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Autore: Kiarachu    21/06/2012    2 recensioni
Un'altra AU: E se qualcosa fosse andato storto al Museo di Metro Man, quando Megamind voleva distruggere la statua? Megamind dovrà fare una scelta che cambierà la sua vita: in bene, o in male? Dramma e angst all'inizio, ma poi conforto in futuri capitoli.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Mentre Minion stava guidando verso la prigione il direttore guardava curiosamente l’interno dell’auto.
 
“Questa è un’Hudson Hornet, vero, Minion? Con tutte quelle pesanti modifiche, non avevo mai capito che modello fosse. Bella scelta! Lo sai che il mio cognome è Hudson?” il direttore disse con sincerità ed interesse.
 
Gli piaceva quel modello, ed era in qualche maniera felice che il suo figlioccio avesse scelto quella macchina particolare.
 
Minion sorrise orgoglioso, e disse, “Sì, è un’Hudson Hornet. Una di quelle che hanno corso le gare Nascar, anno 1952. Abbiamo trovato questa bellezza buttata via in uno sfasciacarrozze. Era parecchio rovinata, ma Signore era così felice d’averla trovata. L’ha restaurata, con una cura quasi materna, e l’ha modificata attraverso gli anni. Ha preso diverse parti originali, per riparare quelle rotte, frugando tra parecchi sfasciacarrozze. È molto orgoglioso del risultato, ed io son felice di guidare questa macchina storica”, finì sorridendo orgogliosamente.
 
Il direttore conosceva bene quella sensazione, perché aveva anche lui una vecchia DeSoto Adventurer.
Aveva ereditato quella rara macchina da uno zio, qualche anno precedente, che conosceva la sua passione per le vecchie automobili.
 
“È davvero una bella macchina, e ha fatto uno splendido lavoro, restaurandola. Io stesso ho una vecchia DeSoto Adventurer, e mi piacciono moltissimo questo tipo d’auto. Devo dirglielo, penso che potrebbe rinfrancargli lo spirito, vero, Minion?” Gordon Hudson chiese all’acquatico seguace.
 
Minion annuì, sorridendo a tutti denti, poi parcheggiò l’automobile vicino alla prigione, e tutti smontarono da essa, andando verso l’entrata.
Il direttore rassicurò le guardie, e disse loro che avrebbe spiegato la situazione dopo che si fosse preso cura della faccenda.
 
Le guardie annuirono d’accordo, e guardarono perplessi l’uomo spettinato che stava accompagnando il ben conosciuto pesce spaziale e il direttore.
Parlarono di lui, mentre i tre entrarono in prigione.
 
“Quel tizio assomiglia a Metro Man! Ma lui è morto…magari è un sosia?” disse una delle guardie. 
 
“Nah…no ho notato quella somiglianza..magari è un avvocato o qualcosa del genere? Secondo te che affare avranno con Megamind?” rispose l’altra guardia, e domandò.
 
La prima guardia fece spallucce. “Non ne ho idea…lo scopriremo quando il direttore ce lo spiegherà.”
 
Nella prigione, Wayne stava ridacchiando, perché aveva sentito la loro conversazione con il suo superudito.
Gli altri due lo guardarono perplessi.
 
“Ve lo spiego più tardi”, l’alieno muscoloso disse loro.
 
Arrivarono alla cella speciale di Megamind, e Gordon disse alla guardia, “Lascia la postazione, spiegherò quello che sta succedendo più tardi. Lasciaci soli, per favore.”
 
La sentinella annuì, sapendo troppo bene di non rifiutare un ordine del direttore, e lasciò la stazione, chiudendo la porta metallica dietro di sé.
Minion sbirciò dall’oblò, e il suo cuoricino sprofondò, vedendo il suo protetto accasciato sulla sedia, scorrendo attraverso canali televisivi.
 
Era…sconfitto…e sapeva di dover fare qualcosa, per non farlo scivolare verso la depressione.
Per la sua razza era facile cadere in uno stato del genere, perché erano molto emotivi.
 
Si accigliò, e batté sul vetro, per fargli notare la sua presenza.
Gli occhi di Megamind si aprirono in sorpresa, e ruotò la sedia, per vedere chi lo stava disturbando.
Minion agitò la mano, sorridendo, e l’alieno blu quasi fece un sorrisetto felice, ma poi si accigliò.
 
“Ti avevo detto di stare con Roxanne! Sei proprio un testone!” lui disse con tono arrabbiato, cercando di non mostrare il suo sollievo, a vederlo di nuovo.
 
L’acquatico seguace roteò gli occhi, e rispose, “Signore, non cerchi di sgridarmi. Son qui per una buona ragione. Prima di tutto, Miss Ritchi è a posto. È viva e non è più in coma farmacologico. Le ho detto TUTTO, e quando dico tutto, intendo proprio tutto, voglio dire le cose che lei mi ha detto, anche quelle che non dovevo dire”, e fece una pausa per vedere la reazione di Megamind, e come pensato, l’alieno divenne viola.
 
“MINION! Perché le hai detto quella cosa? Ha riso di me, vero? In ogni caso, son felice di sentire che è a posto. Qualcos’altro?” l’ex Signore del Male chiese al suo amico fedele.
 
Minion annuì, e ridacchiò, vedendo la reazione di Megamind, ma poi continuò, “Vuole anche parlare con lei. E non ha riso. Signore…son qui per qualcos’altro. Ho portato qualcuno che vuole parlare con lei. È molto importante.”
 
Megamind era felice di sentire che Roxanne volesse parlare con lui, ma in quel momento non voleva parlare con nessuno.
 
“Parlerò con lei, quando uscirà dal Metro Hospital, ma adesso non voglio parlare con nessuno”, disse, accasciandosi di nuovo sulla sedia, girandosi.
 
Minion roteò nuovamente gli occhi, e fece un gesto a Wayne di venire avanti, poi ridacchiò, immaginando la scena che stava per spiegarsi.
 
“Non vuoi neppure parlare con me, piccoletto?” l’ex eroe disse con la sua solita voce dal tono eroico.
 
Megamind roteò la sedia, guardando la finestrella rotonda.
Quando vide chi aveva parlato, i suoi occhi si spalancarono, e guardò il suo nemico a bocca aperta.
Fece qualche suono incomprensibile, prima di riconquistare la sua ragione.
Corse verso la porta, schiaffando la sua faccia sul vetro.
 
“Tu…tu…sei un fantasma? Oh, no, ci sono! Minion! Stai usando l’holowatch di riserva, vero?” l’alieno blu disse, non credendo a quello che vedeva.
 
Wayne scosse la testa, e Minion parlò, “No, Signore, io sono qui. E non è un fantasma.”
 
Megamind sbatté gli occhi un paio di volte, e disse, con un tono di voce incredulo, “Sei vivo!”
 
E Wayne annuì, dicendo, “Eheheh…sono vivo. E devo assolutamente parlarti”, finì con un tono di voce serio.
 
L’alieno confuso annuì distrattamente, facendogli il gesto di continuare.
L’alieno muscoloso profferì tutto il discorso che aveva già detto a Minion, Gordon e Roxanne.
 
Quindi aggiunse, “Non ti biasimerò se non vuoi perdonarmi. Ho fatto una cosa orribile a te e alla città, e ti assicuro che son ben disposto a pagare per tutto questo. Mi sottometterò al giudizio delle autorità locali, insieme a te.”
 
Megamind andò lentamente verso la sedia nella cella, e si sedette, pensando a tutte le cose che Wayne gli aveva detto.
 
Una cosa gli risollevò il suo spirito malconcio, e così chiese all’eroe a riposo, “Hai detto d’essere gay…così…tu non sei mai stato con Roxanne. Perché non me l’hai mai detto? L’ho sempre rapita perché, oltre altre cose, pensavo che voi due eravate insieme!”
 
Wayne si grattò la nuca, e rispose, “Non l’ho mai detto per molteplici ragioni, prima di tutte la sua carriera. Grazie a quella diceria è divenuta famosa, e le interviste gliele concedevo solo perché eravamo amici. E secondo la stavo usando…come barba”, lui disse al suo ex nemico.
 
L’alieno blu alzò un sopracciglio, sentendo quel termine: non sapeva il suo significato.
 
“Mh…scusa? Certamente ADESSO hai una barba incolta, ma non so che vuoi dire…dammi dello stupido, se vuoi.”
 
Wayne stava per ridere, ma poi si fermò, e spiegò, “Voglio dire che la stavo usando per nascondere il mio orientamento sessuale. È un gergo di strada. Devo scusarmi anche con lei…”
 
Megamind annuì, immagazzinando quella parola nel suo incredibile cervello, poi sospirò.
 
“Sono disposto a perdonarti, anche se il tuo comportamento non solo mi ha portato verso la criminalità, ma mi ha fatto rischiare la vita di Roxanne e Bernard. Se non avessi finto la tua morte, non sarei mai diventato un Signore del Male, e non avrei mai distrutto la tua statua. È una catena di eventi, dove noi siamo in ogni caso colpevoli, ma tu, oh, tu, “ragazzo d’oro”, tu hai fatto qualcosa di terribile! In tutti i casi!”
 
“In ogni modo, è inutile piangere sul latte virsato, e continuare ad andare avanti. Adesso, vorrei sapere che avete intenzione di fare. E, direttore? Lei vuole parlare con le autorità locali? A proposito di cosa? I miei ottantotto ergastoli? Sono legato qui, e non voglio lasciare questo posto, visto che MI MERITO di stare qui per l’eternità!” l’alieno blu finì, accasciandosi sulla sedia.  
 
Gordon Hudson andò vicino all’oblò, e parlò con calore, “Megamind, figliolo, voglio solo darti un’altra opportunità. So che c’è del buono in te, e questa catena d’eventi lo dimostra. Voglio parlare alle autorità di te, e Wayne verrà con me, spiegandogli che non è morto e raccontando l’intera situazione, esattamente come ha fatto con te. Per gli ergastoli, beh…a dirti la verità, erano una bugia.”
 
Megamind si accigliò, e guardò l’uomo di una certa età con uno sguardo perplesso.
 
“Una bugia? Vuole spiegare tutto ciò? Sono molto impaziente di conoscere la verità, in questo momento”, lui disse con il suo solito tono inquisitivo.
 
E così il direttore e Wayne gli spiegarono la situazione, e Megamind annuì, capendo, e sentendo un’ondata di gratitudine verso Gordon Hudson.
 
“Capisco…e penso che farete un altro accordo con il Governo, adesso che “Mister Perfettino” non è più l’eroe della città. Giusto per curiosità, che ha intenzione di dire alle autorità, direttore? Non voglio più essere un criminale, non dopo quello che è successo, e son veramente confuso. Il mio destino se n’è andato, e non so che fare”, l’ex cattivo chiese all’uomo baffuto.
 
Gordon sorrise, e rispose, “Siccome questa città ha bisogno di un eroe, e quello vecchio, beh, non vuole ricoprire questo ruolo, stavo pensando di proporre al Governo e alle autorità che TU potresti diventare il difensore di Metro City, ovviamente se vuoi. Così puoi pagare il tuo debito con la società, e continuare a fare quello che hai fatto tutti questi anni: inventare armi, non per distruggere la città, ma per proteggerla!”
 
Megamind sbatté gli occhi, ed elaborò l’idea, e poi un sorriso maniacale si formò lentamente sulla sua faccia.
 
“Mi piace quest’idea! Mi piace proprio! E sarò contento di aiutare la città, di difenderla. Lo sa…quello che volevo era solo un pochino di riconoscimento…sono un genio dopotutto, e volevo solo che i cittadini di Metrocity mi guardassero con meraviglia, non disgusto. So che alcuni di loro continueranno a guardarmi così, anche quando sarò il protettore di questa città, ma spero che altra gente mi guardi con orgoglio, dicendo “vivo in una città protetta dal grande Megamind”. E in ogni caso avrei anche il mio grande amico Minion al mio fianco…e questo mi rende felice comunque!” lui disse sorridendo, e guardando in un'altra luce il suo padrino.   
 
Gordon sorrise con orgoglio, e disse, “Son felice di sentirtelo dire. Son davvero orgoglioso di te in questo momento. Non hai idea di quanti anni io abbia aspettato di sentirtelo dire. Davvero. Magari un giorno parleremo anche di quello. Adesso radunerò le guardie in gruppi, per dirgli di questa situazione. E…stavo pensando, Wayne, vuoi dire qualche tipo di scusa per quello che hai fatto, o vuoi dir loro la verità?” lui chiese seriamente all’ex eroe.
 
Wayne strinse le sue sopracciglia in un’espressione pensierosa, e poi fece spallucce.
 
“Vorrei poter uscire alla luce del sole, ma non voglio che la gente in città mi odia per quel che ho fatto, così stavo pensando di dire una piccola bugia. Ma non ho idea di quello che potrei dire…”
 
Megamind bussò all’oblò, e fece un gesto al direttore e all’alieno muscoloso di venire vicino.
 
“Che ne pensi di dire che i tuoi poteri stavano abbandonandoti? Di ai cittadini di Metrocity che hai finto la tua morte perché non volevi rischiare la loro vita. Penso che sia un buon compromesso, giusto? Alcuni di loro saranno arrabbiati con te, per quest’inganno, ma molti di essi lo accetteranno. O almeno lo spero”, l’alieno blu disse, facendo un sorriso storto. 
 
Entrambi annuirono, e Wayne disse, “È una buon’idea, piccoletto! Lo sai…in questo periodo ho avuto tempo di pensare a noi due, e penso che potremmo fare una chiacchierata. Per…non so…spiegare tutti quegli anni di battaglie, magari per diventare amici, se vuoi. Lo sai…ho molti fan, ma non molti amici.”
 
“A proposito…devo andare al Metro Hospital per vegliare su Bernard, dopo aver parlato con le guardie. Anche se non vorrà più essere il mio ragazzo, devo parlargli, per dargli delle spiegazioni. Ok, adesso sono pronto, direttore, andiamo dalle guardie. Eheheh…penso che saranno un po’ shockati”, disse Wayne, sorridendo furbescamente.
 
Megamind sorrise a sua volta, e gli rispose, “Farei volentieri quelle chiacchierate, e magari…potremmo diventare amici, chi lo sa? Buona fortuna con quel discorso…e, per favore, dopo puoi dirmi che reazione hanno avuto, così mi farò una bella risata”, lui finì con il suo solito furbesco – ed un pochino malvagio – tono di voce.
 
Wayne rise di tutto cuore, ed annuì.
 
“Va bene, Megamind! Vedo che sei ancora un po’ cattivello nell’animo, ma va bene, ed anch’io mi farò una bella risata, penso. Ci si vede!” e con quello se n’andarono tutti e tre nell’ufficio del direttore, per fare l’annuncio per le guardie.           
 
 
 
 
 
  
 
  
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