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Autore: o donnell    21/06/2012    4 recensioni
April è la migliore amica di Harry, ma i due non si vedono da molto; quando Harry torna a casa dal World Tour con la sua band, April lo trova cambiato. La loro amicizia supererà gli ostacoli o si trasformerà in un sentimento diverso?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

Finalmente era sabato. Finalmente stavo tornando al 505a Spangled di Holmes Chapel, dove mi aspettava April. Non mi importava se per rivederla avrei dovuto fare sette ore di viaggio, o quarantacinque minuti di strada, lei mi mancava, e io volevo riabbracciarla. Nella mia immaginazione April mi stava aspettando sdraiata su di un fianco, con le mani tra le cosce. Mi ricordo ancora quando la salutai per quella che sarebbe stata l’ultima volta, lei che camminava sul marciapiede, e mi guardava con quegli occhi di ghiaccio. Ora, stavo camminando a passo svelto verso casa sua, con ancora tutte le borse e valige, non ero neanche passato a casa mia per lasciarle. Bussai. il cuore mi batteva all’impazzata. Mi tastai il petto, per essere sicuro che non mi fosse esploso.
-Harry! Che piacere rivederti!-mi accolse la madre di April.
-Buonasera Signora! Anche per me. April è in camera sua?-le chiesi impaziente, lasciando cadere le valige a terra.
-No, mi dispiace, è uscita qualche minuto fa-rispose la donna. Il mio cuore si fermò. Non potevo più aspettare per vederla.
-Ah va bene, allora la cercherò. Posso lasciare le mie valige qui?-chiesi gentilmente alla signora.
-Certo, come vuoi!-rispose lei
-Allora vedo, grazie ancora!-le gridai uscendo da casa sua. 
Pensai allora di andarla a cercare al nostro solito posto, al parco dietro le poste, così cominciai a correre, tenendomi una mando sui pantaloni, perché anche questa volta mi ero scordato la cinta.
Quando April vide la mia ombra disegnata per terra dalla luna, su alzò dall’altalena dove era seduta e si fiondò su di me, abbracciandomi, trattenendo il respiro rotto dalle sue lacrime. Quando April piange, il mondo mi crolla addosso, sembra che mi debba dare l’addio ancora una volta. E’ come se fossi sempre sul punto di rovinare una sorpresa, come se togliessi le mani dai suoi occhi troppo presto.
-Mi sei mancata-riuscii a dirle abbracciandola.
-Scusami, non mi sono mai piaciuti questi momenti, di solito li vedo solo nei films-mi disse lei cercando di ridere tra le lacrime. Io glie le asciugai con i pollici, sostenendole il viso. I suoi occhi bagnati dalle lacrime erano ancora più azzurri.
-Non c’è niente che dovresti dire, o che dovresti fare, va bene così-le risposi io, a me bastava solo che smettesse di piangere. -Mi dispiace, se solo avessi saputo e avessi capito che-non la lasciai finire, la strinsi ancora di più tra le mie braccia, e la baciai, soffocando le sue parole.
-Ti amo April.-le sussurrai all’orecchio.
Lei avvicinò la sua fronte alla mia, e facemmo combaciare per l’ennesima volta le nostre labbra. Vaniglia. Lei sapeva sempre di vaniglia. Come avrei potuto scordarmi del suo sapore.
Sembrava che solo la mia vicinanza fosse stata abbastanza per placare le sue lacrime, e finalmente un sorriso faceva capolino sul suo viso.
Ma sapevo perfettamente che quel sorriso si sarebbe spento quando avrei deciso di dirle che sarei partito per gli Stati Uniti.
Decisi di togliermi il pensiero, dandole la notizia davanti a qualcosa da bere, nel bar vicino casa mia.
-Allora, com’è la Svezia?-mi chiese lei. Ecco perché la amavo tanto, tutte le altre persone, mi avrebbero chiesto che cosa avessi fatto in Svezia, ma lei non era come tutte le altre persone, lei era curiosa di visitare il mondo, ma purtroppo non ne aveva avuta possibilità.
-Bella, ma fredda. Vedi, non è fredda solo dal punto di vista climatico, ma anche il paesaggio, i posti, ti sembrano freddi, distaccati, nuovi, appena estratti dalla scatola, non sono vissuti.-cercai di spiegarle.
-Forse è per il loro innato senso civico-mi fece notare lei, sorseggiando il suo frullato 
-Sì probabilmente è per questo-le risposi bevendo un sorso di milkshake, poi mi ricordai di averle preso un bracciale in Svezia, come ricordo, e decisi di darglielo, per addolcire l’amara notizia.
-April, ti ho preso una cosa in Svezia-le dissi porgendole la scatola
-Harry, non avresti dovuto!-mi rispose lei, aprendo la scatola. Ecco, questo sarebbe stato il momento giusto per inferire il colpo, ma vedendo i suoi occhi che si illuminavano alla vista del mio regalo, persi quel poco coraggio che avevo racimolato poco fa.
-Ti piace?-le chiesi contento, allacciandoglielo al polso fine.
-Sì, molto, è veramente un bel regalo!-disse imbarazzata, le guance le prendevano fuoco.
-Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere attaccarci un ciondolo per ogni paese che visito, e quindi ecco il primo, con la “S” di Svezia.- le dissi estraendo anche il ciondolo. Quel regalo me lo aveva consigliato Louis, che a volte, dispensa buoni consigli.
April era visibilmente imbarazzata, così si alzò, fece il giro del tavolo e mi abbracciò dolcemente. Amavo il suo modo di ringraziare una persona, ma ciò che amavo di più era lei.
-Andiamo a fare due passi?-le chiesi in modo da non farla più sentire in imbarazzo
-Sì, al parco?-chiese lei prendendomi per mano
-Ovvio che sì-le risposi lasciando pochi spiccioli sul tavolinetto, stringendo la sua mano

Fuori il cielo era stellato, si stava bene, e il vento scompigliava i capelli di April, e faceva aderire il suoi vestiti larghi alla sua figura snella, cosa che la rendeva tremendamente attraente. Sentivo nostalgia del suo corpo.
Nel parco, c’era una fontana, ci sedemmo sul bordo di questa, non potei fare a meno di puntare i miei occhi su di lei, evidentemente sorrisi, guardandola, e lei infilò l’indice nella fossetta sulla mia guancia, che si formava sempre quando ridevo.
-April, devo dirti una cosa.-trovai il coraggio.
-Sì ti ascolto-rispose lei, che prese a camminare sul bordo della fontana, come facevano i bambini piccoli, così decisi di avvolgere un mio braccio attorno alla sua vita, camminando al suo fianco, onde evitare che cadesse.
-Si dice che stasera si riescano a vedere le stelle cadenti.-fu tutto quello che riuscii a dire
-Ah –sospirò lei con la faccia rivolta al cielo
-L’hai vista anche tu?-le chiesi seguendo il percorso della cometa nel cielo
-Sì! Adesso dobbiamo esprimere un desiderio-disse lei mettendo le sue braccia attorno al mio collo.
-Fatto-dissi aprendo gli occhi
-Anche io. Hai desiderato di vincere un music award?-mi chiese lei pettinandomi i capelli con le mani
-Se te lo dico non funziona! Comunque non si tratta di quello.-le risposi. 
-Va bene, come vuoi-rispose lei alzando le mani in aria
-Andiamo April, non ti sarai offesa!-dissi prendendola in braccio per farla scendere dalla fontana
-No, affatto. Toglimi una curiosità, tu che hai incontrato delle persone famose dal vivo, sono come in tv, o sono più grasse?-chiese lei curiosa
-Non mi dire che hai desiderato di incontrate qualche celebrità!-le dissi fermandomi mentre lei continuava a camminare
-Se te lo dico non funziona-disse lei imitandomi egregiamente-e poi, io ho una stella della musica al mio fianco, mi pare-continuò guardandomi dalla testa ai piedi, porgendomi la sua mano
-Sì, anche io ho una stella al mio fianco-le dissi. Lei si girò a guardarmi, poi imbarazzata abbassò lo sguardo. Era fantastica quando era imbarazzata, le guance si facevano più rosse, e i suoi occhi brillavano.
-Senti, andiamo a casa mia?-chiese lei ancora con lo sguardo basso
-No. No, andiamo a casa mia-le dissi guardandomi furtivamente in giro per poi prenderla per mano, cominciando quasi a correre
-Adesso perché corri?-disse lei affrettando il passo
-Te lo spiego dopo, tu intanto corri!-gridai guardandola
Una volta arrivati davanti casa, presi le chiavi e aprii la porta velocemente, per poi richiuderla alle nostre spalle.
-Adesso mi vuoi spiegare-chiese April col fiatone
-Paparazzi. Credo-le dissi andando in cucina, versando dell’acqua nei bicchieri
-Grazie- fece lei sedendosi sul bancone della cucina, portando il bicchiere alla bocca.
-April devo dirti una cosa-cominciai debolmente
-Sì-disse lei stringendo la mia maglia tra le sue mani
-Mi hanno invitato, insieme al resto della band, ad un defilé e alla relativa festa, vuoi accompagnarmi?-le chiesi. Ovviamente non era questa la notizia che avevo intenzione di darle, ma prima o poi ci sarei riuscito.
-Ma Harry, io non faccio parte del mondo dello spettacolo e non voglio farti fare figuracce-mi spiegò lei aggrottando la fronte
-April tu sei perfetta. Perciò ci verrai, con me.-dissi accarezzandole le spalle, per poi cominciare a baciarla.
April allacciò le sue gambe attorno al mio bacino, e io la sollevai dal bancone tenendola per la schiena, salimmo le scale fino ad arrivare in camera mia, dove la appoggiai sul letto, e io mi sdraiai sopra di lei, sostenendo il mio peso sulle mie braccia, per non pesarle.
Questa volta mi voleva anche lei.
Lei infilò le mani sotto la mia maglia e poi me la sfilò, e io feci lo stesso con la sua maglia, gettandola ai piedi del letto.
Poi cominciai a slacciarle i pantaloni, e glie li sfilai, mentre lei slacciò senza problemi la cinta dei miei pantaloni, per poi togliermi anche quelli.
Cominciai a lasciarle succhiotti sul collo, alternando qualche bacio, arrivando fino al suo petto, dove però il suo reggiseno era di intralcio, così pensai bene di toglierglielo.
Lei intanto accarezzava la mia schiena, e il freddo del ciondolo del braccialetto che le avevo regalato mi faceva rabbrividire.
Intanto l’effetto che April aveva su di me era ben visibile dai boxer, che giustamente decise di sfilarmi, mentre io sfilavo i suoi slip.
Quando entrai in lei, un gemito roco fu soffocato dai miei baci,che poi scesero per tutto il suo corpo, fino al suo ventre piatto.
Poi con una spinta decisa, invertimmo le posizioni, ora lei si trovava sopra di me e prese dapprima a baciarmi delicatamente la bocca, per poi scendere al collo, sui pettorali, sui miei addominali, senza staccare il suo sguardo dal mio, mentre io le stringevo forte la mano.
Poi lei tornò sulle mie labbra, invertimmo di nuovo posizione, cominciò a mordermi le labbra lentamente, mentre io le accarezzavo il seno. Le spinte che aumentavano, scandivano i nostri respiri, che si affievolivano man a mano.
Ci distendemmo uno accanto all’altro, cercando di riprendere fiato, mentre April, scese dal letto, si infilò i suoi slip e la mia maglia, andò davanti alla specchiera, guardandosi il succhiotto che le avevo lasciato, accarezzandolo
-Dovresti smettere di lasciarmi questi meravigliosi succhiotti, altrimenti tua madre penserà che io sia un untore di peste bubbonica!-mi disse lei ridendo, per poi sdraiarsi su di me.
-Mi piace lasciare tracce visibili di me sul tuo corpo.-le spiegai sorridendo
-Marchi il territorio?-mi chiese April ironica
-Sì, tutti devono sapere che sei solo mia.-le risposi prendendo a baciarle il ventre.
-Allora perché siamo scappati dai paparazzi prima?-chiese lei perplessa
-Perché sono fastidiosi e insolenti, non voglio che divorino ogni attimo della nostra vita, e non voglio che ti etichettino come una delle tante ragazze che ho avuto.-le risposi fermamente.
-Bella osservazione.-rispose lei ridendo facendomi l’occhiolino
-Venerdì partirò per gli stati uniti, starò via tre mesi-le dissi fissandola con gli occhi lucidi
-Ti amo-rispose lei distrattamente, parve non aver sentito le mie parole che con tanta fatica uscirono dalla mia bocca.
-Mi hai sentito?-le chiesi per essere sicuro, non avevo nessuna intenzione di ripetere una seconda volta.
-Mh mh. Cosa facciamo domani?-annuì sibilando
-Ci penserò stanotte, adesso vieni a dormire vicino a me-risposi baciandola, mentre la stringevo tra le mie braccia
-Eccomi-disse lei posandomi un bacio sulla fronte. 
E’ strano come lei sia sempre stata qui, davanti a me, e io non me ne sia mai accorto. D’un tratto mi accorsi che lei incarnava tutti i miei sogni, lei aveva sconvolto la mia vita più di ogni altra cosa, più della fama arrivata quasi per caso. Lei è come una tempesta, che ha sostituito la calma apparente della mia vita, truffando il battito del mio cuore.


Salve a tutte :) Ecco il capitolo che aspettavate (?)
So che forse non è all'altezza del capitolo precedente, e che vi aspettavate una riappacificazione diversa, ma come potete notare non ho molta fantasia..
Comunque bando alle ciance e buona lettura
Al prossimo se vi va :)
-Misery

P.S.: Potreste fare un salto da Jimpy? Grazie!  
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1120112&i=1

  
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