Premessa:
Dietro questa one-shot c’è un mondo, un vero e
proprio mondo. Qualcuno saprà – perché l’ho scritto di sicuro da qualche parte –
che, da un mesetto a questa parte, io e Robs (che voi
conoscete come Lady_Thalia) abbiamo iniziato a
consumare i nostri sms, fingendoci Seb e Thad. Quindi, in sostanza, noi li abbiamo fatti litigare,
li abbiamo fatti dichiarare e li abbiamo messi insieme. Anzi addirittura, ad un
certo punto, Thad ha conosciuto la mamma di Seb, quindi pensate un po’.
Lo
stesso abbiamo fatto per questa fic, il che è
preoccupante, data la quantità di fluff e di askzdhsisakxj presente. Però sì, ci divertiamo un casino a plottare ‘ste robe.
Lo stesso è accaduto con “Sleepwalking”. No, non vi
sto costringendo ad andare a leggerla. Davvero! xD
Quello
che sto cercando di dire è che la ringrazio immensamente, perché senza di lei
non mi sarei sciolta sulla sedia a causa del caldo e del “caldo” per scrivere
questa nostra bimba. Che poi le nostre bimbe hanno anche i titoli correlati e
che fanno pure rima. lol
E
niente, la smetto di delirare, perché mi si stanno sciogliendo i polsi per
scrivere (il pc è bollente).
Voglio
dare un enorme in bocca al lupo ai maturandi e a tutti coloro che hanno qualche
sorta di esame, e augurare una felice estate a chi è libero come un warbler! *sigh*
Un
grosso bacio a tutti.
Vals … Sebs
~
Awakening
Se
gliel’avessero raccontato, non ci avrebbe mai creduto. Lui alle prese con una
relazione? Roba da matti! Eppure svegliarsi al mattino accanto a Thad Harwood sembrava la cosa più
naturale del mondo. Sapere di essere soltanto suo, guardare il suo petto sollevarsi
al ritmo del suo respiro, avere il privilegio di affondare una mano in quei
capelli così morbidi…
Ad
averlo saputo prima non ci avrebbe pensato due volte a dire di sì, ad ammettere
che, cazzo, non era solo il suo dannato fondoschiena ad ammaliarlo. Aveva
imparato a conoscere tutte le sfaccettature di quel ragazzo che, all’apparenza,
sembrava solo un tipo troppo ligio, che doveva essere destato tramite il
fascino inequivocabile del più figo dell’Accademia. Non era altro che una
preda, una delle tante, e poi era bastata una settimana di chiacchiere, litigi
e confessioni e ora stavano insieme… e lo amava da morire.
Thad serrò la mano attorno al
lenzuolo e voltò leggermente la testa nella sua direzione, continuando a
dormire beato. Dio, non riusciva mai a resistere a quel faccino da angioletto.
Gli faceva venire una fitta allo stomaco che gli si propagava per tutto il
corpo.
Prima
che se ne accorgesse, stava già sgusciando da sotto le coperte e scivolando
silenziosamente sopra di lui. Gli si mise a cavalcioni, facendo attenzione a
non far gravare eccessivamente il peso sul suo corpo, e si chinò su di lui,
iniziando a sfiorargli il collo con le labbra, centimetro dopo centimetro…
Lo
sentì mugugnare soddisfatto, mentre apriva gli occhi lentamente.
‹‹Ho
appena iniziato e già fai le fusa?›› ghignò Sebastian, occupandosi di quel pomo
d’Adamo che lo faceva impazzire ogni volta.
‹‹Potrei
abituarmici ad essere svegliato così, sai…?›› mormorò Thad,
già a corto di fiato a causa di quel dolce risveglio.
Sebastian
gli lasciò una scia di baci lungo la mascella, col solito sorriso giocoso in
viso.
‹‹Beh,
dovevo prendermi la rivincita per ieri mattina.››
Thad sorrise al pensiero di lui
che convinceva il suo ragazzo a saltare le lezioni del mattino, con metodi
alquanto seducenti. Non era proprio da lui una cosa del genere, ma da quando
Sebastian era entrato nella sua vita – totalmente entrato – non riusciva più a
fare a meno di lui. Aveva smesso di trattarlo come se non rappresentasse nulla,
anzi, aveva cambiato completamente direttive. Sembrava che Thad
fosse l’unica cosa che contava veramente ed era bellissimo… era bellissimo non
soffrire più, fare di tutto per non litigare e vivere di quelle piccole cose… vivere di lui.
Il
moro sospirò, mentre un brivido gli percorreva la schiena.
‹‹Sei
sleale, però… però continua…›› disse, perso ormai tra il calore del suo ragazzo
ed una piacevole stretta al ventre.
Sebastian
si allontanò da lui. L’espressione sul suo viso voleva sembrare offesa, ma le
guance piene nascondevano tutta l’ilarità e il divertimento che stava provando.
‹‹No,
io sono sleale, forse è meglio che vada.›› borbottò, con finto risentimento, e
fece per andarsene, ma Thad lo trattenne,
afferrandolo per i fianchi.
‹‹Dai,
non fare così…›› mormorò suadente, facendo scorrere le mani sulla pelle
nascosta sotto la maglia del suo pigiama, ‹‹… non ho mai detto che mi
dispiacesse…››
Sebastian
rise, alla faccia da cucciolo che aveva ostentato Thad,
e poi replicò, con fare altrettanto provocatorio: ‹‹Dimmi qualcosa di carino e riprendo.››
Il
suo ragazzo finse di pensarci un po’ su, mordendosi un labbro, dopo di che
tornò a osservarlo col suo solito sguardo innocente.
‹‹Qualcosa
di carino… Mmh… Thad Harwood…?››
Un
ghigno gli apparve sul viso e Sebastian pensò che, forse, il nanerottolo non
era poi tanto innocuo.
‹‹Stai
diventando egocentrico?›› scherzò, tornando a baciargli il collo e ad accarezzargli
il petto, per poi spostare le mani a massaggiargli gli addominali.
Thad emise un altro forte respiro
alla scarica di piacere che quelle moine gli avevano causato.
‹‹Sto…
sto imparando da te…››
Un
gemito quasi impercettibile gli attraversò la gola, come un flebile cigolio, e
Sebastian si sorprese di sentire le sue dita che lasciavano i suoi fianchi, che
andavano a sfiorare l’elastico dei suoi pantaloni e che infine oltrepassavano
quel confine per avere accesso a quella porzione di pelle nascosta.
‹‹Stai
imparando in fretta…›› ghignò, ad una distanza pressoché inesistente dal suo
collo, scendendo a baciargli la spalla e infilando una mano sotto la sua maglia
per tastare quel busto caldo e perfettamente scolpito.
Thad inarcò leggermente la schiena
e sollevò la testa in un gesto convulso.
‹‹Sei
tu che sei un bravo insegnante… Dio…›› replicò sottovoce, accarezzandogli
lascivamente la schiena e subito dopo aggrappandovisi più saldamente.
Sebastian
alzò lo sguardo su di lui e sorrise compiaciuto, prima di avventarsi sulle sue
labbra e accostare il petto al suo. I loro cuori battevano all’unisono, le loro
bocche si accarezzavano dolci e vogliose insieme, tra un morso e l’altro,
mentre le loro lingue si cercavano incessantemente. Thad
avvolse le braccia attorno al collo di Sebastian e successivamente immerse le
dita nei suoi capelli. Sospirò appagato, quando le mani del suo ragazzo gli si
poggiarono sui fianchi ed i suoi pollici gli vezzeggiarono le fosse iliache, e
stava quasi per pregargli di continuare, ma le parole gli morino in gola,
troncate da un paio di colpi secchi alla porta, che lo fecero sobbalzare.
Sebastian
si staccò dalle sue labbra di mala voglia, facendolo mugugnare in segno di
dissenso, ed imprecò dentro di sé, gettando un’occhiata truce all’ingresso.
‹‹Thaaad, ci sei??››
La
voce inconfondibile di Jeff Sterling esplose, con fare impaziente, fuori dalla
loro camera.
La
testa di Thad ricadde pesantemente sul cuscino,
mentre il diretto interessato sbuffava infastidito.
‹‹Cristo,
che tempismo!›› esclamò frustrato. Sebastian tornò a guardarlo, aspettando che
gli dicesse di spostarsi, per permettergli di andare ad aprire la porta al suo
migliore amico, e invece Thad, per tutta risposta, lo
baciò nuovamente con una certa foga, per poi allontanarsi di poco e
sussurrargli: ‹‹Ignoralo, si scoccerà e se ne andrà…››
‹‹Non
ci credo…›› proruppe flebilmente Sebastian, con la sua solita faccia da schiaffi,
‹‹Stai davvero ignorando il tuo migliore amico?››
Si
inumidì le labbra con nonchalance e si abbassò a mordergli l’orecchio,
stringendolo forte a sé, mentre un altro pugno colpiva la porta della loro
stanza.
‹‹Thaddeus Harwood, aprimi
subito!›› strillò Jeff.
‹‹Ci
sto provando, sì.›› rispose Thad, rivolto al suo
ragazzo, per poi ringhiare esasperato, ‹‹Jeff, cazzo, vaffanculo!››
Sebastian
continuò a non curarsi del battibecco in corso tra Thad
e quel terzo incomodo, si prodigò a sollevargli la maglia e a lasciargli una
scia di baci umidi sul petto, scendendo lentamente in direzione del ventre.
‹‹Ah,
allora ci sei!›› replicò il biondo, con una nota piccata nella voce, ‹‹Invece
di fare le porcate con Smythe, dovresti vestirti… Se
non vieni a lezione, la Buxton ti farà un culo
enorme!››
Le
labbra di Sebastian sfiorarono dolcemente l’addome di Thad
e quest’ultimo dovette respirare profondamente per riuscire a dare una risposta
sensata a Jeff.
‹‹Sì,
anche a te… per cui avviati… io ti raggiungo…›› rispose, cercando di apparire autorevole,
ma finendo solo col sembrare pateticamente preda delle moine del suo ragazzo,
‹‹forse…››
‹‹Già,
forse…›› sogghignò Sebastian, lasciandogli qualche morso sui fianchi, che fece
gemere Thad di piacere.
‹‹Dio…
Sebastian…››
Jeff
bussò ancora alla porta per cercare di recuperare l’attenzione di quei due: ‹‹Thad, non puoi saltarla! E tu, Smythe,
smettila di privarlo degli ultimi neuroni che gli sono rimasti… qualunque cosa
tu stia facendo!›› urlò.
‹‹Jeff,
evapora e smettila di dare la colpa a Sebastian.›› ribatté Thad,
afferrando il colletto del pigiama del suo ragazzo per attirarlo a sé e poi
baciarlo famelicamente. Quest’ultimo gli prese il viso tra le mani e lo
ricambiò con vigore, solleticandogli il palato con la lingua e andando poi a
cercare la sua.
Un
paio di movimenti ben coordinati e Sebastian si staccò da lui, dicendogli
affannato, con la sua solita smorfia in volto e con l’intenzione di fare il
verso a Sterling: ‹‹Forse non dovresti saltarla… La tua media ne risentirebbe…››
‹‹Visto?
Ascolta Smythe!›› assentì Jeff speranzoso.
Sebastian
si avvicinò ancora un po’ al viso di Thad.
‹‹Però
magari se gemi più forte, se ne va indignato…›› gli bisbigliò a voce
bassissima, prima di mordergli il labbro inferiore, con fare accattivante.
Thad ridacchiò e si allungò a
baciargli il collo, poco più giù rispetto all’orecchio.
‹‹Oppure
puoi essere tu a gemere, che dici?››
La
smorfia di Sebastian si allargò maggiormente e divenne a dir poco diabolica,
mentre alzava la voce di proposito per farsi sentire da Jeff: ‹‹Dio, Harwood, hai delle mani ma. gi.
che!›› esclamò divertito, cercando in tutti i modi di soffocare una risatina.
‹‹Dio,
quanto ti amo…›› bisbigliò Thad, baciandolo
teneramente e ridendo sulle sue labbra per quella stupida messinscena, ‹‹Jeff,
dille che sono malato, domani le porto la giustificazione dell’infermeria…››
aggiunse poi, rivolto al suo migliore amico che, dal canto suo, ascoltava
l’enorme varietà di versi provenienti da quella camera, allibito.
‹‹Va
bene, non darmi ascolto,›› si arrese il biondo, ‹‹ma poi non venire a piangere
da me. Ciao e buona scopata!››
Dal
suono dei suoi passi, Sebastian dedusse che se ne stesse andando. Fissò il suo
ragazzo con un sopracciglio inarcato.
‹‹Mi
sa che si è offeso.›› gli fece notare, al che Thad
roteò gli occhi e sbuffò sonoramente.
‹‹Dici
che dovremmo andare?›› gli chiese con uno sguardo tenerissimo, che lo pregava
di non dar retta a quel buon senso che si era concretizzato in un Jeff Sterling
disturbatore.
Sebastian
lo tirò a sé con delicatezza, stringendolo in un saldo abbraccio, e gli soffiò
sul collo: ‹‹Non ho voglia di alzarmi…›› gli lasciò un morso su quella pelle
morbida e profumata e continuò a sussurrargli, a mo’ di scusante, ‹‹Sei comodo…››
Il
moro gli baciò una guancia, mentre gli avvolgeva le braccia intorno alle spalle
per avvicinarlo ancora un po’.
‹‹Nessuno
ti chiede di farlo… Mi piace averti addosso…››
‹‹E
allora resta con me…›› mormorò Sebastian, prima di congiungere le labbra con
quelle di Thad, stordendolo nuovamente con passione.
‹‹Non
vado da nessuna parte…›› sibilò l’altro, senza staccarsi completamente da quel
dolce sfiorarsi.
‹‹Non
te l’avrei comunque permesso…›› ghignò Sebastian, carezzandogli una guancia con
la punta del naso.
Thad sorrise e scese a baciargli
il mento e poi il collo con estrema lentezza.
‹‹Non
avevo alcun dubbio…›› gli morse una spalla, prima di chiedergli sommessamente, ‹‹Allora…
Vuoi continuare o…?›› ancora un altro morso e Sebastian si ritrovò ad affondare
le dita sulla schiena del suo ragazzo.
‹‹Mmh… Magari lascerò fare un po’ a te…››
Le
mani di Thad scivolarono lentamente sotto la sua
maglietta, rasentando il suo ventre con i palmi e le dita, prima di afferrarla con
fermezza e sfilargliela di dosso. Si chinò a lambirgli il petto con le labbra,
alitandogli sottovoce: ‹‹Allora magari ci spostiamo nella doccia…›› andò a mordicchiargli
un fianco, ‹‹… che ne dici?››
Sebastian
gli passò una mano tra i capelli e sorrise con fare allusivo, mentre una frase
equivoca lasciava prontamente la sua bocca: ‹‹Ti… Ti piacciono le cose bagnate,
huh?››
‹‹Ammettilo,
hai fatto un ottimo lavoro con me…›› sussurrò Thad ed
era strano scorgere la lussuria in quegli occhioni così dolci e innocenti.
Sebastian riusciva a morire dentro ogni volta che li guardava. Si domandava come
avesse fatto a portarlo così lontano dai suoi standard e a fargli avere fiducia
in lui, lui che, fino a qualche tempo fa, giurava a se stesso che non si
sarebbe mai fatto lo stesso uomo più d’una volta. Eppure di Thad
non ne aveva mai abbastanza. Era tremendamente sdolcinato, lo faceva
boccheggiare sbigottito ogni volta che ci pensava, però lo amava. Non era da
lui, ma lo amava. Ed era meraviglioso scoprire di essere in grado di farlo, di
essere diverso con lui.
‹‹Cazzo,
sei… perfetto…›› farfugliò, socchiudendo gli occhi.
‹‹E
ancora non hai visto nulla…›› replicò l’altro, con un sorrisino sul viso, dopo
di che scivolò via dal suo abbraccio, si alzò dal letto e si sfilò la maglia,
gettandola su una sedia a caso, ‹‹Quindi mi raggiungi in bagno o no…?››
proseguì, pur conoscendo già la risposta di Sebastian.
Infatti
quest’ultimo lo seguì immediatamente.
‹‹Non
mi sfuggi, microbo.››
In
un paio di falcate lo raggiunse, intrappolandolo tra il suo corpo e lo stipite
della porta del bagno. Gli sfiorò il collo con la punta delle dita,
squadrandolo con desiderio.
‹‹Microbo?
Guarda che potrei infettarti…›› lo provocò Thad,
avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra, senza però toccarle.
‹‹Credo
che sia tardi ormai per pensarci…›› mormorò Sebastian, azzerando la distanza
che c’era tra loro.
Il
più piccolo sospirò e gli addentò gentilmente il labbro inferiore.
‹‹Credo
di essere pazzo di te…››
‹‹La
cosa è reciproca…››
Si
baciarono di nuovo e successivamente Thad gli prese
una mano, intrecciando le dita alle sue e iniziando a trascinarlo in bagno, col
suo solito sguardo da cerbiatto.
Il
suo ragazzo poteva fingersi un innocente e inibito angioletto quanto voleva,
però era in quei momenti che si rendeva conto di quanto invece fosse diabolico.
Riusciva sempre a metterlo sotto scacco e a fargli fare quello che voleva. Se
il resto del mondo lo avesse visto quando era con lui, non lo avrebbe
riconosciuto… o forse sì, ma avrebbe di sicuro pensato che fosse come minimo
ubriaco.
‹‹Vieni
con me… prima che a qualcun altro venga in mente di rompere…››
Sebastian
ghignò, andandogli dietro senza pensarci due volte.
‹‹Non
li lascerei interromperci nemmeno se abbattessero la porta.››
In fondo, non erano poi così diversi.
Fine.