyn portò loro dello stufato di Lycahon, un animale molto difficile da cacciare, data la sua mole ma dalla carne molto morbida e saporita. Intanto la locanda pian piano si stava svuotando, e la donna finito di mettere tutto in ordine, si avvicinò al loro tavolo sedendolesi di fronte. 

Allora ditemi tutto, come mai due donne sole viaggiano per queste lande desolate? ” 

“  A dire la verità stiamo cercando un posto dove stabilirci, stiamo fuggendo da mio marito, era un violento e un ubriacone. Quando ha iniziato ad alzare le mani su mia figlia non ho potuto sopportare oltre e siamo fuggite. ”

Ma che stai dicendo madre?! Non è la verità, mio padre è morto! ” disse mentalmente Chery alla madre, sconvolta per la menzogna.

Cosa dovrei dirle figlia mia? Ehi, siamo un’assassina e una maga elfiche che stanno scappando dal regno perché, l’Alto Re è sotto il controllo dei maghi di corte?! Poi sarebbe morta anche lei, come tuo padre, entro un paio d’ore “. 

Hai ragione madre, perdonami “.

Durante quel breve scambio di opinioni mentali, Evelyn era rimasta a bocca aperta per lo stupore ma si riprese in fretta: “ Potete fermarvi alla locanda per tutto il tempo che volete. Per l’affitto della stanza, non ci sono problemi, potresti darmi una mano visto che mia figlia si è trasferita da poco in un’altra città per sposarsi “. 

Così, fatte le presentazioni ed accordatesi per l’indomani, le accompagnò alla soffitta, dove avrebbero alloggiato. 

Se avrete bisogno io dormirò nella camera qui sotto “ e le lasciò sole. 

Le due donne si guardarono intorno e sospirando di piacere e ridendo si lanciarono sul letto al centro della stanza. 
Il mattino dopo, Lori iniziò a lavorare. Passarono i mesi estivi, tra mattine passate a pulire le stanze, pomeriggi a chiacchierare con la locandiera e Peter e serate a lavorare al locale. 
Con la fine dell’estate arrivarono i raccolti e il locale si riempì di forestieri che venivano ad acquistare e vendere i prodotti di contadini e artigiani. Gli alberi, prendevano i colori caldi dell’autunno e la temperatura iniziava pian piano ad abbassarsi con l’arrivo lento ma inesorabile dell’inverno, che portava con sé vento gelido e neve. 
Una sera come tante in quel rigido inverno, Lori stava andando a prendere una cesta di legna per il camino. Evelyn e Chery, la stavano aspettando nella camera in soffitta, tranquille davanti al fuoco acceso, a chiacchierare.
Il cortile era ricoperto da uno spesso strato di neve e la donna camminava lentamente, cercando di non scivolare, si sentiva osservata, così controllò che i suoi pugnali fossero tutti al loro posto. Non era riuscita, in quei mesi di tranquillità a perdere l’abitudine di una vita di portare sempre con se quelle armi, era più forte di lei, si sentiva nuda senza. Così continuò a camminare nonostante avesse sempre quella strana sensazione di essere spiata. Ad un certo punto vide un movimento con la coda dell’occhio, e fingendo di essere spaventata come lo sarebbe stata una brava cameriera di locanda urlò: “ Chi è là?! C’è qualcuno?! “. 
Non ricevendo risposta continuò per la sua strada, quando si sentì afferrare da dietro reagì d’istinto. Si piegò in avanti facendo così sbilanciare il suo aggressore, che sarebbe rovinato a terra se lei non fosse stata così veloce da farlo girare su se stesso e mettergli due dita sotto il mento per minacciarlo. 

Dì ai tuoi amici di uscire allo scoperto, altrimenti stringo “ 

“ E tu cosa vorresti farmi gattina, con quelle manine? Il solletico? “ 

“ Allora non hai sentito bene con cosa ti sto minacciando razza di ridicolo presuntuoso, senti un po’ sotto le costole? Ho detto fai uscire i tuoi amici, subito! “ al ché il malcapitato tastò dove la donna aveva detto e sentì un minuscolo pugnale, un pugnale da assassino. 

“ Chi sei tu?! “ l’uomo impallidì, allibito per sua sventura. Erano mesi che non usciva più con i suoi uomini nelle scorrerie che questi facevano nella valle e cosa era andato a trovare? Un’assassina travestita da cameriera, era proprio sfortuna questa! 

Allora? Li fai uscire o devo… “ cominciò lei, ma prima che potesse continuare, la interruppe intimando ai suoi uomini di uscire allo scoperto. 

Si Kellan, così ti diamo noi una ma… “ iniziò a blaterare uno ma finì la frase, “ Razza di stupido!! PRIMO, non devi mai e dico MAI dire il mio nome. SECONDO, ho un pugnale quasi infilato nelle costole! Ho detto uscite, SU-BI-TO!! Cosa non capite di quest’ordine? “ 
Lori ascoltò Kellan con un misto di soddisfazione e rispetto, era ancora capace di dare una strigliata ai suoi uomini, se non rispettavano gli ordini, nonostante fosse bloccato in evidente svantaggio, questo le fece capire che era un leader nato. 
Mentre cinque uomini uscivano da altrettante direzioni, Lori si distrasse e l’uomo reagì, lei, non volendolo ferire senza motivo, rinfoderò il pugnale tenendo d’occhio sia lui sia gli uomini che la stavano accerchiando. Kellan tentò un affondo con un pugnale estratto dallo stivale, lei schivò abilmente la lama con un colpo di reni tornando subito in guardia e riprendendo l’arma rinfoderata poco prima. I due iniziarono a girare in tondo, come due pantere che studiano l’avversario prima di attaccare, saggiando ogni tanto i riflessi l’uno dell’altra. 

Bene, - pensò Lori con l’ombra di un sorriso sulle labbra - ho proprio bisogno di un bell’allenamento “.

Era sempre Kellan a fare la prima mossa, Lori lasciava che guidasse lui la loro danza e si teneva sulla difensiva. 
Le avevano insegnato, sin da bambina, che nel suo lavoro non avrebbe dovuto uccidere per errore, se non in caso di vita o di morte e lei non era assolutamente in pericolo, lo considerava quasi un piacevole diversivo, dopo quei lunghi mesi passati a fare un lavoro che non era quello per cui era stata addestrata per tutta la sua lunga vita.

Lottarono per parecchio tempo, finché Kellan, con una finta riuscì a penetrare la guardia dell’avversaria e lasciandole un piccolo segno a forma di mezza luna su una guancia. Lori rimase  sconcertata, in settecentosettantanni nessuno era mai riuscito a ferirla, seppur con un minuscolo graffio. Punta sul vivo, la donna seppellì Kellan sotto una gragnola di colpi e lui non poté fare altro che cercare di parare fendenti che nemmeno vedeva. Così in poco più di dieci secondi anche l’uomo aveva la stessa mezza luna sullo zigomo. Il capo dei ribelli, però, sapeva quando l’avversario che aveva davanti era più forte di lui ed era il caso di lasciar perdere, così col fiato grosso e ricoperto di polvere dalla testa ai piedi, l’uomo alzò le mani in segno di resa e con un sorriso da un orecchio all’altro chiese: “ Allora che ci fa un’assassina travestita da cameriera ad Aldewing? “   

Veramente non sono affari tuoi ma immagino tu voglia sapere se ho un’incarico da queste parti, ebbene no, sono in viaggio di piacere si potrebbe dire. Adesso mi sa che dob…” in quel momento un urlo mentale fece piegare in due la donna sotto lo sguardo stupito di Kellan che non capiva cosa stesse succedendo. Dopo pochi secondi un boato scosse le case vicino alla locanda fino al muraglione. 
Appena Lori si riprese disse qualcosa, ma lui riuscì solo a sentire una parola “ Chery “ prima di vedere una nuvola di vestiti volare e un luccichio di fibbie sparire, diretto verso l’esplosione e le fiamme che si erano sviluppate dal locale puntando sulle case vicine. 

Mio Dio Chery, tesoro, rispondimi ti prego! CHERY!!! CHERY!!! Ti prego carya rispondimi! State bene? “ continuava a gridare mentalmente la donna nella speranza di ricevere risposta dalla figlia. Arrivata alla locanda si rese conto che era avvolta dalle fiamme, così controllò che nessuno la guardasse poi disse due parole soltanto: “ Naar Lithuach! “ “ fuoco estinguiti! ” ed il fuoco lentamente obbedì, non si era accorta però che Kellan la stava osservando dall’angolo della piazza, con bocca spalancata. 

A quel punto, l’incendio sotto controllo, Lori si lanciò verso ciò che restava della locanda determinata a trovare sua figlia ed Evelyn, vive o morte. Kellan tentò di fermarla ma era come cercare di trattenere un’onda, in un secondo le sgusciò dalle braccia e si stava già arrampicando come un magnifico ragno luccicante di pelle nera e fibbie metalliche. Arrivata a quella che doveva essere la finestra della soffitta Lori sospirò e si mise a chiamare a gran voce: “ Chery! Evelyn! State bene? Dove siete? “ 

Calmati mamma siamo qui, davanti al camino, Evelyn sta’ bene, è solo svenuta e io non potevo rispondere perché altrimenti sarebbe caduta la barriera che ci proteggeva dal fuoco “.

Oddio tesoro, aspetta, vi tiro fuori da lì “. 

In quel momento Kellan sbucò da quella che una volta era la porta che dava sul corridoio, dopo essersi fatto largo tra le macerie: “ Ma che diavolo… “ 

“ Magia “.

I due si mobilitarono per portare Evelyn e Chery all’esterno mentre si stava radunando davanti alla locanda una vera folla di curiosi, alcuni preoccupati per la proprietaria, altri solo per curiosare. 
Quando le due donne furono in salvo all’esterno, Evelyn si svegliò di soprassalto urlando: “ Al fuoco!! Al fuoco!! “ ma guardandosi attorno si accorse che era sotto le stelle, e appena riuscì a vedere le facce di Lori e della figlia sospirò e si accasciò tra le braccia muscolose che la stringevano, sapeva di essere al sicuro. 

“ Sarebbe meglio portare Evelyn e tua figlia al caldo da qualche parte, prima che la gente inizi a fare domande “.

“ Non abbiamo un posto dove andare, tutto ciò che avevamo era qui nella locanda, speriamo almeno che i cavalli abbiano fatto in tempo a fuggire “.

In quel momento, Peter arrivò da dietro l’angolo di una casa stringendo i due animali per le redini.

“ Bravo ragazzo - disse Kellan sorridendo - bel lavoro. Aiutiamole a montare e seguitemi “.

Quando furono lontani Kellan si girò verso le due donne che lo seguivano: “ Visto quello che hai detto prima, elfa, ti consiglio di uscire al più presto dalla città, mi sa che ormai siete state scoperte dalle persone che vi danno la caccia “.

“ Come hai fatto a capire che stavamo scappando? Ma soprattutto, Come sai che siamo due donne elfo? “ 

Andiamo, concedimi un po’ d’intelligenza, non sarò uno dei vostri, ma sono un grande osservatore “. 

Arrivati sul posto, il gruppo si sistemò vicino al fuoco che ardeva sul fondo della grotta. Chery non riuscì più a sopportare la pressione cui era sottoposta, buttò la maschera da dura che portava sempre e scoppiò in lacrime: “ Oh, madre!! Dove andremo adesso? Se ci hanno trovato nelle terre degli uomini dove potremo mai nasconderci? “.
Chery non mostrava mai i suoi sentimenti, soprattutto davanti a degli sconosciuti. Era sempre forte, non si lamentava mai, in un certo senso era molto matura per i suoi sessant’anni. Probabilmente avrebbe dovuto ascoltare l’istinto di sua figlia e fidarsi di quelle persone, dopotutto Evelyn era stata gentile con loro, in tutti quei mesi, anche senza sapere nulla di loro e Kellan avrebbe potuto lasciarle al freddo ed in pasto alla folla di curiosi. Così davanti al fuoco che avevano trovato al loro arrivo Lori raccontò la loro storia dall’inizio. 

Io e mio marito, lavoravamo al palazzo dell’Alto Re degli elfi, Alkyriel. Alyndir era il capitano delle guardie e ormai lo avrete capito, io ero l’assassina personale del re. - A quelle parole Evelyn e qualche altro ascoltatore sussultarono - vivevamo una vita abbastanza tranquilla, se così si può dire, io facevo il mio lavoro, mio marito il suo. Poi arrivò questa figlia, la nostra luce, che già da bambina mostrava di avere dei poteri mentali di molto superiori a quelli di suo padre, da cui li aveva presi. Arrivata all’età di sessant’anni, i maghi di corte si accorsero di lei e ci fecero sapere che avrebbero voluto addestrarla a diventare mago di corte, viste le sue potenzialità…

Oh, perdonatemi, io ho settecentosettantanni e mia figlia sessanta, noi elfi abbiamo una vita molto più lunga rispetto alla vostra, mi rendo conto che possa sembrare strano sentir parlare di cent’anni come di briciole. - Sorrise mestamente Lori – in ogni caso, d’accordo con l’Alto Re, che sapeva di avere un traditore a palazzo, avremmo dovuto portare la bambina in un’altra città elfica, sotto mentite spoglie per far sì che crescesse libera e tranquilla, ma soprattutto lontana dalle influenze dei maghi di corte, che tessevano intrighi e sotterfugi ovunque. Alkyriel non pensava che il traditore fosse così in alto di grado e quando venne il giorno in cui Cheryween avrebbe dovuto iniziare l’apprendistato, il rinnegato si palesò e prese il controllo della mente dell’Alto Re, mettendoci a morte tutti…”

 

 

 

Tre deboli colpi alla porta, era il segnale.
In una camera da letto matrimoniale, una donna si stava alzando silenziosa per non svegliare il suo compagno di una vita.
Ad un tratto sentì un sospiro nella stanza accanto: “ ancora madre? “ le disse Chery mentalmente.

Non preoccuparti tesoro, tornerò presto. Dormi tranquilla, non vorrai arrivare in ritardo il primo giorno del tuo apprendistato perché hai aspettato tua madre sveglia. Poi cosa racconteresti ai maghi di corte? Ho atteso il ritorno di mia madre da una scorreria per assassinare qualcuno? - sorrise Lori prendendo in giro sua figlia - Vedrai che domattina, quando ti alzerai io sarò già di ritorno. “ 

E’ una promessa? “ disse speranzosa la bambina.

Certo carya, dormi serena, ci vediamo dopo.

Detto questo uscì con un mezzo sorriso sulle labbra. Silenziosa come un’ombra nella notte, Lori si addentrò nei corridoi labirintici del palazzo. Attraversava passaggi che forse nemmeno Alkyriel, Re da molti anni, conosceva ma d'altronde era il suo lavoro passare inosservata ed in segreto.
Arrivata nei pressi dello studio reale diede tre lievi colpi al pannello davanti cui si trovava e questo ruotò su se stesso aprendosi silenzioso alla destra della scranna dove abitualmente si trovava seduto Re Alkyriel, in quel momento occupata dalla Regina Tenuvel.
Lori era interdetta, non si aspettava di trovare la sovrana allo scrittoio ma prima che potesse dire qualcosa, la donna alzò una mano e mentalmente le disse: “ So che puoi sentirmi perché a volte sento chiacchierare te e tua figlia, come t’invidio, vorrei tanto poterlo fare con Alkyriel ma lui non mi < sente >. - mentre diceva questa semplice frase il suo sguardo s’incupì accennando un debole sorriso - Comunque, non siete più al sicuro in questo palazzo, mio marito è sotto il controllo dei maghi di corte, gli hanno fatto firmare dei documenti in cui mette a morte tutta la tua famiglia, dovete fuggire, probabilmente domattina verranno a prendervi per uccidervi. Va’, corri, portali via, dovete mettervi in salvo. Ci siete sempre stati fedeli, siete sempre rimasti al nostro fianco“ Detto questo si alzò e sparì dietro ad un altro pannello. Lorianne, ancora sconvolta dalla notizia, uscì dallo studio e si avviò di buon passo verso i suoi alloggi. Arrivata nei pressi sentì un brusio di voci e si appiattì nelle ombre più nere. 

E’ impossibile che queste porte non si aprano…le chiavi sono queste…” diceva qualcuno sottovoce davanti alla porta principale che dava sul corridoio.

Chery, sveglia tuo padre presto dobbiamo andarcene!! Non fate rumore però, c’è qualcuno davanti alla porta e non vi devono sentire ” avvisò mentalmente sua figlia.

Non ti preoccupare madre li ho già sentiti e non entreranno, papà è già sveglio e sta facendo i bagagli…

Lascia fare a me…ecco, un leggero tocco di magia e la porta si aprirà con la forza di un bambino…” Un mezzo sorriso sfiorò le labbra di Lori, < un leggero tocco di magia > non sarebbe bastato per abbattere le barriere di sua figlia, nonostante avesse solo sessant’anni. 

Ma com’è possibile?!…non si apre…andiamo a chiamare Soriel lui saprà cosa fare…”, detto questo i due si allontanarono veloci diretti agli alloggi dei maghi.

A quel punto, uscì allo scoperto e bussò alla porta. Appena sua figlia le aprì, si precipitò da suo marito per raccontargli ciò che la Regina le aveva riferito e decisero di fuggire da Valinos. Appena fuori delle porte della città si sarebbero divisi, sperando così di confondere momentaneamente i maghi che non sapevano chi seguire per poi riunirsi nella capitale del regno degli uomini, per poi spostarsi in un posto più tranquillo e sicuro dove ricominciare una nuova vita. Lontano dagli elfi che li volevano morti, sempre ammesso che non continuassero a seguirli. 
La stanza dove dormiva con suo marito, la stanza della bambina, il soggiorno dove passavano le serate davanti al camino a chiacchierare e ridere delle scorrerie di Cheryween nei corridoi labirintici del palazzo, la cucina dove ridevano insieme prendendosi in giro. Non avrebbe potuto portare nulla di tutto questo con se, nemmeno il grosso tappeto che aveva commissionato sua madre come dono di nozze. Guardava tutto, imprimendolo bene nella memoria ben sapendo che non sarebbe più potuta tornare indietro, una volta uscita da quel palazzo. La loro vita sarebbe cambiata per sempre ma almeno sarebbero stati insieme.
Alyndir era abituato a fare i bagagli, come capitano delle guardie dell’Alto Re, era tenuto ad andare nelle altre città elfiche per arruolare giovani adatti all’esercito. Dopo aver perso qualche secondo cercando di ricordare quanto più poteva della loro casa ed essere andata da Cheryween per aiutarla a preparare la sua borsa, Lori andò in camera, dove suo marito stava finendo di preparare le loro sacche e lo fermò. 

Lascia fare a me caro, nella mia, devo aggiungere qualcosina per ogni evenienza “. 

Quando furono pronti a partire, sentirono un brusio di voci provenire dall’esterno. Così, non potendo passare dalla porta principale, Lorianne decise di uscire dal pannello nascosto nella parete dietro l’armadio nella camera da letto che divideva col marito. Alyndir non sapeva esistesse, così rimase un po’ stupito quando sua moglie disse loro mentalmente: “ Seguitemi “.
Spostato il pannello, comparve loro davanti una lunga e tortuosa scala immersa nel buio più assoluto. Per quello che si poteva intuire non vi erano torce appese ai muri, né verso il basso né verso l’alto, non che ai tre elfi servissero per vedere dove si stavano dirigendo. Lorianne, sicura iniziò a salire, Alyndir e Cheryween la seguirono. Continuavano a salire senza mai avere punti di riferimento. Nonostante avessero piena visione della scala, padre e figlia erano in ansia perché ad ogni svolta si aspettavano che saltasse fuori qualcuno per afferrarli ed imprigionarli. A poco servivano i poteri mentali dei due, in quel momento erano nel panico e si affidavano completamente a Lori che continuava a salire imperterrita e tranquilla, fino a quando arrivarono ad una spessa porta di legno scuro sbarrata dall’interno.

State tranquilli, questa scala la conosciamo solo pochi topolini ed io, e c’è solo una copia della chiave di questa porta, la tengo io al collo “, poi si mise ad armeggiare con la serratura che girò senza un lamento nonostante la porta sembrasse molto pesante e in disuso da parecchio. Lori guardò che la via fosse libera poi i tre uscirono all’aria aperta, sul camminamento tra la torre est e quella ovest, la parte del castello a strapiombo sul mare. Controllando la posizione della luna, si resero conto che di lì a poco sarebbe passata la guardia di ronda, così tornarono all’interno per non correre il rischio di essere scoperti.
Quando passarono le guardie ascoltarono attentamente i loro discorsi, tentando di capire se li stessero già cercando o meno, e vennero a sapere che stavano setacciando il castello senza trovarli.
Aspettarono qualche minuto per essere sicuri di aver via libera poi uscirono, allora Lori prese la corda che aveva assicurato allo zaino e la legò alla merlatura, quando ebbe finito iniziò a calarsi, dopo sarebbe scesa Cheryween e in ultimo Alyndir, così se la bambina fosse scivolata la madre ne avrebbe fermato la caduta. Arrivati in fondo, in una rientranza invisibile dalle balaustre, dopo una discesa che a Chery era sembrata eterna, sentirono arrivare delle voci dall’alto. Subito Lori diede uno strattone alla corda che cadde arrotolata alla rinfusa ai loro piedi. Le voci passarono una volta e poi una seconda senza dare segno di aver notato nulla di strano. Aspettarono qualche minuto, poi s’incamminarono per allontanarsi dal castello, appena arrivarono alle porte della città però, si resero conto che non sarebbero arrivati lontano senza cavalcature. Lori era la più veloce, perciò tornò all’interno, verso le scuderie. 
Silenziosa, si tenne nascosta nelle ombre scure della notte e nel giro di qualche minuto fu arrivata, ma dovette aspettare che due pattuglie se ne andassero, a quanto pareva si erano incrociati e si davano le ultime novità sulla caccia. 
Nessuno riusciva a trovare la famiglia fuggiasca, ma non avevano il coraggio di svegliare il Re né tanto meno disturbare i maghi di corte per riferirlo, così continuavano a cercarli in lungo e in largo per il castello, senza pensare che sarebbero potuti essere già usciti. Lori sorrideva soddisfatta mentre aspettava il via libera per andarsene. Appena le guardie se ne furono andate, la donna sellò i cavalli e si avviò all’esterno, sovente per le vie della città s’intravedevano mercanti di altre terre che venivano a vendere i loro cavalli al Re, così non attirò l’attenzione quando varcò le porte con il cappuccio del mantello calato fin sul viso. Le guardie pensarono fosse un mercante cui erano andati male gli affari e, nonostante fosse notte fonda, non la fermarono nemmeno.     
I fuggiaschi, cercarono di allontanarsi il più possibile, tanto più erano lontani, tanto più sarebbe stato ampio il loro vantaggio quando, il mattino dopo, sarebbero uscite le pattuglie del Re a cercarli. 
S’inoltrarono nella foresta che circondava la città di Valinos, alle porte dei Regni degli Uomini, nessuno li seguiva ancora quindi non avevano molta fretta, decisero di fermarsi un paio d’ore, più per far riposare Cheryween e i cavalli che per reale bisogno. Alyndir e la moglie nel frattempo perlustravano a turno il terreno lì attorno per essere sicuri di non lasciare tracce troppo evidenti. 

Chery amore, svegliati dobbiamo andare “ disse Lori alla bambina. “ E’ quasi l’alba ormai, fra poco i maghi si accorgeranno che non ci hanno trovato ed andranno su tutte le furie, manderanno un esercito a cercarci, dobbiamo allontanarci il più possibile “. 

Era il momento di separarsi, Alyndir sarebbe andato ad ovest verso le Keder Eanorfiriel, le montagne del sole morente, madre e figlia invece si sarebbero dirette ad est verso le Taleight naar, le pianure infuocate. Si sarebbero incontrati di nuovo a Valenlight, la capitale dei regni degli uomini. 

  
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